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Autore: Pikachu4Ever    12/09/2013    2 recensioni
Fanfiction ispirata alla serie Ace Attorney e ambientata nell'universo condiviso di 'Case: WL-0 - World of Lies' e 'Deeper than Void' di The Shadow, 'Lawrence Trueman', 'Eyes, Lies and Trusting Times' di Renna, e 'Turnabout Retirement' di Aiacos, oltre a 'The Unsung Trials - Stories by Pikachu4Ever' e 'The Unsung Trials - Stories by The Shadow'.
La storia tratta di Gladys Lexer, avvocato da anni ma dall'abilità non troppo straordinaria, costantemente eclissata da altri astri nascenti dell'avvocatura e con non pochi problemi economici, obbligata a fare da mentore a Vincent Shields, un giovane ragazzo pieno di rabbia verso il mondo.
Contro di lei si trovano il procuratore veterano fissato con il tempo Justin Teyems ed il procuratore neofita Amelia Kendrick, sua vecchia conoscenza sotto la guida di Saria Lonnie, giovane ma geniale procuratore con un passato che preferirebbe dimenticare.
Insieme, dovranno fare i conti con il tempo che passa e le conseguenze che ciò può avere contro le persone... e soprattutto, cercare di farsi un nome in una professione dominata quasi completamente da uomini.
[Il personaggio di Saria Lonnie appartiene a The Shadow, ed è usata con il suo permesso]
Genere: Generale, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Il Giudice, Nuovo Personaggio, Winston Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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GLAA1 GLADYS LEXER: WOMEN AT LAW

Prologo: Luck's Turnabout (udienza 1, preludio)

Ogni avvocato della mia generazione sa cos'è stata l'era oscura della legge.
Un periodo piuttosto esteso, durato per vari anni, nella quale vari avvocati e procuratori hanno iniziato a perdere fiducia non solo in sè stessi, ma anche nella giustizia che dovevano porre in primo piano.
E così, è nata una nuova generazione di Manfred von Karma da entrambi i lati, con il pubblico e le forze dell'ordine che hanno iniziato a perdere sempre più fiducia nel nostro sistema legale, al punto tale che persino i Giurati, la rivoluzione legale tanto voluta e che prometteva di risolvere la situazione in cui ci trovavamo, non è durata più di qualche mese.
E' stato un periodo tremendo per tutti coloro che sono stati coinvolti in tali eventi, come Wolf Lonnie, Lawrence Trueman, Reese Neseira e Sean O'Quinn, solo per citare altri difensori come me.
Al tempo me ne lamentavo, ma probabilmente il fatto che abbia avuto pochissimi casi durante quegli anni è stata una benedizione, piuttosto che una sfortuna.
Al contrario degli avvocati che ho citato, io non sono stata coinvolta in grandi controversie o grandi piani per la modifica del sistema legale. Non sono stata coinvolta in problemi che hanno riguardato organizzazioni criminali su larga scala, e soprattutto non sono stata coinvolta in grossi problemi riguardanti la mia famiglia.
No. La mia storia è stata molto più personale, e molto meno 'epica', per così dire. Sono stata un'avvocato come tanti altri, ed ho avuto una carriera che più banale e noiosa non si può, senza eventi particolari.
... Okay, forse QUALCOSA è successo, ma non penso sia paragonabile a quello che altri hanno passato, e non ho di certo intenzione di mettermi al loro livello.
Gli eventi a cui faccio riferimento sono avvenuti verso il periodo normalmente definito come l'inizio della fine per l'era oscura, poco dopo che Phoenix Wright riguadagnò il suo distintivo, ma la mia storia non riguarda assolutamente lui nè le persone a lui legate.
E' stata la mia storia. La storia di Vincent. La storia di Miller. La storia di Amelia. Probabilmente anche la storia di Adair, e magari anche Saria. Senza scordarci poi del povero Keith.
Probabilmente, uno dei periodi più importanti della mia carriera, nonostante avessi già iniziato a lavorare da qualche anno ed avessi già un mio studio legale.
Già... lo Studio Legale Lexer & Co., il punto in cui ritengo quella strana vicenda fosse effettivamente iniziata.
Allora, non perdiamo altro tempo. Penso che non stavate aspettando altro che iniziassi a raccontare, no?
Questa storia è iniziata come tutte le migliori vicende legali: con un omicidio, naturalmente. Inizierei dal mio caso con Payne, ma penso sia meglio conservarlo per un pò più in là, per quando avrà senso parlarne.
Quello di cui sto per raccontarmi fu però un caso molto inaspettato per me, non solo per chi vi era coinvolto, ma anche per l'identità del vero colpevole...
Ma ora basta con le ciance. Sedetevi e mettetevi comodi, perchè penso che questa storia durerà per un pò di tempo...

???
???
25 Agosto
Ore 12:21

Bastarda.
*BANG*
Bastarda.
*BANG* *BANG*
Bastarda bastarda bastarda bastarda.
*BANG* *BANG* *BANG*
BASTARDA!!!
*BANG* *BANG*
... E' morta. Sono sicuro sia morta.
Forse dovrei uccidere anche il tizio che ho fatto svenire.
Forse dovrei uccidere anche la sua datrice di lavoro.
Forse dovrei uccidere anche me.
Sarebbe il crimine perfetto. Nessuno in assoluto con cui lavorare. Nessuno da colpevolizzare.
... No, no, no.
Non va bene. Non va bene per nulla.
Devo mantenere la calma. Posso farcela. Posso vincere.
Posso batterti... Gladys.
E ti batterò.
Ti batterò.
TI BATTERO'!

Caso 1: *** Luck's Turnabout ***

Tribunale Distrettuale
Sala Imputati n°4
26 Agosto
Ore 9:45


Mi lamentavo da tempo che non ricevevo casi, ma di certo non mi aspettavo di riceverne uno COSI'.
Ero andata un pò a rilassarmi alla Spiaggia Gembeach, lasciando per tutta la giornata l'ufficio ai miei due apprendisti... e quando sono tornata verso il primo pomeriggio, ho scoperto che uno di loro è stato arrestato per omicidio, commesso nello studio legale stesso.
Ovviamente, ho accettato di difenderlo... ma sinceramente, sembra quasi che il lavoro sia venuto a cercare me, invece che il contrario.
... Ed ovviamente, visto che il cliente è il mio altro apprendista, non posso chiedergli di pagarmi per la difesa. Oh beh, glielo detrarrò dallo stipendio, appena inizierò a pagarlo. Cioè mai.

Il mio nome è Gladys Lexer, ed ho 27 anni. Vivo qui sin da piccola, e sono nata da madre gallese e padre tedesco.
Sono un avvocato da cinque anni, e due anni fa ho iniziato ad esercitare per conto mio. Purtroppo, con tutte le controversie avvenute negli ultimi tempi, non ho mai avuto modo di diventare un avvocato estremamente popolare... ma non me ne lamento: se mi trovassi mai ad affrontare cose come un caso con armi batteriologiche come armi del delitto, balene gettate dentro pozze di sangue come premessa e altre robe così, avrei probabilmente abbandonato la professione seduta stante.
Ho i capelli neri raccolti in un una coppia di lunghi codini, con due gladioli (dei fiori rossi della famiglia delle Iridaceae, che oltretutto è anche la base del mio nome) usati al posto di un fermaglio, e sono vestita con il mio solito look da lavoro: una giacca con gonna di colore turchese con il mio distintivo da avvocato appuntato sul lato sinistro, con una collana di perle (finte, ovviamente) al collo ed un paio di scarpe azzurre a completare il tutto.


Mentre io riflettevo su come coprire i costi di quel caso, tenni lo sguardo rivolto verso l'alto, finendo per osservare i quadri di Giudici e procuratori che erano affissi su questo particolare tribunale.
Ero molto abituata al tribunale di Uptown e non mi capitava spesso di alzare lo sguardo: per tale motivo, fui un pò sorpresa di fronte a quei ritratti, anche e soprattutto perchè riconobbi varie persone lì presenti.
Da quel che ricordavo, solo i migliori nella propria professione venivano immortalati qui, ed una volta fatto, i loro quadri non sarebbero stati più rimossi.
Vi erano due 'categorie', una a destra ed una a sinistra: la prima per i procuratori, e la seconda per i Giudici.
Riconobbi, tra i procuratori, figure leggendarie come Manfred von Karma, Louis de Grandeville e Thomas Lonnie, e tra i Giudici vi erano il famoso Giudice di cui nessuno ricordava il nome, suo fratello, e... Bree Hughes.
... Non riesco ancora a credere a quello che è successo due anni fa. Non avrei mai pensato che sarebbe successa una cosa del genere, quando ha presieduto durante il mio primo processo...
Avrei continuato a rimuginare sul mio passato se il mio imputato non si fosse presentato di fronte a me nel frattempo, chiedendomi "Stai ancora dormendo, Glad?"

Io sbuffai al sentirmi chiamare così, per poi voltarmi verso di lui, dicendogli seccata "Vincent, mi sembra di averti detto che mi piacerebbe mi chiamassi 'capo' una volta ogni tanto..."

"Ed io avrei voluto poter stare al banco della difesa in questo caso. Non si può avere tutto dalla vita." ribattè lui, incrociando le braccia.

"Ovviamente. Probabilmente hai scordato che non sei ancora un avvocato qualificato, mio caro." replicai, ruotando gli occhi seccata.

"Ancora per qualche mese. Dopodichè inizierò la mia firma legale e non dovrò più avere a che fare con te." mi disse quindi Vincent.

"Non vedo l'ora." fu la mia risposta, chiudendo gli occhi e massaggiandomi la tempia.

Non aspetto altro che se ne vada, se devo essere sincera, ma so bene che me lo posso sognare... non posso sfuggire alla mia maledizione personale, dopotutto.

Lui è l'imputato... ed il mio apprendista rimasto. Il peggiore, purtroppo.
Il suo nome è Vincent Shields, un ragazzo di diciannove anni piuttosto sarcastico (non che io sia da meno) ed irrispettoso dell'autorità, soprattutto se si tratta della mia.
Sinceramente lo avrei già sbattuto fuori, se non fosse che suo padre, Jordan Shields, è un mio caro amico e mi ha aiutato molto con i miei problemi economici, ed è stato lui a chiedermi di prendere suo figlio come allievo, visto che apparentemente non sembra aver voglia di fare nulla della sua vita.
Era vestito con una semplicissima maglietta a maniche corte azzurra ed un paio di jeans, con dei capelli castani 'a palma', con due paia di folti ciuffi uno sopra l'altro (perlomeno è messo bene a livello di capelli da avvocato), un cerotto sulla guancia ed un dente mancante sull'arcata inferiore, ed uno sguardo che semplicemente urlava 'se mi gira sono guai per te'.
Ed otretutto, è anche omosessuale: normalmente non è qualcosa che mi irriterebbe... ma il modo in cui mette sempre in mezzo il suo ragazzo ed il fatto che spesso e volentieri si 'scorda' di venire a lavoro perchè ha passato la serata con lui non mi permette di apprezzare moltissimo il suo comportamento, che stia con uomini, donne, bambini, animali o alieni.
In generale, pare che stia facendo di tutto per farsi indispettire e rendere chiaro che non gli piace lavorare sotto di me, ed il sentimento è reciproco.
Lo avrei anche lasciato perdere... se non fosse che ha varie capacità di persuasione, sa come pressare la gente, ed in generale è capace di ottenere un discreto numero di informazioni da imputati e testimoni.
Se solo avesse un pò più di interesse nell'apparire professionale e nell'aprire i libri di diritto anzichè usarli come poggiapiedi, probabilmente potrebbe diventare un ottimo legale. E' l'unico motivo per cui mi sforzo di insegnargli... e spero davvero ne valga la pena, a lungo andare.

"Comunque, pensi ci vorrà molto per finire questo caso? Io e Andreas avremmo un appuntamento, stasera." mi chiese sbuffando il mio cliente/apprendista, riportandomi alla realtà.

Io sospirai, immaginando sarebbe stato quella la sua unica preoccupazione.

"Sinceramente non ne ho idea, ma è un caso relativamente semplice... penso che si potrebbe anche chiudere il caso in un giorno." ragionai, mettendomi la mano sinistra vicino al volto, con il pollice sotto mento e l'indice sulla guancia, fino a toccare il lobo dell'orecchio: una posa un pò atipica, ma mi piace farla quando rifletto.

"Prima di tutto, dimmi una cosa: tu ti ritieni colpevole o non colpevole dell'omicidio?" chiesi subito dopo, ricevendo in risposta un'occhiata comprensibilmente stizzita.

"Ehi, frena, Glad: avremo anche i nostri problemi, ma penso che anche tu sia certa che non avrei mai ucciso Becky." sbottò il mio cliente, infastidito.

Lo so bene, ma non voglio abbassare la guardia... e non posso dare per scontato che tu sia innocente. E' un errore da novellini.
La vittima è Becky Stapper, l'altra mia apprendista di ventuno anni, che era venuta a studiare sotto di me appena un mese fa: aveva iniziato a studiare sotto un mio collega, prima di abbandonarlo perchè insoddisfatta dai suoi insegnamenti. E' stata scoperta con il cranio perforato da otto colpi di pistola, ritrovata poi nelle mani di Vincent, ovviamente.
Apparentemente il corpo e Vincent svenuto erano stati scoperti da Minnie Baggins, la proprietaria del palazzo in cui è situato il mio studio legale, insieme al mio vicino Moose Yang e Haytham Chandler, un mio vecchio collega ed ex-proprietario di parte dello studio legale, che ogni tanto passa a trovarmi quando deve recuperare qualche materiale o oggetti che ha lasciato (onestamente lo trovo molto fastidioso, ma era l'unico modo per ottenere un ufficio a basso prezzo, ed un pò di scocciatura per un grosso sconto non è tanto svantaggioso...).
Visto lo svolgersi dei fatti, l'omicidio non può essere avvenuto nell'arco di troppo tempo... e, SE Vincent davvero non è colpevole, una delle persone che ha ritrovato il cadavere deve essere o il colpevole, o un complice.
Per il resto, si tratta della solita impostazione di un mistero della stanza chiusa: la porta era stata trovata chiusa dall'interno, con l'unica chiave in possesso dei miei apprendisti lasciata nella serratura, e tutte le finestre erano intatte e chiuse dall'interno. Penso che oltre all'intuito, il fatto che conosca personalmente tutte le persone coinvolte sarà vitale nello svolgimento del caso.

"Intanto però sei stato accusato del suo omicidio. Ti ricordi almeno qualche dettaglio che possa esserci utile, per caso?" domandai, già sentendo che non avrei ricavato nulla da quella domanda.

"Mi piacerebbe, ma non mi ricordo nulla. Dovrai cavartela da sola, Glad." disse quindi il mio apprendista, confermando il mio presentimento.

Ovviamente. Perchè non sono sorpresa? E' sempre così quando chiedi aiuto agli imputati.

"Perchè dici da sola? Che io ricordi, tu sei il mio apprendista. Dovresti stare al banco della difesa con me." feci notare io, osservando con rimprovero il mio seccante sottoposto.

"Sveglia: sono l'imputato, ricordi?" 'ricordò' sarcasticamente, mentre io mi mettevo una mano sulla tempia massaggiandomela.

"Non è qualcosa che ti impedirà di farmi da assistente, fidati." gli dissi io in risposta, prima di tirare via la manica della mia giacca e controllare l'orario sul mio orologio, voltandomi poi verso Vincent e comunicandogli "Direi che è ora di entrare, comunque. Andiamo."

"D'accordo... proverò a fidarmi di te. Vedi di fare un buon lavoro, stavolta." replicò quindi l'imputato, mentre io sospiravo seccata, roteando gli occhi.

Umpf... gli apprendisti di oggi. Io non avrei mai mancato così di rispetto al vecchiaccio...
E così, sbuffando e seccata, entrai insieme all'imputato, che condivideva (comprensibilmente e per motivi già noti) un simile stato emotivo.
Ovviamente, questo processo si sarebbe rivelato piuttosto semplice e complesso al tempo stesso... ma non avrei mai, mai potuto prevedere cosa sarebbe successo.

Tribunale Distrettuale
Anticamera n°2
26 Agosto
Ore 9:50


[Amelia]

... Sarebbe dovuta essere qui mezz'ora fa. Ci eravamo date appuntamento qui.
E no, il fatto che questo non sia il tribunale distrettuale di Uptown non è una buona scusa per fare tardi. Visto anche che fino ad ora non ci siamo mai nemmeno viste una volta.
Se fosse stata una scema a caso, probabilmente l'avrei già piantata e scelto un altro mentore... ma per lei, posso tollerare comportamenti del genere.
Dopotutto, sono stata la prima a diventare allieva di Terminator, 'Salinne'... o Saria Lonnie, come preferisce farsi chiamare adesso. Posso immaginare non sia ancora molto abituata al ruolo.

Il mio nome è Amelia Kendrick, ed ho 24 anni.
Ho i capelli rossi scuri con degli attachment viola, con un grosso ciuffo diviso in due a metà fronte con quello alla mia sinistra parzialmente ricadente sull'occhio e con entrambe le parti lunghe fino quasi al mento (grazie ai suddetti attachment soprattutto), con una piccola parte di capelli ricadente sul mio collo. Avevo poi gli occhi castani, ed ero vestita con un completo unisex carminio con una cravatta beige.
Sono da poco diventata un pubblico ministero, e questo è il mio primo caso. Avrei molto altro da dire, ma non sono una persona a cui piace perdersi in discussioni inutili. Il mio unico obiettivo è diventare il pubblico ministero numero uno, come il compianto Raye Doom per il commissariato e come gente quali Louis de Grandeville per la procura di cui ora sono parte.

Mi sedetti sul divano in attesa che il mio mentore arrivasse, osservandomi le unghie mentre riflettevo sul caso: il delitto sembrava fin troppo ovvio... il che non può che essere un bene. Voglio che la mia scalata al potere sia il quanto più rapida e semplice possibile... e se l'avvocato difensore è davvero Gladys, allora lo sconfiggere un avvocato veterano non farà altro che farmi diventare ancora più nota.
Ho già preparato i testimoni al meglio delle mie possibilità... non penso di aver fatto un brutto lavoro, ma ho la spiacevole sensazione che avrei potuto fare di meglio. Bah... in caso ci siano problemi ci penserà Salinne a correggermi. Mi basterà non ripeterne altri.
Proprio in quel momento, la porta dell'anticamera si aprì... e finalmente, lei arrivò.
La riconobbi immediatamente: capelli castani divisi in due e ricadenti vicino al collo in due corte 'code' non legate, un abito formale verde con gonna abbottonato (notai poi che aveva anche quel pomposo distintivo da procuratore appuntato... mah, strana scena, ma non mi lamento), sopra un maglione a collo alto nero. Indossava poi degli stivali marroni alti, ed attorno a lei roteava la sua mosca Zezè, come se fosse un piccolo satellite.
Era la prima volta che avevo modo di incontrarla personalmente, ma non vi erano dubbi: era lei, Salinne.

"Oh, salve. Tu devi essere Amelia, immagino. Complimenti per i capelli, è un bel taglio alla moda." mi disse lei, sorridendomi ed alzando la mano lievemente in segno di saluto. Io sorrisi di rimando con spavalderia, mentre spostavo una ciocca di lato.

"Non era il mio intento, ma apprezzo il complimento. Sì comunque, sono Amelia Kendrick: è un piacere conoscerla, signorina Salinne." replicai, mettendomi una mano sul fianco e con tono rispettoso.

"Il piacere è tutto mio: se non ti dispiace, però, preferirei essere chiamata Saria Lon... Lowiss, intendo. Puoi darmi tranquillamente del tu comunque, se non sbaglio hai un anno più di me. Mi stupisce che tu abbia voluto un mentore più giovane, se devo essere sincera..." fece lei, guardandomi con espressione lievemente curiosa.

"Preferisco mantenere un certo grado di formalità, signorina Lowiss: è sempre stata lei a condannare tutte quelle persone e battere tutti quegli avvocati, incluso mio cugino Keith Forrest. Lei è un mito ed una fonte di ispirazione per me e per molti procuratori neofiti, e la sua reputazione la precede." ammisi io, continuando a mantenere la mia espressione sicura di me sul volto.

Non lo sto dicendo per adularla... tutto ciò che sto dicendo è assolutamente vero: soprattutto, è stato il modo in cui ha sconfitto Keith che mi ha convinta che era lei il mentore che volevo.
Ad essere sinceri non ho avuto mai molti contatti con lui: siamo cugini da parte di sua madre, Silvia Forrest. Ci saremo incrociati sì e no cinque volte, e l'ho trovato sempre più irritante ad ogni nostro incontro.
Una volta che zia Silvia morì di cancro, io e Keith non ebbimo più motivo per incontrarci, e l'ultima volta che ho sentito di lui, mi aveva chiamato emozionato dicendomi che avrebbe intrapreso il suo primo processo, invitandomi a vederlo... e, quando mi presentai tanto per non sembrare insensibile, ebbi un posto in prima fila su quello che è passato alla storia come il caso SK-4, concluso con un verdetto di Colpevolezza e l'arresto non solo dell'imputato Arnold Todds, ma anche di mio cugino.
Un parente normale si sarebbe preoccupato per lui, avrebbe cercato di aiutarlo a rimettersi in sesto e probabilmente avrebbe passato molto tempo insieme a lui. Io non ho fatto nulla di tutto questo.
L'ho abbandonato a sè stesso, e mi sono concentrata sui miei studi legali, completandoli e diventando pubblico ministero.
Sinceramente non so nemmeno cosa gli è successo dopo quel processo, e non mi interessa per nulla. Per quel che mi riguarda, potrebbe stare ancora a marcire in prigione. E non me ne importa un fico secco.
L'unica cosa importante sono io, il mio futuro, e ciò che mi insegnerà Salinne.

Lei mi sembrò un pò sorpresa dalle mie parole, per poi abbozzare un sorriso (che sinceramente mi sembrò un pò falso, ma non mi importava poi tanto) e dire con modestia "Beh... ti ringrazio davvero per i complimenti in tal caso, Amelia, se posso darti del tu. Mi spiace comunque se non siamo riuscite ad incontrarci prima di oggi: sai, ho un figlio piccolo, e tra il mio lavoro e le faccendo di casa non ho molto tempo per altro: non ho potuto nemmeno chiamare qualcuno per badare a Gary, e prima di uscire ho dovuto dare un sacco di raccomandazioni a mio...", venendo interrotta prima che potesse completare la sua frase.

*DRIN DRIN*

Notai che Salinne sbuffò seccata, prendendo il suo cellulare dalla tasca.

"... marito. Scusa un attimo." completò, prima di aprirlo e rispondere alla chiamata.

... Ah, sì, è vero. E' sposata con quel tale, Lucious Lowiss.
'Il protettore dei difensori', famoso per il suo intervenire nei casi altrui e girare casi in un attimo, cosa che unita alla sua attività come avvocato difensore lo hanno reso piuttosto famoso.
Sinceramente, lo trovo un uomo schifoso che si è approfittato degli altri perchè non era capace di costruirsi la fama da solo. Non capisco per quale motivo la signorina Salinne abbia deciso di sposarlo... io al posto mio lo avrei mandato a quel paese.
Bah... non penso siano affari miei, in ogni caso. Ed almeno, visto che io sono un procuratore e lui è un avvocato difensore, avrò modo di prenderlo a calci nel sedere ed umiliarlo come si deve...

"No, guarda meglio, sono sicura di aver preso i pannolini... sì, sono sicura che siano del tipo corretto... no, li stai mettendo al contrario... esatto. Grazie mille tesoro, e mi spiace moltissimo farti fare questi servizi... vedrò di finire il prima possibile qui, e grazie per esserti offerto di guardare Gary. Se serve qualcos'altro chiamami, d'accordo? Ci sentiamo, ti voglio bene..." fece lei, dando istruzioni sulla complicata arte del cambio dei pannolini con aria seccata e annoiata, al contempo cercando di sembrare smielata e interessata, per poi chiudere e sbuffare tra sè e sè come aveva fatto prima. Evidentemente la situazione coniugale non era esattamente rose e fiori... o almeno, lo spero. Io non resisterei nemmeno mezzo secondo con un tipo come quello...

La sentì sibilare tra sè e sè "... Umpf, Lucious non sa nemmeno dove teniamo le cose per cambiare Gary...", prima che si voltasse verso di me e si scusasse dicendo "Scusa per il contrattempo. Comunque, come ti senti adesso? E cosa ne pensi del caso?"

Io feci le spallucce, per poi risponderle con tono neutro "Non sono granchè preoccupata, anche perchè ho già un'idea piuttosto chiara del caso. E' relativamente semplice e non penso che ci saranno brutte sorprese. Vincent Shields è sicuramente colpevole, e non ci sono molte prove che puntino ad altre soluzioni."

Vidi che Salinne abbassò per un attimo lo sguardo con fare pensoso, per poi guardarmi e replicare "Hm... sì, per quel che ho letto pare essere il caso. Cerca di prepararti su tutto e tieni a mente ogni dettaglio, però: non conviene per nulla sottovalutare la difesa.", avvisandomi con aria piuttosto seria e quasi severa.

... Per quel che ho letto? Ha fatto un lavoro arronzato, per caso?
E soprattutto, sul serio CONSIDERA persino la difesa? Pensavo che lei se ne fregasse altamente di quel che fanno gli idioti all'altro lato del tribunale...

"Oh, so cosa stai pensando, ma in realtà ho letto solo l'essenziale: voglio provare ad osservare come si svilupperà il caso e non saltare alle conclusioni. Non è un buon approccio per affrontare i caso, ho avuto modo di scoprirlo per esperienza: come tuo mentore, non voglio che anche tu compia lo stesso errore." aggiunse poi subito dopo.

"... Non capisco. Il nostro compito non è quello di condannare gli imputati? Perchè dovremmo dubitare della loro colpevolezza, se le prove puntano tutte contro di loro?" domandai confusa, non comprendendo il suo punto, e non pensando che mi avrebbe mai dato un consiglio del genere.

Lei chiuse gli occhi per un attimo, prima di guardarmi nuovamente, comunicandomi "Lo pensavo anch'io una volta, qualche anno fa. ma ora la situazione è diversa... e ti consiglio di non avvicinarti alla nostra professione con una mentalità da von Karma, non fa altro che creare problemi, per noi e per gli altri."

... Come sarebbe a dire? Credevo che fosse la norma in questo paese. Cos'è questa storia...? Si è fumata qualcosa, per caso?

"Comunque... mi piacerebbe continuare a parlare, ma a quanto vedo è quasi ora di entrare in tribunale. Ne discuteremo appena finito il caso, e continuerò a darti supporto e suggerimenti nel corso dell'udienza: in caso ci siano problemi gravi, prenderò io in mano le redini del caso. Tu sta calma e pensa a fare del tuo meglio, d'accordo?" mi chiese, guardandomi ancora una volta.

"D'accordo..." feci io annuendo, non impazzendo particolarmente per l'idea e per ciò che mi aveva detto.
Probabilmente lei si accorse della mia reazione, ma non disse nulla ed iniziò invece a dirigersi verso la sala udienze, mentre io mi limitavo ad osservarla
... Mentirei se dicessi di non essere rimasta un pochettino delusa. Non so, non mi ha dato la stessa impressione di imponenza che mi aveva dato durante il caso SK-4.
... Non essere frettolosa nel giudicarla, Amelia. Sono sicura che dentro è sempre Salinne. Non può essere diventata una rammolita nè essere patetica, anche se sembra più... 'soffice' di prima.
Se mi preoccupo in questo modo al primo caso non andrò molto lontana. Devo solo stare calma e fare del mio meglio, e tutto andrà per il verso giusto. Ne sono sicura.
E così, sperando di non starmi sbagliando, mi diressi verso la sala udienze seguendo a ruota il mio mentore, pronta a muovere i miei primi passi nel mondo legale.

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E con questo, finisce il primo capitolo della mia nuova fic di Ace Attorney, 'Gladys Lexer: Women At Law', con la quale intendo coprire temi e situazioni diverse da quelle dell'altra mia serie.
Come tutte le mie precedenti storie, questa si ambienta nello stesso universo delle storie 'Case: WL-0 - World of Lies' e 'Deeper than Void' di The Shadow, 'Eyes, Lies and Trusting Times' di Renna, 'Turnabout Retirement' di Aiacos e 'Lawrence Trueman' di mia proprietà, oltre a 'The Unsung Trials - Stories by Pikachu4Ever' e 'The Unsung Trials - Stories by the Shadow'.
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento, e che anche i prossimi vi possano piacere. Grazie mille a chiunque leggerà e commenterà, alla prossima!
Saria Lonnie (Lowiss a questo punto della storia), Thomas Lonnie, Raye Doom, Lucious Lowiss e Gary Lowiss appartengono a The Shadow.
Bree Hughes e Louis de Grandeville appartengono a Renna.
Keith Forrest appartiene sia a me che a The Shadow.
  
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