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Autore: Kaori_97    11/09/2013    4 recensioni
Un complicato caso, riguardante un pericoloso serial killer porterà il Lightman Group a collaborare di nuovo con l' FBI.
Una bruttissima sorpresa colpirà Cal, ma sopratutto Gillian.
Genere: Angst, Fluff, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cal Lightman, Gillian Foster, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Heeei ciao a tuttii ecco l’ultimo capitolo!
Più o meno a metà storia troverete il  POV di Gillian, lo ho inserito per far capire meglio il suo stato d’animo!!
Enjoyyyy!!!



I  will save you*


CHAPTER EIGHT


Finalmente stava per lasciare l'ospedale. Gillian sembrava ancora un po' fragile e traballante, ma era in piedi. Si stava riprendendo.
"Si prenda cura di se stessa dottoressa Foster.” Disse  dolcemente Renee
“Grazie” -Rispose sorridendo- “Anche lei.”
"Ci può scommettere". L’infermiera si raddrizzò, per guardare Cal in faccia. Puntandogli un dito al petto. "In quanto a lei." -Il suo viso si addolcì quando lui le rivolse un sorriso sbilenco senza denti.- "Sa che ho 71 anni giusto? Il suo  fascino inglese non ha alcun effetto su di me."
Infine Cal raddrizzò il suo sorrisa e mostrò i denti.
"Okay, forse un po'." Ammise scherzando l’infermiera. "Si prenda cura di se stesso anche lei. Non si trascuri più."
L’anziana signora, lasciò la stanza regalando loro un ultimo sorriso.
Lui la seguì con lo sguardo per un attimo, poi si voltò verso Gillian.
Era il momento di tornare a casa.
“Andiamo tesoro.” Si avvicinò a lei e le cinse la vita, con la mano libera invece prese la sua per aiutarla a camminare.
Lungo il tragitto dalla camera fino al parcheggio Foster rischiò di cadere un paio di volte, ma per fortuna con lei c’era Cal il suo migliore amico.
Mentre era in macchina seduta affianco a lui sul sedile anteriore fu assorta da alcuni pensieri.
Cal, il suo migliore amico, l’unica persona di cui si fidava cecamente l’ aveva salvata, ma il punto era che lui aveva DAVVERO messo a rischio la propria vita per lei, aveva rischiato di morire per proteggerla. Certo, adesso lei non era in splendida forma e il suo corpo le faceva male più o meno ovunque, ma era viva. Tutto questo grazie a lui. Il suo migliore amico…  Dio… si sentiva così in colpa per questo… In quei pochi minuti di lucidità in cui era rimasta cosciente i suoi pensieri erano tutti su di lui. Vattene. Ti farai ammazzare. Ti prego va via di qui. Certo lui ne era uscito illeso, ma aveva rischiato grosso. E le venne in mente la discussione che avevano avuto fuori da quel ristorante…


“Cosa ci fai qui?”
“Te l’ho detto, ero da queste parti.”
“Sono le dieci e mezza Cal. Tu non mangi a quest’ ora. Perché sei qui?”
Nessuna risposta.
“Ti ho visto Cal, ti ho visto. Sei entrato poco dopo di noi… E sei stato a controllarci per tutto il tempo.”
“No. Non è vero…”
“Cal! Come… Come puoi mentire anche su questo?! Ti ho visto! Tu sei sempre stato qui! Mi avevi chiesto scusa… Avevi detto che non ti saresti più immischiato…”
“Perdonami…”
“Non toccarmi. Questa volta hai davvero toccato il fondo… Mi avevi fatto una promessa.”



Dio quanto avrebbe voluto tornare indietro per evitare tutto questo… Lui le aveva salvato la vita quando lei lo aveva trattato malissimo…
“Hei tesoro va tutto bene?” Le chiese Cal vedendola con un espressione di rimpianto sul volto.
“Mh?” Gillian si voltò a guardarlo confusa era troppo assorta nei suoi pensieri che non aveva capito cosa aveva detto.
“Gill… Stai bene?”
“Vuoi dire oltre ad avere una voglia pazzesca di mangiare un intera scatola di gelato al cioccolato e di tornare a casa?”
“Digressione… Sicuramente se ne sarà accorto…”
Cal lasciò perdere, notando che lei preferiva non parlarne. Così cambiò discorso.
“Oh dimenticavo, verrai a stare da me, non andrai a casa tua.” Disse Lightman come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Cosa? Perché?!”
“Non voglio lasciarti sola, e comunque non sei proprio nelle condizioni di potertela cavare senza aiuto per adesso.”
“Hai mai pensato di parlarmene o almeno di avvertirmi?!” Chiese Foster esasperata.
“L’ ho fatto, appena dopo il tuo risveglio in ospedale ricordi? E comunque lo sto facendo anche adesso.”
“… Sappi che da ora in poi non ti libererai di me tanto facilmente, ti seguirò ovunque, anche in bagno!”
Gillian sorrise involontariamente al ricordo di quelle parole, poi si riprese.
“Ma io-“ Fu interrotta.
“Niente ma tesoro, non costringermi a usare la forza!” Disse ghignando.
La donna si arrese. In realtà era compiaciuta che lui si preoccupasse per lei a quel modo, e era felice alla prospettiva di passare del tempo con lui.  Al sicuro. Perché a pensarci bene a casa da sola non voleva starci.
Sorrise impercettibilmente, quando ormai Cal era tornato a guardare la strada, e proseguirono.

Una volta arrivati Lightman accompagnò Gillian dentro casa, e la fece sedere sul divano.
Emily era partita il giorno prima per Chicago dalla madre, ma prima, come le aveva chiesto suo padre aveva recuperato un po’ delle cose di Foster e portate a casa loro.
“Allora… Cosa posso preparare per cena a questa neo vegetariana?” Chiese Cal andandosi a sedere (buttare) sul divano affianco a lei appoggiando la mano sullo schienale dietro le sue spalle.
“Mmm…  Sorprendimi!” Rispose sorridendogli- “Io ho bisogno di una doccia…” Disse lei alzandosi forse  troppo velocemente.
Vacillò leggermente e Cal fu subito affianco a lei per stabilizzarla.
“Tutto okay tesoro?” Chiese preoccupato.
“… Si grazie…” Disse poggiando una mano sul suo petto per sorreggersi meglio.
“Ti accompagno sopra…” Disse con tono dolce.
“Va bene.”
Arrivati al bagno fece sedere l’amica sul bordo della vasca, poi lasciò la stanza per portarle vestiti e asciugamani puliti.
“Grazie.” Disse Gillian sorridendo.
“Niente tesoro… Ti serve una mano con quelli?” Disse indicando i vistiti che aveva a dosso, con un ghigno.
La donna sorrise maliziosamente- “No grazie.” Rispose.
“Sicura di farcela a stare lì in piedi da sola?” Scherzò Cal questa volta agitando il dito davanti alla doccia.
“Si! Ne sono sicura.” Rispose Foster ridendo e arricciando le labbra.
“Va bene, allora… ” -Disse fingendosi deluso- “Vado in cucina a prepararti qualcosa di delizioso!” Disse agitando le braccia in modo teatrale-  “Per qualsiasi cosa chiamami.” Stavolta era serio, poi lasciò la stanza.
Poggiando la mano al muro Gillian si alzò lentamente. Forse era meglio  farsi un bagno date le sue condizioni, però ci avrebbe impiegato molto più tempo e non voleva restare sola. In ospedale praticamente con lei c’era sempre qualcuno, l’infermiera Renee o il suo migliore amico Cal o Emily, ovviamente quando doveva lavarsi o cambiarsi era la donna ad aiutarla, ma ora era da sola, certo Cal era solo al piano di sotto, ma dentro il bagno c’era troppo silenzio per i suoi gusti, un silenzio che non sentiva più da quella notte.
Cominciò a spogliarsi. Era davanti allo specchio e ogni volta che scopriva una parte della sua pelle rivelava una cicatrice.  E questo le riportava alla mente di nuovo quel silenzio. Quella notte e tutte le cose orribile che aveva comportato.
Tirando indietro le lacrime e sostenendosi al muro si infilò dentro lo doccia e aprì l’acqua.
La fece scorrere sul suo corpo fino a quando non si sentì pronta per uscire.

Nel fra tempo Cal era giù in cucina armeggiando ai fornelli per preparare qualcosa da mangiare a Foster, aveva pensato a delle polpette di legumi e spinaci in padella con maionese e insalata. Era praticamente pronto, e ci aveva messo una buona mezz’ora a cucinare  tutto. Ma allora perché Gillian non era ancora uscita?
“Gillian?” Disse ad alta voce affacciandosi alla rampa delle scale.
Dato che non sentì nessuna risposta salì al piano di sopra e andò davanti la porta e riprovò.
“Tesoro?”
Ninete.
“Hey va  tutto bene?” Chiese cominciando a preoccuparsi.
Ancora nulla.
“Gill… Sto entrando…” Lentamente aprì la porta, per dargli il tempo di prepararsi nel caso non lo avesse sentito.
Quando entrò la trovò rannicchiata a terra con le gambe al petto strette tra le braccia e la testa chinata sulle ginocchia. Era completamente nuda, ed era ancora bagnata. Cercando di seppellire tutti i suoi istinti primordiali prese l’asciugamano che era ancora sul bordo della vasca e prima che la stoffa poté toccare le sua spalle vide le cicatrici  e le bruciature che erano e sarebbero sempre rimaste sulla sua pelle.
Si sedette per terra accanto a lei.
“Gill… Stai bene?” Chiese a bassa voce.
Come se si fosse accorta solo ora della presenza dell’uomo al suo fianco la donna cominciò ad agitarsi.
“Cal! “ Esclamò la donna cercando di coprirsi  come meglio poteva.
“Tranquilla tesoro! Non ho visto niente…” La rassicurò.
Gillian non disse nulla e puntò lo sguardo fisso sul muro davanti a lei.
“Tesoro sei… Scivolata?”
Lei annuì senza dire  una parola



.                                                                              POV GILLIAN                                                                          .

Sono un incapace. Non riesco nemmeno a stare in piedi. Fino a poco più di un mese fa camminavo sui tacchi perfettamente. E ora? Ora scivolo come una stupida perché le mie gambe sono troppo deboli per sostenermi. Per quanto tempo resterò così in queste condizioni? Mi guardo e vedo solo una donna che non è stata capace di difendersi. Vedo  il mio ventre con un’ orribile cicatrice che non sparirà mai, come tutte le altre del resto. Questo non è il mio corpo, questa non sono io. Sento qualcosa che mi avvolge le spalle e improvvisamente mi risveglio dai miei pensieri. E’ Cal, che mi a coperto con un asciugamano.
Oh Dio ma sono completamente nuda!
“Cal!”
Cerco di coprirmi, non voglio che mi veda così.
“Tranquilla tesoro! Non ho visto niente!”
Cerca di rassicurarmi, probabilmente si riferisce al fatto che sia completamente svestita. Ma io non voglio che veda il mio corpo martoriato, del resto mi interessa ben poco al momento...
“Tesoro sei… Scivolata?”
Io annuisco, ma non ho i coraggio di parlare.
“Vieni qui.”
La sua voce ha un suono dolcissimo. Mi aiuta ad alzarmi, e insieme usciamo dal bagno per andare nella camera degli ospiti dove sono tutte le mie cose, e mi fa sedere sul letto.
Io sono ancora muta. Dovrei dire qualcosa.
Prende una borsa e la posa proprio affianco a me, poi si allontana leggermente.
“Ti serve una mano per vestirti?”
La sua voce ancora una volta è calda e dolce. E non vedo nessuna traccia di malizia o altro. Lui è veramente preoccupato per me. Ma è una cosa che devo fare da sola.
“No.”
Scuoto la testa.
“Va bene… Quando hai finito prima di alzarti chiamami… Di sotto c’è una squisita cenetta che ti aspetta!”
Mi carezza una guancia cercando di rallegrarmi e poi si volta per andarsene, ma io gli afferro una mano e lo fermo facendolo girare a guardarmi.
“Grazie.”
Lui mi sorride. Probabilmente se le mie gambe fossero abbastanza forti  gli sarei già saltata addosso. Amo quel ghigno.
“Di niente Gill.”
Mi stringe un ultima volta la mano e poi esce dalla stanza chiudendo la porta.
E io comincio a vestirmi

.                                                                                                                                                                           .

*

Finito di mangiare le cose si erano alleggerite.
“Grazie era tutto buonissimo.” Disse Gillian sorridendo.
“Per te questo ed altro!” -Rispose- “ Aspetta domani! Vedrai ti stupirò con le mie doti di cucina vegetariana!”
Foster rise nel vedere Cal che si atteggiava a grande chef.
“Ne sono sicura!”
Era incredibile l’influenza positiva che Cal avesse su di lei, meno di un’ora fa era a terra piagnucolando e ora rideva allegramente con lui.
Lightman, d’altra parte faceva del suo meglio per distrarla, ed ogni volta lei gli regalava un sorriso radiante e sincero. Era tutto quello di cui lui aveva bisogno.

Qualche ora più tardi Cal l’aveva accompagnata di sopra, nella camera degli ospiti, le aveva dato la buona notte e poi era tornato giù in salotto.
Stava usando il pc quando sentì le sue urla. Corse su per le scale,  aprì la porta della camera e vide la sua migliore amica seduta sul letto con le ginocchia al petto, e lacrime che le solcavano le guance . Vide la paura nei sui occhi. Si precipitò al suo fianco, si sedette sul letto e delicatamente la prese tra le braccia.
“Shh Gill, va tutto bene… Tranquilla… tranquilla tesoro…” Le mormorò dolcemente
Lui gentilmente le carezzava la schiena. Ci volle un po' per farla calmare. Quando finalmente ci riuscì, lui allentò la presa su di lei. " Vado a  prenderti, un po’ d’acqua okay?"
Lei lo afferrò impedendogli di farlo allontanare.
"Vado solo in cucina. Torno subito, te lo prometto.”
Lei lo lasciò andare, e prima di alzarsi Cal le carezzò la guancia.
Dopo pochi minuti le era di nuovo seduto accanto sul letto. "Vuoi  parlarne?"
"…Continua a colpirmi, più e più volte." Sussurrò. “E non riesci… Tu non riesci… Ad arrivare in tempo prima… prima che…” Di nuovo Gillian era in balia delle lacrime
L’uomo rabbrividì a quel pensiero.
"Sono qui, e lui non può avvicinarsi a te.” -Si sdraiò, e con un braccio avvolto intorno a lei la attirò sulla sua spalla.- "Cerca di dormire un po' tesoro. Io sono qui." Le ha infilato delicatamente le dita tra i capelli e la strinse ancora di più vicino a se. Le baciò la fronte e in pochi minuti Foster si addormentò. Non molto tempo dopo, il sonno raggiunse anche lui.


 


Beneeeeee finalmente la ho finita! Allora moltee saranno deluse, immagino che vi aspettavate che si mettessero insieme alla fine della storia… Ma ci sono due motivi per cui non lo ho fatto:
1) Prima che succedesse tutto questo, Gillian stava veramente bene con Derek, insomma… Prima di scoprire che fosse uno stupratore- assassino ahah quindi penso che non possa subito impegnarsi di nuovo…
2) E in una fase post/trauma, e nonostante io tra le righe ogni tanto abbia fatto notare il suo amore per lui, anche se in modo non proprio esplicito, penso anche qui che debba passare un po’ di tempo…
Quindi, posterò una OneShot, spero il prima possibile, dove finalmente tutti avremo il nostro lieto fine Callian!

Un bacio, e grazie a chi mi ha seguito!
In particolare alla mia Honey <3 qui conosciuta come Jenny o Gillian_Lightman  che da SEMPRE mi segue<3
TI VOGLIO TANTO BENE!!


Kaori_97


 
   
 
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