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Autore: Medea Astra    12/09/2013    1 recensioni
“Ho paura per Kira, Lewis, temo che quel bastardo possa prendersela con la mia bambina per vendicarsi di me”
Lewis guardò Tom e capì benissimo le sue preoccupazioni. Purtroppo anche lui aveva pensato le stesse cose. Se Matt Hawkin voleva vendicarsi dello sceriffo, Kira era davvero in pericolo. Il solo pensare che qualcuno potesse toccare la sua ragazza lo mandava in bestia e per lui che era un tipo piuttosto calmo, era un evento davvero raro.
“Signore, Kira ha bisogno di sorveglianza, di qualcuno che stia sempre con lei. Se lei è d’accordo voglio tenerla d’occhio io prima che quel verme le si avvicini” disse Lewis valutando la situazione.
Tom lo guardò e comprese immediatamente cosa volesse dire il suo vice. Kira aveva bisogno di qualcuno che stesse con lei 24 ore su 24 e chi, meglio di Lewis, avrebbe potuto garantire la sua sicurezza? Che gli piacesse o meno lui era innamorato di Kira e avrebbe fatto di tutto pur di proteggerla.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti cari, questo capitolo nasce su espressa richiesta di una persona speciale, Skydream, un’autrice di questo sito, una ragazza bella, dolce e davvero brava. Ve la consiglio caldamente come autrice e come amica.  Questo capitolo è per te tesoro, nella speranza di non  aver deluso le tue aspettative.
 
 
 
Erano quasi le cinque del mattino quando Lewis si svegliò infastidito dai movimenti di Kira. La giovane si stava dibattendo in modo convulso nel letto, probabilmente stava facendo un brutto sogno così decise di svegliarla per rasserenarla e dirle che tutto stava procedendo per il meglio. Per lei che non era abituata a gestire questo tipo di stress sicuramente quella giornata era stata troppo impegnativa.
“Ehi Kira, piccola … svegliati !” sussurrò lui accarezzandole i capelli.
“ Lewis … ma che succede? Dove mi trovo?” chiese lei con la  voce ancora impastata dal sonno.
“ Sei qui, a casa mia, stavi facendo un brutto sogno così ti ho svegliata. Mi stavi per distruggere il letto, accipicchia quanto ti muovi!” scherzò lui per alleggerire la tensione.
Lei  gli sorrise di rimando prima di abbracciarlo e posargli un tenero bacio sul petto.
“Grazie amore …”
I due rimasero un po’ così accoccolati fin quando lei non decise di scendere in cucina a prendere un bicchiere d’acqua.
“Amore io vado, torno tra un attimo” disse lei uscendo dalla camera da letto.
Lewis la osservò camminare, per un attimo pensò che fosse la creatura più bella che avesse mai visto e che nessuno fosse pari a lei per grazia e dolcezza.
Il giovane si rigirò nel letto un paio di volte attendendo il ritorno della sua compagna quando ad un certo punto sentì uno strano rumore provenire dal piano inferiore, prese la pistola dal comò e scese a dare un’occhiata.
Era quasi a metà delle scale quando sentì un urlo che gli fece gelare il sangue nelle vene.
Kira lo stava chiamando, aveva bisogno di lui … era in pericolo.
Si precipitò giù dalle scale come un pazzo e si trovò davanti una scena che mai avrebbe voluto vedere. Due uomini sulla quarantina erano nel suo salone e uno dei due teneva stretta a sé Kira, minacciandola con una pistola.
“Ciao Lewis, a quanto pare non sei così sveglio come si dice in giro, far scender la tua donna così, da sola, in piena notte …”
“Bastardo, lasciala immediatamente se no …”
“Se no cosa? Cosa pensi di poter fare eh? Prima che tu possa anche solo pensare di spararmi io avrò già tagliato la gola a questa bella bambina!”
Lewis guardò Kira, stava tremando come non mai e aveva le lacrime agli occhi, era spaventata anzi, al di là dello spaventata, terrorizzata.
“ Lasciala andare, ti prego. Ci sono qui io, prendi me al posto suo …” propose Lewis.
“ Prendere te? O ma non se ne parla nemmeno mio caro, con te non posso mica divertirmi come farò con lei … non sei il mio tipo tu!” rispose Hawkin ridendo in modo sguaiato.
Lewis a quel punto non ci vide più dalla rabbia e dalla disperazione, si scagliò contro il malvivente nel disperato tentativo di sottrarre Kira alle sue grinfie.
L’uomo che fino a quel momento non aveva proferito parole, il complice di Hawkin, fu  però più rapido dell’agente infatti estrasse la sua arma e gli sparò prima che potesse anche solo sfiorare l’altro.
Lewis cadde a terra ferito. Il suo unico braccio adesso grondava sangue all’altezza della spalla.
Kira si mise ad urlare, adesso aveva paura non solo per sé e per quello che le sarebbe potuto accadere ma anche per Lewis che adesso era inerme sul pavimento, alla mercé di chiunque avesse voluto fargli del male.
“Sei proprio stupido ragazzo mio, pensavi davvero che il mio complice ti avrebbe permesso di avvicinarti a me? Sai, lui non parla, è muto ma è davvero un uomo affidabile e un tiratore eccellente. Gli avevo proprio raccomandato di non ucciderti subito!”
A quel punto Hawkin si avvicinò a Lewis e dopo aver premuto con il piede sulla ferita lo sbeffeggiò nuovamente.
“ Goditi lo spettacolo prima di morire!” disse un attimo prima di sbattere Kira sul divano.
Gli occhi di Lewis a quel punto rifletterono il terrore che provava nel vedere avverarsi il peggiore dei suoi incubi: non riuscire a proteggere la sua donna.
Hawkin iniziò la sua tortura con estrema lentezza, nei suoi modi c’era tutto il sadismo e l’odio coltivato in anni e anni di premeditazione. Lentamente fece scendere le spalline della camicia da notte di Kira, mostrandone così le spalle nivee e la schiena nuda.
La ragazza tremava e piangeva ad ogni suo tocco. Non aveva nemmeno la forza di urlare o di ribellarsi in alcun modo. La paura l’aveva completamente immobilizzata, l’unico che continuava ad urlare  a pieni polmoni era Lewis che, incapace di muoversi per difenderla, implorava quello psicopatico di prendersela con lui, di ucciderlo se ne avesse voluta voglia, ma di lasciare libera Kira.
“ Kira smettila di tremare, ti facevo più coraggiosa sai? Mi aspettavo qualche urlo in più, cos’è, hai paura che se tu ti ribelli io finisca il tuo ragazzo? Beh hai proprio ragione zuccherino …”
Il complice muto si lasciò scappare una risata anch’essa carica d’odio.
Hawkin a  finì di levarle la camicia da notte e la voltò di modo che si trovassero faccia a faccia.
Adesso Kira era davanti a lui, nuda ad eccezione di uno slip lilla. Il suo corpo esile davanti a quello del suo aggressore sembrava ancor più piccolo ed indifeso.
“Ma come sei bella- disse Hawkin – tra tutte le mie vittime credo proprio tu sia la migliore”
Lewis intanto steso a terra ormai ai limiti dello svenimento cercava di sollevarsi per fare qualcosa, non poteva permettere che quel porco andasse oltre, Kira era già troppo spaventata. Era solo una ragazzina, non doveva subire certe cose, doveva essere tranquilla nel suo letto, invece era lì in preda al terrore e in balia di un maniaco.
Hawkin si avvicinò al viso della ragazza e prima che lei potesse rendersene conto poggiò le labbra sulle sue mentre con una mano le afferrava un seno facendola gemere di dolore.
Per un attimo a Lewis sembrò di poter vedere qualcosa dentro Kira rompersi, una lacrima le scese prepotente lungo una guancia.
“Lewis … amore …” fu un sussurro appena udibile, un grido d’aiuto sommesso e pacato ma che fece sì che il veterano trovasse in sé la forza per mettersi in piedi e distrarre per un attimo Hawkin.
Come sperato il criminale fu distratto dalla sorpresa di veder Lewis ancora in piedi e questo giocò a vantaggio del giovane che riuscì ad avvicinarsi maggiormente frapponendosi tra lui e la ragazza.
Hawkin lo stava lasciando fare, trovava molto divertente il fatto che quel ragazzo stesse sprecando le sue ultime energie per rimandare l’inevitabile.
“Lasciala stare, te ne prego, ho un proiettile conficcato nella carne, non mi rimane molto, finiscimi qui, adesso, sarà un ottimo avvertimento per il mio capo ma lasciala andare. Lei non c’entra nulla, era solo una bambina quando suo padre ti arrestò, prenditela con me, sii uomo almeno per una volta in vita tua …” le ultime parole furono quasi urlate.
Entrambi i malviventi stavano lì fermi ad ascoltare quelle che per loro erano le ultime parole di un moribondo mentre Kira versava copiose lacrime.
“ Se è questo che vuoi ti accontenterò, ti ucciderò e farò mia la ragazzina” disse Hawkin alzando la pistola all’altezza del petto di Lewis.
Stava per premere il grilletto quando un rumore assordante lo distrasse nuovamente dai suoi propositi.
La porta di casa era stata letteralmente buttata giù a calci e all’ingresso si ergeva una figura che Hawkin conosceva fin troppo bene.
“Abbassa quell’arma Matt, sono io quello che vuoi, lascia stare gli altri” Tom aveva visto le condizioni in cui si trovavano il suo vice e la sua bambina ma non era certo quello il momento di farsi prendere dai sentimentalismi.
Era l’unico in grado di risolvere quella situazione e portare tutti in salvo.
“ Sceriffo, ma che piacere rivederti! Hai visto? Sono venuto qui a far loro una visitina ma a quanto pare non hanno gradito molto” rispose l’uomo facendosi scudo con il corpo di Kira.
Lo sceriffo guardò sua figlia e un brivido di terrore gli percorse la schiena, chissà cosa aveva dovuto patire fino a quel momento, lui fortunatamente aveva avuto un brutto presentimento ed era andato a controllare. Dalla finestra aveva visto le luci accese e dei movimenti concitati ed era entrato. Fortunatamente già, altrimenti l’indomani mattina avrebbe trovato una vera e propria mattanza.
Tom camminò con passo lento e sicuro verso Hawkin, teneva le mani lungo i fianchi, apparentemente in modo rilassato, solo quando il complice del suo antico nemico si avvicinò i presenti si resero conto che in realtà l’ex agente dell’aeronautica era armato. Una lama sottile ed affilata trapassò il petto del muto da parte a parte. Il suo corpo cadde a terra privo di vita.
“ Ben fatto, non mi serviva più” disse Hawkin al massimo della sua cattiveria.
Lo sceriffo continuava ad avvicinarsi a lui, sapeva che non era stupido, che non doveva fare mosse avventate, che non sarebbe cascato in un banale trucchetto come il suo complice, doveva aspettare l’occasione giusta per attaccare e questa non tardò ad arrivare.
Al limite delle sue forze Lewis gli fece capire che avrebbe fatto in modo di fare allontanare Kira da Hawkin in modo che lui potesse avere campo libero per sparare. Era ormai da quando era rientrato dall’Iraq che non pensava più ad uccidere qualcuno ma quel giorno come anni prima era questione di vita o di morte, vita o morte della persona amata.
Il vice- sceriffo con estremo sforzo prese un coltello dal tavolo della cucina e lo piantò dritto nella gamba di Hawkin che di riflesso allentò la presa su Kira permettendole di allontanarsi da lui scappando verso il padre.
Tom apprezzò molto il gesto di Lewis, se mai fossero usciti indenni da quella situazione si promise di premiarlo per il suo coraggio e la sua abnegazione, sfruttando il momento prese la mira e sparò un colpo dritto in testa ad Hawkin che cadde inerme sul pavimento.
Lewis stramazzò a sua volta a terra, felice che finalmente la sua ragazza fosse in salvo e al sicuro. Tom si sarebbe sicuramente occupato di lei.
Lo sceriffo e la figlia corsero immediatamente dal giovane, lei si chinò su di lui cercando di tamponare la ferita mentre il padre chiamò un’ambulanza.
“Ti prego amore resisti.” Disse lei con voce strozzata dal pianto.
“Resisti ragazzo mio …” ribadì Tom.
I soccorsi non tardarono ad arrivare e Lewis venne portato d’urgenza all’ospedale dove un’equipe esperta lo operò e stabilizzò i suoi parametri vitali.
Il giovane rimase privo di sensi per parecchie ore e quando si riprese erano ormai le otto di sera del giorno dopo.
La prima cosa che vide al suo risveglio fu il viso di Kira chino su di lui. Un volto rigato dalle lacrime ma felice di vederlo ancora vivo, dai suoi occhi si percepiva tutto l’amore che provava per lui.
“K … Kira …” riuscì lui a dire in un sussurro.
“Shh amore, non parlare, non devi sforzarti, sono qui, sono qui con te”
“ Stai bene?” lui proprio non ne voleva sapere di stare zitto, aveva rischiato di perderla per sempre e non gli importava di quanto tempo ci avrebbe impiegato lui per riprendersi, l’importante era che lei fosse salva.
Lei sorrise in modo dolce e gli posò un delicato bacio sulle labbra ancora screpolate per l’anestesia.
“Sto benissimo amore e tutto grazie a te”
Lei gli prese la mano e accarezzandolo dolcemente fece in modo che si addormentasse.
Tom entrò qualche minuto dopo. Vide la figlia con il viso più disteso e comprese che il suo vice si fosse svegliato.
“ Come credi che stia?” domandò avvicinandosi al letto.
“E’ ancora molto debole ma si sta riprendendo ed è testardo” sorrise lei.
“ Se non fosse stato per lui ti sarebbe finita in modo decisamente peggiore tesoro …”
“Lo so papà, lui ha … ha rischiato tutto per me …”
“ E’ un brav’uomo- sospirò lo sceriffo- quando i medici lo dimetteranno prenditi cura di lui” disse infine uscendo dalla stanza per lasciarli soli.
Kira quella notte rimase sveglia a vegliare il suo angelo,certa che nel suo cuore non ci sarebbe stato nessun altro uomo per il resto della sua vita.
   
 
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