Fanfic su artisti musicali > Demi Lovato
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Autore: roberta_everdeen    12/09/2013    3 recensioni
-Non credo di farcela. Sento che sto per crollare,sento che sto per cadere in pezzi- disse lei. I suoi occhi erano pieni di lacrime. I suoi polsi erano lacerati. Tutto questo mi ricordava me qualche anno fa, me nel bagno di casa mia con un lametta in mano.
-Tu ci riuscirai, diventerai forte. Uscirai da questa situazione, in un modo o nell'altro- dissi determinata.
Io, Demi Lovato, avevo stravolto la vita di una ragazzina di nome Emily, e lei aveva stravolto la mia. Aveva bisogno di me e io di lei.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I need a light to take me home.


Rimanemmo abbracciate per un paio di minuti. Si sentiva a suo agio nella mie braccia. Tra i vari abbracci passò subito il tempo e si fece l’una di notte.
-Emily si è fatto tardi, dovresti andare a casa, con chi sei venuta?- chiesi quasi in colpa. Guardò il pavimento e poi rispose:
-Non sono venuta con nessuno, sono sola. Sono scappata di casa per venire al tuo concerto. Avevo bisogno di incontrarti- Mi venne un’altra fitta al cuore. Era sola, senza nessuno che potesse accompagnarla. Decisi che l’avrei accompagnata io ma il problema era un altro: cosa avrei dovuto raccontare alla sicurezza? Presi per mano Emily e uscimmo dal camerino. Nel frattempo pensavo ad una soluzione. Senza rendercene conto arrivammo davanti all’uscita e puntualmente c’era Robert, il mio body-guard e il mio autista.

-Demi ma lei chi è?- venne subito al sodo
-Lei è……- guardai Emily che nel frattempo si nascose dietro di me –Lei è una mia cuginetta, è venuta a trovarmi- risposi sfoderando il mio più bel sorriso.
Robert scrollò le spalle e aprì la porta per farci uscire. Meno male. Salimmo in macchina e dopo pochi metri Robert guardando lo specchietto mi disse
-Demi, Ally sta dando una festa in un locale, se non sbaglio è il Silver. Ti ha invitata, vuoi andarci?-
Rimasi perplessa. Ally è la mia mia migliore amica sarebbe un peccato lasciarla sola. Ma Emily era più importante. La guardai. Non mi ero nemmeno accorta che si era addormentata.
-No Robert, per stasera preferirei tornare a casa, domani chiamerò Ally e le spiegherò tutto-

Arrivammo a casa subito dopo. Non sapevo dove abitava Emily e non volevo svegliarla perciò avrebbe dormito a casa mia. La presi in braccio e la portai in camera mia. Mentre la tenevo in braccio mi accorsi che era molto magra. Riuscivo quasi a toccargli le ossa. Questa cosa mi diede un piccolo brivido nella schiena, non poteva fare questo al suo corpo così esile. La portai nel mio letto e la coprì con il lenzuolo. Lei abbracciò il cuscino, come se fosse un peluche. Mi sedetti accanto a lei e la guardai. Lei e la sua pelle chiara mi ricordavano una di quelle bambole di porcellana che avevo da piccola. Così piccola, così fragile. Le canticchiai un po’ di Nightingale,con la bocca chiusa. Poi uscii dalla stanza e mi coricai nel divano del mio salotto, ringraziai mentalmente Dallas per avermi fato scegliere questo divano perché era davvero comodo. Nemmeno il tempo di cambiarmi e sprofondai in un sonno profondo.

Mi svegliai abbastanza presto. Preparai dei pancake, non per me ma per Emily. Li misi in un vassoio con un bicchiere di latte. Sotto il piatto misi un biglietto con scritto “I wanna wake up feeling beautiful..today. You’re beautiful” Portai il tutto a Emily che era già sveglia. Appena lesse il biglietto mi abbracciò. MI piacevano i suoi abbracci. Erano pieni di dolcezza.
-Hey principessa preparati, devo riportarti a casa- le dissi dandole un bacio in fronte.
Lei non rispose, mi sorrise e basta.
Mi preparai e chiamai Emily. Stavo per aprire la porta per uscire quando vidi che Emily si fermò davanti allo specchio appeso all’ingresso. Mi avvicinai a lei e appena vidi il riflesso mi bloccai.
Eravamo io e lei. Lei, una ragazzina magra e con la pelle molto chiara, una frangetta, dei capelli castani e degli occhi leggermente a mandorla, castani e un sorriso quasi malinconico. Poi c’ero io. Capelli castani, mossi, con un filo di trucco, occhi grandi castani e un sorriso sempre stampato in faccia. Sembrava di vedere me da piccola e me da grande. Stavo per iniziare a piangere quando pensai che non potevo farmi vedere debole da Emily. Uscimmo e salimmo in macchina.
Mi disse dove abitava. Era il quartiere più povero della città. Arrivate lì scesi dalla macchina mano nella mano con lei. Bussai alla porte della casa che Emily mi indicò. Aprii una signora sulla quarantina. Aveva la pelle molto scura, dietro di lei c’erano bambini e ragazzi di tutte l’età.
-Emily! Razza di ragazzina insolente- disse quella donna prendendo con forza Emily per un polso e portandola dentro casa.
-DEMIIII- gridò Emily da dietro la porta. Bussai più di una volta e forzai la porta per entrare ma non ci riuscii. Sentii solo dei tonfi e la voce di Emily strillare il mio nome.



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