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Autore: Rohchan    18/03/2008    4 recensioni
"Look around, just people
can you hear their voices?
Find the one who'll guide you
to the limits of your choice..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua...
ANCORA??? Direte voi...
ebbene...sì. Vi tocca. U.U
la ff è un po' vecchiotta, un anno circa.
La scrissi dopo aver letto "New Moon", ed è frutto della mia fantasia. Non ho idea di come la Meyer abbia intenzione di presentare il "passaggio" di Bella a nuova vita...o morte, vedetela come volete.
Personalmente, dopo aver letto Eclipse spero che qualcuno incapretti Bella e la infili nel pilone in cemento armato del primo ponte in costruzione disponibile...e chi ha letto, forse capirà...^^

Ma non vogliatemene...
la mia è solo umana gelosia.
Trovassi io uno così...altro che temporeggiare sul matrimonio...^^

Buona lettura (e grazie in anticipo, se vorrete commentare)
Rohchan

GRAVITY OF LOVE

...In the eye of storm
You'll see a lonely dove
The experience of survival is the key
To the gravity of love...

Ho paura.
Non posso negarlo.
Sento il terrore corrermi nelle vene, volare veloce come il vento in ogni parte del mio corpo, congelarmi dall’interno.
D’altra parte, ogni essere vivente teme la morte.
La fine di tutte le cose.
O l’inizio di qualcosa di nuovo…è solo questione di punti di vista.
Mi osservo riflessa nel vetro di questa finestra.
Sono pallida, quasi eterea.
Una creatura fatta d’aria, all’apparenza.
Mi sono preparata con cura, anche se tuo padre ha detto che non era necessario.
Mi sono fatta un bel bagno caldo, ho lavato ed asciugato con cura i capelli.
Sento l’odore dello shampoo alle fragole, come se qualcuno mi avesse poggiato una coppa di frutta sulla testa.
Abiti normali…jeans ed una vecchia maglietta arancione cui tempo fa ho tagliato lo scollo, e che per colpa di qualche lavaggio sbagliato si è slabbrata tutta e fatica a rimanermi sulle spalle.
Scarpe da ginnastica, comode e pratiche.
Non importa, mi dico.
Gli abiti non contano.
Il vento strappa le foglie del salice piangente che domina il laghetto nel giardino, ed io torno al mio terrore.
Si può morire per molte cose.
Malattia.
Solitudine.
Vecchiaia.
Stanchezza.
Destino.
Io morirò per Amore.
Un sorriso dolcissimo mi increspa le labbra.
Morire per amore è, in fondo, la morte più dolce che si possa desiderare.
E se a darti la morte è la persona che ami, allora la dolcezza aumenta in modo esponenziale.
- Bella…sei pronta?-
Sobbalzo.
- Cristo santo, Edward…devi smetterla di apparirmi alle spalle senza nemmeno un sussurro. Mi farai morire di paura, un giorno o l’altro…-
I tuoi occhi dorati striati di nero pece mi guardano riflessa nel vetro della finestra.
Sorridi storto.
Sai bene che non sarà la paura a causare la mia morte.
La pioggia, che si era interrotta per non si sa quale grazia divina, ricomincia a cadere dal cielo.
Le gocce si schiantano sul vetro producendo un suono secco, come il tintinnare di campanelli d’argento.
Le sento tamburellare sul tetto, gorgogliare sul sentiero infangato, penetrare nel laghetto del salice.
Le tue mani sono gelide.
- Stai tremando, Bella.-
Scuoto il capo, poggiandomi al tuo petto.
Il tuo viso scivola fino alla mia guancia sinistra, mentre mi stringi, come a volermi proteggere.
Sei freddo e rigido come il marmo, ma non mi importa.
Non mi sono mai sentita così al sicuro.
- Hai paura…-
La tua non è una domanda, è una constatazione.
- Non è vero….- ribatto, sospirando e aggrappandomi alle tue braccia, costringendoti a stringermi di più.
- Sai di paura, Bella. Non provare a ingannarmi.-
È vero.
Me n’ero dimenticata.
Ha sempre detto che ho un buon odore, e questo significa che ha un olfatto molto sviluppato.
Probabilmente, esattamente come i predatori, sente l’odore della paura della preda.
Abbasso la testa.
- Sì…è vero. Ho paura.-
- Sai che puoi tornare indietro. Sei ancora in tempo, ed io non sono mai stato d’accordo.-
Sento che fatichi a controllarti.
È passato qualche giorno dall’ultima caccia, e inizi ad avere fame.
- Sai che non lo farò. Ho avuto tutto il tempo per pensare con calma a tutti i pro ed i contro. Ed i pro hanno vinto, sempre, su tutta la linea.-
- Quali sono i pro del diventare…come me?- mi chiedi, mentre le tue braccia mi lasciano andare e con le mani risali lentamente verso il collo.
Piccoli brividi mi corrono per la schiena, mentre sento formarsi la pelle d’oca.
Strano.
Dentro mi sembra di incendiarmi.
- Tu sei il pro. Sei il pro che abbatte tutti i contro, Edward. Non c’è nulla in questo mondo cui non rinuncerei per te.-
Le tue dita mi scivolano sulla pelle, delicate come cristalli di neve.
Prendo un bel respiro profondo.
- Grazie…- mi dici semplicemente, mentre con la destra mi togli i capelli dal collo.
Ci siamo.
Sento il cuore battere come un tamburo, il sangue schizzarmi nelle vene a velocità supersonica.
In un attimo, ogni immagine della mia vita al sole mi si ripresenta davanti agli occhi.
Prepararsi la mattina davanti allo specchio.
Godersi il sole che mi scalda la pelle.
Uscire sulla spiaggia vicino alla riserva con i miei amici.
Le tue labbra mi sfiorano la base del collo, e di riflesso inclino la testa per lasciarti spazio.
Tu.
La tua immagine quel giorno nella radura, sotto il sole.
La tua pelle che brillava come briciole di diamante.
- Bella….- la tua voce mi arriva distante, arrochita dallo sforzo di trattenerti.
- Fallo, Edward. Adesso.-
- Soffrirai…-
- Lo so. Non mi importa. Fallo, ora.-
- Bella…-
- Edward, ti prego…fai finire questo tormento.-
Sento il tuo respiro gelido addosso, e mi concentro sulla pioggia che scivola sul vetro davanti ai miei occhi.
Non ci sarà sangue, Bella.
Non ne vedrai nemmeno una goccia.
E non ne sentirai neppure l’odore.
Cerco di convincermi di questo, prima che il mio destino si compia.
Sento le tue braccia stringermi di nuovo, e sorreggermi.
Ti sento leccarmi il collo.
Mi sento un incendio, sottopelle.
Ti vedo riflesso nel vetro della finestra.
I tuoi canini candidi spuntare da sotto quelle labbra perfette.
Un bacio.
Due.
E mentre le tue mani grandi e forti mi sostengono, e la giugulare mi martella impazzita nel collo, li sento penetrare nella mia carne.
È un attimo.
Non ho nemmeno il tempo di sentire il dolore.
Il fuoco ha preso il posto del terrore nel mio sangue, ed è un fuoco che brucia, languido, mentre sento la vita terrena scivolare via da me, entrare nel tuo corpo, succhiata via.
Ho sempre pensato che il momento del mio trapasso sarebbe stato estremamente erotico, e ringrazio il cielo che tu non riesca a leggermi nella mente.
Chissà cosa avresti pensato.
Io mi ero sbagliata.
È molto, MOLTO più forte di come l’avevo immaginato.
La morte più dolce che…potessi desiderare.
Ma ora non sento più piacere.
Dolore.
Milioni di aghi incandescenti mi trafiggono la carne, ed il fuoco languido si è trasformato in un incendio che mi divora ogni centimetro di pelle.
Mi fai male, Edward.
Basta.
Ne stai portando via troppo.
Gemo.
Basta, Edward.
Mi stai uccidendo, fermati.
Ma tu non mi vedi.
Non mi senti.
La tua stretta si fa più salda, mentre mi dibatto per scampare alla tua presa.
Inutile.
Una goccia di sangue, rossa come una fragola, mi scivola giù per il seno, infilandosi sotto lo scollo della maglia.
Non guardare, Bella.
Non è nulla.
Ascolta, ascolta il fuoco dentro. Senti la tua vita scivolare via.
Senti il dolore lancinante.
Finalmente ti stacchi.
Ti lecchi le labbra, soddisfatto, appagato.
I tuoi occhi sono di nuovo due pozze di oro fuso.
I miei sono offuscati dal dolore.
Ti lasci scivolare a terra, portandomi con te.
Ti siedi, e mi tiri contro il tuo petto.
Non lo sento più gelido.
Al contrario, è una frescura che placa le fiamme nel mio corpo.
- Ed…ward…-sussurro. Non riesco a parlare.
Mi baci.
È dolce, tenero, e sento il sapore del mio sangue.
Ma stranamente non mi sembra più ruggine ed acqua.
È un buon sapore.
Tremo, ho caldo, poi freddo, sento dolore.
Mi tieni stretta a te, mentre tutto scivola via dai miei sensi.
Il respiro accelera, si affanna, il dolore si moltiplica, cresce a dismisura.
Grido, mi dibatto, cerco di divincolarmi, ma tu mi stringi.
Mi culli, mi sostieni.
Piango.
È veleno.
Sento il mio sangue diventare qualcosa di diverso, i miei organi interni andare in subbuglio.
Sobbalzano, si agitano, si stringono per poi rilassarsi.
E da lontano mi arriva la tua voce.
Ancora, le immagini del sole mi feriscono.
Le spiagge della California.
Il sole.
L’oceano pieno di diamanti alla luce di mezzogiorno.
Il sole bollente sulla pelle.
Il colore leggermente ambrato del mio corpo d’estate.
Rubare l’amaca a Charlie in giardino.
Il mio primo costume da bagno a due pezzi, regalo della mamma.
Le bolle di sapone iridescenti alla luce del giorno.
Tutto…
Finito.
Scivolo nell’incoscienza.

***

- Bella…-
Strano…qualcuno mi sta chiamando, sembra.
- Bella…-
Ancora…no…non voglio svegliarmi.
- Bella…-
Sto bene qui. Sento…calore.
E un buon profumo.
Mi sento confusa, come fossi appena scesa dalle montagne russe.
Lo seguo, e mi strappa lentamente all’incoscienza.
Lo conosco…credo.
Ha un che di familiare, ma ci sono delle note che non avvertivo, prima.
Apro lentamente gli occhi.
Sento una nuova vita corrermi dentro.
Tutto è amplificato.
Ti sorrido, mentre le mie orecchie colgono il rumore di un abito che scivola sulla pelle di qualcuno da qualche parte in questa grande casa.
Mi lecco le labbra.
- Bentornata…-
Il tuo viso è poggiato sul cuscino davanti al mio, e mi stringi a te come un bambino col suo orsacchiotto preferito.
- Grazie…- articolo, a fatica.
- Bentornata, Bella…-
Mi sollevo veloce a sedere, quando la voce di Carlisle mi penetra nelle orecchie.
È comodamente seduto su una poltrona dall’altra parte della stanza, ed i suoi occhi dorati mi scrutano con un misto di dolcezza e serietà.
Lo sguardo di un medico premuroso che ha tra le mani un paziente delicato.
Mi gira la testa, e porto le mani alle tempie.
Ti sento mentre ti siedi e mi circondi la vita con le braccia.
Ci sono troppi rumori in questa casa.
Cos’è questo ronzio? Un elicottero che passa sopra il tetto?
E questo continuo, irritante gocciolio? Chi ha lasciato il rubinetto aperto in fondo al letto?
E perché c’è tutta questa polvere nell’aria?
Mi volto verso la finestra.
Il salice…
Non mi sembrava così…vicino.
- Come ti senti?- mi chiede Carlisle. La sua voce è poco più di un sussurro, mentre si avvicina al letto.
- Non…lo so. È strano. Come se i miei sensi si fossero…decuplicati.-
- È normale. Ora vedi e senti cose che prima non coglievi, ma ti abituerai presto. Hai fame?-
Ci penso un attimo.
Fame…
No…credo di no.
Di sicuro, l’idea di una pizza o di una fetta di torta al cioccolato non mi tentano.
Mi guardo le mani.
Sono diverse.
Bianche, come il marmo. Le vene sottopelle sembrano sottili nastri viola pallido. Le unghie sono cresciute, sono più robuste.
Hanno una bella linea.
Una ciocca di capelli mi scivola dalla spalla.
È più lunga di come…la ricordavo.
La raccolgo delicata tra due dita, facendola scorrere fino quasi alla punta.
Riesco a stendere il braccio prima di averla percorsa tutta.
- Sì, Bella…sei cambiata.-
Ti guardo, seduto accanto a me.
Sei ancora più bello di come ti ricordavo, e la tua pelle ha un profumo che mi stordisce.
- Sono…bella?- ti chiedo, lasciandomi scivolare le mani in grembo.
- Lo sei sempre stata.-
- Edward, portala di sotto appena si regge in piedi. Ha bisogno di mangiare.-
Tu padre esce dalla stanza.
Lo sento percorrere il corridoio, scendere le scale, entrare in cucina.
Uscire in giardino, dove gli altri si godono il sole pallido, brillando come stelle cadute dal cielo.
Li sento chiacchierare allegramente.
Mi alzo, lentamente.
In un secondo, tu mi sei accanto, mi aiuti.
Un passo.
Due.
Va già meglio…è come se sapessi di poter distruggere una montagna con uno sguardo.

Inizia la mia nuova vita.
Milioni di possibilità, un’eternità intera da vivere con te accanto.
Ora mi sento VIVA.

  
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