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Autore: Elechan86    19/03/2008    12 recensioni
Il sayan tossì, cercando di trovare il solito carattere autoritario: “Comunque, Bra, dopo ti accompagno io a comprare dei nuovi vestiti”.
Vegeta, fiero di sé per la brillante idea che aveva in mente, fece un sorrisetto che a Bulma non piacque per niente, poi, lapidario, commentò: “Così questi stracci vediamo di buttarli via, eh?”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Shopping con papà
Shopping con papà

Bra aprì la porta di casa con un sorriso radioso: un'altra, pesante, giornata di scuola era finita!

La ragazza aveva iniziato a frequentare il liceo solo da un mese e già sentiva la mancanza della libertà di cui poteva godere durante le vacanze estive. Strano ma vero: la mattina era la parte del giorno che le piaceva di più per uscire a fare compere e dedicarsi a sé stessa.
Oltre ad avere la mattinata occupata dalla scuola, presto la nostra giovane sayan avrebbe visto dimezzato anche il suo tempo libero nel pomeriggio e durante la sera visto che, purtroppo per lei, era quasi terminato il periodo in cui, in classe, si può sfruttare la classica scusa: “No, prof, non sono arrivati i libri”, e, anche Bra, avrebbe dovuto attaccare il sedere alla sedia per studiare.

Vegeta, appena uscito dalla Gravity Room, sorseggiava una bevanda energetica mentre si dirigeva in cucina, quando incrociò proprio Bra che stava appena rientrando a casa.  La ragazza adorava il suo papà un po' scorbutico e, come faceva sin dal primo giorno di scuola, lo salutò con un bacio sulla guancia ancora prima di posare la borsa in camera.
Vegeta, come suo solito, non sorrise, né le chiese come fosse andata a scuola, si limitò a mugugnare qualcosa e procedette verso la cucina, attirato dal buon profumo che proveniva da quella stanza. E non fu l'unico ad avvertirlo:
“Oddende: la mamma oggi deve aver cucinato il mio piatto preferito!”
Bra inspirò profondamente per saziarsi ancora di quella fragranza e si diresse dalla madre per verificare di persona.

“Oh, ciao tesoro... indovina cosa ho preparato oggi?”
A Bulma, però, bastò lo sguardo entusiasta della figlia per rendersi conto di averle fatto una bella sorpresa.
“Oh, mamma: le cosce di dinosauro con le patate al forno!”
E la abbracciò affettuosamente.
Bulma ricambiò la stretta e le disse: “Ora però vai a sistemare la cartella intanto che io metto in tavola”.
Bra, invece, era così felice di mangiare il suo piatto preferito che decise di darle una mano: “No, mamma lascia stare: ci penso io!”
La ragazza poggiò la borsa per terra e, facendo scorrere la zip sino alle ginocchia, si liberò del lungo piumino chiaro, mostrando ai genitori l'abbigliamento con il quale si era presentata a scuola quella mattina: un maglioncino piuttosto leggero che lasciava intravedere l'ombelico, sotto una camicia la cui stoffa, evidentemente, era stata usata solo per dotarla di un grande colletto, visto che non spuntava alcun lembo dal maglione già corto di suo e una minigonna in velluto davvero troppo mini; le gambe, almeno, era coperte dalle calze.
Vegeta sgranò gli occhi, se non avesse finito poco prima la sua bevanda energetica, sicuramente, gli sarebbe andata di traverso e, inevitabilmente, pensò: “Bra dev'essere impazzita!”

“BRA!”
Bulma, con voce severa, richiamò la figlia e Vegeta ne fu sollevato, con uno strano ghigno soddisfatto sul volto si ritrovò a pensare: “Tsk, questa volta, però, se l'è  proprio cercata, ...”
Bulma, con le mani sulla vita e un atteggiamento severo, rimproverò la figlia: “Tesoro metti il piumino almeno sul divano! L'hai voluto comprare beige? Poi si sporca subito se lo butti così sulla prima sedia che capita!”
Ogni traccia di soddisfazione per la ramanzina che Bra avrebbe subito dalla madre scomparve dal volto del sayan, Vegeta sgranò ancora gli occhi e pensò: “No, quella che è impazzita è Bulma!”

Mentre Bra si dirigeva in salone trascinando il piumino e lo zaino per terra, Vegeta, sconcertato, si rivolse a Bulma: “Ma... hai visto come è conciata?”
La donna, impegnata a finire di apparecchiare la tavola, fraintese e gli rispose: “Si, dopo glielo dico che quella camicia bianca stona con il resto! - Bulma, sorpresa, continuò - Tu, piuttosto, da quand'è che noti certi abbinamenti?”
Vegeta diventò paonazzo, si alzò di scatto e sbottò: “Ma quali abbinamenti, perché nostra figlia va in giro vestita come una cubista?”
Bulma, allora, cercò di rabbonirlo: “Vegeta... eddai, calmati! Come sei all'antica: tutte le sue amiche si vestono così,  e, prima di loro, anche io lo facevo alla loro età”.
La risposta del sayan fu chiara e concisa: “Tsk, infatti ti si era attaccato un parassita come quello Yamko!”
Bulma, con una mano davanti alla bocca, ridacchiò: ne era passata di acqua sotto i ponti da quando lei e Yamko si erano lasciati, a momenti se l'era scordato... Vegeta, invece, se lo ricordava benissimo!
Il sayan le si avvicinò cingendole la vita con un braccio e, serio, con lo sguardo fiero e orgoglioso di un tempo, le disse: “Non mi interessa quello che fanno le sue amiche: Bra è mia figlia e io... io sono il principe dei sayan!”
Bulma non distolse lo sguardo dal volto del compagno neppure per un istante, eppure non riuscì a interpretare la reazione di Vegeta: era da tempo che non lo vedeva intestardirsi così su qualcosa e, sinceramente, non ne capiva il perché.
Il sayan si voltò ancora verso di lei e il suo sguardo fu più eloquente di mille parole; Bulma, allora, cercò di prendere tempo: “Non trovi che quei vestiti le stiano bene almeno un po'?”
Proprio in quel momento Bra tornò in cucina: “Mamma ma non hai ancora messo nei piatti? Lascia, faccio io... tanto lo sapevo che ormai che mi ero proposta mi facevi sgobbare”.
Bra si chinò per aprire il forno: il maglioncino lasciava scoperta metà della schiena, inutile chiedersi a cosa servisse la camicia visto che, nemmeno in questa posizione, spuntava da sotto e le calze, grazie a Dende, coprivano ciò che la minigonna avrebbe potuto mostrare altrimenti!
Vegeta diventò paonazzo e si voltò nuovamente verso Bulma: “NO! Proprio per niente!”
La donna tirò un sospiro e Bra, ignara della discussione che si era svolta in sua assenza, si voltò verso il padre: “Come siamo scorbutici oggi!”
Vegeta non rispose e, piuttosto, si sedette a tavola visto che la figlia aveva preso la teglia dal forno e stava già facendo le porzioni. La ragazza, non vedendo il fratello, chiese di lui: “E Trunks?”
“E' andato da Goten a perdere tempo!”
“Oh, papà! Ma siamo proprio di malumore oggi, eh? Magari il cosciotto più grande ti fa tornare il sorriso”.
Detto fatto: Bra mise nel piatto del padre la coscia di dinosauro più grande tra quelle che Bulma aveva cucinato; il sayan non fece nemmeno il consueto ghigno di soddisfazione e iniziò a mangiare.
Mentre Vegeta masticava con calma, pur addentando dei pezzi belli grandi, Bulma e Bra parlavano un po' di tutto e il principe si accorse che sul maglioncino della figlia il sarto doveva aver decisamente risparmiato la stoffa: oltre che corto le stava pure stretto!
“Bra ma non ti stringe?”
La ragazza non capì la domanda del sayan: “Che cosa pà?”
Vegeta si sentiva sempre in soggezione quando quegli occhi grandi e limpidi lo osservavano così da vicino: “Il... il maglione, mi sembra stretto”.
Bra fece uno dei suoi soliti sorrisi radiosi: “No, non è stretto, si dice 'attillato' – poi allungò le mani verso la canottiera nera che il padre aveva addosso e la tirò nelle due direzioni opposte – e poi è anche elasticizzato, come la tua maglietta senza maniche, vedi?”
Vegeta arrossì e la figlia gli sorrise di nuovo per rassicurarlo: “No, non mi stringe papà, davvero”.
Il sayan tossì, cercando di trovare il solito carattere autoritario: “Comunque, Bra, dopo ti accompagno io a comprare dei nuovi vestiti”.
La ragazza rimase sorpresa: non poteva credere alle sue orecchie e, per sincerarsi di aver sentito bene, si voltò verso la madre per chiedere il suo parere. Bulma sospirò e scosse la testa in segno affermativo: “Si, ho sentito, ma Bra per favore...”
La ragazza, però, era troppo felice per ascoltarla: non era mai successo che suo padre decidesse, di sua spontanea volontà, di accompagnarla a fare shopping!
Bulma si passò una mano davanti alla faccia: quando mai Vegeta si era offerto di accompagnare lei o la figlia in giro per negozi o, come diceva lui, a buttare via i soldi?
Di sicuro c'erano guai in vista!

Vegeta, fiero di sé per la brillante idea che aveva in mente, fece un sorrisetto che a Bulma non piacque per niente, poi, lapidario, commentò: “Così questi stracci vediamo di buttarli via, eh?”
Bra era sinceramente entusiasta di poter coinvolgere il padre in un pomeriggio di shopping ed era anche abbastanza sicura di fargli cambiare idea sul suo abbigliamento succinto.
Vegeta, invece, soddisfatto di sé stesso, riprese a mangiare il cosciotto caldo prima che la crosta si raffreddasse, amava mangiarla quando erano ancora croccante.

***

Quello stesso pomeriggio Bra e Vegeta andarono a fare shopping nel centro commerciale più grande della città dell'Ovest.
Vegeta, si sa, è un uomo di poche parole ma si fa capire ugualmente, e di certo non è un sayan che ha interesse per i vestiti e, già nel primo negozio, Bra capì che l'aveva accompagnata solo per impedirle di comprare ancora abiti troppo succinti ed era irremovibile da questa posizione.
Vegeta, poco entusiasta, la seguiva per i vari stand quasi disinteressato ma, appena la figlia adocchiava una minigonna o un top, lui diceva solo: “No!”
E Bra capiva che era il caso di rimettere a posto quell'indumento.
Questo atteggiamento del padre non la irritava, sapeva che le sarebbe bastato tornare in quel negozio con la madre per avere tutti i vestiti che Vegeta le aveva proibito di acquistare, quindi un po' si divertiva a stuzzicarlo proponendogli i vestiti più assurdi: come sua madre adorava il falso atteggiamento da scorbutico di Vegeta!
E, poi, la gelosia del padre per i vestiti che le piaceva tanto indossare... bé, a suo modo anche quella poteva considerarsi una dimostrazione di affetto.

Entrati nell'ennesimo negozio di vestiti, l'attenzione di Bra fu attirata da un completino che indossava il manichino al centro del locale... quel rosso fuoco si sarebbe visto anche da un chilometro di distanza!
Quel vestito rifletteva il suo carattere giovane e allegro... era fatto apposta per lei!
Vegeta guardò nella stessa direzione della figlia e, dopo un primo momento di shock, a denti stretti, trattenendo la collera che gli risaliva al solo pensare ai ragazzi che sarebbero stati attirati da quel colore sgargiante, sibilò: “Non ti darò mai il permesso di uscire svestita in quel modo! Ricordati che sei la figlia del p...”
Bra gli portò una mano davanti alla bocca, rise divertita e interruppe la solita tiritera che il padre amava ripetere in qualsiasi situazione: “Ma dai papà, intanto lo provo e solo se mi sta bene decidiamo di prenderlo, quindi prima di arrivare al tuo permesso per uscire ce ne vuole...”
Bra sorrise ingenuamente, gli fece l'occhiolino, poi diede le spalle al padre e cercò un commesso per avere un modello della sua taglia da provare.
Vegeta, rassegnato, alzò gli occhi al cielo: quella ragazza in quanto a scaltrezza aveva certamente preso dalla madre!

Bra, qualche minuto dopo, aveva attaccato briga con il commesso che le voleva rifilare il vestito che piaceva a lei ma in versione nera, perché quello rosso era già addosso al manichino.
“Le ho detto che lo voglio rosso, se ce l'ha il manichino glielo tolga, no?”
Vegeta accennò un sorriso soddisfatto: Bra aveva l'aspetto e la furbizia di Bulma, ma quella grinta, non si poteva sbagliare, era tipica dei sayan.
Ma il commesso insisteva a non volerla accontentare: “Non c'è il caporeparto, io non sono autorizzato a toccare i manichini, mi spiace”.
Bra mise le mani sulla vita, era furibonda: “Lo pago e, se permette, voglio il vestito del colore che piace a me!”
Vegeta decise che era arrivato il momento in cui quel commesso avrebbe conosciuto un vero sayan, anzi, il principe dei sayan.
Si avvicinò a loro e, sicuro di sé, poggiò un gomito sullo stand e, con il solito sguardo truce, osservò il malcapitato, partendo dai piedi e arrivando, lentamente, alla testa: “Se ti ha chiesto il vestito rosso vuol dire che non lo vuole nero, a me non sembra difficile da capire”.
Il commesso deglutì eppure cercò di non arrendersi alla paura: “Vede signore spiegavo a questa grazio signorina che...”
“E' mia figlia”.
Il poveretto deglutì nervosamente e riprese il discorso titubante: “Ecco... dicevo a sua figlia, sì... sua figlia che non ho l'autorizzazione a toccare i manichini... in assenza del caporeparto, capisce?”
Vegeta lo guardò in modo compassionevole, poi riprese il suo solito piglio deciso: “Senti, ti faccio una sola domanda... secondo te a mia figlia quale colore sta meglio? Il rosso o il nero?”
Il commesso deglutì e Vegeta, con un  gesto della mano, capovolse lo stand al quale si era poggiato poco prima, esortando il malcapitato a rispondere: “Allora?”
“...spoglio subito il manichino”.
“Evviva papà, sei il migliore!” Bra abbracciò il padre e Vegeta decise di spiegarsi meglio: “Come hai detto tu, lo devi solo provare: prima di avere il mio permesso per uscire conciata così ce ne vuole!”
Bra, allora, fingendosi indispettita, sbuffò in faccia al padre.
Il commesso, intento a spogliare il manichino, quasi si mise a piangere per la disperazione: il caporeparto gli avrebbe dato una bella strigliata per aver toccato il manichino senza autorizzazione e quei due pazzi non erano nemmeno sicuri di voler acquistare il vestito in questione!
Quando Bra ebbe sia il top che la minigonna entrò nel camerino per provarli, intanto che l'addetto sfilava al manichino anche i guanti e gli stivali in tinta.

Poco dopo Bra uscì con il vestito rosso addosso e un grande sorriso sulle labbra: “Che ne pensi papà?”
Vegeta la osservò da capo a piedi, soffermandosi sulle gambe decisamente troppo scoperte: “Non hai freddo?”
“Ma no, gli stivali sono belli lunghi, e poi se ho freddo ho sempre il mio caldo piumino da mettere sopra, no?” Vegeta osservò il piumino che teneva proprio lui in quel momento e rifletteva se Bra lo stesse fregando o meno.
La ragazza si avvicinò al commesso e con un dolce sorriso gli disse: “Posso provare anche gli stivali?” Quello, chinato sul manichino per sfilargli proprio le calzature, come rialzò lo sguardo rimase incantato dalla bellezza di Bra messa in risalto dal vestito e, tra sé e sé pensò: “Sì, decisamente il rosso le dona!”
A Vegeta, però, quello sguardo non piacque per niente e si immaginò la sua dolce figliola osservata allo stesso modo da decine, centinaia di ragazzi... in fondo, anche se andava a scuola con il piumino, in classe se lo doveva pur togliere! E sospirò, indeciso sul da farsi: di solito assecondava sempre i desideri della figlia e quel 'no' fisso iniziale solo il sorriso radioso di Bra riusciva a trasformarlo, ogni volta, in qualsiasi situazione, in un 'sì'.
La ragazza si provò anche gli stivali e i guanti e, entusiasta, si mostrò al padre; quel vestito le stava benissimo, non poteva dirle di no: “Allora? Cosa ne pensi?”
Vegeta si toccò il mento, poi salì verso il labbro superiore e, con le dita, allisciò i baffi, assumendo un'aria riflessiva: questa volta non poteva e non doveva cedere: “No”.
Bra rimase stupita: non si sarebbe mai aspettata un rifiuto secco; sapeva che avrebbe potuto avere comunque il vestito, se non glielo avesse comprato il padre avrebbe sempre potuto chiederlo alla madre ma, in ogni caso, le dispiaceva non avere il consenso di Vegeta, quello era più importante del completo stesso.
Bra si morse il labbro inferiore, da suo padre aveva ereditato anche un orgoglio smisurato e non volle arrendersi: “Perché?”
Vegeta sollevò lo sguardo, Bra, con la fierezza tipica della razza sayan, alzò il viso e fece un giro su sé stessa per fargli notare che si stava sbagliando, poi mise le braccia sulla vita e gli chiese: “Allora? Dimmi almeno perché non ti piace”.
Nonostante il carattere forte, Bra raramente sfoggiava questo atteggiamento insolente proprio con suo padre, se non per scherzare o stuzzicarlo.
Vegeta, da cui Bra aveva ereditato questo carattere fiero, determinato e orgoglioso, era desideroso di non continuare oltre quel discorso e le diede una risposta che sperava la facesse desistere una volta per tutte: “Non ti sta bene, tutto qui. Scegli qualcosa di più adatto a te la prossima volta”.
Bra, in un primo momento, stupita, rimase senza parole, suo padre, a suo modo, l'aveva sempre appoggiata e in quel momento le sue parole la ferirono. Ma non era certo il tipo di ragazza che si mette a piagnucolare per non aver ottenuto ciò che desidera, e quello, piuttosto, era il momento adatto per sfoderare il suo caratterino irriverente e la sua grinta, anche contro il padre: “Ah si? Guarda che nemmeno a te stanno bene quei baffi, sai?”
“Che c'entrano ora i miei baffi?” E, istintivamente, Vegeta portò una mano sopra il labbro superiore.
Bra infierì contro di lui: “No, non ti stanno per niente bene!”
La ragazza, furiosa, richiuse la porta del camerino sbattendola con forza e Vegeta, furioso, uscì dal negozio.
Il povero commesso, che stava ancora rimettendo a posto lo stand che Vegeta, poco prima, aveva capovolto di proposito, quando vide il sayan che usciva dal negozio capì che quel vestito sarebbe rimasto invenduto per il momento e lui... avrebbe passato un brutto quarto d'ora al ritorno del suo caporeparto!


Bra si era cambiata in fretta e furia; il suo sorriso si era spento in un attimo per la reazione indifferente di Vegeta, e, in quel momento, desiderava solo andare via da quel negozio il prima possibile. Aveva restituito il vestito rosso al commesso con la scusa: “Forse non è il caso di comprarlo”. E quel poveretto, preoccupato più per il proprio posto di lavoro che non per altro, cercò di rassicurarla: “Guarda che il rosso ti sta molto bene, davvero...”. Ma lei lo aveva lasciato alle prese con il manichino da risistemare e la sicura sfuriata del caporeparto.
La ragazza aveva girato, poi, senza una meta precisa, per gli altri negozi del centro commerciale: aveva la capsula del mini jet nella tasca del piumino e sarebbe potuta tornare a casa in qualsiasi momento, forse suo padre l'aveva addirittura preceduta.
Tutti dicevano che era la “cocca” di Vegeta e lei sapeva che il padre le voleva un bene dell'anima, anche se, a volte, era restio a dimostrarlo; Bra sbuffò, mise da parte l'orgoglio e decise di raggiungerlo, concentrandosi per sentire la sua aurea: proprio Vegeta, qualche anno prima, le aveva insegnato come localizzare l'aura dei suoi familiari o espandere la propria per richiamarli. Con un po' di sorpresa si accorse che il padre era ancora al centro commerciale e andò sulla scale mobili per raggiungerlo al piano inferiore.

Bra si presentò davanti al padre con un'aria rassegnata: sapeva che non avrebbe mai ricevuto delle scuse e, a sua volta, era determinata a non dargliele.
Vegeta, per prima cosa, osservò le mani della figlia, libere da qualsiasi busta e, pur mantenendo lo sguardo severo, le chiese: “E il vestito?”
Bra alzò il viso con una finta aria altezzosa: “Non mi stava poi così bene... - e, con aria di sufficienza, aggiunse - proprio come a te quei baffi”.
Vegeta, come faceva spesso, rispose: “Non sono affari tuoi!”
Bra sorrise soddisfatta e lo prese a braccetto: non c'era bisogno di altre parole tra loro e, in fondo, sapeva che, passato questo momento di rabbia, il padre non le avrebbe davvero impedito di continuare a indossare i vestiti provocanti che a lei piacevano tanto, riusciva sempre a strappargli un sì, il no per il vestito rosso era solo... la classica eccezione che conferma la regola!
Ad un tratto Bra quasi inciampò, non cadde a terra perché Vegeta riuscì a sorreggerla, poi il sayan lanciò un'occhiataccia alle solite scarpe a zeppa alta che avevano attentato alla vita della figlia e sentenziò: “La prossima volta andiamo a comprare un nuovo paio di scarpe!”
Bra, istintivamente, sorrise: “La prossima volta? Uscirai ancora a fare compere con me?” Poi aggrottò le ciglia: “Ah, ma le scarpe le scelgo io, eh!”
Nel volto del sayan comparve un sorrisetto di soddisfazione: “E va bene... però io scelgo l'altezza!”
Bra sbuffò fingendosi ancora scocciata, poi si strinse al braccio del padre e aggiunse: “Dai, andiamo a comprare questa schiuma da barba!”
“Tsk”.

***

Bulma aveva appena finito di lavorare a un nuovo progetto e, per distrarsi e liberare la mente, si era stesa sul divano del salone per guardare la televisione; anche se la Capsule Corporation era passata sotto la direzione di Trunks spesso e volentieri gli dava una mano, così come suo padre non aveva mai smesso di aiutare lei.

Bra e Vegeta tornarono a casa; Bulma, udendo il rumore dei loro passi gli andò incontro e, ad una prima occhiata, notò la solita espressione corrucciata del compagno e Bra, invece, con il sorriso radioso di sempre... e fin qui nulla di strano.
Eppure qualcosa insospettì la donna, l'assenza di qualsiasi busta o pacco e pensò: “Strano che Bra non abbia comprato niente...”
La donna, allora, si rivolse a Vegeta: “Allora? Come è andata? Vedo che nostra figlia non ti ha fatto spendere troppi soldi...”
Il sayan farfugliò solo: “Vado ad allenarmi, oggi ho perso anche troppo tempo”.
Bulma sbuffò come sempre davanti alle risposte esaurienti e dettagliate del compagno.
Vegeta mise le mani in tasca e procedette davvero verso la Gravity Room, quella sera sentiva il bisogno di allenarsi per sfogarsi e allentare la tensione.
Bra ridacchiò, attirando l'attenzione della madre e le diede un bacio sulla guancia e una risposta che rimaneva sospesa nel vago: “Ehm... non mi stava bene niente”.
Bulma passò una mano sulla fronte e, vedendo Bra che si dirigeva in camera sua, sentenziò: “E' tutta suo padre!”


Vegeta assunse la solita espressione ( finta) da  imbronciato anche a tavola, in realtà quella sera era particolarmente pensieroso.
Ma Bulma non era un tipo che demordeva facilmente e, quando erano da soli nel loro letto matrimoniale, provò a chiedere qualcosa in più sulla serata di shopping: “Allora, ti sei divertito al centro commerciale?”
“Ti sei divertito? Tsk, non sono mica un moccioso!”
Vegeta si girò su un fianco e le diede le spalle ma, allora, anche Bulma si girò in quel senso e mise le mani sulla schiena del compagno, tra loro era sempre stato così: lui era un uomo di poche parole e lei riusciva a capire anche quei silenzi; inoltre, vista la discussione che c'era stata all'ora di pranzo, Bulma poteva facilmente intuire quali pensieri turbassero l'animo del sayan: “Vegeta... Bra sta crescendo, è normale che voglia qualche vestito che mostri anche agli altri i segni della sua crescita, no?”
Vegeta strinse i pugni per trattenere la rabbia e, a denti stretti, sibilò: “Dovevi vedere quello stupido vestito rosso che si è provata... era mezzo nuda, è inammissibile!”
Bulma cercò di trattenere le risate, Vegeta che parlava come un qualsiasi padre preoccupato per la figlia era un evento raro, anzi, unico! Continuò, piuttosto, a parlargli con dolcezza: “Bra è una ragazza in gamba e in ogni occasione riesce di dimostrare di avere anche il cervello, no? Ma la sua  intelligenza è accompagnata da un bel corpo”.
Bulma provò a togliere qualche parola di bocca al compagno e, infine, arrivò la domanda che Vegeta temeva più di tutte: “Ma, obiettivamente, come le stava questo vestito?”
Il sayan non rispose ma dentro di sé pensò che Bulma era una donna ancora affascinante e aveva trasmesso la propria bellezza alla figlia: quel vestito a Bra non poteva che stare benissimo.

***


“SONO A CASA!”
Bra, appena tornata da scuola, si avvicinò al padre che, questa volta, era seduto sul divano a guardare la televisione e gli stampò il solito bacio sulla guancia, poi gli passò una mano al di sopra del labbro superiore, notando il grande cambiamento e sorridendo soddisfatta.
Vegeta, che come al solito era rimasto impassibile, almeno in apparenza, la fermò prima che entrasse in cucina: “Bra, vai in camera tua a poggiare il piumino”.
La ragazza lo guardò a dir poco allibita: “E da quando ti interessi al mio piumino?”
“Fai come ti ho detto e basta”.
Bra sorrise, portò una mano sulla fronte, come se fosse in una caserma e Vegeta fosse un superiore da salutare con rispetto, fece la voce grossa e gli disse: “Agli ordini, papà!”
Poi Vegeta si alzò dal divano e raggiunse Bulma in cucina; la moglie gli sorrise: per quanto il sayan aveva cercato di non farlo notare lei si era accorta benissimo che quella mattina era scomparso per una mezz'oretta...
Si avvicinò a lui e gli puntò un dito sul petto: “E la prossima volta ricordati che anche gli accessori sono importanti!”
Vegeta non capì quel suggerimento, fino a quando Bra non scese in cucina, poco dopo, con il nuovo vestito rosso e lo abbracciò energicamente: “Grazie papà, grazie, grazie!”
Per quanto si sforzò di trattenere le emozioni, suo malgrado, il sayan arrossì; poi notò il cerchietto rosso, dello stesso colore del vestito, tra la capigliatura folta della figlia, si voltò verso la moglie e la vide sorridere.
Bulma osservò il vestito decisamente azzardato per i quattordici anni di Bra e in un istante comprese i dubbi avevano assalito la mente del compagno; poi attirò l'attenzione della figlia: “Bra, per favore, vai a chiamare tuo fratello”.
Quando la ragazza uscì dalla cucina, Bulma si rivolse al sayan e, non sapendo come affrontare l'argomento, gli lanciò una provocazione: “E se andando in giro vestita così prendesse freddo?”
Vegeta sorrise in modo ambiguo, anche lui ci aveva pensato e diede alla moglie la stessa risposta che Bra aveva dato a lui il giorno prima: “Non le hai comprato un piumino lungo fino ai piedi?”




L'idea di questa one-shot, originariamente, faceva parte di un'altra ff: una GotenxBra che stavo scrivendo; avevo inserito questi capitoli per dedicarli a una persona che, a Settembre, con un malore mi aveva fatto preoccupare tanto.
Con la formattazione forzata del mio computer ho perso la GotenxBra ma mi erano rimasti proprio questi capitoli e ho deciso di rivederli e pubblicarli come one-shot per dedicarli alla stessa persona anche se, nell'ultimo periodo, aveva dimostrato di non meritarseli... >.<
Proprio ieri, però, le cose sono cambiate un pochino con un gran bel gesto ^//^

Oggi è la sua festa e io la one-shot gliela dedico comunque...
Auguri babbo ^^

Vi ringrazio per aver letto questa one-shot e mi auguro che vi sia piaciuta.
So che Bra, ad alcuni, potrà sembrare OOC ma mi rifiuto di mettere questo avviso per un motivo:  Bra è un personaggio che appare poco, pochissimo nella serie Gt e, secondo me, la sua caratterizzazione è così esigua che può lasciare spazio ad altre interpretazioni... questa è la mia ^^
Per quanto riguarda Vegeta, invece, ho fatto di tutto per mantenerlo IC e spero di esserci riuscita ^^"

Un ringraziamento specialissimo a Ciuiciui, la mia beta che mi ha aiutata a presentarvi al meglio (spero ^^") anche questa one-shot.
E grazie anche a Vale e Sire che ho assillato questa mattina perché non sapevo che genere indicare nell'introduzione ^^"
Colgo l'occasione per ringraziare anche tutte le persone che hanno letto la mia ultima *drabble*:  Lorigeta, sirenis, vale_88, ary22, Vegetina, Crycry82, vale15, Me91, MartaSaru, Sweetgirl91, puffoletta.

Grazie di cuore a tutti ^^

Ultima comunicazione "di servizio" e poi vi saluto: se per caso ci sentiamo per mail o sono una lettrice assidua delle vostre fanfiction e vi state chiedendo che fine ho fatto... sappiate che il mio pc era rotto! Ancora? Si! ç//ç
Con un po' di tempo risponderò a tutte le mail e leggere tutte le ff in arretrato ^^

E poi... per il resto leggete pure sul mio account...
Alla prossima ^_-
  
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