L'ULTIMA VOLTA
INSIEME
Il suo corpo
era stato adagiato su un tavolo di
ebano; la luce scarsa di due candelabri danzava sul suo viso pallido,
spettrale.
Una donna era
seduta accanto al tavolo; anche il
suo viso era pallido, diafano, e le sue guance erano rigate da una
sottile
linea argentea che moriva sulle labbra. Lo stesso argento che era
intessuto nei
suoi capelli biondi.
In piedi,
appena dietro di lei, c'era un uomo. Un
uomo alto, dal volto scarno e provato, i tendini del collo tesi, gli
occhi
grigi, glaciali, che fissavano le tende di velluto nero davanti a loro.
Ad un certo
punto, le tende si scostarono
leggermente. I due, in un gesto simultaneo, si voltarono a guardare chi
era
entrato.
-Tu!-
Narcissa
Black scattò in piedi, mentre
l'espressione di dolore mutava in ira. Il marito la trattenne
delicatamente per
un braccio.
-Io-
rispose la donna che era entrata.
Avrebbe
potuto essere la gemella della donna che
giaceva sul tavolo, ma era leggermente più bassa, i suoi
capelli erano più
chiari e la carnagione più colorita.
-Sparisci!- urlò
Narcissa fra le lacrime -Lei
non ti vorrebbe qui! Mai e poi mai!-
-Neanche
io vorrei essere qui, cosa credi- replicò la donna, cercando
di trattenere la
rabbia -Non puoi comportarti come se fossi l'unica ad aver perso
qualcuno in
questa battaglia, Narcissa. Io sono rimasta sola; mio marito, mio
figlia, mio
genero sono morti-.
-Nessuno!-
esclamò Narcissa, la voce che emanava ondate di disprezzo
-Nessuno piangerà la
morte di un Mezzosangue e un lupo Mannaro, Andromeda!-
Ma Andromeda
non la ascoltava; si avvicinò al
volto della donna morta, e rimase a fissare quei lineamenti
così simili ai
suoi.
In quel
momento, due uomini entrarono. Uno di
loro cercò con lo sguardo Narcissa e Lucius, senza curarsi
minimamente del
cadavere posato davanti a lui.
-Signori
Malfoy- disse con tono piatto, informale -Il tempo è
scaduto. Siete pregati di
seguirci-.
Agitò
la bacchetta, dalla cui punta scaturì una
sottile catena argentea che si strinse attorno ai polsi delicati di
Narcissa.
L'altro uomo lo imitò, ma la sua bacchetta
imprigionò i polsi di Lucius, da cui
sporgeva il reticolo venoso, chiaro segno della tensione del momento.
Quando fu
rimasta sola, Andromeda sfiorò i
capelli di sua sorella mormorando: -Addio, Bella-.
Poi se ne
andò. Piangere era impossibile.