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Autore: tisdalesvoice    13/09/2013    6 recensioni
Pensò ancora una volta a tutto quell'odio, a tutto quel dolore e tenendo saldamente la lametta, tagliò.
Per quanto ci fosse abituata, la lama fredda che si scontrava con la sua pelle così rudemente le mozzò quasi il fiato.
Il sangue uscì prima in piccole bolle, poi lentamente iniziò a scorrere contro il suo polso e lei amava sentire quel liquido scorrerle contro la pelle. Ancora una volta, la faceva stare bene.
Non appena si era seduta lì, su quel davanzale, le lacrime avevano gia' riempito i suoi occhi e non avevano perso tempo a scendere, rigando il suo dolce viso.
Non sapeva fare altro se non quello: piangere e continuare a far del male a se stessa perchè sembrava il modo piu' facile per dar ragione ai suoi pensieri, alle sue paure.
Voleva affondare di piu' quell'oggetto nella sua pelle, sentire il dolore vero, quello che lentamente l'avrebbe portata via da quel mondo senza nessuna preoccupazione se non quella che qualcosa in lei le diceva che stava facendo la cosa sbagliata... ma non poteva farci nulla.
Prima che potesse approfondire quel taglio, una voce la fermò.
«Violet.»
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Os ispirata alla canzone dei Nickelback - Lullaby.
Genere: Drammatico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Canzone: Nickelback - Lullaby.




 
I know the feeling of finding yourself stuck out on the ledge, 
and there ain't no healing from cutting yourself with the jagged edge. 
I'm telling you that it's never that bad. 
Take it from someone who's been where your at laid out on the floor.
And you're not sure you can take this anymore. 


Sentiva il freddo della lama contro il suo polso, contro le sue dita, contro la sua pelle bianca.
Aveva promesso a se stessa così tante volte di non farlo ma era così difficile.
Tutto ciò che sapeva era che quella, per lei, era una via d'uscita da tutto quel male che la circondava. Nonostante provasse dolore, quello non era paragonabile a ciò che provava tutti i giorni. Preferiva il dolore fisico a quello mentale. Tutto quello sembrava aiutarla, sembrava farle bene e continuava a farlo. E infondo sapeva che se avrebbe continuato, l'avrebbe portata alla sua distruzione; forse voleva proprio quello. 
Tutti dicevano che non bisognava abbattersi al primo ostacolo, che se ci sarebbe stato qualcuno ad intralciarti la strada durante il tuo cammino, tu avresti dovuto combatterlo fino a distruggerlo e lei faceva esattamente quello. Combatteva contro il suo peggior nemico: se stessa. E si, ci stava riuscendo a distruggerlo, ma il punto era che non avrebbe avuto nessun'altro sulla sua strada una volta distrutto. Sarebbe scomparsa, per sempre, facendo un favore a tutti; almeno era quello che credeva lei.
Il punto era che tutto ciò che vedeva, tutto ciò che pensava, era tutto nella sua testa. 
Si guardava allo specchio e ogni giorno continuava ad odiarsi ancora di piu' perchè non si piaceva. Odiava i suoi fianchi, le sue gambe, la sua pancia, il suo carattere, il suo essere timida, il suo essere insicura, odiava tutto di lei e non riusciva piu' a sopportare tutto quell'odio, tutto quel dolore. Avrebbe voluto finirla una volta per tutte, e quello sembrava il momento adatto per farlo, per andarsene per sempre.
Pensò ancora una volta a tutto quell'odio, a tutto quel dolore e tenendo saldamente la lametta, tagliò. 
Per quanto ci fosse abituata, la lama fredda che si scontrava con la sua pelle così rudemente le mozzò quasi il fiato. 
Il sangue uscì prima in piccole bolle, poi lentamente iniziò a scorrere contro il suo polso e lei amava sentire quel liquido scorrerle contro la pelle. Ancora una volta, la faceva stare bene.
Non appena si era seduta lì, su quel davanzale, le lacrime avevano gia' riempito i suoi occhi e non avevano perso tempo a scendere, rigando il suo dolce viso. 
Non sapeva fare altro se non quello: piangere e continuare a far del male a se stessa perchè sembrava il modo piu' facile per dar ragione ai suoi pensieri, alle sue paure. 
Voleva affondare di piu' quell'oggetto nella sua pelle, sentire il dolore vero, quello che lentamente l'avrebbe portata via da quel mondo senza nessuna preoccupazione se non quella che qualcosa in lei le diceva che stava facendo la cosa sbagliata... ma non poteva farci nulla. 


 
So just give it one more try to a lullaby and turn this up on the radio. 
If you can hear me now, 
I'm reaching out to let you know that you're not alone. 
And you can't tell: "I'm scared as hell", 
'cause I can't get you on the telephone. 
So just close your eyes; well, honey, here comes a lullaby.
Your very own lullaby. 


Prima che potesse approfondire quel taglio, una voce la fermò.
«Violet.»
Lei alzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri di Niall che la guardavano spaventato.
Alla vista del ragazzo poco distante da lei, Violet non riuscì a fare altro che far aumentare i suoi singhiozzi e a guardare il suo polso. Voleva tagliarsi ancora, voleva farlo e nemmeno la presenza di Niall l'avrebbe potuta fermare.
Provò a rovinare la sua pelle ancora una volta, ma le mani ferme di Niall non glielo permisero.
Il ragazzo tennè una mano ben salda sul polso di Violet, cercando di fermare il sangue che non smetteva di uscire. 
«Niall, lasciami!» tentò tra i singhiozzi.
Nel tentativo di liberarsi, la lametta cadde dalla mano di Violet e in quel momento si lasciò andare, appoggiandosi contro il petto del biondo e piangendo piu' forte di prima. Tra le lacrime, si rese conto che si faceva paura da sola. 
«Shh, va tutto bene.» le sussurrò dolcemente Niall, tenendo sempre ben stretto il suo polso.
La sua mano era oramai rossa, ma non gli importava. Continuava a stringere cercando di non farle male così da non farle perdere altro sangue e con l'altra mano libera, le accarezzava dolcemente la schiena sperando di tranquillizzarla. 
Violet riuscì a regolare il suo respiro, ma le lacrime non smettevano di scendere dai suoi occhi. Tra le braccia di quel ragazzo, si sentiva così al sicuro, protetta. Era come un rifugio da tutto quell'odio che la circondava, che teneva dentro. Si sentiva così tremendamente bene e non si sentiva così da... sempre. Era una sensazione magnifica che lei avrebbe voluto provare in eterno. 
«Vieni con me.» mormorò Niall.
Il biondo poggiò una mano dietro la schiena di lei, per farle da sostegno e non appena Violet scese da quel davanzale, si rese conto di quanto fosse debole. Se non ci fosse stato lui, probabilmente sarebbe caduta a terra. Sembrava non avere forze. 
Violet si aggrappò completamente a lui, come se la sua vita dipendesse da questo e infondo, era proprio così. 
Entrarono in bagno e Niall la fece sedere sul bordo della vasca, mentre lui prendeva la mano di lei e la poggiava dov'era stata la sua poco prima, intimandola a stringere forte il suo polso.
«Ti prego, stringi.» quasi le pregò.
Violet fece gli era stato detto non accennando nulla se non dei piccoli singhiozzi. 
Niall si sciacquò velocemente la mano nel lavandino e poi cercò tra i mobiletti del bagno dell'occorrente per curare quel taglio. Quando trovò dell'ovatta e del liquido disinfettante, si sedette accanto a lei.
Prese il suo polso delicatamente e vide che il sangue non usciva in abbondanza come prima. Guardandolo meglio, Niall fu sollevato nel vedere che quel taglio non era così profondo come pensava. 
Aprì la bottiglina e sparse un pò di liquido sull'ovatta iniziando poi a tamponare sulla ferita. 
Sentiva Violet gemere di dolore accanto a sè, e non poteva biasimarla visto che il liquido bruciava un pò. 
Quando fece un pò piu' di pressione, la mora trattenne un gemito e Niall allentò subito.
«Scusami, piccola, scusami.»
Violet fece un piccolo mugugno, facendogli intendere che non doveva scusarsi. Poteva sopportare quel dolore anche se i suoi piccoli gemiti la contraddicevano. 
Non sapeva nemmeno perchè lo lasciasse fare, la lasciasse medicare pur sapendo che probabilmente si sarebbe fatta ancora del male. Ma comunque, apprezzava tutto ciò che il biondo stava facendo. Gliene sarebbe stata sempre grata perchè nessuno aveva mai fatto un gesto del genere per lei. Si sentiva... importante.
Una volta finito di medicare la ferita, Niall prese la benda e iniziò a fasciarle il polso. Per tutto il tempo della medicazione non si erano detti una parola, nemmeno uno sguardo. L'unica cosa che si sentiva tra quelle mura erano i singhiozzi e i gemiti della ragazza, e i sussurri di Niall dove si scusava per il bruciore che il liquido le procurava.
La mano di Violet era ancora sporca di sangue per aver tenuto il suo polso al posto del ragazzo, così Niall la fece alzare e piano l'avvicinò al lavandino iniziando a lavarle la mano. E lei non si lamentava neanche un pò. Lasciava sì che Niall si occupasse e si prendesse cura di lei perchè da sola, sembrava non riuscire a farlo. 
Dopo averle asciugato la mano, Violet alzò, finalmente, lo sguardo incontrando gli occhi azzurri di Niall i quali le fecero contorcere lo stomaco. Occhi azzurri profondi come il mare; occhi azzurri che imploravano di sapere la verità da lei, quella verità che non sapeva se era in grado di svelarla. Così abbassò lo sguardo, incapace di reggere ancora quel contatto visivo con lui, e uscì dal bagno recandosi di nuovo nella sua camera. 
«Violet.» la chiamò la voce ferma di Niall.
Lei lo ignorò e non potè fare altro che permettere ad altre lacrime di scendere dai suoi occhi. Come avrebbe potuto affrontarlo adesso?
«Violet, perchè ti fai questo?» le chiese il biondo, quasi in sussurro, esattamente dietro di lei.
La mora in quel momento voleva solo sparire. Non voleva guardarlo in viso e cedere davanti ai suoi occhi, dicendogli come realmente si sentiva. Eppure, sapeva che doveva pur aver qualcuno con cui parlare, con cui sfogarsi, ma Niall sarebbe riuscito a capirla?
«Ti prego, guardami.»
Alla fine, Violet si girò e Niall potè vedere tutto il suo dolore nei suoi occhi color nocciola. Odiava vederla piangere e odiava vederla così debole e indifesa. 
«Cosa vuoi che ti dica, Niall? Mh?» esordì Violet. «Vuoi che ti dica che non faccio altro che sentirmi di troppo per la gente, di troppo per questo mondo? Vuoi che ti dica che non c'è mai stato un momento in cui non mi sia sentita bene con me stessa perchè non faccio altro che odiarmi ogni giorno?»
«Violet-» tentò il biondo.
«Niall, guardami!» urlò Violet. «Sono orribile! Non sono mai abbastanza per nessuno! Non sarò mai abbastanza bella, mai abbastanza magra, mai abbastanza giusta! Non ci sarà mai nessuno che mi amerà per quella che sono! Ma sai cosa? Posso anche comprenderli perchè nemmeno io mi amo per quella che sono. Ho fianchi, le gambe troppo... grandi, ho un carattere di merda e tutto ciò che riesco a fare è questo, farmi del male perchè me lo merito.» disse mentre le lacrime scorrevano sulle sue guance. «Tu non sai quanto sia difficile guardarsi allo specchio e non piacersi. Non faccio altro che odiarmi e credimi, nemmeno la parola "schifo" riesce a spiegare come mi senta io ogni giorno.» distolse lo sguardo solo per un attimo, poi riprese a parlare. «Io sono un errore, un errore che non merita di vivere e non sai quante volte ho voluto farla finita per sempre-»
«No, no.» le si avvicinò subito stringendola tra le sue braccia. «Shh. Basta, smettila.» le sussurrò.
Quando Violet si ritrovò di nuovo tra le braccia di Niall, la sensazione di sentirsi finalmente a casa, al sicuro, si fece risentire ma per quanto potesse essere piacevole, non poteva fare altro che dare piu' spazio al dolore che stava provando. 
Si lasciò andare contro di lui e ricambiò l'abbraccio, stringendolo forte e piangendo contro il suo petto.


 
Please, let me take you out of the darkness and into the light. 
'Cause I have faith in you but you're gonna make it through another night.


Niall non poteva credere a ciò che la ragazza stretta contro di lui gli aveva appena detto.
Com'era possibile che si sentisse così ogni giorno? Perchè non riusciva a vedere quanto lei fosse semplicemente bellissima e perfetta? E soprattutto, perchè lui non se n'era mai accorto? 
Ora non c'era tempo per le domande, per i dubbi. Doveva pensare a come rendere felice quella ragazza, a prendersi cura di lei, a farle capire che non era un "errore", ma semplicemente la cosa piu' bella che potesse capitare nella sua vita. E gliel'avrebbe fatto capire, forse, proprio in quell'istante.
Prese delicatamente il suo polso, quello non fasciato, e alzò la manica della maglietta scoprendo il suo braccio. 
C'erano altri tagli e questo fece sentire tremendamente male il biondo. Da quel momento in poi, si era promesso che non le avrebbe permesso mai piu' di farsi del male.
Lo alzò delicatamente e poi portò le labbra sulla sua pelle bianca, baciando quei segni che rappresentavo solo odio e dolore per lei.
Violet sembrava come incantata da quella scena. Era una delle cose piu' dolci e significative che qualcuno avesse mai potuto fare per lei. Ma quel che non capiva era perchè le stava dimostrando quell'importanza. Cosa contava realmente lei per lui?
Niall, dopo aver baciato quella sua pelle così sensibile, alzò lo sguardo verso di lei e per quanto fosse così distrutta, debole e con gli occhi arrossati, non potè fare a meno di pensare che anche in quello stato lei fosse completamente bellissima. 
Lasciò il suo polso solo per poggiare la sua mano sul suo viso, così come l'altra, e piano si avvicinò a lei fino a far combaciare le loro labbra.
Violet rimase sorpresa e non sapeva cosa fare, ma prima che potesse connettere il cervello con il suo corpo, le sue labbra si muovevano già contro quelle del biondo.
Dapprima rigida, solo perchè quell'azione le fu del tutto inaspettata, poi si rilassò, lasciandosi andare e quando la lingua di Niall accarezzò il suo labbro inferiore per un accesso, lei non glielo negò. Le loro lingue si incontrarono e si cercarono disperatamente, esplorando poi ogni parte della loro bocca. Un bacio bisognoso, desiderato da entrambi. Un desiderio che forse non si erano resi nemmeno conto di averlo fino a quel momento.
Quando si staccarono, si persero l'uno negli occhi dell'altro e prima che Violet potesse dire qualcosa, Niall la interruppe subito.
«No, non dire nulla. Non c'è ne bisogno.» sussurrò, poi le accarezzò i capelli. «L'importante è che io te l'abbia detto.»
Violet memorizzò quelle parole nella sua mente e tanti altri dubbi si fecero spazio in lei. 
Cosa voleva intendere con quel bacio? Che gli piaceva? Ma tutto quello che riuscì a pensare fu che lui l'aveva fatto perchè l'aveva trovata in quel momento di debolezza, di distruzione.
«Tu lo hai fatto perchè ti faccio pena...» sussurrò abbassando lo sguardo.
«Cosa? No, Violet, assolutamente no!» rispose subito il biondo. «Hey, guardami» le mise due dita sotto al mento così che lo guardasse. «Tu non ne hai idea da quanto avrei voluto farlo e adesso mi rendo ancora piu' conto di quanto io abbia bisogno di te. Credimi, è tutto ciò che desideravo.» le disse accarezzando le sue guance con i pollici asciugando delle lacrime. «Non pensare mai più che lo faccia per compassione o per pena, perchè non è così, okay?»
La mora guardo negli occhi Niall, in quei occhi che solo verità potevano riflette, e quando pensò di trovarci una bugia, si stupì quando trovò l'esatto opposto. 
«Okay.» sussurrò lei e lui le baciò la fronte, stringendola nuovamente tra le sue braccia.
Credette a lui, alle sue parole, ai suoi occhi e avrebbe custodito quelle frasi per sempre, per darsi conforto, per farla sorridere per un attimo, per darle la forza di andare avanti.
Ma adesso si chiedeva, per quanto potesse essere stato sincero, le sarebbe stata accanto? O l'avrebbe abbandonata quando le cose si sarebbero messe difficili per lei? E se lei gli avesse rovinato la vita proprio come stava facendo con la sua? In tal caso, non poteva permetterlo.
«V-vado un attimo un bagno.» balbettò Violet, allontanandosi da lui.
«Violet.» la voce di Niall la fece voltare, capendo cosa lui volesse intendere.
«Non preoccuparti.» tentò di rassicurarlo e sembrò riuscirci perchè lui sospirò e annuì col capo.
Lo guardò per qualche attimo e poi si avviò verso il bagno, consapevole del fatto che forse sarebbe stata anche l'ultima volta che avrebbe rivisto i suoi occhi color del mare e il suo viso angelico.


 
Stop thinking about the easy way out.
There's no need to go and blow the candle out. 
Because you're not done, you're far too young and the best is yet to come. 


Chiuse la porta dietro di sè e poi si appoggiò, scendendo lentamente a terra.
Altre lacrime caddero dai suoi occhi e non potè fare a meno di fermarle. Non doveva però far sentire i suoi singhiozzi o Niall si sarebbe preoccupato.
Adesso doveva avere il coraggio che mai aveva avuto. Doveva avere il coraggio di andarsene per sempre e aveva un motivo in piu' per farlo: Niall.
Lei era un errore, un vero e proprio casino e non poteva permettere che la sua distruzione rovinasse la vita di Niall che cercava di aiutarla. Lo avrebbe distrutto, portandolo nell'autodistruzione con sè e non poteva permetterlo. Lo faceva per lui, per il suo bene, per la sua vita.
Nonostante quel bacio, quel meraviglioso bacio che l'aveva fatta sentire viva e amata per dei secondi, non poteva permettere che Niall si rovinasse entrando a far parte della sua vita.
Come poteva un casino come lei, stare con uno come lui?
Si alzò da terra e si avvicinò ai mobiletti, cercando il piccolo scatolino, quando lo trovò, lo tirò fuori e lo poggiò sul lavandino.
Restò a guardare quel piccolo barattolino per dei secondi, quando per lei sembravano anni, secoli.
Forse non era mai stata così determinata a farlo e non doveva perdere nessun'attimo oppure non l'avrebbe fatto mai piu'.
Lo prese, girò il coperchio e prima che potesse anche solo poggiare le pillole nella sua mano, qualcosa la fermò
«Violet?»
Quella voce. 
Quella voce era riuscita a fermarla ancora una volta.
Tutta la sua determinazione era andata a quel paese solo perchè Niall aveva parlato. L'aveva chiamata e ancora una volta stava a dimostrare quanto ci tenesse a lei.
«Si?» riuscì a dire.
«Stai bene?» 
Violet guardò il barattolino di pillole nella sua mano e pensò: ne vale davvero la pena?
Vale davvero la pena morire perchè si è stati troppo deboli nella vita?
Lei non avrebbe permesso alle sue insicurezze, alle sue paure, di vincere, di renderla debole. Aveva combattuto tanto e non poteva mollare proprio adesso. Doveva farcela.
Non poteva spegnare la candela proprio adesso, perchè non era finita per lei. Era troppo giovane e il meglio doveva ancora venire.
Poggiò il piede sulla linguetta del cestino e questo si aprì. Guardò per un'ultima volta quella scatola e poi la buttò, chiudendo poi il coperchio.
Non sapeva da dove era uscita tutta quella determinazione, ma sapeva solo che in quel momento si era tolta come una sorta di peso. Si sentiva quasi bene, un pò in pace con se stessa.
Un cosa, però, era piu' che certa: aveva avuto coraggio. Non lo aveva avuto nell'ingoiare quelle pillole, andandosene poi per sempre da quel mondo, no. L'aveva avuto nel buttarle, dando una possibilità alla sua vita, alla sua felicità, ad una storia che tra poco sarebbe nata se fosse uscita da quel bagno, abbracciando il ragazzo che credeva di amare gia' da piu' di quel giorno. Per la prima volta in vita sua, si, Violet era stata coraggiosa.


 
So just give it one more try to a lullaby and turn this up on the radio. 
If you can hear me now, 
I'm reaching out to let you know that you're not alone. 
And you can't tell: "I'm scared as hell", 
'cause I can't get you on the telephone. 
So just close your eyes; well, honey, here comes a lullaby.
Your very own lullaby. 


Aprì la porta del bagno e non attese un attimo ad abbracciare nuovamente il biondo che non esitò a stringerla forte contro il suo petto. E Niall si sentì sollevato mentre le baciava i capelli, perchè sapeva a cosa lei era andata incontro dentro quel bagno. Era tornata da lui e non poteva essere piu' che felice.
La sentì piangere e tremare contro di lui, ma sapeva che quello era solo un pianto liberatorio. La strinse un pò di piu', sussurrandole parole dolci così da farla calmare.
«Lascia che ti porti via dall'oscurità, alla luce.» sussurrò Niall. «Lascia che ti salvi.»
Violet alzò il capo, incontrando i suoi occhi. «Promettimi che resterai con me, che non mi abbandonerai, che mi accetterai per quella che sono. Ti prego, promettimelo.»
Niall portò la fronte contro la sua e chiuse gli occhi sentendo il suo amabile profumo. Portò nuovamente le mani sulle sue guance, asciugando altre lacrime con i pollici, poi aprì gli occhi e incontrò i suoi, quelli che lo facevano innamorare di lei ogni tal volta che li incontrava.
«Te lo prometto.» sussurrò. «Io sarò con te.»
E detto questo, la baciò di nuovo, sentendo ancora una volta il sapore delle sue labbra. E quel bacio fù così delicato che a malapena poteva sentirsi. Ma entrambi lo avrebbero ricordato, come se fosse una promessa a ciò che entrambi si erano detti qualche istante prima.


 
Everybody's hit the bottom, and everybody's been forgotten. 
And everybody's tired of being alone. 
Everybody's been abandoned, and left a little empty handed. 
So if you're out there barely hanging on... 


Era notte fonda e Violet se ne stava stesa sul suo letto, con la mente piena di pensieri e gli occhi oramai colmi di lacrime.
Quella era la prima notte che piangeva da quando era con Niall. 
Adesso lui era in trasferta con la sua squadra di calcio e Violet non poteva fare altro che sentirsi così sola. 
Stavano insieme da piu' di una settimana ormai, ed entrambi avevano capito quanto fossero importanti l'un per l'altra. Niall era riuscito ad aiutarla, a portandola alla luce e fuori dall'oscurità, proprio come le aveva promesso.
Violet non poteva promettere che non si sarebbe fatta mai piu' del male, ma gli aveva promesso che avrebbe provato a non farlo e da quando stavano insieme, nemmeno una volta ci aveva provato. Niall riusciva a farla stare bene, a farla sentire bella come mai nessuno faceva e si, la accettava per quello che era.
Ora il ragazzo era partito da due giorni e Violet si sentiva vuota. In quei momenti di solitudine, i pensieri di poco tempo fa si facevano spazio nella sua mente e Violet stava iniziando ad odiarsi ancora una volta. Quell'odio, sapeva dove l'avrebbe portata e lei non riusciva ad ignorarlo. Sentiva il bisogno di farsi del male ancora e ancora e quel pensiero le fece paura. Aveva paura di quei pensieri, di se stessa.
Prima che potesse toccare di nuovo il fondo, prese il telefono e compose il numero che oramai conosceva a memoria.


 
Just give it one more try to a lullaby and turn this up on the radio. 
If you can hear me now, 
I'm reaching out to let you know that you're not alone. 
And you can't tell: "I'm scared as hell", 
'cause I can't get you on the telephone. 
So just close your eyes; well, honey, here comes a lullaby.
Your very own lullaby. 


Niall si svegliò a causa della vibrazione del suo cellulare sul piccolo comodino accanto al letto.
Tutto ciò che riuscì a vedere fu che era una chiamata; così clicco sul tasto verde e lo portò all'orecchio.
«Pronto?» disse con la voce impastata dal sonno.
«N-niall...»
Niall si portò subito seduto. «Piccola.»
Violet quasi non riusciva a parlare per quanto fosse scossa. Le lacrime aumentavano, così come i singhiozzi e così come la sua paura.
«Shh, hey, calmati. Va tutto bene, rilassati.» le ripeteva cercando di calmarla e poco dopo ci riuscì.
«N-niall, io sono spaventata da morire.»
«Ti prego, non dirmi così perchè non posso raggiungerti al telefono.»
Per pochi secondi nessuno dei due parlò, tutto ciò che si sentiva era il respiro irregolare di Violet.
«Cosa succede adesso, piccola?»
«E' che... ho pensato di nuovo a quelle cose. Volevo farmi di nuovo del male, Niall, e-»
«Hey, ascoltami. Tu sei migliore di tutto questo, sei molto piu' forte di quanto credi, non dubitarne mai. So che riuscirai a passare un'altra notte perchè io credo in te piu' di quanto immagini. Riuscirò a farti guardare con i miei occhi e credimi, a loro, a me, appari molto piu' perfetta e bellissima di quanto tu non creda. Tu puoi farcela.»
Violet non potè fare altro che essere lusingata da quelle parole. Aveva così tanto bisogno di sentire la sua voce e sentirsi dire quelle cose perchè sapeva che Niall non gliele diceva così per dire, ma lo faceva perchè le pensava realmente. Ma anche se non l'avesse rassicurata per la sue insicurezze, nel solo sentire la sua voce, lei si sarebbe sentita meglio. Era come se la voce del biondo fosse il suo piccolo toccasana, la sua ninna nanna. 
Anche se Violet non aveva parlato, Niall sapeva che in quel momento stava sorridendo per le parole che le aveva detto e adesso la immaginava sorridere timidamente con il telefono all'orecchio. A quel pensiero sorrise anche lui.
«Mi manchi tanto.» disse Violet.
«Anche tu, piccola, non sai quanto. Un altro giorno e sarò da te.»
«Resti un pò al telefono con me?» chiese timidamente la mora.
Niall sorrise. «Lo avrei fatto anche se non me l'avessi chiesto.»
E restarono a parlare forse per piu' di un'ora, confessandosi forse le loro cose piu' nascoste, come si sentissero ogni volta che erano insieme, raccontandosi ogni cosa. Poi, capendo che Violet stava quasi per addormentarsi, Niall la invitò a sistemarsi meglio sotto le coperte, come aveva sempre fatto.
«Adesso chiudi gli occhi e rilassati perchè ora arriva la tua ninna nanna.»
Violet fece come disse e sentì Niall schiarirsi un pò la voce prima che le iniziasse a cantare questa canzone.


 
Well, honey, here comes a lullaby.
Your very own lullaby.


Niall le cantò tutta la canzone e sperò con tutto se stesso che memorizzasse quelle parole per farle capire che non era sola. Lui ci sarebbe sempre stato per lei e sapeva che l'importanza che aveva nei suoi confronti non sarebbe mai cambiata.
Sentì il suo respiro pesante e capì che si era addormentata. Sorrise anche a quel pensiero.
Quella ragazza era così importante per lui, piu' della sua stessa vita e non desiderava altro che lei facesse parte della sua vita per sempre.
«Ti amo.» sussurrò.
Era consapevole del fatto che lei stesse dormendo, ma non gli importava; ora era molto piu' determinato a confessarglielo guardandola e negli occhi il giorno seguente, quando l'avrebbe avuta tra le sue braccia. Ma Niall non sapeva che Violet aveva sentito perfettamente le sue parole. Perchè si, era ancora sveglia e nel sentire quelle parole le fece venire gli occhi lucidi facendola piangere quasi di gioia. Non vedeva l'ora che fosse domani, così da stringerlo a sè e dirgli che lo amava anche lei, piu' di quanto avrebbe mai immaginato. E se pochi giorni fa aveva mille ragioni per morire, ora aveva trovato una sola ragione per vivere.
 



Ciao bellissime.
La vostra peppina è tornata di nuovo con una os.
*allegria*
Diciamo che io preferisco scrivere os su delle song-fic.
Mi piace dare un certo significato a delle canzoni per me molto importanti.
Questa canzone è dei Nickelback, la mia band preferita in assoluto ()
Be', inutile dirvi che ascoltando questa canzone io abbia pensato subito a Niall.
Non so, credo che gli si addice tantissimo questo ruolo da "piccolo salvatore",
da piccolo angelo.
Vi consiglio di vedere la traduzione :)

Spero vi sia piaciuta :)

Mi lasciate una recensione per sapere cosa ne pensate? 
Ci tengo davvero tanto.

twitter:
@infinitynaples

Adesso mi dileguo.
Alla prossima :)

 
 

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