E in certi giorni,

in certi momenti,

vorrei smettere di correre.

Ma poi ricordo.

Ricordo che, la “Corsa Scompigliata”, non ha una fine.

Mettendomi nuovamente la maschera, continuo a ballare.

Stava lì.

Dondolandosi sulla sedia sotto l'ombra del grande albero, che maestoso, regnava al centro di quel giardino, muovendosi e danzando, di volta in volta, col vento.

:<< Noioso... >> disse, con la testa leggermente inclinata.

Quel giorno, il sole era alto nel cielo, le bianche nuvole passeggere non ostacolavano i suoi raggi.

:<< Nulla... >>

Nulla si udiva.

Non c'erano volatili cinguettanti, ospiti indesiderati, o qualche anima vivente.

Era solo, solo in quell'immensa villa che lo aveva adottato ma di cui non si sentiva parte, perché non gli era mai reso possibile e mai l'avrebbe voluto.

Dopo l'ennesimo sospiro e lo sguardo vuoto.

Si alzò deciso.

Raccolse le forbici che prima aveva fatto cadere, dopo aver ridotto a brandelli un peluche, e si decise a potare le rose.

Gli piaceva quel tintinnio che solo le forbici potevano procurare, lo rilassava.

Ma più di tutto, gli piaceva recidere quelle rose. Un taglio netto. Un solo movimento, e il gambo era staccato.

Raccolse tutto il bianco cotone da terra e lo posò sul tavolino in semi ombra dell'albero.

Scese due gradini, che li dividevano dalle aiuole e si accucciò vicino una di esse.

:<< Bianche o rosse >>

Solo quei due toni.

Tagliò un gambo.

:<< … bianca... >>

Senza preoccuparsi delle spine, lo strinse in mano.

Bianco …

perché ti considerano così innocente?

Perché ti considerano così puro?

Proprio tu che puoi facilmente cedere in tentazione.

Proprio tu che puoi facilmente sporcarti.

Proprio tu che sei così ben voluto.

Stringendo, sempre più intensamente... pian piano piegando sempre di più le dita, la sua pelle venne recisa.

Appena vide delle gocce di sangue, farsi strada sul palmo per poi schiantarsi al suolo dopo un tuffo, sorrise.

:<< La regina di cuori odia il colore bianco. Ecco perché... le stiamo dipingendo rosse. La regina ama il colore rosso. Se non ci sbrighiamo a finire ci taglierà la testa! >> disse canticchiando.

Le sue parole, vennero portate via dal vento, dopodiché il silenzio continuò a regnare.

Lasciò cadere la rosa.

La fece cadere sulla piccola pozza del suo sangue che si stava formando.

Goccia dopo goccia, petalo dopo petalo, tutto diventava rosso.

:<< Le fiamme, la torre, le persone... me... è tutto rosso. >>

Guardò il palmo della sua mano.

Il sangue metteva in risalto le linee della mano.

:<< Eppure la regina ha un segreto. La regina ama il colore bianco. La regina non vuole dipingerle di rosso. La regina odia il rosso. >>

Ma la regina deve essere forte, la regina di cuori deve dominare, la regina ha bisogno di essere forte.

Non posso cadere, nonostante sia già caduto.

Non posso urlare, nonostante mi senta scoppiare.

Non posso uscirne, perché questa è la corsa scompigliata e c'è una sola vincitrice... Alice.

Ma , il moscardino ha cambiato il corso della storia.

Il moscardino ha disubbidito al ruolo regalatogli.

Il moscardino, gioca secondo le sue regole.

Sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, alzò lo sguardo al cielo.

:<< Il moscardino doveva farsi uccidere dal Cappellaio, ma il Cappellaio non l'ha fatto. Aspettare che il colpo fatale fosse sferrato. Questo voleva la regina di cuori. Il moscardino morto. Ma tutto andrà avanti come vuole il professore... Ora potrà dormire in silenzio. “Ognuno è libero di suicidarsi” “Fermati!” “Non se ne parla. Io non ubbidisco ai tuoi ordini.”

Che strana storia. Che folle mondo. >>

Ghignò.

Socchiudendo gli occhi per i troppi raggi, si mise a sorridere.

Il cielo è vasto...

troppo vasto.

Il sole è luminoso...

troppo luminoso.

Vorrei essere come aria, invisibile ma indispensabile.

Eppure, sono …

Si lasciò cadere a terra.

Disteso su quel viale, con braccia allungate verso il cielo come se volessero afferrare qualcosa.

Qualcosa che non verrà mai.

Qualcosa che ha lasciato andare tempo fa.

Qualcosa che … non ha importanza.

Lasciando cadere le braccia a terra a peso morto, chiuse gli occhi.

Le forbici vicino alla pozza di sangue, ormai prosciugata dalla rosa, risplendeva al sole.

Il moscardino e la regina dei cuori.

:<< Il moscardino dorme, la regina prevale. Ma il moscardino si risveglia, lasciandomi travolgere dalla storia... >>

Non c'è spazio per me tra i vivi.

Non c'è spazio per me nella storia.

Io sono solo un capitolo vuoto.

Io sono un capitolo che sta per essere cancellato.

Dietro le quinte, mi dissolverò.

:<< Nere... >>

Aprì gli occhi. Le nuvole stavano per arrivare, l'aria si era rinfrescata.

Le forbici vennero raccolte.

L'ombra, il nulla … io sono loro e loro sono me. Il nero è l'unico alla fine.

:<< Vincent-sama. >>

La serva, in tutta la sua freddezza, stava in piedi davanti alla sagoma del ragazzo.

Si alzò lentamente.

Prese le forbici dalle mani della ragazza e gli ordinò.

:<< Un cavallo nero, e delle rose... tutte nere. >>

:<< Ai suoi ordini >>

La ragazza scomparve.

Una risata. Un sospiro silenzioso.

Il tempo dei sentimenti era finito, il ballo incominciava.

Guardò la rosa ai suoi piedi.

:<< Essicca. Essicca con tutte queste emozioni. Essicca moscardino >>

Lanciandogli un ultima occhiata, si girò.

Si mise la maschera, e si preparò.

:<< Devo entrare in possesso dei ricordi di Chesire. >>