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Autore: Chilemex    12/09/2013    2 recensioni
[Contesto: Fire Emblem: Radiant Dawn]
Una semplice one-shot che descrive il momento in cui due Laguz della Tribù delle Bestie, Ranulf e Lyre, hanno scoperto di provare qualcosa l'uno per l'altra. Questo è accaduto durante lo svolgimento, tendente alla conclusione, della guerra della Brigata d'Argento contro i Discepoli dell'Ordine.
[Spoiler ~ Out of Character]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ranulf
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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«Quindi, secondo Yune, soltanto un piccolo gruppo di persone dovrebbe entrare nella Torre?»
«Già. Un gruppo di “Prescelti”, sembrerebbe»
L’intero esercito di combattenti sopravvissuti al giudizio di Ashera, avvenuto pochi giorni prima attraverso la pietrificazione di tutti gli abitanti di Tellius, si trovava nell’accampamento situato ai piedi della Grande Torre di Begnion, all’interno della quale si rifugiavano Lekain e gli altri Discepoli dell’Ordine.
Dopo essersi diviso in tre gruppi, l’esercito si era finalmente riunito proprio davanti all’entrata della Torre, ed in quel momento erano in corso i preparativi per la battaglia, o per la serie di battaglie, che li attendeva all’interno.
In quel preciso istante, mentre tutti si preparavano, in una delle tende si stava tenendo un ultimo consiglio di guerra per decidere cosa fare come prima mossa. Vi partecipavano Ike, Micaiah, Sothe, Soren, Ranulf, Sanaki ed i Laguz Reali, ossia Tibarn, Caineghis, Naesala e Nailah.
«Non vedo perché non potremmo entrare tutti quanti. Saremmo in netta superiorità numerica e potremmo far fuori tutti quei Discepoli dell’Ordine senza nessun problema!» stava dicendo Tibarn, uno di quelli a cui la decisione di Yune non andava a genio.
«Non è così facile!» replicò Micaiah, pazientemente «Prima di entrare, c’è bisogno della benedizione di Yune e della sua magia per aprire il portone. Se desse la sua benedizione a tutte le persone di questo esercito, la sua energia verrebbe completamente prosciugata… E questo non può succedere. Abbiamo bisogno di lei. Ci serve un gruppo piccolo, al massimo 15 persone»
«Allora sembra che non abbiamo scelta…» mormorò Naesala, con tono palesemente annoiato «Bene, vada per le 15 persone. Sappiamo già chi portare?»
«Credo che portare almeno uno degli aironi sia una buona idea. Ci servono le loro abilità con i Galdrar» propose Soren.
«Io voglio venire» disse Sanaki «Voglio vedere Lekain e sventare il suo piano con le mie stesse mani»
«Se Yune parteciperà, dovrà farlo insieme a Micaiah… In quel caso, ho intenzione di esserci» affermò Sothe.
«Anche noi Laguz Reali ci saremo» continuò Caineghis.
«Se c’è bisogno, contate su di me» disse semplicemente Ranulf.
«Va bene, va bene» fece Ike, interrompendo la serie di proposte «Decideremo più tardi chi altro entrerà nella Torre con noi. Ora è piuttosto presto per formulare piani avventati, non entreremo prima di domani pomeriggio ed ora si sta facendo buio… Per il momento il consiglio è sciolto. Continuate pure a prepararvi come meglio potete»
In pochi attimi, la tenda si svuotò ed ognuno dei presenti prese una direzione diversa, diretto verso altre zone dell’accampamento.

Uno di questi, Ranulf, andò verso la propria tenda; essa si trovava nella parte dell’accampamento in cui stavano, appunto, i Laguz della Tribù delle Bestie.
Il sole stava tramontando dietro alle montagne di Begnion, dipingendo il cielo di un colore tendente all’arancione, caldo e rassicurante. Ciononostante, il raggio di luce che partiva dalla Torre di Begnion e saliva verso il cosmo senza fermarsi continuava ad essere la fonte di luce più facile da notare.
Non c’era un filo di vento, ma l’aria era comunque piuttosto fresca.
Ranulf decise quindi di andare a riposare, anche se era un po’ presto per dormire; voleva essere preparato al meglio per ciò che li aspettava.
Arrivò all’ingresso della sua tenda e fece per entrarvi, ma prima che potesse farlo, sentì qualcosa.
Per un Laguz Gatto come lui, non era difficile riconoscere l’entità di un suono o di un rumore. Stavolta, infatti, non gli servì molto tempo per capire che ciò che stava sentendo era un pianto.
Qualcuno, lì nelle vicinanze, stava piangendo. In modo alquanto intenso, tra l’altro.
Immediatamente, Ranulf si allontanò dalla tenda e cercò di capire da dove venissero i singhiozzi.
In pochi attimi, raggiunse un’altra delle tende circostanti e capì che colui o colei che stava piangendo era proprio dietro ad essa. Così, con calma e tranquillità, raggiunse il retro dell’abitacolo.
Era una zona un po’ “nascosta” dell’accampamento, che non si riusciva a vedere dalle vie principali di esso. Più che altro era adibita alla conservazione di vari strumenti di poco valore, tra cui armi danneggiate, pozioni ed unguenti già consumati e varie casse di legno, rotte o meno. Seduta su una di esse, riposta in un angolo di quel piccolo quadrato di terreno, si trovava Lyre.
La Laguz era voltata dalla parte opposta rispetto a Ranulf, quindi non lo vide subito. Lui, però, capì immediatamente che era proprio lei che stava piangendo; stava ancora singhiozzando, aveva la testa china e fissava il terreno, sconsolata.
Ranulf, ad un certo punto, non riuscì a rimanere in silenzio.
«Lyre…?»
Lei sussultò, e si voltò immediatamente verso il Laguz. Inizialmente sembrò soltanto colta di sorpresa, ma quando si accorse che a vederla era stato Ranulf, andò letteralmente nel panico.
Si alzò in piedi, agitata ed inquieta, cercando di non guardare Ranulf negli occhi.
«C-capitano Ranulf! Oh, scusatemi, non vi ho sentito arrivare! C-che cosa ci fate qui?»
Lui non rispose nulla e si avvicinò a Lyre, la quale si fermò non appena lui la raggiunse. A quel punto per lei fu impossibile non guardarlo, e finalmente Ranulf ebbe conferma della sua teoria: gli occhi di Lyre erano grossi e lucidi, segno che stava piangendo.
«Passavo per di qui e ho sentito qualcuno che piangeva…» spiegò Ranulf, con tono calmo e rassicurante «Eri tu, vero?»
Lei cercò subito di nascondere l’evidenza, passandosi rapidamente un braccio sugli occhi e sorridendo.
«Piangendo? Oh, eh, no! Figuratevi! Stavo soltanto ricontrollando l’inventario di questo posto… Ci sono delle armi che potrebbero essere ancora utilizzate!»
Ranulf sorrise debolmente, notando lo sforzo con il quale Lyre aveva cercato di dire quella frase senza far sentire il tremolio della propria voce.
«Lyre… Ti prego, non mentire» le disse, e in un attimo il sorriso finto sulle labbra della Laguz sparì com’era arrivato.
«Non ci devono essere segreti nel nostro esercito, per questo non voglio che tu mi nasconda le tue vere sensazioni. Devo sapere cosa succede…»
Lyre sospirò pesantemente, tornando ad assumere l’espressione triste e sconsolata che aveva un attimo prima che Ranulf la vedesse.
«Non vi sfugge niente, Capitano…»
Ranulf mise delicatamente un braccio sulla spalla a Lyre, gesto che la fece sussultare mentalmente, e la invitò altrettanto delicatamente a sedersi di nuovo sulla cassa di legno.
«Ti prego, Lyre. Se c’è qualcosa che ti turba, dimmelo. Sono qui per questo… Per aiutare. In tutti i modi possibili»
A quel punto, dopo che Ranulf si fu seduto vicino a lei, Lyre ricominciò a piangere.
Mise le mani sulla faccia, cercando disperatamente di nascondere le lacrime che ricominciavano a scendere.
Ranulf non disse nulla, per evitare di farla sentire ancora più a disagio, ed attese pazientemente che ricominciasse a parlare.
«Non… Non so nemmeno perché sono qui…» mormorò debolmente Lyre, dopo qualche secondo, tra i singhiozzi «Non avrei mai dovuto unirmi a questo esercito!»
Tolse le mani dalla faccia, e il suo sguardo incrociò quello di Ranulf. Gli occhi di lui, uno verde ed uno azzurro-viola, erano profondi ed affascinanti, proprio come quelli di un gatto. Lyre si immergeva sempre in quello sguardo, e ci si perdeva rimanendone incantata. Stavolta, però, era lui che fissava lei con l’intensità con il quale un gatto normale avrebbe fissato un gomitolo di lana.
«Che cosa stai cercando di dire, Lyre?»
Lei si stupì della calma con cui Ranulf aveva formulato la domanda. Certo, lui era sembra stato una persona (anzi, un Laguz) calma e pacata, ma per qualche motivo si sarebbe aspettata una reazione più “severa”. La cosa, in ogni caso, le fece molto piacere… E quindi spiegò tutto il suo problema, senza riuscire ad fermare le lacrime che le bagnavano il viso.
«Sto cercando di dire che… Sono soltanto d’intralcio. Avrò combattuto all’incirca in due battaglie durante questa guerra, e sconfitto un numero ancora più piccolo di avversari. Ed anche in quei casi, può non sembrare, ma ho avuto molta paura. Paura di non essere all’altezza… E a quanto pare è così»
Fece una breve pausa, durante la quale regnò il silenzio. Ranulf continuava a guardarla.
«Guardate gli altri Laguz dell’esercito. Tibarn, Naesala, Caineghis, Nailah… Sono così forti. Lo so, ci sarà un motivo se sono i governatori dei loro Regni, ma è comunque impressionante. Mordecai, Kysha, Muarim… Combattono così bene e sono rapidi e resistenti. Janaff e Ulki… Sono una squadra fantastica, quando lottano insieme sono inarrestabili. Nealuchi e Vika… Per essere dei corvi, sono incredibilmente abili. E ovviamente non si parla solo di Laguz… Se solo penso ad Ike, Soren, Titania, Micaiah, Sothe… Tutti. Ma in particolare…»
Un’altra pausa; Lyre sospirò e riprese il fiato perso tra i singhiozzi.
«Io penso a voi, Capitano Ranulf. A voi e a mia sorella Lethe. Facciamo parte della stessa razza, eppure la differenza tra noi è così evidente… Lethe è determinata e sicura, e per quanto le voglia bene mi chiedo spesso cosa ci sia di simile tra noi. Nessuno, non conoscendoci, direbbe che siamo sorelle… Siamo due opposti. E voi, Capitano Ranulf…»
Lyre esitò, prima di continuare.
«…Siete il Laguz più forte e coraggioso che abbia mai visto. In battaglia siete formidabile, e come se non bastasse siete splendido anche come persona. Non potrei desiderare un capitano migliore…»
Ranulf continuò a rimanere in silenzio, ascoltando Lyre ed osservandola con sguardo comprensivo e sempre più affascinato. Era come se stesse ascoltando la voce di una divinità.
«Evidentemente Kysha aveva ragione» continuò improvvisamente Lyre, sempre più sconsolata «Ho ancora molto da imparare, se voglio servire Gania nel migliore dei modi. E per il momento è meglio rimanere in disparte… È giusto così»
Dopo quell’ultimo sospiro, ci fu un lungo silenzio. Lyre non smise di guardare il terreno con aria persa e triste, mentre Ranulf continuava a spostare lo sguardo da lei all’area circostante. Finalmente, dopo più di un minuto, Ranulf parlò.
«Kysha ha detto questo, eh? Mmh… Ammetto che da lui non me lo sarei aspettato. Sembra un soldato così bravo, eppure a volte dice cose così stupide…»
Senza muovere gli occhi, ancora puntati sul terreno, Lyre accennò un sorriso che però si spense dopo pochi attimi.
«Lyre, ascolta…» ricominciò a dire Ranulf, con un tono di voce basso ma in qualche modo rassicurante «Questo esercito è composto da moltissime persone. Ognuna di loro ha degli obiettivi e delle abilità diverse dall’altra, ma combattono tutti per la stessa cosa, ossia la salvezza di Tellius. Per esempio… Muarim. Lui e Tormod vogliono liberare definitivamente i Laguz delle oppressioni e dai maltrattamenti che questi subiscono dalla gente di Begnion. Sothe vuole fare di tutto per proteggere Micaiah. Brom vuole esser sicuro che il suo villaggio non si ritrovi più in pericolo. Makalov vuole dimostrare a Darcia che può essere qualcosa di più, oltre ad un ubriacone nullafacente. Ike vuole ritrovare il Cavaliere Nero ed avere finalmente la sua vendetta. Insomma… Tutti hanno i loro obiettivi, ambiziosi o meno, e si impegnano per realizzarli»
Silenzio. Fino a quel momento, Lyre non sembrava affatto risollevata. Anzi, la presenza di Ranulf sembrava agitarla più del dovuto.
«Ma, allo stesso tempo, tutti hanno dei punti deboli dei quali sarà molto difficile liberarsi. Riguardo a coloro di cui tu parlavi prima… Tibarn: è forte, certo, ma dovresti vedere quanto inizia a sudare quando vede che tra i nemici ci sono anche degli arcieri. Naesala: fa tanto il gradasso, ma la sola presenza di Leanne lo fa arrossire e lo manda nel panico, e non riesce più a spiccicare parola»
Lyre ridacchiò di nuovo, stavolta un po’ più serenamente, anche se manteneva comunque quel tono triste.
«Soren: avresti dovuto vedere quante risate quando, tre anni fa, durante un consiglio di guerra, lo scambiarono per un bambino intrufolatosi. Rhys: è il miglior curatore del gruppo, è vero, ma resto dell’idea che il primo a dover essere rimesso in sesto sia lui stesso. Zihark: quando Meg si mette a rincorrerlo sul campo di battaglia, per lui è la fine! Rolf: ha rotto più archi lui che tutto l’esercito di Begnion durante le ultime due guerre!»
Finalmente Lyre rise di gusto, sfoderando un sorriso vero e sollevando lo sguardo, con gli occhi ancora gonfi e lucidi, che incontrarono quelli forti ed orgogliosi di Ranulf.
Nonostante quell’attimo di allegria, in lei si riusciva ancora a notare qualcosa di malinconico.
«E Lethe… Siete molto diverse, questo non si può negare, ma è proprio questo a rendere unica sia lei che te! L’importante è che vi vogliate bene, poi le differenze non sono affatto importanti. Tu non sei Lethe, sei Lyre. E sei quello che vuoi essere. Pensa che noia se avessimo due Lethe uguali in tutto e per tutto!»
Lyre rise di nuovo, e piano piano la tristezza cominciò ad indebolirsi, ma senza svanire.
«Capisci cosa intendo con tutto questo, Lyre? Ognuno è unico a modo suo, con i suoi pregi ed i suoi difetti. E tu sei una Laguz allegra, fedele, gentile… E bellissima. E sottovaluti incredibilmente le tue capacità. Per vincere le battaglie serve il contributo di tutti, e tu non fai eccezione. Non puoi rimanere qui a demoralizzarti inutilmente. Ti vogliamo con noi, Lyre…»
Uno scambio di sguardi, intenso e pieno di emozioni.
«Io ti voglio con me»
Detto ciò, Ranulf si sporse in avanti, avvicinando il proprio viso a quello di Lyre, e la baciò.

Non appena le loro labbra si incontrarono, Lyre venne pervasa da una sensazione incredibile, un’euforia inarrestabile.
Inizialmente non fece nulla e rimase soltanto stupita, ma bastarono pochissimi attimi prima che si abbandonasse a quell’emozione, rispondendo al bacio di Ranulf con altrettanta naturalezza e sincerità.
I due si avvicinarono ancora di più, senza interrompere il bacio e mettendoci invece ancora più passione.
L’euforia si impossessò completamente di Lyre, del suo corpo e della sua mente. In quel momento, per lei, esisteva soltanto Ranulf.
Lui, con una mano sulla sua schiena e l’altra tra i suoi folti capelli biondo-arancioni, avrebbe voluto che quel momento non finisse mai. Si chiese perché non l’avesse mai fatto prima, perché non avesse mai capito precedentemente quello che provava. Ora, però, ne era certo come non mai: provava per Lyre tutto l’amore possibile.
Anche lei, durante quel bacio paradisiaco e sensazionale, capì molte cose. In particolare, realizzò finalmente che tutta quell’agitazione che lei aveva sempre provato in presenza di Ranulf, quell’impossibilità di staccargli gli occhi di dosso quando lui le passava accanto e quei fastidiosi attacchi di panico che la colpivano nel momento in cui le rivolgeva la parola non erano solo frutto di insicurezza o, come credeva, di qualche strano comportamento tipico dei felini.
Era amore. Amore e basta.
E non poteva essere più felice di così per averlo finalmente capito.

Nel silenzio del campo, sotto all’imminente tramonto, senza nessuno che potesse vederli in quella zona nascosta, Ranulf e Lyre continuarono a baciarsi per svariati minuti, sempre con la stessa passione. Poi, dopo un po’, le loro labbra si allontanarono lentamente, così come i loro volti.
I loro sguardi si incrociarono per l’ennesima volta, e stavolta in quelli di Lyre non c’era più un filo di tristezza. Al contrario, stava sorridendo… E Ranulf non poté che fare lo stesso.
«Spero che tu abbia capito» mormorò Ranulf, senza staccarle gli occhi di dosso «Ti amo, Lyre»
«Oh, Capitano Ranulf…» iniziò a dire lei, con voce dolce e serena, ma lui la interruppe, accarezzandole delicatamente la guancia.
«Ranulf e basta, per favore»
«Ranulf…» ricominciò Lyre, sempre più affascinata e finalmente felice «Grazie, davvero. Ti amo anch’io… Ti ho sempre amato»
I due Laguz si alzarono in piedi nello stesso momento, senza smettere di guardarsi.
«Andiamo a riposare?» propose Ranulf, porgendole la mano «Dobbiamo essere pronti per la battaglia di domani…»
Lyre incrociò la propria mano a quella di Ranulf senza esitare. La sua stretta, calda e forte, le dava sicurezza. La faceva sentire protetta.
«Certo. Andiamo!» rispose infine, continuando a sorridere.

I due arrivarono alla tenda di Ranulf e, una volta sistemati, si addormentarono con l’immediatezza e la tranquillità tipiche dei gatti.
Erano entrambi sullo stesso giaciglio, le loro code che si sfioravano a malapena, così come i loro visi, così vicini da percepire il respiro regolare dell’altro. Se avessero avuto gli occhi aperti, avrebbero continuato a guardarsi come facevano fino a qualche minuto prima.
Lei era tra le braccia di lui, e sul volto di entrambi regnava ancora un sorriso sereno e compiaciuto, nonostante il sonno.
Nessuno avrebbe potuto rovinare quel momento, nemmeno Ashera in persona.
Questo perché, quel giorno, entrambi avevano scoperto di amarsi, di essersi sempre amati… E nessuno poteva cambiare i loro sentimenti. Nemmeno una Dea.








 
Whoa.
Questa è la seconda volta in cui scrivo un’intera one-shot in un solo pomeriggio, nonché la seconda volta in cui l’ispirazione per una storia mi colpisce tutta in un momento. Impressionante.
Non saprei dire personalmente com’è venuta fuori… Meh?
Beh, di una cosa sono sicuro: la coppia protagonista è una coppia fantastica. La mia coppia preferita del gioco, senza dubbio, e una delle mie preferite in generale. Lo so che non è una coppia molto gettonata e che molti preferiscono Ranulf con Lethe, ma io li adoro. Così come Ranulf è il mio personaggio preferito in assoluto.
E a proposito di Ranulf… So benissimo che quei pochi lettori di questa storia che hanno letto anche quest’altra ne avranno le scatole piene di lui… Mi dispiace, non posso farci niente. Sono sicuro di non sono l’unico ad essere così fissato con un certo personaggio.
Uaah, manca soltanto un’approvazione per poter aggiungere Ranulf ai personaggi della sezione di FE su EFP! VotateloH! Pls.
Va bene dai, la chiudo qui prima che la cosa diventi noiosa e rovini quel briciolo di atmosfera che si è creata alla fine della storia. So di avere altre cose da dire, ma forse è meglio lasciar perdere.
Ringrazio moltissimo quelle poche persone che hanno letto questa piccola… Cosa. Ci si vede la prossima volta, probabilmente con il nuovo capitolo della long.
Grazie ancora, bye bye! :D

P.S. Mi rendo conto che il titolo di questa one-shot è tremendamente brutto, scontato ed ambiguo. Perciò, se avete dei suggerimenti per un cambiamento, VI PREGO di dirmelo. Vi prego.
P.P.S. RanulfxLyre forever.
  
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