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Autore: Pan_z    17/10/2004    2 recensioni
..E mentre una Suite barocca echeggia nello sconfinato spazio del tempo, un giovane maestro si lascia andare nell' ambito perpetuo della disperazione della musica..
Genere: Dark, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Suite no

 

 

Suite no.4

(BWV 1010)

 

 

 

L’eco della Suite

Percorre gli spazi infiniti

Del tempo.

Tende l’archetto di legno

Il giovane maestro,

Accentuando la sua curva.

 

Fuori

I profumi della città si celano

Dietro le melodie

Di un noto Preludio,

giocando a nascondino

con le armonie perdute dal vento.

 

Si poggia, incauto,

l’archetto sulla corda di budello.

Il suono gracchiante

Impetra perdono al maestro

Il quale, clemente,

concede un’altra prova.

 

Nel tempo di un’ Allemanda

Gli orecchi della gente

S’ immergono senza remora

Ma, invero, loro stessi

Non vogliono cedere

A questo invito

Di persuasione barocca.

 

Il legno scappa via

Dalle mani maldestre

Del giovane maestro.

Quale affronto più grave!

Egli non può crederlo vero!

Raccoglie quello che per lui

Ora altro non è che un oggetto

Ed esso, in quanto tale, senza vita.

Lo strumento cinto dalle sue gambe

Reclama la sua bacchetta fidata

O un semplice mezzo

Per parlare:

con messe di voce,

con trilli,

con accordi,

con le armonie della Corrente.

Ma egli è muto

E il maestro

È senza la sua musica.

 

Due piccoli pargoli,

costretti nei loro abiti seicenteschi,

improvvisano i passi della Sarabanda.

Le scarpe di lucido nero

Producono un silente rumore.

Ma, per loro fortuna,

la musica continua a fluire

anche se si sono di già interrrotti.

 

Il petulante scorrere della melodia

Allieta gli animi

Anche se essi sono sordi.

Il maestro,

forse non più studente,

irrompe nel tacito chiarore del giorno

Con le sue lacrime

Di fragile cristallo

Mentre l’allegre danze di Bourrèe

Perpetuano gli attimi

Sfuggiti agli occhi umani

E divini.

Egli piange,

immerso nel suo egoismo

Di musicista e

Nella sua follia consumata

Fra le notti e i giorni

Sul suo violoncello d’autore.

Ed egli rimpiange

Le sue stesse lacrime

Perché la Suite scorre via

Lontano dai cuori indifferenti

E da lui.

E non tornerà, dispettosa,

a portargli anche solo l’eco

della vivace Giga

Che un tempo cullò

Le sue fantasie bachiane.

E mentre il maestro

Sente l’armonia

Scomparire dentro di sé,

anche la Suite si spegne,

 e il chiaro Stradivari

Giace

Nell’angolo oscuro della sala.

Tutto è silenzio attorno ad esso.

 

  
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