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Autore: Horror3    13/09/2013    0 recensioni
[avventura]
Questa storia parla di un viaggio immaginario, di un sogno. Di qualcosa che può accadere solo nella fantasia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Mi ritrovai disperso in una grande pianura, tutta verde, tutta fiorita e non sapevo come ero arrivato lì. Inizia così la mia storia, il mio lunghissimo cammino per il Paradiso.
Aprii gli occhi, davanti me un grande spettacolo, mai visto, una cosa che mi spezza il fiato, fiori di ogni colore, di ogni tipo che colorano il paesaggio. Pensavo in realtà che stessi sognando ma, mi diedi dei pizzichi al braccio e sentivo il dolore, ero sveglio, mi alzo da terra e seguo quel sentiero che era comparso magicamente sotto i miei piedi non sapevo dove mi conduceva ma nonostante questo camminavo. Prima di proseguire il mio viaggio dovrei raccontarvi chi sono? Ecco, il mio nome è David provengo dalla lontana Lilliput, terra non conosciuta da tutti ma posto bellissimo in cui abitare dove regna pace e serenità. Non so come mi sono trovato a percorrere questo sentiero e ne come mi sono svegliato in questo prato ornato, profumato, di mille colori diversi che si fondono in un unico colore, quello della fantasia. Mi ero addormentato dopo aver letto un libro “Verdum” ed eccomi risvegliato in questo spettacolo. Mi incamminai e passò tanto tempo che i giorni   sembravano nascessero solo per scrivere una pagina di storia. Finalmente vidi una casa e vi ci entrai dentro, lì incontrai un mago, Tommy. Beh, a dire il vero, all'inizio della nostra storia Tommy era solo un apprendista mago, data la sua giovane età.
Da bambino il piccolo Tommy era sempre stato affascinato dalle storie che gli raccontava il padre la sera, prima che si addormentasse; storie di cavalieri eroi,  dell’eterna lotta fra il bene e il male.
A quei tempi non si usava raccontare favole ai bambini: non c’erano scuole, non c’erano libri di storia, solo i ricchi avevano accesso a una forma d’istruzione, grazie ad istitutori privati, così la storia la tramandavano i padri ai figli raccontandola come una fiaba, con la stessa enfasi e lo scopo era d’indirizzare i bimbi verso il bene.
Al piccolo Tommy piaceva sentire dei combattimenti fra draghi, di cavalieri che combattevano addirittura la magia nera delle streghe per salvare le loro amate, che comunque erano sempre principesse, mai contadine. E così iniziò a raccontarmi le favole più belle che aveva sentito raccontare da suo padre, da come le raccontava anche io rimasi legato così tanto che pensavo fossi il protagonista . Mi raccontò che aveva deciso che sarebbe diventato un mago solo perché non poté divenire cavaliere anche se era affascinato da quel ruolo. Mi domandò se anche io avessi voglia di seguirlo nel suo cammino di mago; -io entusiasmato risposi di si. Così un giorno ci presentammo al mago di corte, forse non il mago più potente del mondo, ma certamente un buon uomo, un mago discreto e dotato di grande esperienza, soprattutto nella formazione dei giovani maghi.
Certo che trasformare due persone come noi, inesperte di magia  in dei maghi non era cosa da poco e poi non tutti hanno insite in sé le doti necessarie per diventare maghi.
Soprattutto occorre la forza d’animo e la rettitudine per non farsi attrarre dal lato oscuro della magia.
Queste doti Tommy ed io le possedevamo naturalmente e Aleandro, il maestro mago, lo intuì subito e ci accettò come suoi apprendisti.
Il mago Aleandro ci propose un addestramento particolare , non una cosa da veri maghi, ma da veri uomini: per alcuni giorni  dovevamo stare seduti davanti a una tavola imbandita senza mangiare né bere nulla di quanto ci veniva proposto. Era passato tantissimo tempo ed io avevo dimenticato pure che non sapevo ne come ne quando ero arrivato in quel posto magico dove incontrai questo mago, dove intrapresi l’addestramento per divenire ciò che mi entusiasmava. Eravamo troppo determinati e nessuna sfida ci toccava nel profondo, anche quando dovevamo affrontarci noi due contro. Io e Tommy presentavamo doti mai viste, abilità innate, che il nostro maestro sorpreso ci portò in un lungo viaggio con lui dove incontrammo altri maghi: eravamo diventati i maghi più abili e giovani dell’intero pianeta.
Durante tutto questo intrepido viaggio dal mio risveglio in quella foresta ricca di fiori fino a questo punto, una domanda ancora girava nella mia testa: come ritornare a Lilliput il mio luogo natale? Ma non trovando risposta il tempo passò veloce e raggiunsi l’età di 18 anni, il maestro mi diede un libro magico che donava solo ai maghi che presentavano una notevole aspirazione per la magia, ed io ero uno di quelli il più bravo insieme a Tommy. Aprii il libro come se fosse una cosa preziosa, lentamente, facendo in modo di non rovinarlo nemmeno un po’, i miei occhi andavano su e giù finché non si soffermarono su una formula. La formula mi consentiva di trasportarmi in qualsiasi posto io pensassi e desiderassi; tutto sembrava fatto però per usare quella formula mi serviva un amuleto che era situato sul monte Armit,  protetto da un feroce drago ed io non potevo affrontarlo da solo, e di conseguenza chiesi aiuto al mio carissimo amico Tommy. Ci avventurammo così nell'ultima avventura in cui noi due saremmo stati insieme visto che dopo la buona riuscita della missione le nostre strade si sarebbero separate.  Così fu, annientammo il drago ed io recuperai l’amuleto. Ci allontanammo dal quel monte e io recitai la formula, di botto mi ritrovai nel mio letto a Lilliput, mi alzai e tutto era normale come se non fossi mai sparito, infatti, era ancora notte e i miei genitori dormivano senza preoccupazione ignari del mio lungo ed estenuante viaggio.  A  tale scoperta pensai che fosse stato un sogno così realistico da sembrarmi realtà, perciò decisi di pronunciare qualche formula ma niente, non succedeva niente, era stato tutto un sogno, un semplicissimo sogno, la mia fantasia mi aveva trasportato nella valle di Verdum, quella valle che era narrata nel libro che avevo poc'anzi finito di leggere. Ed ora sono tornato nella realtà, in quella noiosa sfida di sopravvivenza, nel posto dove le uniche cose fantastiche sono i sentimenti.
 
  
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