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Autore: charlise    12/09/2013    0 recensioni
Non è facile essere l'assistente personale di una celebrità. Non è facile programmare le sue interviste, fare attenzione ai suoi orari, organizzare alla perfezione i suoi impegni, senza che gli si accavallino tra loro...insomma, non è facile non avere mai un briciolo di tempo per te. E per Emma, dopo tutti questi anni, la cosa era diventata pesante e sentiva il bisogno di condividere il suo lavoro con qualcuno...
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto, Tomo Miličević
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non è facile essere l'assistente personale di una celebrità. Non è facile programmare le sue interviste, fare attenzione ai suoi orari, organizzare alla perfezione i suoi impegni, senza che gli si accavallino tra loro...insomma, non è facile non avere mai un briciolo di tempo per te. E per Emma, dopo tutti questi anni, la cosa era diventata pesante e sentiva il bisogno di condividere il suo lavoro con qualcuno...

Emma

Andiamo, Jared...prova a capirmi...” Emma aveva appena riferito le sue intenzioni di voler dividere il suo lavoro con qualcuno, ma a Jared l'idea non piaceva affatto “Ma hai sempre fatto tutto tu...” disse sbattendo dei fogli sul tavolo “...non hai mai avuto bisogno di nessuno che ti aiutasse!” aggiunse alzando la voce. Le urla si sentivano in tutta la casa. Shannon era disteso sul divano a guardarci senza proferire parola “tu non pensi che io abbia ragione?” gli dissi rivolgendomi a lui e cercando un po di appoggio...magari avrebbe potuto aiutarmi. Si mise seduto poggiando i gomiti sulle sue cosce e incrociando le mani “Io..” mentre stava per parlare, Jared lo interruppe “E' inutile farlo parlare...”, Shannon lo guardò come per chiedergli perchè, ma lui continuò dicendo “...è mio fratello e sa che ho ragione!”
“Io volevo esattamente dire il contrario Jared!”
si alzò Shannon andando a riempire la sua tazza di caffè per la terza volta

Lo sguardo di Jared era perplesso, non accettava che qualcuno non gli desse ragione “Scusa? Cosa hai appena detto?”

Emma ha ragione, ti programma la tua intera vita, anche se devi uscire con una ragazza...” disse Shannon portandosi un biscotto alla bocca per dargli un morso “infatti, è questo che fa un assistente personale!” sbottò Jared incrociando le braccia sul petto “io ti sto solo chiedendo un aiuto...una persona che si divida il lavoro con me” cercavo di convincerlo, ma sembrava non voler sentire ragioni, se non le sue “Emma, hai sempre fatto tutto tu, ed ora mettermi nelle mani di un'altra persona...” aggiunse lui con una voce meno autoritaria e leggermente più comprensiva “ma io non me ne sto andando Jared...” dissi avvicinandomi, posai una mano sul suo braccio “...ma tu e la band siete diventati molto più importanti, gli impegni sono di più ed io non ho mai tempo per me stessa...” dissi cercando di farlo ragionare “ma io ti pago per questo!” disse con la sua aria da persona che sa ciò che dice “si, ma non ha tempo nemmeno di spenderseli i soldi che le dai!” s'intromise Shannon con la bocca piena dei biscotti che stava mangiando. Non mi aspettavo quelle parole, lo guardai accigliata più di quanto già non lo stesse guardando Jared, poi ritornai con lo sguardo su di lui “mi dimezzerai lo stipendio e prenderemo una persona con poca esperienza, così si accontenterà della metà dei soldi che mi dai, e avrai il doppio del lavoro al solito prezzo.” dissi aggrappandomi all'ultima possibilità che mi rimaneva “ma così avrai più tempo e meno soldi da spendere!” esclamò uno Shannon con aria molto confusa, che venne prontamente fulminato da un mio sguardo “Emma, non è una questione di soldi, tu ci hai messo i tuoi tempi ad abituarti al nostro stile di vita...” rispose Jared camminando per la stanza con le mani in tasca “...e ci vorrà del tempo anche a quest'altra persona.” disse guardandomi “Jared, ma io non me ne andrò, l'aiuterò io a capire i tempi e fare le cose giuste...” distolse lo sguardo sospirando “Io non lo so. Poi dovrai metterti a chiamare le varie agenzie per cercare qualcuno che sia all'altezza.” Ce l'avevo fatta! “Non è un problema!” esclamai felice. Presi il mio cellulare e cominciai a cercare sull'agenda i nomi e i numeri dei ragazzi che mi avevano consigliato “ho qui una lista dei ragazzi più promettenti consigliatami da un amico fidato!” Jared e Shannon si guardarono sbalorditi dal fatto che io avessi già provveduto “Io mi fido molto di me stessa e sapevo che ti avrei convinta!” dissi sorridendo, mentre loro scuotevano la testa.

 

 

 

 

 

2MesiDopo 17:28 PM

 

Jared
“Ma ti rendi conto cosa ha fatto?” le mie urla riempirono la roulotte che ci faceva da camerino per il nostro concerto “E non è nemmeno la prima volta che capita, è già la seconda!” mi ero davvero stancato di Allie, la co- assistente personale di Emma “Jared, adesso calmati, sarebbe potuto capitare a chiunque!” disse Tomo per farmi calmare, lo guardai accigliato. In quel momento avrei voluto dargli un morso in testa per farmi venire in bocca un pezzo del suo cervello “Capitare a chiunque?” diedi una manata forte sul tavolo tanto da far tremare Emma che era seduta su una sedia li vicino, la indicai, continuando a guardare Tomo “E allora perchè ad Emma non è mai successo?”

Mi dispiace signor Leto.” la voce da paperella, simile a quella di Britney Spears, di Allie era diventata per me una cosa odiosa “Io non ho guardato ciò che aveva appuntato Emma, e credevo che a quell'ora fosse libero...non sapevo che aveva un'altra intervista con i Mars...mi dispiace” disse cominciando a piagnucolare. Sospirai cercando di calmarmi, ma in realtà volevo solo ucciderla, volevo sentire l'odore della sua carne che ardeva su dei carboni ardenti. Scossi la testa “Okay, lascia perdere. Lasciami solo con loro.” dopo 5 secondi che l'avevo detto, era ancora li a fissarmi, la guardai “Per caso ho parlato una lingua che non è la tua?” le dissi, ero nervoso. Lei mi aveva innervosito “forza, via, ola...bye!” le dissi indicandole la porta e fu così che si levò dalle palle. Sospirai, e adesso come facevamo? Avevo 2 interviste a distanza di 10 minuti, a Montreal, dove ci trovavamo per il concerto di stasera, ma non potevo essere in 2 posti contemporaneamente e quindi avrei dovuto rinunciare ad una che avrebbe di sicuro messo in cattiva luce la band.

Andiamo Jay, risolveremo in qualche modo.” disse Emma cercando di farmi calmare, ma l'ira saliva sempre di più “Ci troviamo in questo cazzo di casino, perchè tu con l'età ti sei rammollita e avevi bisogno del bastone della vecchiaia!” le urlai contro “dai Jared, una soluzione c'è: sdoppiamoci!” mio fratello a volte faceva delle battute così squallide che si sarebbero scandalizzate anche le puttane di New Orleans nel sentirlo “Vaffanculo Shan!” sbottai. In quel momento qualcuno bussò alla porta della roulotte, ero ancora nervoso e risposi in malo modo “Chi cazzo è adesso?” sperando di non sentire la voce di Allie rispondere, la porta si aprì “Ti hanno ficcato una carota bollente su per il culo o fai schifo di tuo a rispondere alla porta?” la voce di Charlie era inconfondibile, ma non per il tono, ma per le puttanate che diceva “la tua finezza è un qualcosa di inimmaginabile” dissi con un tono molto, ma molto ironico. Charlie, o meglio Carla, era una ragazza che veniva dall'Italia che aveva avuto un posto come stylist nella nostra crew “scusa, è che è successo un casino.” prima che potessi finire il discorso, cominciò a parlare lei “si, lo so, ho visto Allie che piangeva...” posò i vestiti che dovevamo mettere per il concerto sul tavolo continuando a parlare “... non mi sono fatta spiegare cosa cazzo fosse successo, le ho solo detto che non sei cattivo, ma solo un po scemo e che ti sarebbe passata...” disse passandomi davanti e dirigendosi verso mio fratello per chiedergli se volesse mettere la maglia blu o rossa. Era davvero irritabile “devi per forza usare la parola cazzo, ogni 2 parole che dici?” le chiesi, in realtà volevo buttare il discorso su altro, con il resto della crew non parlavamo quasi mai di interviste e altro “dai, Joseph, non pensare a quanti cazzi uso io...” disse prendendo una sigaretta dal pacchetto sgualcito che portava sempre nella tasca posteriore dei suoi jeans. Non capivo come facesse a sedersi con il pacchetto in tasca senza rompere le sigarette. In realtà con il culo sodo e rotondo che aveva, le si sarebbero dovute spezzare anche stando in piedi “...intendo nelle frasi.”interruppe i miei pensieri sul suo culo “cosa?” dissi non afferrando più il discorso “ah si...”aggiunsi ricordando in un attimo “non chiamarmi Joseph!” dissi puntandola. Accese la sigaretta e fece un lungo tiro “allora, vuoi raccontarmelo o devo sedurre tuo fratello per farmi raccontare tutto?” disse facendo l'occhiolino a mio fratello “ehi piccola, basta un tuo sguardo e ti dico tutti i segreti più oscuri della famiglia Leto.” rispose Shannon abbracciandola -oddio, eccoli che cominciavano- pensai. Mio fratello aveva legato in un modo incredibile con lei. Come tutti del resto. Ma ciò che mi meravigliava era il fatto che mio fratello amasse parlare con lei e non scopare come suo solito. Lei non era una tipa impressionabile e qualsiasi cazzata facesse Shannon, non la smuoveva. Non era come altre ragazze che ridevano come delle galline in calore, lei rideva perchè la divertiva. Lei non fa qualcosa per farsi piacere. Lei lo fa, punto. Senza preoccuparsi. Forse era per questo che piaceva tanto a tutti. “Ehi? Sei ritornato da Marte?” scossi la testa, tutti ridevano ed io non capivo perchè “cosa?” chiesi come frastornato dai miei stessi pensieri “Charlie dice che sei bloccato su marte a volte.” guardai Emma che disse quelle parole, poi mi rivolse uno sguardo come per chiedermi -ma non capisci?-

-ma certo, siamo i 30 seconds to mars- era quella la battuta “sempre molto ironica!” esclamai con estremo sarcasmo. “Non è successo nulla che non può risolvere Emma..” dissi in modo pacato. Ma in realtà nemmeno lei poteva risolvere questo casino “la nuova assistente ha combinato un casino con gli orari, e quindi ora abbiamo due interviste più o meno alla stessa ora.” sopraggiunse Shannon prendendole la sigaretta dalle mani per farsi qualche tiro. Mi chiedevo sempre perchè mio fratello dovesse parlare sempre “e tu ti stai struggendo per questo?” disse alzandosi e cominciando a prendere il resto dei vestiti che aveva portato “struggendo?” le dissi accigliato. Io non mi stavo struggendo, mi stavo incazzando. Io ero già incazzato. “ma cosa cazzo vuoi capirne tu di queste cose?” dissi camminando verso la sedia più vicina per sedermi “quando ho cominciato a studiare, ho fatto anche un corso come organizzatrice e il problema più frequente era proprio questo. E' il più frequente. E di certo non puoi togliere il lavoro ad una persona solo perchè ha commesso una cosa del genere.” la guardai parlare, per lei sembrava che i problemi non esistessero e che a tutto ci fosse una soluzione “visto che sei così brava anche in questo...” dissi alzandomi e con un tono abbastanza sarcastico “metti, tu, a posto il casino di Allie!” aggiunsi andando verso di lei “Emma, tu di solito come fai?” chiese subito rivolgendosi ad Emma “in tanti anni, non mi sono trovata mai in questa situazione.” aggiunse prontamente la mia assistente “quando ho cominciato loro erano una piccola band con pochi impegni...e poi i loro impegni sono cresciuti, ma anche la mia bravura con loro..” continuò Emma. “Ma loro sono comunque i 30 seconds to mars e di sicuro gli show ai quali devono partecipare non vogliono di certo perderseli.” aggiunse Charlie. In effetti sarebbero stati stronzi a perdersi una delle nostre interviste. “a che ora abbiamo la prima?” chiesi prendendo il foglio dalle mani di Emma per leggerlo, Charlie fece capolino sul foglio per guardare anche lei “sembrerebbe alle 16 di domani...quindi dovreste essere li già verso le 15..” la guardai e in modo ironico ed esclamai “ma sei davvero perspicace!” mi strappò il foglio dalle mani e guardò l'orario dell'altra intervista “e l'altra è alle 17:30” aggiunse Emma, sapendo già gli orari “solo che gli studi degli show distano 30 minuti” poi intervenni “e non abbiamo nemmeno il tempo per berci un bicchiere di acqua.” in realtà in quei 30 minuti di macchina avremmo dovuto fare milioni di cose e poi di sicuro avremmo dovuto firmare qualche autografo, lo dovevamo ai nostri fans. “quindi siamo ufficialmente nella merda?” chiese Tomo cercando di attirare la nostra attenzione “no, non proprio, basterà che l'intervista finisca con 15 minuti di anticipo.” guardai Charlie che aveva appena parlato, ma era cretina? “abbiamo già detto che avremmo fatto l'ora completa.” aggiunse Emma. Ad un tratto Charlie mise le sue mani con i pali rivolti verso l'alto, come se volesse simulare una bilancia “avere i 30 seconds to mars con 15 minuti in meno..”disse alzando la mano sinistra “non averli affatto...” disse alzando anche quella destra, poi cominciò a far scendere di più la sua mano sinistra, come se il fatto che noi avremmo partecipato, anche con i 15 minuti in meno, valesse di più di non esserci proprio “tu dici?” chiese Emma “prendi quel cazzo di telefono Emma, nei 30 minuti di tragitto, potrete bere, mangiare, cambiarvi e altro e i 15 minuti che avanzano potrete dare anche tempo alle Echelon.” aggiunse la ragazza. In effetti la soluzione era li, davanti a noi, anche noi potevamo arrivarci, ma perchè non ci abbiamo pensato prima? Emma cominciò a comporre il numero “e se non ce la facciamo in 30 minuti ad arrivare li?” le dissi avvicinandomi a lei “vi accompagnerò io, e per come guido io arriveremo li anche in meno tempo.” disse prendendo il suo cellulare e dirigendosi verso l'uscita “ma guarda che voglio arrivarci vivo anche al secondo show!” esclamai puntandola, lei si voltò e cominciò a fare gli ultimi passi all'indietro “ma perchè, non lo sai che le star morte hanno più successo di quelle vive?” disse sorridendo, per poi sparire dietro alla porta della roulotte. Sorrisi mettendo le mani in tasca e continuando a guardare la porta dalla quale era uscita. Sentii dei passi avvicinarsi a me, erano quelli di mio fratello, li riconoscevo anche senza guardare “bel tipo, eh?” mi disse dandomi una pacca sul braccio “eh?” dissi scuotendomi dai miei pensieri “parlavo di Charlie!” aggiunse “E' un bel tipo, ha un bel carattere...” dissi “anche un bel culo.” aggiunse mio fratello “su questo non c'è dubbio.” dissi cominciando a ridere come due cretini. Poi ritornò Emma, la sua faccia sembrava non portare buone notizie “ho appena chiuso la chiamata con la redazione del programma” disse, quanto la odiavo quando cominciava un discorso e lo portava a termine a piccoli passi “e quindi?” dissi subito “ha tentennato, ma poi hanno dovuto accettare la nostra proposta!” disse urlando felice “ah, ma allora non sei poi così vecchia e rammollita come dice Jared!” aggiunse Tomo dandole una spinta felice. In quel momento sorridevamo tutti come dei cretini. Io mi avvicinai alla finestra, i Mars se la cavavano ancora, per fortuna “ma il merito non è stato mio..” aggiunse Emma “non avrei mai pensato che qualcuno avesse accettato di toglierci 15 minuti per qualcun altro.” disse quasi perplessa “ehi, noi siamo i 30 seconds to mars!” esclamò Shannon puntandola. “Ehi, Jared, che c'è? A che pensi?” mi ero messo li, a guardare dalla finestra mentre loro parlavano. Non c'era nessun panorama che mi rapiva, se non la felicità della nostra crew, alimentata dal fatto che, in quel momento, Charlie li stesse facendo divertire con una danza strana e alquanto cretina. Sorrisi, mentre loro si erano avvicinati alla finestra a vedere cosa guardavo “Emma, cerca un'altra stylist, credo di aver trovato la tua co- assistente.” dissi continuando a sorridere.

  
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