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Autore: Imma Star    19/03/2008    0 recensioni
Passata l'euforia per la vittoria sul Signore Oscuro, tutti, vincitori e vinti, devono fare i conti con quanto hanno lasciato alle spalle, e, soprattutto, con le conseguenze di quanto è accaduto. E intanto, Harry Potter, in compagnia del dolore per le perdite subite, deve decidere cosa sarà della sua vita...mi raccomando...largo ai commenti!
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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                          L'ULTIMA VOLTA INSIEME

 

Il suo corpo era stato adagiato su un tavolo di ebano; la luce scarsa di due candelabri danzava sul suo viso pallido, spettrale.

Una donna era seduta accanto al tavolo; anche il suo viso era pallido, diafano, e le sue guance erano rigate da una sottile linea argentea che moriva sulle labbra. Lo stesso argento che era intessuto nei suoi capelli biondi.

In piedi, appena dietro di lei, c'era un uomo. Un uomo alto, dal volto scarno e provato, i tendini del collo tesi, gli occhi grigi, glaciali, che fissavano le tende di velluto nero davanti a loro.

Ad un certo punto, le tende si scostarono leggermente. I due, in un gesto simultaneo, si voltarono a guardare chi era entrato.

 -Tu!-

Narcissa Black scattò in piedi, mentre l'espressione di dolore mutava in ira. Il marito la trattenne delicatamente per un braccio.

 -Io- rispose la donna che era entrata.

Avrebbe potuto essere la gemella della donna che giaceva sul tavolo, ma era leggermente più bassa, i suoi capelli erano più chiari e la carnagione più colorita.

 -Sparisci!- urlò Narcissa fra le lacrime -Lei non ti vorrebbe qui! Mai e poi mai!-

 -Neanche io vorrei essere qui, cosa credi- replicò la donna, cercando di trattenere la rabbia -Non puoi comportarti come se fossi l'unica ad aver perso qualcuno in questa battaglia, Narcissa. Io sono rimasta sola; mio marito, mio figlia, mio genero sono morti-.

 -Nessuno!- esclamò Narcissa, la voce che emanava ondate di disprezzo -Nessuno piangerà la morte di un Mezzosangue e un lupo Mannaro, Andromeda!-

Ma Andromeda non la ascoltava; si avvicinò al volto della donna morta, e rimase a fissare quei lineamenti così simili ai suoi.

In quel momento, due uomini entrarono. Uno di loro cercò con lo sguardo Narcissa e Lucius, senza curarsi minimamente del cadavere posato davanti a lui.

 -Signori Malfoy- disse con tono piatto, informale -Il tempo è scaduto. Siete pregati di seguirci-.

Agitò la bacchetta, dalla cui punta scaturì una sottile catena argentea che si strinse attorno ai polsi delicati di Narcissa. L'altro uomo lo imitò, ma la sua bacchetta imprigionò i polsi di Lucius, da cui sporgeva il reticolo venoso, chiaro segno della tensione del momento.

 

Quando fu rimasta sola, Andromeda sfiorò i capelli di sua sorella mormorando: -Addio, Bella-.

Poi se ne andò. Piangere era impossibile.

  
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