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Autore: Giua    12/09/2013    0 recensioni
Salve a tutti, questa è la prima storia che pubblico e non sono molto pratica con le introduzioni,quindi scusatemi.
Questa one shot parla di una ragazza che ha subito una terribile barbaria e non riesce più ad andare avanti, fino a quando non prende una decisione tremenda, ma che è l'unica giusta per lei....
Buona lettura, spero...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La morte negli occhi
 
Sofia era una bellissima ragazza dai lunghi capelli biondi con occhi azzurri come il mare più limpido come il mare più limpido e le labbra rosse vermiglie. Adesso è uguale ad allora ma totalmente diversa, nei suoi occhi c’è un’ombra oscura, invisibile ma onnipresente ed il suo corpo era simile ad una marionetta abbandonata, sempre tonico ma senza vita.
In una notte d’ estate le era stata tolta la voglia di vivere ed ora non riesce neanche più ad uscire dalla sua camera, prigioniera di se stessa.
Sofia non vuole neanche incontrare nessuno, l’unica ad avere accesso al suo mondo era Molly, il suo fedele Golden Retriever, poiché era l’unica che non la spronava ad uscire e a parlare ma semplicemente la capiva.
Sapeva che chi le voleva bene era in pensiero, avevano anche contattato una psicologa ma lei non voleva parlare, voleva solamente il silenzio. Un silenzio sordo che le faceva venire il mal di testa, un silenzio che le faceva udire perfettamente le perverse grida di piacere dei suoi aggressori.
Era una notte d’ estate quella in cui un gruppo di ubriachi avevano deciso, per provare il brivido dell’illegalità, di picchiarla e di violarla.
La violenza che le era stata perpetrata non l’ aveva privata solamente della sua verginità, l’aveva privata di se stessa.
Aveva allontanato i suoi amici, dopotutto era colpa loro, avevano voluto loro incontrarsi in quella bellissima ma tragica sera per prendere un gelato. Aveva allontanato i suoi genitori perché era colpa loro, loro le avevano permesso di andare, loro avrebbero dovuto essere più severi.
In fondo al cuore sapeva che erano tutte scuse, la colpa non era loro, c’era un colpevole ed era lei. Doveva essere abbastanza furba da pensare che indossando degli shorts e i sandali con il tacco avrebbe attiratole attenzioni indesiderate di qualche maniaco. Si reputava sveglia e furba ma non lo era abbastanza, era caduta vittima del suo stesso narcisismo..
 
Le stagioni continuarono a passare ignorando il suo dolore ed è così che si ritrovò a novembre. Sembra che la natura stia mettendo in scena la morte che imperversava in lei da troppo tempo.
Senza conoscerne il motivo Sofia si avvicina alla finestra, non lo faceva mai poiché le sembrava che i suoi aguzzini potessero vederla. Mentre osserva il paesaggio la vede e improvvisamente capisce, esce di casa e inizia a correre veloce e leggera. Ad un tratto arriva, seguita dalla fedele Molly che non vuole abbandonarla, ma quello che sta per fare lo deve fare da sola.
La trovarono poco dopo, attirati dai guaiti disperati del Golden Retriever.
Sofia aveva capito che doveva farlo osservando quella rosa ostinata, che nonostante il freddo cercava ostinatamente di sopravvivere e fiorire, ma doveva smettere di combattere. Doveva soccombere al gelo per poter rinascere a primavera più forte e bella di prima. Così come il fiore anche lei doveva lasciare che la tristezza la uccidesse per poter rivivere senza quel dolore.
Quando la vita la stava lasciando anche tutto il dolore la stava finalmente abbandonando. E quando giunse sul fondo del lago nel quale si era buttata, prima che la vita la abbandonasse, giunse a due conclusioni.
La prima era che non aveva colpe e neanche chi le voleva bene, era solamente colpa di quei maiali. La seconda era che aveva fatto bene e che ora poteva essere nuovamente felice.
 
Ora i suoi occhi erano nuovamente sereni, erano tornati quelli di una volta, paradossalmente solamente a quel punto non avevano più quell’ alone di morte.








Spero vi piaccia...                Giua
  
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