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Autore: Wren    19/03/2008    9 recensioni
Uno scorcio di vita del Consiglio Studentesco, con i suoi carismatici capi Doumeki ed Himawari e le sue inquietanti leggende...
*Una piccola storia su come si possa essere protettivi nei riguardi di qualcuno nei modi più improbabili!*
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Himawari Kunogi , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dedicata MOLTO tardivamente a Shu, la mia collega Himawari, per il suo compleanno!
TANTI AUGURI KUNOG-- ! *viene travolta da un transatlantico misteriosamente fuori rotta*






Era un normale pomeriggio di metà anno, la campanella di fine lezione era già suonata da un pezzo e gli ultimi gruppetti di studenti stavano giusto finendo di salutarsi in cortile prima di defluire attraverso il cancello, ciascuno verso la propria casa. La riunione del Comitato Studentesco stava quasi per cominciare.
Jun, il Segretario, ed Azuma, il Tesoriere, erano arrivati per primi nell’aula a loro assegnata per ritrovarsi a discutere di vitali questioni quali gli sprechi dell’Ufficio Cancelleria, il crescente allontanamento degli studenti dalla mensa e il furto di Beatrice, il vecchio scheletro dell’aula di Scienze.
“Hai sentito di quello studente che ha dato di matto in cortile, durante l’ora di Educazione Fisica?” domandò ad un certo punto Jun.
“Sì, me l’ha raccontato Tsukino, la mia compagna di banco! Ha detto che è stata una scena incredibile, di punto in bianco questo tizio ha cominciato a strillare e scappare da una parte all’altra del campo...”
“Sì, io l’ho visto dalla finestra del primo piano! Era un tale del secondo anno, Wata-qualcosa... E pensa che non è nemmeno la prima volta che fa una cosa del genere!” “Sul serio? Non lo sapevo! Certo che questo tizio deve essere proprio fuori di t...”
“NOOOOOOOOOOOOOOOO NON DIRLO!!!”
Azuma finì a terra quando Kyosuke, un altro membro del Comitato, gli si era gettato alle spalle. Jun e Azuma fissarono allibiti il nuovo arrivato, che si guardava attorno con circospezione.
“Non dovete parlar male di quel tizio qui dentro...” sussurrò con fare cospiratorio Kyosuke.
“Perché mai?” chiese Jun perplesso, aiutando Azuma a rialzarsi.
“Succedono delle bruttissime cose a chi ne parla male...” rispose preoccupato l’altro. “Ma dai! Figuriamoci!” Azuma non sembrò colpito dalla storia dell’amico.
“E’ la verità, ve lo giuro! Una volta Yuki, del primo anno, disse che questo Wata-qualcosa non era troppo normale perché si comportava in modo strano e a fine riunione gli era toccato non solo riordinare tutta l’aula, ma anche il compito di affiggere per tutta la scuola i volantini del festival scolastico ed anche il –bleah- il turno di controllo nei bagni della palestra...”
“Ewww! Perché non si è rifiutato???” si disgustò Jun.
“Io non l’avrei fatto!” rincarò Azuma.
“Non poteva dire di no... gliel’aveva chiesto il presidente Doumeki in persona!”
“Caspita! Ma lui di solito non obbliga mai nessuno a fare niente!”
“Appunto! Un’infausta coincidenza che sia capitato a Yuki, proprio dopo aver parlato male di Wata-qualcosa?”
“Beh magari sì... dai, non puoi mica credere a delle superstizioni del genere!”
“Allora senti questa: Kobayashi, del secondo anno, una volta ha detto che quel Wata-qualcosa sembrava scemo, perché camminava senza guardare dove andava con una faccia da ebete. All’inizio sembrava tutto ok, Kunogi si era persino offerta con insistenza di aiutarlo a sistemare le scartoffie della riunione!”
“Kunogi? Che fortunato!!!”
“Per niente! Mentre portava le cartellette con i vari documenti dell’assemblea in segreteria, la cartelletta è letteralmente esplosa, e sono finiti tutti fuori attraverso una finestra lasciata aperta chissà perché. Fuori c’era un tempo da lupi, i documenti sono andate completamente distrutti nella pioggia e Kobayashi si è dovuto fare un lavoraccio tremendo per riscrivere tutto e recuperare il materiale!”
“Tremendo!” esclamò Azuma, che cominciava a credere alle parole di Kyosuke.
“No no, tutto questo ancora non mi convince... devono essere delle coincidenze!” insistette Jun.
“Non esistono le coincidenze in questo mondo, amico mio!” rispose saggiamente Kysuke. “Miyu aveva raccontato ridendo di una volta che Wata-qualcosa si era addormentato in classe ed era stato sgridato dal professore e si è ritrovata con l’ingrato compito di organizzare la pulizia dell’intero cortile. Senma l’ha preso in giro perché ad Economia Domestica è bravo come se fosse una donna e tutte le sue biro si sono rotte, riempiendo di inchiostro i suoi quaderni e rovinando i suoi compiti, nonché gli appunti che Kunogi gli aveva appena prestato! Devo andare avanti?”
“…ok, diciamo che è meglio non parlare di questo tizio quando si riunisce il comitato...” decretò conciliante Jun.
“Quale tizio?” domandò sorridente Himawari Kunogi, facendo la sua comparsa nell’aula, seguita a ruota dal presidente Doumeki e dal resto dei membri del Comitato ancora mancanti.
“Nessuno, nessuno!” si affrettarono a rispondere i tre, terrorizzati.
“Oh... capisco... Allora di cosa dobbiamo parlare oggi?”
Jun estrasse dalla sua cartelletta un foglietto sgualcito. “Secondo l’ordine del giorno dobbiamo decidere la destinazione delle gite scolastiche di quest’anno.”
Mentre tutti prendevano il proprio posto attorno al tavolo, il presidente Doumeki e la vicepresidentessa Kunogi si scambiarono uno sguardo significativo. Entrambi seppero che l’altro stava pensando esattamente la stessa cosa.

“...e poi ho sentito in tv che quest’anno organizzeranno una fiera culinaria a Nagasaki a cui parteciperanno cuochi esperti provenienti da tutto il mondo! Awww quanto mi piacerebbe andarci, imparerei a preparare un milione di nuovi manicaretti solo per te Himawari-chan e...DOUMEKI TIENI GIU’ LE MANI DAL MIO BENTO, TU MALEDETTO INGORDO!!!”

“Credo che Nagasaki potrebbe essere un’ottima meta!” propose con un sorriso radioso e gentile la vicepresidentessa.
“Mh. Concordo.” aggiunse il presidente.
Il Comitato Studentesco, succube del fascino esercitato dai loro leader, non poté far altro che sostenere la proposta con entusiasmo.



Owari




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