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Autore: MyIdols_SavedMe    12/09/2013    2 recensioni
-INIZIO-
Notai che nel salotto c'era un uomo tutto vestito bene che parlava con mio padre Des. Salutai quest'ultimo e feci un cenno con la testo all'altro.
Mi avviai verso il bagno.
Aprì la porta: "Oops!" dissi indietreggiando. "Ciao!" rispose l'altro ragazzo. Ma chi era? "Scusami, io sono Louis Tomlinson, piacere. Mio padre è un collega di tua madre e ci ha invitati a cena.."
-FINE-
Solo in quel momento mi accorsi di quello che avevo fatto: avevo sposato Louis William Tomlinson e in questo momento, sì.. proprio in questo momento,
noi eravamo infinito.
#Larry NON SONO PRESENTI PARTI SESSUALI!! SONO PRESENTI PARTI VIOLENTE. ((:
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Tutto iniziò da un 'Oops' ed un 'Ciao'.







"Ciao Barbara! Ci vediamo domani mattina alle 6.15! Buona notte!" urlai mentre stavo per varcare la soglia del panificio in cui lavoravo. Sentì un "Sogni d'oro, Harry!" da Barbara e mi avviai per le strade di Holmes Chapel.
Ero stanco morto, tutto sudato e non vedevo l'ora di mettermi sotto la doccia per almeno un'ora! Mi sarei tolto la stanchezza di dosso, finalmente.
Vidi la mia abitazione in lontananza e davanti una Range Rover Nera che, appena presa la patente, sarebbe stata mia. Ma c'era anche un'altra auto che notai essere d'epoca di colore azzurrino. Chi c'era a casa? Appena entrai salutai mia madre Anne e mia sorella Gemma che stavano cucinando. Notai che nel salotto c'era un uomo tutto vestito bene che parlava con mio padre Des. Salutai quest'ultimo e feci un cenno con la testo all'altro.
Mi avviai verso il bagno.
Aprì la porta: "Oops!" dissi indietreggiando. "Ciao!" rispose l'altro ragazzo. Ma chi era? "Scusami, io sono Louis Tomlinson, piacere. Mio padre è un collega di tua madre e ci ha invitati a cena.." spiegò gesticolando un po' e sorridendo alla fine. Oddio, che sorriso. "Ah, okay. Mamma non mi aveva avvisato, scusami. Comunque sono Harry Styles" dissi ricambiando il sorriso e facendo apparire le mie fossette, mentre a lui s'illuminarono gli occhi azzurri. "Beh, sei tutto sudato e credo che ti devi fare una doccia. Ci vediamo a cena, riccio" esclamò marcando il modo che aveva usato per chiamarmi. Abbozzai un sorriso e dissi "A dopo ragazzo occhi cielo".
**
Ci eravamo messi a tavola dopo tutte le presentazioni e scoprì che Louis aveva 19 anni e studiava.
Mamma aveva preparato un piatto tipico italiano: le lasagne. Le amavo. Ero stato in Italia da piccolo e ce le avevano fatte provare: ne mangiai due piatti pieni.
Des e Troy -il padre del ragazzo occhi cielo- si erano seduti a capo tavola. Louis vicino a lui, io davanti Louis, con accanto Gemma. Mia madre accanto Louis e vicino a papà.
Chiacchierammo del più e del meno durante tutta la cena e scoprì che Louis era molto simpatico: aveva sempre la battuta pronta e si rendeva stupido per far felici chi gli stava attorno. La serata la passammo tutti normalmente: io, Gemma e Lou' eravamo a guardare un film romantico "I passi dell'amore", mentre gli adulti erano a prendere un caffè e parlare di affari.
"E' proprio bello questo film!" esclamò Gemma con le lacrime agli occhi quando la protagonista disse al suo ragazzo di essere malata di cancro.
"Già!" concordò Louis mentre si asciugava gli occhi con la manica. M'intenerì: un ragazzo di 19 anni che piange in questo modo? M'intrigava, volevo scoprire ogni venatura del suo carattere. Era un vero e proprio puzzle; se trovi un disegno che combacia, puoi mettere il pezzo e quindi completarlo del 0.5 %.
Era circa mezzanotte quando se ne andarono da casa nostra ed io e Louis ci scambiammo il numero, promettendoci che ci saremmo rivisti uno di questi giorni.
Andai a letto con il sorriso stampato sulle labbra, avevo realmente intenzione di rivederlo presto.

**

L'unica cosa che mi ricordo del mio sogno sono un paio di occhi grigi/azzurri come il cielo che mi stregavano e costringevano a non svegliarmi, per far in modo di non far scomparire quel che facevamo. Appena aprì gli occhi ne trovai un paio verde smeraldo che mi scrutavano "Buongiorno sorellina" dissi mentre la abbracciavo e mi accoccolavo a lei. Siamo sempre stati così uniti, a volte litighiamo anche noi, ma finiamo col riderci sopra e chiederci scusa. "Buongiorno fratellino" rispose sorridendo e facendo apparire le sue fossette, tali e quali alle mie. "Che ore sono?" chiesi un po' titubante. "Le sei" rispose alzandosi. Avevo un quarto d'ora per vestirmi.
Presi un paio di jeans blu, larghi e una maglietta.
**
"Buongiorno Barbara!" dissi tutto contento appena entrato nel piccolo negozio. "Dormito bene, Harold?" mi chiede dandomi una pacca sul sedere come faceva sempre. "Stupendamente!" ammisi con un sorrisone. Lei mi guardò e sorrise.
Presi la scopa e cominciai a spazzare davanti alla porta fino ad arrivare al bancone, poi aiutai la signora a mettere tutto il pane, la pizza e ogni genere di alimento simile negli scompartimenti del frigo, nei cesti e nelle mensole. Arrivò un po' di gente, per lo più genitori e ragazzi che volevano la merenda per scuola. La mia questi giorni non c'era per via di uno sciopero e ne approfittavo per venire anche di mattina, in modo da guadagnare più soldi e poter chiedere qualche giorno libero quando davvero ne avevo bisogno. Ovviamente la domenica non lavoravo e dormivo fino a tardi, mentre il sabato facevo solo due ore perché veniva l'altro ragazzo che mi sostituiva le mattinate scolastiche. Mi sistemai i capelli inclinando il viso in avanti, portando i capelli sopra la mia fronte e pettinandoli con le dita, per poi alzare la faccia e con una mano spostandoli verso la mia destra. Appena alzai gli occhi ne incontrai un paio azzurri che riconoscevo bene.
"Ciao riccio!" disse contento. "Ehi, ragazzo occhi cielo" risi io contento che mi aveva chiamato di nuovo in quel modo. "Quindi.. lavori qua?" chiese tranquillo e guardando lo scompartimento del frigo davanti a me. "Eh già" risposi mettendo bene la parnanza rossa che portavo. "Prendo questa brioche, è al cioccolato vero?" chiese sorridendo e fissandola. "Sì, sì" risposi. "£1" lo informai. Lui infilò la mano in tasca ed estrasse la monetina mettendola sul bancone, mentre io gli mettevo la brioche dentro la bustina. Gli feci lo scontrino e lui mi salutò con la mano sorridendo. "A presto, riccio!" "A presto ragazzo occhi cielo!" urlai, prima che la porta si richiudesse del tutto.
**
Era ora di pranzo e io, come sempre, presi una fetta di crostata al cioccolato per ingerire qualcosa o sarei cascato per terra. A farmi compagnia c'era la mia fidata Barbara.
Ad un certo punto tre ragazzi entrarono ed io ne riconobbi solo uno. 'Mi stolkera!' pensai e risi fra me e me. "Buon pomeriggio" dissi mentre mi recavo a testa bassa e lasciavo la mia crostata a Barbara. "Buon pomeriggio, riccio" alzai la testa a quella parola e sorrisi mostrando le mie fossette. "Ancora tu? Ma cosa fai? Mi stolkeri?" chiesi cominciando a ridere, cosa che fece anche lui.

#Louis#
Avevo deciso di rivenire al panificio con la scusa del pranzo e mi ero portato due miei compagni di classe, tanto per risultare abbastanza convincente. "Veramente volevo pranzare, proprio come stavi facendo pochi secondi fa" dissi pacificamente mentre lo guardavo. Stava continuando a ridere.. che risata stupenda. Aveva la voce da sedicenne qual era e a me non dispiaceva affatto. I miei due amici presero un panino col prosciutto, mentre io con la salsiccia. Sì, non sono un tipo che guarda la dieta ma mi mantengo abbastanza bene.. sarà lo stress della scuola: troppo studio, eh già! Passavo sì e no 10 minuti sui libri ed erano già troppi! Risi mentalmente alla mia bellissima battuta e poi salutai nuovamente quel ragazzo dagli occhi smeraldo.

#Harry#
"Chi era, Harold?" mi chiese Barbara. "Oh, nessuno, un mio amico che voleva pranzare" dissi tranquillo e facendo il vago. Non avrebbe abboccato con lei, ne ero sicuro. "Di solito mangiano a scuola, è proprio per questo che prendono la merenda la mattina" mi fece notare, accompagnando la frase con uno dei suoi sorrisi da 'io so tutto'.
"Beh, forse l'ha mangiata per colazione!" provai a giustificarlo io. "O forse voleva vedere qualcuno" tentò scandendo bene l'ultima parola. "Nah, ma cosa mi dici mai" risi. "Ti piace, eh?" mi diede una piccola gomitata. Già, lei sapeva che io sono bisex. "No, cioè non credo.. l'ho conosciuto solo ieri e mi attrae perché voglio conoscerlo affondo.." risposi pensieroso. "Quindi ti piace" constatò lei finendo la sua crostata. "Boh. Ma non credo che lui sia bisex o tanto meno gay, è troppo.. troppo" ammisi non sapendo come spiegarmi sull'ultima parte. "Beh, l'unica cosa è scoprirlo" disse prima di andare dietro per vedere il pane a che punto era con la lievitazione e quanto ci volesse per la pizza.
**
"Mamma sono tornato!" urlai appena chiuso il portone di casa. "Okay amore. Fra una mezz'ora si mangia" "Va bene!" urlai per poi andare in camera mia. Siccome era ancora "presto" potevo mettermi a ripassare qualche cosa per la scuola, tanto per non tornare del tutto senza memoria dopodomani.
Aprì il libro e mi misi alla scrivania.
**
'Da: ragazzo occhi cielo
Che fai stasera?'
Louis mi aveva mandato un messaggio circa 5 minuti fa e non sapevo cosa rispondere. Lasciare lo studio ed uscire con lui? E se c'erano i suoi amici? Mi sentirei a disagio. Così risposi:
'A: ragazzo occhi cielo
Beh, non lo so.. ora sto studiando, se mi dici chi c'è con noi, potrei anche farci un pensierino.'

#Louis#
'Da: riccio
Beh, non lo so.. ora sto studiando, se mi dici chi c'è con noi, potrei anche farci un pensierino.'
Quel ragazzo voleva farmi morire.. preferiva studiare che uscire con me? Vabbè. Eravamo solo io e lui, avevo intenzione di conoscerlo meglio.
'A: riccio
Solo io e te. Rispondimi in fretta che mi fai venire l'ansia come quando devono dire chi vince una fottuta gara!!'

#Harry#
Cominciai a ridere della sua risposta. Mettevo così tanta ansia? Comunque decisi di dirgli subito se sì o no.
'A: ragazzo occhi cielo
Metto così tanta ansia? Ho deciso che... *rullo di tamburi* USCIRO' CON TE. *applausi* grazie, grazie..non dovete.'
Risi della mia stessa battuta e sentì il cellulare vibrare nuovamente 'mh, veloce' pensai.
'Da: ragazzo occhi cielo
Evviva! Ce l'hai fatta a darmi 'sta risposta! Alle 9.30 sono da te!'
Avevo mezz'ora per prepararmi.. cazzo!
**
"Geeeeeeeeeeeeeeeeeeeeemma!" urlai dalla mia camera, in preda al panico. "Dimmi Har-" si bloccò appena entrata.. "Che cazzo hai fatto qua dentro? La guerra? Oh mio dio.." "Non possiamo metterci a commentare tutti i vestiti sparsi per terra, poi metto apposto. Ora dimmi: che mi metto per uscire con Louis?" la guardai fissa negli occhi. "Potresti mettere un paio di jeans neri attillati, che ti risaltano le gambe" presi i jeans e li buttai sul letto. "Una felpa rossa, perché è il suo colore preferito e ti risalta gli occhi verde smeraldo" presi una felpa della Carlsberg e la buttai sopra i jeans. "Calzetti bianchi, capelli umidi e.." cominciò a picchiettare le dita sulla sua coscia. "Un paio di scarpe eleganti, magari i mocassini neri!" disse entusiasta. Tirai fuori anche i mocassini e li misi vicino alla porta. "Sei un angelo, grazie mille!"
Mi andai a lavare i capelli asciugandoli solo con l'asciugamano e sistemandoli con le mani. Poi misi tutto ciò che avevamo detto ed aspettai pazientemente in salotto.

#Louis#
Stavo su di giri per l'uscita con Harry. Si poteva definire un appuntamento? Non credo. Siamo solo amici, o magari diventeremo qualcosa di più.. nahh.. impossibile! 'Louis, smetti di fantasticare troppo! Stai andando oltre al limite!' mi maledì mentalmente.
Avevo deciso di mettermi un paio di pantaloni rossi attillati, le toms bianche, una maglietta a righe blu e sopra una felpa verde.. verde come gli occhi del riccio.


Misi del gel per farmi stare il ciuffo in alto, feci la barba e misi del dopobarba buonissimo.
Uscii di casa velocemente e presi la moto per arrivare da Harry in fretta: mancavano 10 minuti.
**
Suonai e un ragazzo tutto ben vestito, con un sorriso 32 denti che facevano riaffiorare le fossette ai lati della bocca ed un paio di smeraldi al posto degli occhi, mi aprì la porta.
"Ciao!" dissi smagliante. "Usciamo?" chiese Harry. "Sì, sì. Andiamo in centro, ti va'?" sperai in una risposta affermativa e fu proprio così. "Mamma io esco, non aspettarmi alzata!" urlò prima di prendere le chiavi ed uscire. Ci dirigemmo verso la moto e lui era un po' tintinnante. "Che c'è? Non ci sei mai salito?" scosse la testa e m'intenerì. Gli passai un casco nero, mentre io ne misi uno bianco. "Basta che ti tieni a me, sono molto bravo, sai?" dissi allacciandomelo e salendo in moto. "Okay.." sussurrò incerto. Presi le sue braccia e le misi intorno al mio bacino, in modo che si tenesse. Dei brividi mi pervasero il corpo e fui quasi certo di sentire il mio cuore fermarsi per pochi secondi. Partì e lui si strinse di più a me "Chiudi gli occhi, magari ti da' meno fastidio" suggerì. Non sono sicuro che l'abbia fatto, ma era più rilassato.
In circa 15 minuti arrivammo in centro e scendemmo. Misi i caschi dentro la sella che fungeva da porta bagagli e ci avviammo per le grandi vie piene di luci, gente e sicuramente tanti turisti. "Quindi..hai 16 anni, studi, lavori in una panetteria e non sei mai salito su una moto" "Esatto. Mentre tu hai 19 anni, studi, cerchi lavoro e possiedi una moto che sai portare perfettamente" "Oh, grazie. Modestamente è un talento particolare, raro" dissi con voce strana. Lui mi guardò curioso poi scoppiò a ridere con quella voce rauca che trovavo tremendamente sexy. Mi feci trascinare anche io e cominciammo a ridere come due idioti. "Etero?" chiese appena finito di ridere. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva. "Ehm.." "Sei sei gay non c'è problema, io sono bisex" disse sorridente. Eccomi, ora morivo. "Sono gay" ammisi sussurando, credevo che nemmeno lo avesse sentito. Si girò verso di me ed annuì tranquillo.

#Harry#
Appena me lo disse avevo 219471849236489 scimmiette che ballavano la conga dentro la mia mente, ed io con loro. E' gay? Ho qualche speranza. Anche se non l'avrei mai detto. Comunque ero rimasto tranquillo e lui lo stesso quando gli dissi di essere bisex.
Si girò verso di me "Prendiamo un gelato?" chiese indicando col dito la gelateria proprio affianco. Annuì convinto ed entrammo. "Un cono con panna, variegato alla nutella e.. pistacchio!" "Con molta panna montata!" aggiunsi. Poi arrivò un altro gelataio "Io cocco, pistacchio e cioccolato fondente" ordinò Louis "Panna montata?" chiese il ragazzo "Sì, grazie". Ci servirono e Louis decise di pagare anche per me. "Non dovevi" dissi prima di leccare un po' di panna. "E perché? Ti ho invitato io, no?" "Sì, ma.." "Niente ma. Sono più grande e decido io" mi azzittì.
**
"Ho passato una serata favolosa con te, Lou'" "Anche io riccio" disse sorridendo e facendo apparire delle rughette sotto agli occhi. Ci avevo fatto caso solo stasera quando passavamo per la via del parco e lui sorrise mentre mi puliva della panna sul naso. "Domani vengo a prendere la colazione da te, fatti trovare, ciaaaao" disse correndo verso la sua moto e, prima che potessi rispondere, sfrecciare verso casa sua.

**

"Baaaaaaarbara?" urlai per sentire dove fosse. "Sono qua!" urlò la signora. "Indovina?" "Sei uscito con Louis!" affermò decisa lei. "E tu come fai a saperlo?" "Quando esci con qualcuno hai sempre quest'aria da dodicenne alle prese con la prima cotta" "Cosa?!" dissi un po' contrariato dalla sua risposta. "E' vero, solo che tu non ti vedi. Comunque, com'è andata?" le raccontai tutto lasciando per ultima la parte più bella: "e.. ha detto che è gay ed io gli ho rivelato di essere bisex!!" urlai abbracciandola. "Sono così contenta per te, figliolo" sorrisi poi andai verso il bancone vedendo qualche cliente presente.
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"Buongiorno riccio, oggi che prendo?" mi chiese una voce acuta che riconobbi subito. "Oh beh.. se vuoi c'è il bombolone alla crema, ti piace la crema?" chiesi. Lui annuì sorridente ed io gli porsi il sacchetto risquotendo lo stesso prezzo della mattina prima. "Ci vediamo a pranzo, bello" disse facendomi un cenno con la mano. Ha detto bello? Mi diedi un pizzicotto sul braccio esclamando un 'auh!' e scoprì che tutto era vero.. che cosa speciale.
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"Che prendo per pranzo?" mi chiese Louis. "Oh.. vasta scelta! Panino con la salsiccia, col tonno, con l'uovo, col beacon, con la nutella, con la marmellata, col prosciutto crudo e cotto, mortadella.. decidi tu!" dissi mostrandogli ogni cosa. "Direi che prendo un bel panino con.. la mortadella!" disse contento. Uscì e mi salutò nuovamente, sarei potuto morire o strozzarmi col mio panino al tonno.

#Louis#
Non facevo altro che pensare a lui, ai suoi ricci, il modo in cui se li metteva apposto, i suoi occhi verde smeraldo, la sua pelle chiara e liscia, le sue labbra carnose e rosse, le sue fosse ai lati della bocca, il suo sorriso splendente. Lui non lo sapeva, ma con un sorriso del genere c'illumini il mondo.
Ero seduto al mio banco con il libro di chimica aperto a pagina 42 e spiegava qualcosa sul diossido di carbonio e non so cos'altro..
l'ora dopo avrei avuto diritto: quello mi piaceva perché in alcune lezione si parlava dei diritti per gli omosessuali e mi tiravo in causa dicendo la mia opinione, senza offendere nessuno o sarebbe un insulto e la situazione si ribalterebbe. Preso dalla curiosità dimenticai un attimo il mio riccio e presi, di nascosto, il libro di diritto.
"Capitolo 37 I razzisti e le forme del razzismo"
Lessi qualche riga del paragrafo: "Il razzismo si trasmette in diverse forme e categorie (omofobia, riluttanza verso qualunque religione ecc..)" perfetto: omofobia.
Chiusi il libro e lo risposi sotto al banco, cominciando a mangiucchiarmi il tappo della penna e pensando a quel fantastico ragazzo.
**
Il suono della campanella mi fece sobbalzare e vidi il professore prendere tutte le sue cose e salutarci scappando via. Entrò una signora sulla quarantina, bassa, ciccia e bionda con i capelli corti e lisci come spaghetti. Non si truccava molto, ma a differenza metteva vestiti con diversi ghirigori di tutti i colori e collane con pietre che mettevano in mostra la loro forma, grandezza, lucentezza o colore. Quest'oggi era sul verde. 'Harry, ma se da tutte le parti?' commentai mentalmente.
Appena entrata prese il libro e ci disse "CAPITOLO 37, veloci, è importante". Sorrisi al 'importante' della professoressa.
Cominciò a spiegare e rimasi molto attento per la prima mezz'ora. Poi si fermò "Chi tra di voi è razzista?" sei miei compagni alzarono la mano. "Venite alla cattedra" ordinò tranquilla ai ragazzi. "Di che tipo di razzismo parliamo?" Nick disse "Omofobia" deglutì. Altri due fecero segno di essere della stessa "categoria". Jacopo invece aggiunse "Religioso", infine gli ultimi due: "Il colore della pelle e le usanze".
"Cominciate voi Finn, Nick e Joe" erano gli omofobi. "Secondo me è una cosa contro natura, Dio ci ha detto che la coppia è l'uomo e la donna, non persone dello stesso sesso" si motivò Joe. Non ero pienamente d'accordo, ma stetti zitto per ora. "Concordo, ma credo anche che l'amore tra due donne o uomini possa solo essere di amicizia, il resto -al massimo- attrazione fisica” eh, no Finn. Questo non mi va bene. Mi alzai in piedi. “Scusi professoressa, posso dire una cosa?” “Certo” “Ecco. Io non sono d’accordo con nessuno dei due. Dio ci ha dato l’amore, l’amore è cieco, l’amore non guarda in faccia a nessuno; potresti innamorarti anche della persona che odi di più al mondo e non accorgertene oppure scoprirlo e fare in modo di distaccarti, non credi che sia possibile e io vi dico che tra l’odio e l’amore c’è un sottilissimo filo e basta così poco per superarlo. E poi, con tutta la finezza possibile, il punto ‘g’ dell’uomo è proprio l’ano” sentì qualche risatina dai miei compagni, ma io rimasi serio ed impassibile. “Io l’amore lo sto provando in questo momento e credetemi: NON E’ ATTRAZIONE FISICA. Lo incontrai nel bagno di casa sua, poiché appena arrivato non sapeva ci fossero ospiti, la prima cosa che notai furono i suoi occhi verdi che ti ci puoi riflettere come uno specchio. Poi i suoi ricci scombinati e quando ha sorriso.. oddio, ha fatto apparire due fossette ai lati della bocca che gli danno un’aria tenerissima. Si è presentato ed ho sentito la sua voce.. è così roca, così bella. Non ho provato mai delle emozioni così forti, né per una ragazza né per un ragazzo e credetemi se vi dico che non so nemmeno io cos’è. Tutti sono bravi a dire ‘ti amo’ ma nessuno riesce a capire o provare realmente cosa sia questo strano sentimento che ti rende felice, ti ostina ad essere felice ma ti fa anche star male, male da morire. Posso giurarvi su quel ragazzo riccio, che non ho mai voluto che ci togliesse la maglietta o che mostrasse qualcosa di più delle sue mani e del suo viso” dissi con estrema sincerità e tutti rimasero in silenzio, stupiti dalle mie parole. Arrossì leggermente e mi risedei al mio posto, in silenzio e abbassando la testa. “I tuoi sono pensieri nobili e giusti” aggiunse la professoressa, con un gran sorriso. “Hai detto cose maledettamente vere!” alzai la testa e sorrisi felice della sua risposta.
**
Ero appena uscito da scuola e camminavo verso il panificio in cui lavora Harry. A metà strada sentì qualcuno prendermi da dietro e mettermi la mano sulla bocca. “Ora fai silenzio, frocio” un ragazzo mi sussurrò allo orecchio, arrivarono altri due che erano coperti dal cappuccio e s’intravedevano soltanto gli occhi. Mi trascinarono dietro alti cespugli e due mi bloccarono, mentre l’altro cominciò a darmi dei pugni in faccia e nello stomaco. “Basta! Basta!” non riuscivo a liberarmi dagli altri due. “Questo è per avermi ridicolizzato davanti alla classe!” mi diede un pugno sullo stomaco e i due ragazzi mi lasciarono cadere. Non riuscivo a muovermi e cominciarono a darmi dei calci ovunque: gambe, braccia, addome, schiena..
Ad un certo punto si fermarono ed andarono via, lasciandomi lì.
Buio.

#Harry#
Erano le 19 e stavo tornando a casa, però non ne avevo voglia.. avevo bisogno di pensare così andai nel giardinetto poco lontano. Era tranquillo quel posto, pieno di fiori, alti cespugli, 3 panchine e qualche albero di gigli e ciliegi che gli davano un aspetto me-ra-vi-glio-so.
Mi sedetti su una panchina che aveva accanto un grande cespuglio verde con qualche fiore giallo, quelli che di solito attirano vespe e calabroni. Era sera, quindi non ce ne sarebbero stati. Ad un certo punto sentì qualcuno tossire ripetutamente e farsi scappare gemiti di dolore. I suoni provenivano da dietro il medesimo cespuglio, mi alzai e –cautamente- andai a controllare che stesse succedendo. “Oh mio dio! Louis!” esclamai incredulo trovandolo rannicchiato su sé stesso, pieno di sangue in faccia e sui vestiti. Le lacrime gli sgorgavano da quegli occhi color cielo che mi piacevano tanto e ansimi angosciosi fuoriuscivano da quelle labbra fini e rose, macchiate col suo stesso sangue.
Mi sedette accanto a lui e cercai di distenderlo per bene “Devo.. devo portarti all’ospedale, Louis” sussurrai, cercando di prenderlo in braccio. Lui svenne ed io cercai aiuto, ma erano tutti già a casa così provai ad aspettare un taxi. Ormai avevo lasciato che le mie lacrime prendessero il sopravvento. “TAAAAAAAXI, SI FERMI!” misi Louis disteso dietro ed io davanti. “Mi porti all’ospedale più vicino. VELOCEMENTE!” aggiunsi. Preparai i soldi per non avere intoppi dopo e glieli lasciai sul cruscotto. In circa 2 o 5 minuti arrivammo, presi nuovamente in braccio il mio Lou’ e lo portai dentro “Qualcuno mi aiuti, vi prego, aiutatemi!” un’infermiera si avvicinò correndo. “Oddio, che è successo?” “Non lo so, l’ho trovato ridotto così, accasciato dietro un cespuglio.. credo l’abbiano picchiato” dissi continuando a piangere e quasi urlando. Un dottore intervenne subito e chiese un lettino. Lo misero sopra portandolo al pronto soccorso.
Dopo circa un’ora di agonia ed ansia per il mio ragazzo occhi cielo, arrivò lo stesso dottore di prima “Il tuo amico sta bene, gli abbiamo messo i punti sulle ferite più profonde e cerotti per ogni ferita. Sta nella stanza numero 19, se vuoi puoi andarlo a trovare, è sveglio” aggiunse sorridendo. Cominciai a correre, anche se in teoria non si poteva, verso la sua camera. Entrai e lo trovai disteso con gli occhi che fissavano fuori la finestra. “Louis..” sussurrai. Lui girò la testa di scatto e mi sorrise “riccio” constatò, scaturendo il mio sorriso. Mi avvicinai velocemente e mi sedetti su una poltroncina accanto al letto. “Come ti senti?” chiesi “Male, tu?” “Male” ripetei. Lo guardai un attimo negli occhi, poi gli stampai un bacio a fior di labbra. Mi ritrassi subito sussurrando a malapena “S-scusa..” lui mi guardò e con molta fatica alzò il braccio indolenzito, portando la mano sulla mia guancia e accarezzandola “Non sforzarti” dissi, prendendogli il braccio e rimettendolo giù. “Sorridi per me” esclamò. Lo feci e apparirono le fossette. Lui alzò nuovamente la mano e portò un dito dentro la fossette sinistra, cominciò a ridere ed io lo seguì a ruota. Bussarono ed entrò il dottore di prima. “Scusatemi ragazzi, volevo solo avvisarti che domani pomeriggio alle 4 puoi uscire, arrivederci” uscì sorridendo dalla porta e mi girai verso di lui. “Che beeeeeeello! Però promettimi che starai a casa e ti rimetterai” lo guardai fisso negli occhi e lui annuì, poi si girò verso la finestra. “A che pensi, Lou’?” chiesi vedendolo in quel modo. “Non voglio tornare a scuola, so chi è stato a ridurmi in questo stato” “Lo devi denunciare, Louis!” alzai il tono della voce. “No! Farebbero peggio, poi non ho le prove..” disse sconsolato. Annuì e guardai l'ora “Oh cazzo. Sono le 8!” mi alzai di scatto. “Mia madre mi ucciderà.. aspetta. Posso dirle di far venire qua tuo padre, io domani ho scuola e devo studiare, fare i compiti, prepararmi.. oh, dio aiutami tu!” Louis rise della mia reazione, gli feci la linguaccia e chiamai mia madre. “Mamma io-“ “DOVE CAZZO SEI? NESSUNA CHIAMATA, MESSAGGIO O ALTRO. NON HAI AVVISATO NESSUNO. PENSAVO TI FOSSE SUCCESSO QUALCOSA, SEI PAZZO? MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO! IDIOTA! VIENI IMMEDIATAMENTE A CASA!” “Mamma. No, fammi parlare. Hanno picchiato Louis a sangue e l’ho portato all’ospedale, potresti avvisare i genitori e farli venire? L’ospedale più vicino ai giardinetti, camera 19. GRAZIE” chiusi senza aspettare la risposta di mia madre e in circa 20 minuti erano tutti qui. Scoprì una cosa nuova: ha 4 sorelle; 2 gemelline, ma tutte e quattro minori. Si chiamano: Lottie, Felicity, Daisy e Phoebe. La madre invece si chiama Johannah. Quella donna era favolosa! Già mi piaceva da matti. Appena arrivata si era fiondata al mio posto e aveva abbracciato Louis, Daisy e Phoebe erano dalla parte opposta e appiccicate al suo braccio mentre Lottie e Felicity in piedi davanti al letto che lo guardavano malinconiche, probabilmente già sapevano il motivo di quelle botte. “Mamma” la abbracciai. “Tu stai bene, vero?” “Sì, tranquilla. Ero andato ai giardinetti e l’ho trovato ridotto così, per terra.." dissi abbassando la testa e promettendomi di non piangere di nuovo. Mia madre mi guardò apprensiva, poi girò il suo sguardo verso Louis “Stai meglio?” chiese con un sorriso forzato “Sì, signora. Ora molto meglio, grazie al ric- Harry” si ricompose. Io risi leggermente e cercai di nascondere un sorriso, ma i miei occhi mi tradirono andando a scontrarsi con i suoi cristallini. Mi fissava, con un fino sorriso.

**

Erano passate 2 settimane da quell’”incidente” e Louis oggi doveva ritornare a scuola. “Dai, ti accompagno io!” ripetei. Erano 20 volte che lo chiamavo per convincerlo e lui rispondeva di no. “Harry, per favore. Peggioreresti solo le cose” disse. Mi balenò un pensiero nella testa e senza che potessi accorgermene, le mie labbra lo fecero uscire. “Quindi tu ti vergogni di me, hai paura di quello che gli altri possano pensare” “No, Harry.. non intendevo questo” “Ah si? E cosa intendevi, sentiamo” stette in silenzio per vari secondi che a me parvero secoli. “Bene” risposi freddo e chiusi la chiamata. Non me lo aspettavo da lui.. pensavo.. pensavo gli piacessi o che potesse nascere qualcosa di serio tra di noi, ma evidentemente mi sono sbagliato un’altra volta.
Mi asciugai le piccole lacrime che erano scese sulle mie guance ed uscì senza farmi vedere da mia madre. Erano le 7 e fra un’ora avrei avuto scuola. Andai ai giardinetti: il mio bisogno di pensare si sfogava sempre lì.

#Louis#
Che cazzo mi era saltato in mente? Perché gli avevo detto così? Io avrei voluto con tutto il cuore passare ogni singolo momento con lui. Non avevo paura del giudizio degli altri.. avevo paura di quello che potevano fargli. Avevo paura che non sarebbe stato in grado di gestire gli insulti, fragile com’è. Io.. ho paura di perderlo per sempre. Perché non glie l’ho detto? Sono un emerito idiota. Non mi merito nemmeno di guardarlo in faccia..
Scesi in cucina, presi una brioche al cioccolato, lo zaino ed uscì velocemente da casa. Passai davanti i giardinetti.. che brutto ricordo lì.
Cominciai ad auto-commiserarmi da sola e continuavo a ripetermi “Idiota. Idiota. Idiota. Rovini sempre tutto. Non sai tenerti un rapporto. Fai schifo. A che cazzo servi in questo mondo?” alzai lo sguardo e notai un ragazzo con i capelli ricci fissarmi, sorpreso, da lontano. Rigirai lo sguardo e cominciai a correre verso la mia scuola. Si alzò e mi rincorse. Dopo circa 10 minuti mi prese il polso e mi fermò, facendomi sbattere contro il suo petto. Non osai alzare lo sguardo verso il suo. “Hai ragione, sei un idiota. Ma non rovini nulla, la nostra amicizia c’è ancora, sei fantastico e sai a cosa servi? O meglio, a chi servi? A me. Sì, perché da quando ti conosco ho cominciato a sentirmi bene, ho provato l’amore vero, mi sveglio col sorriso, passo le giornate con il sorriso e mi addormento con il sorriso perché tu sei nella mia vita! Tu sei tutto per me. Ti amo Louis William Tomlinson” l’ultima frase la disse in un soffio, credevo che nemmeno l’avesse detta. Poi mi alzò il viso e mi baciò, non come la prima volta, questo era più dolce.. più vero.. pieno di amore. “Ti amo Harry Edward Styles” dissi tra le sue labbra, prima di approfondire un po’ il bacio.
**
Eravamo davanti la mia scuola, mano nella mano, con tutti che ci fissavano silenziosi –compresi Finn, Nick e Joe; la differenza era che ci guardavano con disprezzo. Riccio, tu non devi andare a scuola?” “Sì, ma comincia alle 8.30” mi fece l’occhiolino ed io risi. Notai quanto era basso, si vedeva che ero il più grande. Vidi come era vestito: jeans neri aderenti, camicia bianca, converse stra-usate. Era semplicemente bello da star male perché tutti possono dire ‘è perfetto’ ma pochi sono così belli. Scoppiò a ridere e tutti si girarono, io gli misi una mano sulla bocca “Shhh!! Fai casino!” “Senti, non mangiarmi con gli occhi, eh” disse tra le risate. “Non è vero! Notavo come sei basso..” sbuffai e lui mi abbracciò, “va bene, come vuoi tu, ragazzo occhi cielo” “amo quando mi chiami così” “ed io amo quando mi chiami riccio disse. Poi mi baciò: un bacio casto e tranquillo, a fior di labbra. C’era solo tanto amore e non voglia di esibirsi davanti a tutti. Sorrisi ed arrossì. Lui aveva le sue belle fossette ai lati della bocca e guardava la gente stupita dal suo comportamento. “Sì, è il mio ragazzo” pronunciai a tono abbastanza alto, in modo che potesse sentirmi la maggior parte delle ragazze.
Suonò la campanella e riluttanti ci staccammo dalle nostre braccia, lasciandoci un bacio casto a vicenda.

#Harry#
Dire che ero il ragazzo più felice del mondo era poco. Nemmeno l’universo era abbastanza per contenere tutta la mia felicità, senza comprendere l’amore.. perché lì.. altro che universo infinito! Altri tre come minimo! Sorrisi e, a passo lento, arrivai davanti la mia scuola. Come sempre c’era un gruppo di ragazze che mi facevano la punta. Ancora a scuola non sapevano fossi bisex, solo le persone più strette a me. Mi girai verso di loro “Ragazze, è inutile. Non. Ve. Lo. Do’. Rassegnatevi, okay?” si guardarono allibite e spalancarono la bocca. Andai vicino a loro “Sentite, io sono già fidanzato” alcune ci rimasero male, altre trovarono l’erbetta sotto i nostri piedi molto interessante “..con un ragazzo” proseguì. Loro alzarono il viso verso di me “Come?” chiese una “Sono bisex.. e sta mattina mi sono fidanzato con un ragazzo di 19 anni” dissi in tutta tranquillità e sorridente. Si scambiarono sguardi omicida, probabilmente indirizzati a me. La campanella suonò e una dopo l’altra mi tirarono uno schiaffo in piena guancia. Io stetti lì, come un cretino, a subire. “Perché?” chiesi quando ebbero finito tutte. “Ci hai illuse!” disse una biondina alterata. “Io non vi ho mai mandato sguardi ammiccanti o rivolto la parola prima di oggi” lei non rispose ed andò dentro. Bah, le donne.
**
è da quando è iniziata la terza ora che sto massaggiando con Louis.

                      Ragazzo occhi cielo.

Mi manchi.
                                                            Anche tu.
Che materia hai
ora?

                                                            Matematica, che palle, tu?
Latino. Ma io mi chiedo.. a che
cazzo serve il latino?

                                                             #grandidomande !
Oggi ci vediamo?
                                                             Ovvio, amore.
Amore?
                                                             Non devo chiamarti amore?
Sì, sì.. è solo che..è strano,
ecco tutto ((: xx
                                                            
Odio le ‘ xx ‘ !
xxxxxxxxxxxx
                                                            
Stronzo! Ahahah
Lo so! Ahahahah
                                                            
Ma la prof ancora non ti scopre?
No, sono un asso!
                                                           
  E io il re di coppe!
Ma va viaaa!!
                                                            
Dopo come fai senza di me?
Giusto.. mi trovo un altro ragazzo
come te! Non è tanto difficile.
                                                            
Mi hai offeso nel profondo del cuore.
Oh, povero cucciolo..
                                                            
Devo chiudere ragazzo occhi cielo.
                                                             Ti vengo a prendere a scuola?

No, vengo io!
                                                            
Okay! Scopriranno che sono bisex (:
Ahahahah, bene!


**
Mi stiracchiai sul banco e poi mi alzai per mettere tutto apposto, era appena suonata l’ultima campanella di questa mattina e fra poco avrei rivisto il mio caro Louis.. mi mancava tantissimo.
Uscì quasi per primo, avendo corso per arrivare prima. Lo vidi accanto alla moto, un casco nero in mano e l’altro bianco sopra la sella. Notai che parecchie ragazze, tra cui quelle del gruppo di sta mattina, lo fissavano con occhi sognanti e a momenti sbavavano. ’Adesso mi diverto anche io..’ pensai con un sorriso malizioso. Passai davanti le ragazze e le dissi “Ehi..pulitevi, avete la bava che vi cola dalla bocca.. ah, non sciupate il mio ragazzo guardandolo, capito?” mi guardarono sdegnate e poi vidi Louis venirmi incontro ridendo come un dannato! Appena abbastanza vicini mi fiondai tra le sue braccia e ci baciammo davanti a tutti: grandi e piccoli. Tutta la baraonda di prima era sparita col nostro bacio. “Abbiamo scombussolato i piani di varie ragazze” mi sussurrò sulle labbra il mio ragazzo. “Forse anche di qualche ragazzo” aggiunsi io, scaturendo la sua immancabile risata! Quanto l’amavo! Corremmo verso la moto e in un attimo sfrecciavamo verso la strada per portarmi a casa mia. Arrivammo in 10 minuti e ci salutammo con un bacio; inutile dire che era bellissimo, fantastico, meraviglioso, dolce ecc..
“Oh mio dio. Ti sei fidanzato con Louis?” mi chiese Gemma appena chiusi il portone di casa. Alzai il viso spostando il ciuffo verso destra e la guardai tranquillo, dischiudendo un poco la bocca sentendo ancora il sapore delle sue labbra. “Sì” dissi, come se fosse ovvio. “Non ci credo. E’ gay?” “Ma dai che si vede lontano 2 km!” esclamai facendola ridere. “Con chi si è fidanzato Harold?” chiese papà. “Con Louis!” rispose Gemma. “Ma i cazzi tuoi mai?” mi irritai. Buttai le scarpe da qualche parte del salotto ed andai in camera mia, chiudendomi dentro. Forse ero esagerato, ma avrei preferito dirlo a mamma e papà in un altro modo, non così. Sanno che sono bisex, ma non credo che mio padre accetti molto questa cosa..
**
“Harry, devi andare a lavoro” la voce di mia mamma mi svegliò. Mi portai una mano sulla fronte, che mal di testa terribile.. mi devo essere addormentato piangendo. “Okay, che ore sono?” “Le 2 e mezza” “Grazie mamma” sentì i suoi passi allontanarsi, così mi alzai ed andai a farmi una bella doccia.

#Louis#
Mi stavo preparando. Volevo fare una sorpresa ad Harold e portarlo a lavoro, oppure aspettarlo lì.. boh. Mi vestì con un jeans rosso, maglietta a righe con le maniche lunghe dato che faceva freddo, bretelle, giacca in pelle. “Mamma, io esco, torno tardi, ciaaaaaaao” presi le chiavi della moto e corsi verso essa salendo in sella e partendo velocemente. ‘Devo farmi una macchina’ pensai. ‘Così potrei portarlo da tutte le parti tranquillamente e senza che avesse paura. Sarebbe fico’ continuai.
Per poco non mi andai a schiantare contro un autobus “OH CAZZO” urlai. Accostai subito e notai, con mia grande fortuna, di essere davanti al panificio. Controllai l’orario: 3 meno 5. ‘grande!’ mi congratulai con me stesso ed entrai dentro. “Buongiorno” disse un ragazzo che avrà avuto l’età di Harry se non un anno di più. “ ‘Giorno” accennai un sorriso e feci finta di vedere cosa comprare. “Vuole qualcosa?” “Per ora no, grazie, guardo soltanto” dissi senza alzare lo sguardo. Sentì dei passi da dietro il bancone e una voce roca dire “Sean, sono pronto, il tuo turno è finito d-“ si fermò, probabilmente notando la mia presenza “L-Louis” sussurrò per poi sorridere a 32 denti e corrermi incontro abbracciandomi forte. Ricambiai l’abbraccio e sentì il suo profumo invadermi le narici: era la mia droga. Lasciai un piccolo bacio sui suoi ricci, poi alzò il viso e mi diede un candido bacio sulle mie labbra fini. “Mi mancavi” disse il ragazzo con gli occhi verdi davanti a me. “Idem!” sorrisi flebilmente. “Volevi qualcosa?” “Sì” “Oh, bene.. dimmi pure” si girò per andare dietro il bancone, dove il ragazzo di prima era seduto “Te” dissi tranquillo. Si girò di scatto con la bocca mezza spalancata, gli occhi di un verde smeraldo acceso. Rise. La sua risata..
Aiutai Harry nel suo lavoro. Io preparavo i pacchetti ecc.. lui ritirava i soldi. Ovviamente non mancavano battute, spintoni, baci, abbracci, carezze..
Ero le 6 e mezza quando una signora sulla cinquantina entrò dentro al negozio. Aveva i capelli corti, corti e rossi, gli occhiali e portava una giacca elegante nera. “Barbaaaara!” esclamò contento Harry andandole incontro. Io intanto ero rimasto con una smorfia confusa a guardarli. “Ehmmmm.. Barbara, ti presento Louis, oggi mi ha aiutato con il lavoro..” disse abbassando lo sguardo quando incontrò i miei occhi. Le porsi una mano “Piacere, Louis Tomlinson” “Oh.. che bel giovanotto! Harry mi ha parlato tanto di te, sai? Io sono Barbara, la proprietaria del panificio” Harry arrossì come non mai ed io risi, era simpatica. “Beh, hai finito il turno, chiudo io. Ciao ragazzi” ci salutò ed andò in una stanzetta che dava sul retro, da dove era sbucato oggi Harry con la parnanza rossa. Tolse quest’ultima e la mise sul bancone, “Andiamo?” mi chiese sorridente. Uscimmo tranquilli e notò la mia moto. "Vieni!” gli porsi il solito casco nero e partimmo, ma prima gli feci bendare gli occhi con un foulard che tenevo nella sella. “Dove stiamo andando?” mi chiese Harry “adesso lo scopri, altri 2 minuti". Come previsto arrivammo in quell’arco di tempo e lo feci scendere per poi accompagnarlo passo, passo fino al mio posto segreto. “Ci venivo sempre quand’ero piccolo, sta a circa mezz’ora da Holmes Chapel” “Dove siamo, Louis? Mi vuoi stuprare?” “Una cosa del genere” lo vidi inumidirsi le labbra “tu lo faresti con me?” gli chiesi titubante con la voce che mi tremava. “sì” rispose soltanto, stando attento a dove metteva i piedi. “Davvero?” i miei occhi s’illuminavano e nel mio tono c’era tanta speranza. Credevo che da un momento all’altro sarebbe scoppiato a ridere e mi avrebbe detto ‘Certo che no! Ti ho preso per il culo tutto questo tempo, a me piacciono le donne! Non tu!’ ma invece: “Ovvio, sei il mio ragazzo e ti amo” non ci poteva essere risposta migliore. Mi fermai di scatto, lo girai verso di me e prima che potesse dire qualcosa, lo baciai con passione. “Louis..” ansimò lui. Lo presi in braccio tipo koala, tanto non pesava molto e lo portai fino ad una grotta davanti il lago. Gli tolsi la benda mentre lo baciavo sotto di me. Lui aprì gli occhi e disse “Dove siamo?” mi staccai un attimo da lui per farlo mettere seduto e osservò bene il paesaggio. “Ma.. è fantastico!” ricominciammo a baciarci, avevo voglia di fare l’amore con lui.

#Narratore esterno#
Tra i due ragazzi c’era un acceso sentimento di amore, misto a passione e paura da parte di entrambi.
Louis aveva paura di fargli un torto, di fargli male; Harry aveva paura del dolore poiché era la sua prima volta.
Si guardarono negli occhi e cominciarono a spogliarsi a vicenda, prima le giacche, poi le magliette fino a stare in boxer.
“Sei sicuro? Qui? In questo modo?” Harry non era sicuro per niente. “Io.. ho paura” “Facciamo un’altra volta” disse Louis un po’ deluso, ma felice perché il riccio aveva messo da parte l’orgoglio e si era confidato con lui.
Louis si mise disteso accanto al suo ragazzo ed Edward mise la testa sul suo petto sentendo il battito accelerare ‘forse è stato solo l’eccitamento del momento’ pensò, incurante del fatto che potrebbe semplicemente essere amore.
“Senti il mio cuore?” chiese il ragazzo occhi cielo, “Sì” “Batte così solo quando sei con me” “Vedi il mio sorriso?” “Sì” “Questo c’è solo quando ti vedo” a rovinare il momento romantico ci aveva pensato Louis, scoppiando a ridere e dicendo “Sembra una di quelle frasi fatte su Facebook, AHAHAHHAHAHAHAHAHAHA” Harry lo seguì “Infatti HAAHHAHAHAHAHAHAHAHH come siamo romantici, noi!” disse. Poi si mise a cavalcioni sopra Louis e cominciò a baciarlo con foga. “Ma avevi det-“ “Tranquillo, non intendo fare nulla". Harry continuò a baciarlo, ogni tanto gli mordeva il labbro e lo tirava. Si fissavano sempre l'uno negli occhi dell'altro, senza mai distogliere lo sguardo. Erano presi dal momento di tenerezza e il tramonto stava facendo capolino per il resto della gente, ma per loro c'era soltanto un cielo primaverile e un prato così verde e splendente..  Si ritrovarono seduti, Harry aveva le gambe incrociate sul suo bacino e le braccia vagavano per la sua schiena, i capelli, il collo.. Louis stessa identica posizione. “Ti amo, ti amo, ti amo” gli sussurrò tommo all’orecchio. “Anche io, anche io, anche io” gli rispose di rimando il riccio.

**

#Harry#
Erano circa le 10 e mezza della sera e stavo finendo di studiare l’ultimo capitolo di Diritto, poi avrei dovuto farci una relazione su ciò che pensavo io.
Ero stanco morto, non riuscivo a stare con gli occhi chiusi e in più il mio fidanzato mi mandava continui messaggi a cui io, puntualmente, non rispondevo. Non perché ce l’avessi con lui, ma già gli avevo detto che stavo studiando e se avessi cominciato a massaggiarci, addio compiti!
“Finalmente finito!” mi distesi un attimo e presi il cellulare: 8 messaggi non letti, tutti di Louis. Cominciai a leggerli dal primo:

‘Da: ragazzo occhi cielo
ma studi a quest’ora?’

harry, mi rispondi? Grazie.

ho fatto qualcosa di sbagliato?

dai, prometto di non romperti!! Dammi soltanto la buona notte!

vabbè, ci vediamo domani mattina, ti vengo a prendere io!

non riesco a dormire senza la tua buona notte...

ti prego, parlami!

oh, vaffanculo harold. Non ti scoccio più, contento?!’


..Forse era meglio che gli rispondessi.

‘A: ragazzo occhi cielo
Scusami cucciolo, è che avevo 6 capitoli da studiare ed ora devo farci la relazione. Solo ora ho visto i messaggi, per me va bene se domani mi vieni a prendere, così puoi accompagnarmi tu a scuola, tanto ci metti 5 minuti ad arrivare da te.
Buonanotte ragazzo occhi cielo, ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre. Sogni d’oro’


Sperai che inviandogli questo messaggio mi avrebbe perdonato.. ora dovevo fare questa benedetta relazione!


#Louis#
Gli avevo mandato OTTO messaggi, no dico O T T O . Domani mi avrebbe sentito, altroché se mi avrebbe sentito gliele av- UN MESSAAAAAGGIO! Corsi a prendere il cellulare che avevo lasciato sopra il divano.

‘Da: riccio
Scusami cucciolo, è che avevo 6 capitoli da studiare ed ora devo farci la relazione. Solo ora ho visto i messaggi, per me va bene se domani mi vieni a prendere, così puoi accompagnarmi tu a scuola, tanto ci metti 5 minuti ad arrivare da te.
Buonanotte ragazzo occhi cielo, ti ho amato, ti amo e ti amerò sempre. Sogni d’oro’


Ma perché doveva fare il ruffiano.. sapeva che avrei ceduto a perdonarlo. Oh, fanculo il mio orgoglio, io lo amo.

‘A: riccio
Va bene, ti perdono.. RUFFIANO. Domani facciamo i conti, ti amo tantissimo, sei la cosa più bella che mi potesse capitare: GRAZIE, GRAZIE E ANCORA GRAZIE INFINITE MIO PICCOLO RICCIO DAGLI OCCHI VERDI.
Buonanotte e sogni d’oro, un bacione dei nostri..’


Adesso era meglio andassi a dormire, tanto anche lì si era impadronito dei miei sogni e ne era il protagonista come ogni notte da quando lo avevo incontrato.

**

Questa mattina mi ero svegliato di buon umore, forse perché avrei visto Harry di nuovo.. non che non lo vedessi mai eh, passavo più tempo con lui che con la mia famiglia!
Presi un pancakes ricoperto di nutella e lo mangiai per colazione con un bel bicchiere di latte! “Mamma io vado, ciaaao!” “Ciao figliolo” mi salutò raggiante. Presi le chiavi della moto poi mi ricordai di una cosa e camminai all’indietro fino a davanti la porta della cucina. “Mamma?” “Sì?” “Posso prendere la patente per la macchina?” gli chiesi speranzoso “Chiedi a tuo padre oggi, poi ti dovrà comprare lui la macchina” mi fece un sorriso tra lo scherzoso ed il serio “Okay, ciaaao” risalutai e corsi verso la mia amata moto splendentemente nera con i cerchioni fluo gialli. Misi il mio casco rigorosamente bianco e partì a tutta velocità verso il mio fidanzato.
**
“Buongiorno signora, Harry?” “Si sta finendo di preparare, lo avviso che sei arrivato, entra pure” mi sorrise come non aveva fatto prima, come di una che la sa lunga. Entrai e mi guardai attorno, come feci la prima volta e poi mi sedetti sul divano del salone. La vidi salire le scale e in 5 minuti tornare “Arriva subito, vuoi qualcosa?” “No, grazie, ho appena fatto colazione” dissi raggiante girandomi verso di lei e facendogli un sorriso imbarazzato. “Quindi.. sei diventato il ragazzo di mio figlio” a quelle parole quasi mi strozzai con la mia stessa saliva. Mi schiarì la gola “Sì..” riuscì a dire, quasi credevo non mi avesse sentito. “Bene, guai a te se lo fai soffrire o giuro che ti vengo a prendere a casa e ti stacco le palle” wow.. il suo lato materno deve essere uscito fuori. “o-okay..” “Ed io ti aiuto, ma’. Ciao Louis!” mi salutò una ragazza dai capelli biondo cenere, gli occhi verdi come quelli di Harry ma più scuri e le fossette identiche. “Ciao Gemma!” salutai fingendo un sorriso naturale. “Ehi, lasciate stare il mio ragazzo” brontolò Harry scendendo dalle scale mentre si infilava la maglietta a maniche lunghe nera.. il suo addome. Mi si fermò per un attimo il respiro, poi mi ripresi e gli andai incontro stampandogli un bacio che sarebbe del buongiorno. “Andiamo, se no facciamo tardi” “Devi fare colazione, Harold” lo rimproverai e Anne mi diede ragione. Harry prese una mela e cominciò a mangiarla, finendola in pochi minuti. Salimmo in moto, caschi infilati e le sue mani allacciate sul mio grembo. Arrivammo alle 8 meno 10, così sarei potuto stare con lui 5 minuti in più. Scese dalla moto e mi fece alzare per mettere il casco nella sella. Lo lasciai fare e intanto lo guardavo in ogni sua mossa per ricordarmi ogni minimo particolare. “Dopo ti vengo a riprendere, okay?” “Va bene. Oggi non lavoro” “Perfetto, amor mio” dissi buttandomi addosso a lui, tipo vampiro e mordendogli giocosamente il collo. Cominciò a ridere.. ho già detto che amo la sua risata roca? “E’ meglio se vai, fra 10 minuti dovete entrare” disse a malincuore. Annuì triste e ci baciammo.. non un bacio casto; anzi, tutto il contrario!
Mi rimisi il casco e partì, salutando con un cenno della mano il mio sexy fidanzato.
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Ero appena entrato e Finn, Nick e Joe mi guardavano schifati.. mi morsi il labbro inferiore e tenni lo sguardo alzato, senza riservargli la minima occhiata. Mi diressi dentro la mia classe e cominciammo la lezione: matematica. Purtroppo avevo finito i soldi nel cellulare per colpa degli otto messaggi di ieri.. quindi non potevo scrivere nulla al riccio. Intanto la professoressa continuava a parlare di numeri e lettere, quasi mi sembrava di fare latino misto a geometria. La mia mente vagava ai ricordi vividi di ieri sera.. è stato così bello.. passionale.. pieno di amore. Sentivo la sua mano tremante fare gesti incerti e lentamente prendere più sicurezza, avendo paura di sbagliare e farmi un torto. Mi fissava il viso, lo teneva sempre puntato su di me per capire in che modo reagissi ad ogni tocco: se positivo o negativo. Così decisi di prestare attenzione li ultimi due minuti della lezione, dopo avrei avuto biologia.
**
Finalmente si mangia! Mi affrettai ad uscire per andare al panificio, ci avrei messo sì e no un minuto con la moto. Entrai e notai che c’era anche il riccio che prendeva qualcosa per pranzo. Cautamente gli andai dietro e lo abbracciai “Louis..” disse in un sussurro “Come hai fatto a sgamarmi?” “Solo tu usi questo dopobarba..” sussurrò, poi lo sentì respirare a pieni polmoni e girarsi verso di me. “Che ci fai qui?” “Ho fame” dissi pacificamente. Presi un panino con la salsiccia con Harry. Avevo circa 10 minuti: mangio il panino, sto con Harry, torno, vado in classe. Per tutto il tempo ci scambiammo qualche bacetto e in 2 minuti finii il mio panino e lui il suo. “Dobbiamo tornare a scuola” disse il riccio. Sorrisi forzatamente e mi misi in sella. “Vuoi uno strappo?” “No grazie, amore marcò l’ultima parola ed io sorrisi sereno, “Va bene, tesoro” usai lo stesso tono e partì verso la mia scuola, lasciandolo lì come un ebete che sorride da solo.
**
Quarta ora: italiano. Noiaaaaaaa!! Oggi proprio.. nell’ora prima mi ero addormentato ed un mio compagno mi aveva coperto, grazie a lui. Sbadigliavo sonoramente da circa 10 minuti, praticamente da quando ero sveglio ed era entrata la prof.
Sentì la tasca dei jeans vibrarmi, doveva essere Harold.

‘Da: sconosciuto
Ehi, frocio! Ti ricordi di me, anzi, di noi? Credo proprio di sì.. se non è così, ti rinfresco la memoria: botte, giardinetti, 3 uomini.. allora?’


Sbiancai. Non potevo neanche rispondergli. Controllai i miei compagni e notai Nick con il cellulare in mano, aperto sulla rubrica. Ad un certo punto si girò verso di me e sorrise beffardo.
Bastardo. Lo denuncio. Faccio rintracciare il numero.
Chiusi il telefono e mi mostrai molto concentrato sulla lezione, anche se la mia testa vagava oltre.

**
Partì con la mia moto verso la scuola di Harry e lo aspettai. C’era il gruppetto di ieri che fissava Harry, poi notarono me e cominciarono a sbavare. Mi avvicinai a loro con un sorriso e camminata sexy. “Ehi piccole” dissi, una per poco non svenne. “Sì?” chiese un’altra, con gli occhi a cuoricino. “Vedete.. io sono gay. Non vi guarderò mai e sto con quel ragazzo super sexy laggiù, lo vedete?” fissarono il punto che avevo appena indicato e c’era un ragazzo riccio, alto per la sua età che parlava con un altro ragazzo, stava sorridendo e s’intravedevano le fossette. Una fitta di gelosia mi pervase per tutto il corpo. “Ora scusatemi, ma vado a riprendermelo, ciao” le salutai e loro mi fissavano con lo sguardo. “Haaaaaarry” dissi davanti a lui. Alzò lo sguardo e mi guardò, ero serio e si vedeva, ma facevo un sorriso tirato per non apparire troppo geloso con lui. “Ryan, ti presento Louis, il mio ragazzo” oh.. gli aveva detto di essere bisex. I miei muscoli si rilassarono “Piacere, Ryan. Harry mi ha parlato per tutta la mattinata di te” disse porgendomi la mano. Aveva un accento scozzese, forse..? SEMBRAVA simpatico, ma ero lo stesso geloso. “Oh, allora non c’è bisogno che mi presenti” gli dissi stringendo calorosamente la sua mano tra la mia. A quel contatto troppo stretto, Harry si scosse e fissò le nostre mani che io non avevo intenzione di lasciare. “Beh, dobbiamo andare, vero Louis?” marcò il mio nome, io lasciai la sua mano “Sì, è tardi. E’ stato un piacere conoscerti Ryan, sei molto simpatico” gli dissi, lui sorrise ed Harold mi prese per un braccio trascinandomi via all’indietro, mentre mandavo un bacio con la mano al ragazzo. “Che cazzo ti prende?” mi chiese quando fummo arrivati alla moto. “Sonoterribilmentegeloso” dissi velocemente. I suoi lineamenti s’intenerirono alla parola ‘geloso’ ed io sorrisi grattandomi dietro la testa. “Anche io..” disse abbassando lo sguardo. “Ohhhh Haaaaaaaaaaaaaaaarreeeeeeeeeeh!” urlai abbracciandolo e scompigliandogli tutti i ricci. Lui cominciò a ridere e si liberò dalla mia presa, dandomi un bacio.
Partimmo in sella alla mia moto ed arrivammo a casa sua “Ci vediamo oggi pomeriggio, ti chiamo perché ho finito i soldi, ma ho ancora i minuti. Ciao amore” lo informai, dandogli un bacione sulla guancia ed uno casto sulla bocca. Lui si inumidì le labbra e trovai quel gesto abbastanza eccitante. Praticamente scappai, mentre lui se la rideva della mia reazione e mi urlava “A dopo tesorooooo!”

#Harry#
“Ciao mamma, sono tornato!” dissi “Oh, amore!! Come stai? Andata bene la scuola?” “Sì, sì, benissimo come sempre. Gemma? papà?” “Gemma ha trovato lavoro allo Starbucks e Des è in ufficio, oggi lavora fino a tardi e non è potuto venire a pranzo, così poi la notte la passa qui" “Oh, perfetto, così non sarai sola. Io dopo esco, okay?” “Va bene, mi puoi fare la spesa però? Devo pulire casa e sentire anche io un lavoro, quindi non avrò tempo” “Certo mamma, è pronto?” chiesi sentendo un profumino. “Quasi, ho fatto un piatto italiano” era entusiasta, amava l’italia e amava cucinare Italiano! A me piacevano i cibi italiani, quindi mangiavo volentieri. Andai in camera a posare le mie cose e misi un Cd dei Coldplay, era il mio gruppo preferito. Cominciai a cantare stonando a volte, ma ci facevo apposta. Ero abbastanza bravo e mi avevano anche chiesto di entrare in una band scolastica, ma avevo detto di no per alcuni problemi e in più l’idea non mi piaceva per niente. Dovermi allontanare dalla mia famiglia per suonare ad un matrimonio? Ma anche no. Forse in futuro, per ora studio legge e basta.. che la fortuna mi assista! In questo momento c’era ‘Viva la vida’ amavo questa canzone. Decisi di mettermi un po’ sul computer ed aprì Facebook e Twitter.
“Oh, una richiesta d’amicizia!” aprì: Louis Tomlinson. Accettai subito e andai sul mio profilo.
‘Parenti’
‘Relazione con Louis Tomlinson’ .. inviata .. chissà se accetta.
Notai che Louis era Online. Il tempo di aprire la sua chat che mi scrisse:

                        Louis Tomlinson
L: amoreeee
H: cucciolooo
L: ma che richieste m’invii? Ahah
H: accetti?
L: ovvio!

Infatti dopo poco mi arrivò una notifica “Louis Tomlinson ha accettato la tua relazione, ora siete ‘fidanzati ufficialmente’. Andai sul mio profilo e misi l’anniversario: 7 Novembre 2010. “Perfetto!” esclamai facendo un piccolo salto sul letto da seduto. Notai che Louis mi aveva scirtto:

                        Louis Tomlinson
L: pure l’anniversario? Ahahah ti amo
H: anche io, poi che c’è di male? Ahahah
L: nulla, allora.. a che ora usciamo?
H: io devo ancora pranzare, credo che fra poco vado,
usciamo alle 3 mezza? Dopo però devo fare la spesa
a mamma che ha da fare e non può. Se vuoi stiamo a
casa mia dalle 5 in poi..

L: per me va bene! Mi divertirò a fare la spesa con te!
H: ahahah, anche io. Ora vado, mamma mi sta
chiamando, ciao amore.

L: ciao riccio.

Chiusi il computer e scesi raggiante, a momenti mi ammazzavo, ma va bene. Perfino la morte avrebbe avuto bontà di me che avevo appena trovato una ragione per vivere, no? Okay, dicevo cose a vanvera. Probabilmente la stupidità aveva preso l’occasione al volo, tanto a lei cosa importava se sembravo un rincoglionito agli occhi di tutti e in questo momento di mia madre, qui presente? Okay, no. Harry.. svegliati! Mi diedi uno schiaffetto sotto il suo sguardo divertito.. sentì un profumino: CARBONARA! Corsi a tavola e salutai Gemma, doveva essere tornata dal lavoro. Cominciammo a mangiare “Quindi ora lavori allo Starbucks.. mhh.. potrei passarci” “Harry, non combinare disastri, okay? Vi devo parlare di una cosa” rimanemmo in silenzio, così da farla parlare, prese un respiro “Oggi sono andata a fare delle foto tessere nuove per il passaporto ecc.. e il fotografo che stavo lì mi ha detto che avrei un corpo da modella e potrei provarci, oppure fare un set fotografico che dirige lui. Mi ha mostrato alcune foto e sono stupende.. potrei farlo?” io e mia mamma smettemmo di mangiare, mia sorella una modella? Oh mio dio. “Ma è fantastico!” urlai e mi alzai per andar ad abbracciare, mi strinse forte. Mamma aveva le lacrime agli occhi “Mia figlia.. una modella? E’ un sogno!” la abbracciò anche lei. “Oggi lo chiederò a Des e vedremo cosa ne pensa!” disse entusiasta. Finimmo di mangiare e mi andai a preparare. “Gemma, mi aiuti?” “Okay.. appuntamento con Louis?” chiese, anche se già sapeva che era così. Feci un cenno del capo per dirgli ‘sì’ ed andammo in camera mia. “Vediamo.. siccome piace tanto a Louis il tuo corpo.. lo nascondiamo un po’” “Ma non è un controsenso?” chiesi.. “No, lo invoglierà di più ad abbracciarti, toccarti e cose così” “Gemma.. non dobbiamo farlo” dissi soffocando una risata e cercando di metterle soggezione ma, siccome era più grande di me, sapeva benissimo che non le avrei fatto nulla, fuorché il solletico. Cominciò a ridere della mia espressione e delle parole “Non intendevo questo! Tu trovi tutti i doppi sensi, ma bravo!” mi applaudì ironicamente e cominciammo a ridere. Poi prese i pantaloni di una tuta davvero figa e larga “Vanno a vita bassa” aggiunse porgendomeli. Cercò tra le mie felpe e le mie maglie.. “Questa e.. questa” prese una maglietta blu attillata e una felpa grigia della H&M davvero, davvero figa. Sì, ho buon gusto. “Le tue converse bianche che ormai sarebbero da buttare e..” “No, è un regalo di papà” dissi contrariato, lei mi guardò ed annuì “lo so benissimo, stavo solo facendo un’osservazione” poi si mise a smuginare tra la mia biancheria intima e diventai rosso dalla vergogna. “Questi boxer viola e neri della Calvin Klein, ci starebbero benissimo!” “Grazie” bofonchiai poi misi i vestiti sul letto, prendendo solo l’intimo e mi avviai verso il bagno. Avevo un’ora di tempo.

#Louis#
“Lottieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee ho bisogno di teeeeeeeeeeeeeeee” urlai in preda ad una crisi da checca isterica. “Che c’è?” lei era nella massima tranquillità e questo mi faceva irritare ancora di più “Sono. In. Panico. Devo uscire con Harry, che mi metto?” lei sbuffò e si mise a guardare ogni maglietta, felpa, pantalone, mutande e perfino calzetti. “Hai un bel culo, mettiamolo in mostra” scoppiai a ridere e notai di essermi calmato abbastanza da quando era entrata. L’effetto che mi fa mia sorella.. ahh! “Pantaloni della tuta, però questi attillati sul culo e che vanno un po’ più larghi verso la fine” erano di un azzurro bellissimo, li amavo. “Poi questa maglietta a .. righe. Hai solo queste” me ne porse una bianca con le righe verdi acqua “questo paio di calzetti” erano blu con le righe bianche “e questo di boxer” erano di un verde acceso, della Calvin Klein e nell’elastico color bianco. “Questa felpa” mi buttò addosso una felpa azzurro cielo con scritto ‘Carlsberg’ davanti in blu scuro, quasi nero. “E le adidas azzurre e bianche” aggiunse, tirandole fuori da sotto il letto. “Ecco fatto” sorrise ed uscì “Grazie sorellina!” “Non c’è di ché!” andai a farmi una doccia, non avevo molto tempo.

**
Uscì dalla doccia con addosso i boxer che mi aveva dato mia sorella e cominciai a vestirmi. In circa 20 minuti ero pronto, dovevo solo pettinarmi i capelli: misi un po’ di gel sul ciuffo e lo feci stare alzato.. il dopobarba che usavo sempre e che Harry ormai riconosceva e.. fatto! Presi una giacca in pelle senza allacciarla, “Mamma, torno tardi, ciaao” prima di uscire sen qualcuno abbracciarmi, erano Daisy e Phoebe “Esci di nuovo?” mi chiese la prima “Sì, piccola..” dissi sorridendo alla vista tenera “Non hai più tempo per noi..” abbassarono lo sguardo, appena quelle parole uscirono dalla bocca di Phoebe. “Ehi piccoline, sapete.. sono innamorato e l’amore fa così. Hai bisogno dell’uno e dell’altro, quindi la tua vita si sconvolge.. ma vi prometto che domani usciamo insieme e sapete una cosa? Ve lo faccio anche conoscere!” le gemelline alzarono lo sguardo, si guardarono e poi urlarono di gioia dandomi un bacio per uno su entrambe le guance. Sorrisi fiero di quello che avevo detto, le salutai ed uscii salendo sulla mia moto.
**
Ero davanti casa di Harry, gli avevo fatto uno squillo e aspettavo che scendesse. Appena aprì la porta il mio respiro si smorzò.. che bel ragazzo sexy mi trovavo davanti. Aveva messo del gel anche lui e il suo ciuffo che di solito era spostato verso destra, ora stava alzato.. ero quasi geloso che qualcuno avrebbe potuto dire ‘ma che sexy’ e sbavarci sopra. Era mio. Tutti lo devono capire. Appena si avvicinò gli diedi un bacio, poi con la scusa dell’abbraccio mi avvicinai al suo orecchio “Sei tremendamente sexy stasera..” sussurrai e sentì trattenere il respiro da parte sua. Gli accarezzai il collo e poi, cercando il punto più sensibile, cominciai a mordicchiare e succhiare. Lui gemette silenziosamente ed io continuai, vagando con le mani dalle sue cosce alla sua schiena. Appena ebbi finito guardai il mio capolavoro e lo baciai. Harry si portò istintivamente la mano in quel punto e esclamò un ‘Ahia!’ mi guardò storto e io risposi ad una sua domanda silenziosa “Così tutti sapranno che appartieni a me, vuoi favorire?” dissi ridendo e mostrandogli il collo. Lui si avventò su di me ed un piccolo flashback s’impadronì di me. Aveva fatto al stessa cosa quando eravamo davanti la sua scuola, ma non mi aveva fatto un succhiotto.
Sentì dei piccoli morsi e cominciare a succhiare la mia carne. Misi le mie mani nei suoi ricci e li strinsi, in circa 5 minuti aveva fatto. Sorrisi insieme a lui e partimmo verso il centro.
“Cosa facciamo?” lo sentì dire appena tolto il casco. “Boh” la mia risposta molto intelligente. Mi guardò un attimo e poi disse “Bella risposta, LouLou” “LouLou?” ripetei. Era carino come soprannome. “Non ti piace?” mi chiese “Sì, è molto carino, poi mi potresti anche chiamare ‘stronzo’ detto da te è una cosa bellissima, ahahahah” rise “Ah si? Idiota” “cretino” “stronzo” “bastardo” “ti amo” “anche io” ecco finita la nostra litigata.. bene. “Dovremmo fare più spesso queste litigate", dissi dopo averlo baciato “concordo” sorrisi e ci avviammo per le stradine di Holmes Chapel.
**
Eravamo sopra una collinetta, da soli, e fra poco saremmo dovuti andare a far la spesa. Come una vera coppia. Chissà se un giorno saremmo andati a vivere insieme, ci saremmo sposati e chissà..magari adottare anche un figlio/a. Okay Louis, stai fantasticando troppo. Ci pensò Harry a “risvegliarmi” con uno dei suoi baci che ti tolgono il fiato. “Andiamo?” mi chiese “Okay” rispose. Mi aiutò ad alzarmi e corremmo verso la mia moto. In circa 2 minuti eccoci arrivati.
Comprammo della pasta, del sugo, uova, latte, beacon, pane, sale, bustine per il thè e.. credo basta. Andammo a casa e non trovammo nessuno. “Film?” mi chiese Harry dopo aver messo apposto ogni cosa in cucina e preso dei popcorn. “Film” ripetei io, per dire che ero d’accordo. Prese ‘Ascolta il tuo cuore' lo avevo già visto, per colpa di mia sorella e mi ero messo a piangere come una stupida ragazzina di 10 anni. “E’ bellissimo questo film” “Tu sei bellissimo” “Lo so, ma questo fa piangere, l’hai mai visto?” “Sì, per colpa di mia sorella!” risi “E..?” “Ed è carino, ma non è il mio genere” “Invece è il mio e quindi ce lo guardiamo” sorrise e si mise accanto a me sul divano.
**
Era quasi finito il film ed Harry era rannicchiato sul divano, col mio braccio attorno le sue spalle e la testa sul mio petto. Piangeva a dirotto. “Sei così bello anche con gli occhi tutti rossi e gonfi” dissi accarezzandogli i ricci e prendendo un piccolo boccolo “G-grazie” rispose lui, alzandosi per togliere il dvd. Ad un certo punto la porta di casa si aprì ed una donna mora, con la pelle leggermente più scura di quella di Harry, entrò nella casa.. Anne! La mamma di Harry! “Buongiorno signora” “Oh, ciao Louis!” esclamò sorridendo e mostrando le fossette identiche a quelle del riccio. Sorrisi anche io e poi vidi Harry correrle incontro e stamparle un bacio sulla guancia, era poco più basso di lei.. per essere un sedicenne.. sarebbe stato imbarazzante se fosse stato più alto di me che sono di 3 anni più grande, oddio. Mi guardai intorno non sapendo cosa fare, poi guardai l’ora “7 e mezza” dissi a bassa voce, tanto nessuno mi aveva sentito. “Harry?” chiamai, sbucò dalla porta della cucina “Dimmi” “Io devo andare, a domani” “Okay, ciao” si avvicinò a me e mi stampò un bacio sulle labbra “Buonanotte, tesoro” sussurrò al mio orecchio facendomi rabbrividire “S-sì, buonanotte” ripetei incerto, ancora scosso dalla voce terribilmente sexy del ricciolino davanti a me. M’incamminai verso la porta sentendo la sua presenza che mi accompagnava, aprì il portone ed io uscì salutando Anne e trovando a pochi passi da me Gemma e Des venire. “Ciao ragazzo” mi disse l’uomo, facendomi un occhiolino “Ehi cognato!” disse Gemma, per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva, Harry aveva già detto a tutta la famiglia della nostra relazione..? Io ancora dovevo dirlo a mia madre. “Io vado, buona serata a tutti” dissi prima di mettere il casco e salire sulla moto, sentì gli occhi di Harry addosso finché non girai l’angolo e rilassai i muscoli, mi sentivo in soggezione da quegli occhi verdi.
Arrivai a casa in circa 10 minuti “Mammaaaaaaa sono a casaaaaaaa” urlai e lei mi venne incontro dalla cucina. “Devo parlarti” dissi serio. “Certo amore, successo qualcosa?” “Ehmm.. sonogay” dissi d’un fiato. Lei mi guardò per un attimo, poi sorrise “e.. beh, ho un ragazzo” mi abbracciò stretta “Devi farmelo conoscere, assolutamente” “Mamma?” “Si?” “Come faccio a dirlo a papà?” “Vedi che capirà sicuramente..” abbozzò un sorriso incerto, che cercò di far sembrare rassicurante ma mi mise soltanto tanta, tanta, tanta ansia. “Louis!” dissero in coro Daisy e Phoebe. Poi arrivarono anche Lottie e Fizzy. “Devo parlare con voi quattro, venite..” mi seguirono su in camera. Si sedettero sul letto, chiusi la porta e presi un bel respiro passandomi una mano sugli occhi “Io.. ecco.. sono fidanzato” sorrisero “con un ragazzo” sorrisero di stupore e sbarrarono gli occhi “Sei gay..?” chiese fizzy, annuìe venne ad abbracciarmi, Daisy e Phoebe non capirono, così Charlotte glielo spiegò e rimasero tranquille. “Come farai a dirlo a papà?” mi chiese Felicity “N-non lo so..” “Devi farci conoscere il ragazzo! Scommetto che è un bono..” disse Lottie e deglutì “è bono, ma è mio, sho!” risi seguito da loro “Posso parlare di ragazzi con mio fratello!” esultò Felicity e cominciai a ridere.
**
Eravamo a cena e mi schiarì la gola “Papà..” “Sì?” mi chiese continuando a guardare il suo piatto. “Ehm.. se io fossi gay.. ci sarebbe qualche problema?” chiesi apparentemente tranquillo, ma la mia voce incrinata dall’ansia mi fece scoprire. Alzò subito lo sguardo inchiodandomi con i suoi occhi grigi. “Sei gay?” la voce era dura, come arrabbiata o delusa (è sempre stato difficile capire i suoi sentimenti). “E anche se fosse?” “Sai come la penso sui gay, no?” annuì. Intanto le mie sorelle e mia madre mi guardavano per infondermi fiducia. Lottie era alla mia sinistra e mi mise una mano sulla gamba, accarezzandola in modo da tranquillizzarmi. Le mandai un sorrisino che ricambiò. “Io vado a letto, buonanotte” mi alzai dalla tavola e portai il mio piatto in cucina. “Aspetta, ti aiuto” disse mia madre. Arrivò in cucina “Amore..” sussurrò e mi abbracciò stretto. “Mamma..” non riuscì a trattenere le lacrime. Misi la testa nell’incavo del suo collo e cominciai un pianto isterico, sperando che non mi sentissero in sala. “Come faccio?” “Figliolo mio.. devi dirglielo, diglielo ora, noi ti proteggeremo e ti sosterremo qualunque cosa accada, va bene?” “Ho paura.. ho bisogno di sentire Harry” mi affievolì al suo nome e corsi in camera mia; presi il cellulare, digitai il numero e aspettai che accettasse “Ehi tesoro” “Ha-harry” “Cosa succede?” “Mio padre.. mio padre è omofobo, come faccio a dirglielo?” lo sentì sospirare “Vengo da te?” “Potrebbe essere peggio.. o succederti qualcosa” “Arrivo” “No, Har-“ ha chiuso la chiamata. Mi misi seduto sulla sponda del letto, appoggiai i gomiti ai ginocchi e le mie dita tirarono i folti capelli castani che ho. Cominciai a piangere, le lacrime scorrevano una dopo l’altra senza controllo. Mi scappò qualche singhiozzo, poi sentì suonare alla porta e mi risvegliai come da un incubo ad occhi aperti. Mi asciugai velocemente le lacrime e corsi giù per le scale. Harry era già entrato. Mi venne incontro mimandomi un ‘faccio io’ sorridente. “Buongiorno signor Tomlinson, Johannah.. ehi piccole” abbracciò le gemelle, poi fece un cenno del capo verso Lottie e Fizzy. Mi venne incontro, davanti a tutti e mi lasciò un bacio a stampo “Amore mio” disse con tono tenero. Vidi mio padre rosso dalla rabbia. “COME HAI POTUTO?” mi chiese. Io indietreggiai e Harry capì la mia paura, così mi prese la mano e la strinse cercando di darmi coraggio, un coraggio che veniva a mancare. “Io.. papà..” “Non chiamarmi papà, tu non sei mio figlio!” urlò fuori di sé “TROY! COME PUOI DIRE UNA COSA DEL GENERE A TUO FIGLIO?!!” chiese mia madre con tono spregevole davanti a quell’uomo che chiamavo padre. Lui si avvicinò pericolosamente a me e strizzai gli occhi, aspettandomi una qualunque mossa fisica. Sentì il braccio di Harry davanti a me, mettermi dietro di lui, solo allora aprì gli occhi “Lei non lo toccherà” esclamò con tono duro “Tu. FUORI DA CASA MIA! ORA!” “Se lo può scordare, io rimango col mio RAGAZZOsottolineò l’ultima parola e mio padre cominciò ad andare su tutte le furie, stava per dare uno schiaffo ad Harry. Ma Charlotte e Felicity si misero in mezzo “Tu non toccherai nostro cognato” esclamarono in coro le due. Sorrisi a quelle parole: avevo una famiglia fantastica, escludendo lui. “Anche voi andate contro di me? Ma come vi ho cresciute?!” si domandò retoricamente, facendo spaccare i flebili e grandi cuoricini delle mie sorelle. “TU NON PARLI A LORO COSI’, HAI CAPITO?! SONO LE MIE SORELLE E NON SI TOCCANO IN ALCUN MODO. VOGLIO CHE TE NE VAI TU DI QUA, NON ME NE FREGA NIENTE DI QUELLO CHE PENSI O DICI DI ME. IO AMO HARRY E SEMPRE LO AMERO’, METTITELO BENE IN TESTA!” urlai appena uscito dal mio “nascondiglio” mi arrivò uno schiaffo in pieno viso e sentì la rabbia di Harry salire in un modo che non avevo mai visto. Si scagliò contro l’uomo e gli prese il colletto, facendolo indietreggiare fino a sbattere contro la porta. Ero allibito. La guancia mi bruciava e vedevo il mio ragazzo contro suo ‘suocero’. Mi portai una mano alla bocca mentre Harold gli dava un pugno bello forte e lo immobilizzava in tutti i modi. Mamma aveva portato le mani agli occhi di Daisy e Phoebe che si erano girate, Lottie e Fizzy non riuscivano a muoversi. Harry era accecato dalla rabbia.

#Harry#
Come ha potuto dargli uno schiaffo? Le sue luride mani non avrebbero dovuto torcere un sol capello al mio Louis. Sì, era, è, e sarà sempre MIO. Ormai ero arrivato a non so quanti pugni, vedevo praticamente tutto sfumato e non capivo più niente. Un paio di piccole mani cercarono di togliermi, era lui. Mi alzai da quell’uomo che mi faceva schifo solo a pensarlo e abbracciai il mio ragazzo occhi cielo. “Louis.. Louis..” piansi, avevo cominciato a piangere al secondo pugno sferrato contro la mandibola. “Shhh amore mio..” sussurrò incerto. Aveva paura di me? “Mi dispiace.. io.. non volevo ti facesse male, volevo proteggerti” sussurrai nell’incavo del suo collo “Grazie” poi sentì il rumore dell’ambulanza e qualcuno chiedermi di venire con lui. Strinsi di più Louis che mi disse “Vengo con te” mi prese la mano e andammo.
**
Eravamo al commissariato e stavano facendo la relazione di quanto accaduto. Mi dettero ragione e non ci fu bisogno di pagare qualcosa o robe del genere, così dopo circa 1 ora e mezza, tornammo a casa. Louis venne a dormire da me per la notte e Jay era sconvolta dalla serata.. aveva chiamato William, in lacrime e gli chiedeva se stesse bene. Dopo che le fu spiegato tutto, smise di piangere e gli diede la buonanotte che prontamente ricambiò, baciando il telefono come se fosse lei.
“Mi dispiace così tanto..” dissi dopo che mi ero tolto la maglia sporca di sangue. Avevo le nocche che mi bruciavano, presi la valigetta del pronto soccorso che tenevo nel bagno in camera. “Aspetta, faccio io” prese un po’ di cotone e ci mise dell’alcool per disinfettare “Brucerà un po’” disse e sentì il liquido sulle ferite, mi trattenni dall’urlare e ne uscì solo uno sbuffo. Appena finito in una mano, ci mise dei cerotti ed una benda fatta apposta, poi cominciò nell’altra mano “Eri incazzato nero” disse con una piccola risatina “Lo so.. non voglio che ti tocchino e non accetto che ti parlino in questo modo” risposi semplicemente alla sua domanda silenziosa: perché. Lui sorrise tenendo lo sguardo basso sulla mia mano. “Ecco fatto” era soddisfatto del piccolo ‘lavoro’ appena fatto. Mi guardò dolcemente e mi baciò. Andammo a letto, lui si mise su un fianco ed io lo abbracciai facendo combaciare il mio petto con la sua schiena. In poco tempo si addormentò e rimasi a guardarlo per circa mezz’ora, poi cedetti alle braccia di Morfeo, facendomi partecipe al mio sogno.
**
“Buongiorno dormiglione!” dissi al ragazzo che si stropicciava gli occhi ripetutamente “Buongiorno” biascicò con voce impastata. “Da quanto sei sveglio?” “Mmhh.. circa 2 ore, perché?” “Sai che divertimento.. sentirmi russare e dormire” “Veramente sussurravi il mio nome e cose poco caste” sbarrò gli occhi e cominciai a ridere, rotolandomi sul letto e ripetendo “la tua faccia, ci sei cascato!!” lui mi mandò a quel paese ed io finì per terra, mentre mi rotolavo. Cominciò a ridere e qualcuno venne a bussare “Harry? Harry stai bene?” “Gemma, entra, sono solo cascato” dissi alzandomi e massaggiandomi il culo. Sia io che Louis ormai eravamo in piedi, in boxer, “Oddio.. scusate.. io.. non sapevo ci fossi anche tu, ciao Louis” arrossirono violentemente “è pronto il pranzo?” chiesi “Sì, scendete” scendemmo in questo modo, tanto le parti più belle di noi erano coperte. “Buongiorno a tutti” disse Louis, imbarazzato. Ci sedemmo al tavolo e cominciammo a mangiare, tra una chiacchiera e l’altra è uscito fuori se Louis avesse detto ai suoi genitori di noi “Io.. ehm.. sì, ma.. ecco, mio padre non..” balbettava, gli strinsi la mano e sorrisi, lui mi guardo di sottecchi e mi sorrise abbassando lo sguardo. “non l’ha presa molto bene” “a dire il vero malissimo” aggiunsi con disprezzo. Il viso di mia madre e Gemma s’incupì. “Oh..” dissero soltanto. Le capisco, le capisco benissimo. Con me era andato tutto bene.. mi sentivo quasi in colpa per Louis.





*dopo 3 mesi*
“Amore!! Ma non sei contento? Fra 2 mesi finisce la scuola!” urlai contro il castano che si fissava le sue toms blu notte. “Ehi.. ma cos’hai sta mattina?” gli chiesi, abbassando la testa per raggiungere il suo viso e fissarne il profilo. Lui spostò la visuale su di me e sorrise quasi impercettibilmente “Non ho nulla.. è che..” fece una pausa estenuante “Che?” “Fra poco facciamo 3 mesi ed io.. beh, pensavo a tutto quello che avevamo passato” alzò il viso e guardò il cielo, sorridendo malinconico “Già” feci come lui, poi lo abbassai e notai che mi fissava insistentemente “Harry?” “Sì?” “Ti sei mai pentito del nostro coming out..?” “No, mai. Sai cosa? Credo che tu sei l’errore più bello della mia vita” ammisi sorridendo tra me e me, già lui era a dir poco il più bello.
“idea!” “su cosa?” “Che ne dici di tatuarci le prime parole che ci siamo detti?” “Certo! Te le ricordi?” chiesi speranzoso, lui contò fino a tre e entrambi dicemmo “Oops! Hi!“ e poi cominciammo a ridere “E’ come se fosse ieri!” esclamai felice. “Bene, oggi andremo a tatuarcele” si strinse nelle spalle e a me fece così tanta tenerezza quel gesto..
**
“Harry?” “mmh?” mugugnai leggendo la rivista e stando attento a non schiacciarmi il cerotto sotto il braccio, per tenere “al sicuro” il mio tatuaggio da polveri, acqua e sole. “Farà male?” mi chiese il mio ragazzo occhi cieli. Alzai il viso e lo vidi con tutti i muscoli tesi, mi guardava quasi impaurito, forse, sorrisi facendo comparire le fossette “sentirai un pizzicorino” lasciai la rivista sul divanetto e mi misi accanto a lui, prendendogli la mano. “Dici?” “Certo, pensa alla mia bellezza!” “Coglione!” urlò ridendo. In tanto il tatuatore aveva già preso la macchinetta e gli scriveva quelle semplici lettere, anch’esse sotto al suo braccio. Il mio era il sinistro, mentre il suo il destro, come se ci completassimo a vicenda. “Finito” disse l’uomo, prendendo un cerotto e facendo la stessa cosa. Louis guardò il punto “nemmeno mi ero accorto” sussurrò “questo è il mio potere, andiamo!” urlai tirando la mano che stringevo e facendolo uscire, tanto avevamo già pagato. Salimmo sulla sua moto ed andammo in casa mia. “Non ci posso credere, sei riuscito a farmi fare un tatuaggio” dissi “Già, sono un mago!” ridemmo e gli lanciai un cuscino in faccia, da lì cominciò una vera e propria battaglia!



*9 mesi dopo*
“Louis! Lasciami!” urlai, quando lui mi aveva stretto tra le sue braccia e buttato sul letto per farmi il solletico. Eravamo nella nostra casa, comprata apposta per noi. Era rossa e arancione e rosa, i nostri colori preferiti che –guarda caso- ci dicono anche!! Cominciai a ridere, quasi soffocavo “Harry, questo è per avermi tirato quel cuscino” e me ne diede un altro in faccia. Risi da quella situazione. Louis era sopra di me, a cavalcioni ed entrambi sul letto.
La nostra prima volta era accaduta così, per caso, per lo stesso motivo. Era curioso.. proprio un anno fa c’eravamo messi insieme e circa 2 settimane fa, avevamo perso entrambi la verginità. Queste piccole cose mi fanno capire quanto lui mi ami e viceversa, se no sarebbe stata solo attrazione fisica e voglia di sesso, no? Louis aveva appena posato le sue labbra su le mie, io gli avevo leccato il labbro inferiore per chiedere un accesso che mi fu dato immediatamente. Assaggiai la sua saliva, come se fosse la prima volta e le nostre lingue giocavano sempre allo stesso gioco, andando a ritmo dell’amore.
“ti amo” mi disse, ma prima che potessi ribattere.. “E vorrei sposarti, Harry.” (and I’d marry you, Harry) Ero spiazzato da quella frase. “Non possiamo sposarci, Louis..” perché? C’era delusione nei suoi occhi grigi, incupiti dal rifiuto. “Perché non ho ancora 18 anni” sorrisi e lui .. è stato come se si fosse riacceso nell’oscurità più totale, i suoi occhi erano come vivi e sorridevano all’unisono con la sua bocca ed il suo cuore che batteva alla velocità della luce, quasi per farci apposta anche il mio era esattamente nella stessa situazione.


*8 anni dopo*
“Harry..” “Aha?” “Ma ci pensi..? Io ti amo, tu mi ami..” fece dei secondi di pausa, amava farlo nei discorsi importanti. “E ti sposerò, Harry” (and I’ll marry you, Harry). Il mio cuore perse svariati battiti.
Me lo aveva chiesto 5 mesi prima ed io avevo urlato di gioia, baciato tutto il suo viso d’angelo e abbracciato più forte che mai dicendo dei sonori e ripetuti ‘sì’, lui era ancora in ginocchiato con la scatolina rosa –del mio colore preferito- in cui all’interno c’era una fedina con inciso “Sempre e per sempre, noi” lui la portava identica. Fra 2 settimane ci sposeremo in America, lì hanno detto sì ai matrimoni gay. Le nostre famiglie erano contentissime. Louis ha rivisto il padre soltanto in alcuni processi per il divorzio e la nostra “rissa”, ma lui era felice con me, lo ripeteva ogni momento.
Eravamo ancora i 2 ragazzi innamorati, sì, erano passati 9 anni da quando stavamo insieme ed erano successe così tante cose!
Io mi sono diplomato in legge ed ora faccio l’avvocato, Louis invece lavora in una fabbrica di aeroplanini e, sapendo quanto mi piacciono, mi aveva regalato una collana in argento e il ciondolo era un medio aeroplanino di carta. Stupendo, avevo il verde dei miei occhi che brillava per la sorpresa. I nostri tatuaggi sono ancora splendenti sulla nostra pelle e ogni volta che li guardiamo, sorridiamo senza accorgercene.
**
“Figlio mio, ti sposi!” urlò mia madre tutta contenta, abbracciandomi. “Mamma.. ho tanta ansia” dissi, portando una mano tra i miei soffici ricci. “Suvvia cucciolo, è quello che vuoi, no?” “Sì, da sempre!” esclamai convinto e senza pensarci 2 secondi. Mia madre sorrise, era bellissima con quel vestito bianco, mentre sorrideva. Mio padre arrivò dopo poco dopo, mi abbracciò, diede una pacca sulla spalla e poi entrambi andarono dal mio Louis. “Ehi, ragazzo!” mi venne incontro Jay, sorridendo felicissima con accanto il suo nuovo marito: Mark. Era un tipo apposto e si occupava molto della famiglia, aiutando la fidanzata? Moglie? Convivente? Vita? Sorrisi pensando all’ultima parola. Mi abbracciarono entrambi e dissero “è quasi ora di entrare!” Johannah batté le mani tipo foca contenta ed io risi. Poi sentì la musica e qualcuno chiamare “Harold Edward Styles – Louis William Tomlinson”. Oh mio dio, stavo per sposarmi. Una nuova ansia arrivò dentro di me.  Avanzai verso la porta in cui dovevo entrare e accanto a me riconobbi Louis con il suo bellissimo abito nero con la camicia bianca, il invece ero completamente in bianco, con la cravatta nera. Mi sorrise e ci mettemmo a braccetto, sorridendo come due ragazzini. Avanzammo e davanti a noi c’era tantissima gente: parenti, amici, conoscenti.
Ci avvicinammo alla scrivania e ci fecero firmare delle specie di contratti in cui attestavamo di volerci sposare. Appena finite le formalità, l’uomo pelato davanti a noi ci disse “potete baciarvi” non ce lo facemmo ripetere due volte.
**
“Il momento della torta!” mi avvisò Gemma, sbucando dietro di me. “Eh già..” dissi sorridendo. Io e Louis andammo davanti alla torta, prendemmo il coltello insieme e –poggiando la mia mano sulla sua, tagliammo la soffice panna. Tutti intorno a noi ci applaudivano felici.
Solo in quel momento mi accorsi di quello che avevo fatto: avevo sposato Louis William Tomlinson e in questo momento, sì.. proprio in questo momento,
noi eravamo infinito.





SPAZIO PER ME.
Ehi bella gente! Questa è la prima one shot che scrivo su Larry e.. c'ho messo circa 2 settimane. Volevo farla bella, lunga ed espressiva. Premetto che non sono Larry Shipper né Non-Larry Shipper, ma semplicemente Directioner c:
Mi farebbe piacere ricevere delle recensioni positive.. da tutte c:

p.s. se volete seguite la mia FF 'love you.' e ci sono 2 one shot:
su zayn: Un'amicizia destinata a durare per sempre.
su louis: La cosa più bella che tu possa imparare è amare e lasciarti amare.
SPERO PASSERETE <3 un bacione a tutte :* (scrivete 'LOVE IS EGUAL' nelle recensioni, se avete letto fin qui).

 
  
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