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Autore: Calliope    18/03/2008    2 recensioni
"Ricorda sempre, Filota: l’importante non è quello che un uomo fa. L’importante è quello che un uomo è"
Ho messo come personaggio Alessandro solo perchè era obbligatorio, ma c'entra ben poco...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Always remember

 

Buio e freddo.

Filota non sentiva, non vedeva, non percepiva nient’altro.

La sua mente era vuota, come se una fitta nebbia l’avesse invasa all’improvviso oscurando tutto: tutti i pensieri, le sensazioni, e persino i ricordi.

Il generale tentò disperatamente di rimanere lucido, di respingere il dolore e la paura che lo invadevano a ondate; ecco, era quella la nebbia, una pallida nebbia di terrore.

“Chi sono gli altri?” domandò una voce, che sembrava venire da molto lontano.

Gli altri… I congiurati. Doveva confessare i loro nomi, ma stette in silenzio.

Un lampo di dolore guizzò attraverso il corpo del giovane: ormai non vedeva più nulla, ma la sensazione era ancora peggiore. Corpi sudati intorno al suo, fruste, coltelli, e poi quell’odore nauseabondo: il sangue, che sapeva essere suo.

“Ti conviene parlare” disse una seconda voce. “Se parli il dolore finirà”

Il dolore finirà… Era come rivedere l’oasi di Siwa dopo l’estenuante marcia nel deserto. Era una promessa di gioia e di pace. Filota però non tentennò, non esitò nemmeno.

Raccolse tutto il fiato che riuscì a trovare e si mise a ridere, di una risata soffocata, terribile, disperata. Ma una risata vera, finalmente, dopo tanto tempo.

“Alessandro vuole che parli?” chiese sprezzante, con la voce spezzata dalle lunghe ore di tortura. “Per sentirmi dovrà raggiungermi nell’Ade!”

Altro dolore, più forte.

E questa volta Filota urlò. Stava passando la soglia del dolore, sapeva che non avrebbe potuto resistere a lungo. Desiderò di morire subito.

E poi gli venne in mente, chiara e precisa, come se la stesse vivendo per la seconda volta, una discussione avuta con suo padre Parmenione molto tempo prima.

Leonida mi dice che sei un ottimo allievo, figlio mio… Sono davvero fiero di te

Un impeto di orgoglio lo scosse, e il generale si raddrizzò sul palo a cui era legato, sopportando senza un gemito un altro colpo.

Diventerò il più grande generale della Macedonia, padre, te lo prometto! E in quel giorno, sì, sarai davvero fiero di me"

“I nomi!” gridò qualcuno dal buio. Filota non si riscosse dai suoi pensieri, anzi, si estraniò ancora di più dalla realtà per quei brevi secondi. Era talmente immerso nel ricordo del padre che quasi non sentiva più dolore.

Ricorda sempre, Filota: l’importante non è quello che un uomo fa. L’importante è quello che un uomo è"

Un sorriso simile a una smorfia si dipinse sul volto stanco e provato del giovane macedone, in fondo poco più che un ragazzo, mentre rivoli di sangue gli scorrevano implacabili dalle numerose ferite.

Cosa ho fatto? Pensò in quel momento Filota. . Ho congiurato contro il re, padre mio. Volevo Aminta sul trono.

Nessuno è un dio, nemmeno Alessandro.

Ero stanco dei suoi capricci, dei suoi desideri irrealizzabili. Che diritto ha di trattarci così?

È un pazzo, dispotico egoista se fa morire i suoi soldati per un viaggio senza fine nell’ignoto.

Una frusta schioccò, ma Filota ormai non sentiva più nulla se non i suoi pensieri.

Chi sono? Si chiese ancora, e il sorriso sul suo volto si allargò. Lui non poteva vederli, ma i suoi torturatori tremarono a quella vista.

Sono un generale macedone, fedele alla mia patria.

Sono un uomo valoroso che non ha mai mancato al suo dovere.

Questo sono, e lo pagherò con la vita.

Spero che ora tu sia fiero di me, papà.

Mi volevi generale, e ora lo sono. Sono tutto ciò che hai sempre sognato.

Generale della Macedonia, testa alta, animo forte e nessun rimpianto, come mi hai insegnato proprio tu.

E oggi io sono il più grande generale della Macedonia come sognavo da bambino. L’unico che ha osato opporsi a colui che già chiamano Alessandro il Grande.

E continuerò ad esserlo.

Fino alla fine.

 

 

 

 

Nota dell'autrice: Filota è un personaggio che mi affascina tantissimo. Mi sono sempre chiesta cosa deve aver pensato mentre lo torturavano, sapendo di aver tradito i suoi amici d’infanzia e il suo re, e ne è uscita questa fic.

Al contrario di quello che si può pensare, non odio affatto Alessandro. Certo gli preferisco i suoi generali, ma non lo odio, anzi! Visto però che questa storia è vista dal PoV di Filota era logico che lui non ci facesse una bella figura, ecco tutto…

Mi piacerebbe ricevere qualche commento: sono ovviamente ben accette anche le critiche!

  
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