Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Celeste9    13/09/2013    6 recensioni
Niall e Nina sono come due rette incidenti: nessuno dei due conosce l’origine o la destinazione dell’altro, procedono in direzioni diverse e possono incontrarsi solo una volta in un unico punto. Quel punto è un luogo, Bournemouth, e una data, 13 settembre 2013; è il momento che entrambi hanno scelto per regalarsi una fuga dai rispettivi mondi.
Credits: le parti virgolettate sono una mia traduzione della canzone Out of This World di The Cure.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Angolino dell’autrice: Non si tratta di una vera e propria songfic, ma la canzone del titolo accompagna Niall per tutta la giornata.
Dedicata a Anna/Faith14 che ama “Out of this World” quanto me e ovviamente al nostro neo ventenne Niall.

 

OUT OF THIS WORLD
 
Niall 7.00 am:
Oggi compio venti anni e vorrei tanto poter dire che lo zero della cifra è una bocca spalancata in uno sbadiglio provocato da un compleanno banale, come quelli che avevo da bambino: la mano pronta a pulire i baci di nonna, la trepidazione nell’aprire i pacchetti o le buste, i regali di mio fratello incartati in un giornale e accompagnati da un “To’, auguri” biascicato di fretta e di malavoglia. E invece no, sono Niall Horan, devo fare una festa esplosiva, in un locale alla moda, devo eccedere, bere, invitare belle ragazze. Tutto già visto, già passato, in fondo appena quindici giorni fa, ero nella bolgia del Funky Buddha a festeggiare Liam; quanto è cambiato quel ragazzo, a volte mi chiedo se finirò così anch’io, literally steamin’ a pomiciare con una tipa vestita in modo appariscente cui interessa solo il mio portafogli.

-Che regalo vuoi Niall?- mi ha chiesto mia cognata poco fa al telefono quando lei e Greg mi hanno chiamato per farmi gli auguri.
-Non essere sciocca Denise, cosa vuoi regalare a un ragazzo che ha tutto?- l’ha ripresa mio fratello.
Voglio un compleanno noioso, col dolce fatto in casa e le candeline già usate, voglio la mia famiglia e non una bolgia di sconosciuti, voglio dare il biberon a Theo e non la bottiglia a una ragazza che non avrò voglia di rivedere domattina. Voglio un giorno fuori dal mondo.

Nina 7 am:
Sono già di corsa alle 7 del mattino: sveglio i bambini, ne vesto uno e l’altra si toglie le scarpe, la pipì che scappa quando sono alla porta con le chiavi in mano, la solita litania di “muoviti, sbrigati, facciamo tardi!”. Li caccio in auto con la sensazione di aver dimenticato qualcosa, quando so benissimo che quel “qualcosa” sono io alla quale ho dedicato solo una frettolosa occhiata allo specchio
.
Alle 7.45 loro sono finalmente per mano all’educatrice ed io in fila al distributore. Improvvisamente il sole fa capolino da una nuvola e illumina un’auto a noleggio: è una Golf cabrio, ne ho sempre desiderata una, rossa, e invece ho una familiare grigio topo perché tra passeggini, giochi e quant’altro ci vuole una macchina comoda e di un colore che regga bene lo sporco. Scopro che la noleggiano e improvvisamente un’idea balzana si fa largo nella mia mente: un giorno fuori dal mondo.
-Quanto ci vuole per noleggiarla fino a stasera?
-Quarantatre sterline.
Non è molto, ma è sempre troppo per le mie tasche, non posso spendere tanti soldi, nemmeno per un desiderio grande come il mio. La delusione che ho dipinta in faccia commuove il proprietario, deve essere il mio giorno fortunato.
-Mi ridarai solo i soldi della benzina, riportamela tra dodici ore e divertiti- mi dice sorridendo.

La prima bugia arriva alle 8 del mattino ed è per mia madre alla quale chiedo di andare a prendere i bambini e tenerli fino all’ora di cena. Non l’ho mai fatto prima e lei si agita.
-È successo qualcosa?
-Dopo il lavoro devo fare un salto dal medico e non so che ora ci farò.
-Non sarai  mica incinta? Di nuovo!- mi dice, come se toccasse a lei crescere i miei figli, come se fosse lei quella che a ventitré anni si ritrova ad aver fatto due bimbi uno dietro l’altro con un marito fantasma.
 -È solo un controllo.

La seconda bugia non ho neanche il tempo di dirla perché il mio datore di lavoro mi conferma che non c’è alcun gruppo di turisti previsto per la giornata e quindi sono libera.
Libera. Come suona bene questa parola.

Niall 9 am:
Greg ed io, da bambini, facevamo sempre un gioco: girare il mappamondo e, tenendo gli occhi chiusi, indicare un punto qualsiasi che sarebbe stato il luogo in cui avremmo vissuto; a me toccava sempre l’oceano, il blu più assoluto, senza nemmeno un’isoletta su cui mettere radici, chissà forse era destino che fossi un cittadino del mondo.

La destinazione questa mattina l’ha decisa un raggio di sole che si è posato sulla pubblicità di una rivista aperta sul pavimento “ Benvenuti a Bournemouth”. Ho lasciato il cellulare sul letto e me ne sono andato senza dire niente a nessuno; la radio mi ha fatto compagnia per tutte e cento le miglia; a un certo punto hanno trasmesso “Out of this World” dei Cure, ho sorriso nel pensare quanto sia vero quel testo, “La vita vera è la ragione per cui vogliamo vivere un’altra vita, vogliamo sentire un altro tempo”. E se prima sognavo la celebrità, adesso rivorrei indietro la mia normalità, con la stessa incoerenza di quando sei bambino e non vedi l’ora di crescere e poi una volta adulto, vorresti tornare all’infanzia.

Cappellino da baseball, occhiali da sole, sembro un ragazzo qualsiasi, almeno, il gelataio non mi ha riconosciuto. Mi siedo per terra, la sabbia è umida, ma non m’importa; ci sarebbero un sacco di cose da fare qua, solo che non mi va di fare nulla, niente sport, niente attrazioni, niente visita della cittadina: voglio solo starmene qui senza combinare niente e godermi il mio regalo di compleanno.

Nina 9 am:
Bournemouth è splendida, amo il mare, mi rilassa, dovrei venirci più spesso, in fondo è solo a poche miglia da dove vivo, ma con i bambini non sarebbe la stessa cosa “Non andare in acqua che hai mangiato! Non camminare sugli asciugamani! Non tirare la sabbia al signore!”. Urlare, non faccio altro dalla mattina alla sera e invece avrei bisogno solo di un po’ di silenzio.
Mentre venivo qua, mi sono goduta il viaggio in un’auto pulita, senza voci lamentose dal sedile posteriore, con la musica che volevo io e non quelle assurde canzoni per bambini, con i loro sciocchi ritornelli.
Mi sono fermata in un negozio sul lungomare e ho comprato un vestito rosa, mi sorprende che mi stia bene. Non ricordo neanche quand’è stata l’ultima volta che ho messo qualcosa di chiaro o una gonna, sono sempre chinata a raccogliere cose o pulire nasetti e non credo che alle persone interessi il tipo di biancheria che porto, meglio dei pratici pantaloni per coprirmi durante i miei movimenti scomposti.
Ho sciolto i capelli, mi sento bene, sono seduta in un chiosco sulla spiaggia e sto bevendo una coca cola e la finirò tutta senza che nessuno me ne chieda un sorso o me ne rovesci un po’ addosso. E credo che leggerò il giornale, fino alla fine, senza interruzioni. Arrivo alla pagina degli spettacoli, ci sono gli One Direction; beati loro, che problemi possono avere questi ragazzi con tutti i soldi che hanno? Cantano, viaggiano, vanno alle feste, chiunque vorrebbe appartenere al loro mondo.

Un colpo di vento, la pagina vola e va addosso a un ragazzo che se ne stava tranquillamente seduto in spiaggia, vado a scusarmi. Si toglie il foglio dalla faccia, fissa la foto e la sua bocca fa una piega amara, lo guardo e mi accorgo che quel volto impiastricciato di gelato è di Niall Horan. Mi guarda anche lui aspettandosi una reazione qualsiasi, ma io me ne sto impalata senza sapere cosa fare. Rovisto nella borsa e gli porgo una salvietta umidificata, si toglie il gelato dal viso, poi dice:
-Sono le stesse che usa il mio nipotino: puzzo di sedere di neonato adesso!
E invece di arrabbiarsi, ride, di cuore, con la bocca così aperta che gli posso vedere persino le otturazioni, ride come se non lo facesse da tanto tempo, come se quella risata fosse rimasta nascosta in un angolino delle sue labbra aspettando un buon motivo per venire al mondo.

È bello, anche così, col sudore che gli cola dal cappellino calcato sulla testa, la maglietta stropicciata, il viso acceso dal troppo ridere.
-Hai l’aria di uno che è appena scappato da casa.
-Anche tu: il tuo vestito ha ancora il cartellino attaccato, aspetta che te lo tolgo.
Mi scosta i capelli dal collo e con i denti taglia la targhetta, nel farlo la punta del suo naso mi solletica la nuca e mi provoca un brivido che non dovrei provare, mi ritraggo.
-Vado a finire la mia Cola adesso- dico alzandomi, ma lui mi prende delicatamente per un braccio.
-Come ti chiami?
-Nina, che non è il diminutivo di Valentina né quello di Annina, è Nina e basta.
-Io sono Niall, Niall e basta.

E con quelle cinque lettere è come se mettesse un punto tra la sua vita di artista e quella di un ragazzo seduto in spiaggia che si è ritrovato tutto il gelato in faccia a causa di un foglio di giornale portato dal vento scappato a una fuggitiva come lui
.
Niall 9 am
Nina, portata dal vento come il foglio di giornale che mi ha ricordato impietosamente chi tornerò a essere una volta finita questa giornata. È buffa, con quei capelli scarmigliati e le sneakers rosse che fanno a pugni col colore del vestito, ed è bella se ci si mette a guardare oltre quel velo di trascuratezza che sembra averla soffocata per troppo tempo.
Se l’avessi incontrata in un altro momento non l’avrei neanche guardata e invece oggi non desidero altro che trascorrere il mio compleanno con lei perché ha addosso il mio stesso odore di libertà rubata.
-Ti va di essere la mia compagna di viaggio per oggi?
Gira nervosamente la fede intorno all’anulare, la vita reale da cui sta scappando, quella cui ritornerà una volta lasciata Bournemouth esattamente come io tornerò alla mia.
-Non credo sia il caso- esita.
-Non vorrai lasciarmi solo il giorno del mio compleanno?- insisto.
-Va bene- dice distendendo la bocca in un largo sorriso.

Ci facciamo una lunga camminata dal Bournemouth Pier a quello opposto, Boscombe, e parliamo di tutto: sport, cucina, viaggi, parliamo di noi senza dire niente di noi.
Ci fermiamo a prendere qualcosa da mangiare a un chiosco; una ragazza mi fissa e sostiene che assomiglio a Niall degli One Direction, Nina la gela con lo sguardo e le dice:
-Scherzi? Non c’entra assolutamente niente con quello!  Lui è molto più bello! E poi ti pare che il giorno del suo compleanno Niall Horan se ne starebbe a mangiare un panino sulla spiaggia?
Forse è vero, ha ragione lei, oggi non c’entro nulla col ragazzo sulle riviste o in video, oggi sono Niall, Niall e basta.
Ci sediamo su un muretto, forse è merito del sole, delle chiacchiere di Nina o del panino che sto mangiando, ma sono sereno come non lo ero da qualche tempo. È una ragazza molto spiritosa, spara una battuta e mi fa ridere a crepapelle, poi mi guarda seria e dice:
-Niall il sorriso di prima… non perderlo mai. Voglio ritrovarlo la prossima volta che ti vedrò su una rivista.
E mi tornano in mente ancora le parole della canzone che ho sentito in auto:
 “Quando ripenseremo a tutto questo, come so che faremo, tu ed io a occhi spalancati, mi chiedo se ci ricorderemo davvero come ci si sente a essere vivi”.

Nina 6 pm
La giornata con Niall è volata, è stata meravigliosa senza aver fatto niente di particolare, solo passeggiare e chiacchierare. Quanto tempo era che non facevo un lungo discorso con qualcuno senza parlare di bambini o di gravidanza! E ho riso, fino ad avere le lacrime agli occhi, perché lui è un vero buffone ed è riuscito a tirare fuori il lato più allegro del mio carattere, quello che avevo sepolto dietro ansie e preoccupazioni. Farò tesoro di questa giornata fuori dal mondo, sorriderò di più e mi arrabbierò meno, cercherò di prendere tutto più alla leggera e smetterla di fare un dramma per il succo di frutta rovesciato sul pavimento appena pulito o se mio marito va a giocare a calcetto lasciandomi sola con due iene urlanti. Voglio essere serena come oggi, tra l’altro se sono felice sono anche più bella, non è un pensiero mio, l’ha detto lui: Niall ha appena detto che sono bella, guardandomi in un modo cui non credo di poter resistere a lungo.

Niall 6 pm
Mi piace Nina, mi piace perché è di quelle persone che non si prendono mai sul serio.
-Sei bella quando ridi: ti vengono le fossette sulle guance.
-Saranno rughe!
E ride di nuovo, mentre io sono come bloccato, riesco solo ad avvicinare il mio viso al suo, le mie labbra alle sue. Le rubo un bacio cui, però non risponde; mi allontana con garbo, ma in maniera decisa.
-Niall, non posso.
“Ma la vita vera è il motivo per cui restiamo per un altro sogno, un altro giorno, per un altro mondo, un’altra strada, per un altro modo. Un’ultima volta prima che sia finita, un’ultima volta prima della fine, un’ultima volta prima che sia ora di andare. Di nuovo”
Siamo di fronte ad un albergo, mi faccio coraggio e le chiedo se vuole salire in camera con me. Non mi dà una risposta immediata, so cosa le sta passando per la testa, poi mi accarezza sulla guancia, la voce le trema leggermente.
-Sarebbe troppo bello e troppo facile varcare quella soglia e finire a letto con te, ma non volevo questo quando stamattina ho deciso di regalarmi una giornata tutta per me. Una fuga dalla Nina che mi aspetta una volta restituita l’auto a noleggio, quella che guida una familiare grigio topo, che porta in giro per musei turisti pigri e passivi, che ha due figli indisciplinati, un marito distratto e poco presente e due genitori apprensivi. Ma è la mia vita vera e sebbene a volte la trovi poco gratificante o soffocante è quella che ho e devo fare in modo che funzioni bene.

Mi sta dando una bella lezione, forse dovrei guardare in modo diverso la mia esistenza, cercare di viverla al meglio dando valore a ciò che conta davvero. Essere Niall e fare ciò che voglio, non quello che si aspettano da me.
-Adesso devo andare. Buon compleanno Niall, sei un ragazzo speciale, cerca di non perderti per la strada. Addio.
-Addio.
“E so che dobbiamo andare. Mi rendo conto che dobbiamo sempre voltarci le spalle. Dobbiamo sempre tornare alla vita vera”.
Stavolta, però, ci torniamo con un sorriso, vero Nina?
 

 
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Celeste9