Anime & Manga > Princess Tutù
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Autore: hurricane venus    13/09/2013    1 recensioni
Un principe senza cuore, un cavaliere che non è in grado di proteggere le persone che ama, una ragazza che non sa chi è e infine una papera che diventa principessa. Il loro destino è unito e i fili che li legano sono controllati da un'entità oscura e nera come la notte. Riusciranno ha prendere in mano le redini del gioco e così controllare la loro vita ?
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Grande corvo parlò con voce profonda. –Se tu mi ucciderai, lei morirà con me. Non hai altra scelta! Dammi il tuo cuore!- un vento fortissimo si alzò e tre guerrieri-corvo apparvero pronti a combattere contro Mytho. Il principe aveva riacquistato la sua personalità, grazie alle parole di Rue. Con passi veloci e agilità straordinaria s’impossessò di una spada e distrusse tutti e tre i corvi, che si dispersero nell’aria come polvere. –Princess Tutù, per favore ridammi l’ultimo frammento!- lei lo guardò sorpresa, -Devo salvare Rue, lei mi è sempre stata vicina, mi ha amato per tutto il tempo. Lei ha dovuto soffrire per gran parte della sua vita, ora devo proteggerla. Perché….- gli occhi di Tutù cominciarono a bruciare sempre di più ad ogni parola che pronunciava, -…io….- le lacrime cominciarono a uscire prepotenti sul viso bello e giovane della ragazza. - … l’amo.- lei annuì, l’uomo che tanto aveva amato, non ricambiava i suoi sentimenti; ma anche se sapeva che sarebbe finita così, il suo cuore si spezzò in due. Ma non era solo dolore, c’era anche felicità, forse perché non amava il bel principe come credeva? I suoi sentimenti erano cambiati nel corso del tempo?
Princess Tutù cercò di togliere il ciondolo che portava al collo. –Non viene…non vuole venire giù!- il ciondolo non voleva slacciarsi, Tutù cominciò ad entrare nel panico. “Perché non vuole venire!?”  Il Grande Corvo osservò la scena incuriosito. –Princess Tutù ti darò un po’ di tempo in modo che tu possa restituire il pezzo mancante…- una radice nera come la notte spuntò fuori dal terreno e imprigionò Mytho. –Mytho!- -Ricordati però che se non ce la farai, ridurrò il cuore del principe in un milione di pezzi!- un gran gracchiare si alzò dalla città, la giovane si girò e quello che vide la lasciò senza parole: tutti gli abitanti si erano trasformati in corvi, al posto delle braccia avevano ali nere come la notte, al posto della bocca becchi affilati come rasoi e i loro occhi erano due piccole fessure color del sangue. –Festeggiate miei sudditi!- il mostro sorrideva sodisfatto mentre la giovane principessa non sapeva cosa fare, –Va, non ti preoccupare per me, io mi fido di te.- le parole del principe gli diedero coraggio, così cominciò a correre. E scappò da quel luogo che si era trasformato in un incubo vivente.

Fakir aveva deciso di trovare delle parole per poter dare a questa storia un lieto fine, William lo stava osservando pensieroso. Decise di andare a fare una passeggiata per sgranchirsi un po’ le gambe, stanco di stare a guardare senza far niente, ma appena mise il viso fori dalla porta vide quello che stava accadendo la fuori. Corse su per le scale come una furia ed entrò gridando.
-Fakir….- -Se urli così non riesco a concentrarmi…- ma quando si girò il suo amico era sul punto di cadere per terra, ma ciò non successe. Il tempo si era fermato. Una porta di legno scuro e con decorazioni intagliate apparve dal nulla, uscì un vecchio con occhi color nocciola e un sorriso malizioso sulla faccia solcata dalle rughe.
–Drosselmeyer!- -Molto bene, sai chi sono, non credevo che ci fossero dei miei parenti che avessero ereditato il  mio straordinario talento.- -Cosa vuoi?- il tono del ragazzo era cauto, quel uomo aveva sicuramente qualcosa in mente. L’uomo schiocco le dita e uno specchio apparve davanti a Fakir, -Guarda: Mytho è stato imprigionato, Tutù è entrata in panico perché non riesce a  togliersi il ciondolo e la giovane Rue è stata mangiata dal Grande Corvo.- tutte le immagini apparvero una ad una sullo specchio, lasciando senza parole il giovane. Poi la mano di Fakir cominciò a scrivere, -Ma cosa ?!- -Dopotutto sei sangue del mio sangue, scrivi per me….- la mano del giovane scriveva senza il volere di Fakir, come se dei fili di un burattinaio lo stessero manovrando:

“La giovane Ahiru si diresse oltre le mura che erano crollate quando il mostro si era risvegliato, dietro a quelle mura di pietra, stava un lago dalle acque nere e profonde. Il Lago della Disperazione, un luogo dove tutto era avvolto da una nebbia fitta e grigia, in quel posto molte persone si erano tolte la vita per la disperazione di un amore non corrisposto e nell’aria galleggiava il dolore di quelle persone, che, da tanto che era, lo si poteva toccare. La giovane provò a togliersi il ciondolo ma senza avere successo. Allora la voce dell’uomo che controllava la storia si fece sentire. –Non riesci a toglierti la collana, non è vero?- la rossa alzò lo sguardo verso la voce, -Ti prego dimmi come fare!-  -Tu non voi tornare ad essere una papera, giusto? Il fatto che tu desideri tanto restare con i tuoi amici e non ritornare alla tua misera esistenza ti provoca dolore.- la ragazza non rispose, rimase zitta in un silenzio che affermava quello che il vecchio diceva. –C’è solo un modo con cui puoi ridare il frammento…- - Quale ?- ……”

Fakir scriveva, veloce e senza errori, e quello che scriveva si realizzava contro la sua volontà. Non poteva permettere che succedesse qualcosa di male ad Ahiru, non poteva succedere ancora. Lui doveva proteggerla.

“ –Dovrai lasciarti morire nel lago della Disperazione, solo così il frammento potrà tornare dal principe.- la ragazza rimase ammutolita, era tutta colpa sua se il principe non aveva potuto riavere indietro il suo cuore e perciò disse quello che le sembrava più giusto. –Va bene…-”

-No Ahiru, non lo fare!- Fakir afferrò il tagliacarte lì vicino e s’infilzò la mano. Lanciò un grido di dolore che avrebbe potuto frantumare le finestre di vetro. Il sangue cominciò a macchiare i fogli di carta, coprendo le parole che avrebbero ucciso la ragazza che gli aveva portato tanta felicità, la mano smise di scrivere e il vecchio lo guardò sorpreso, –Oh! Sei più scaltro di quello che pensassi, ma ormai è troppo tardi!- Ahiru si stava immergendo nell’acqua scura del lago, lo sguardo fisso davanti a se, –No!!!- Drosselmeyer sparì con una risata agghiacciante e di trionfo. Il tempo tornò a scorrere normalmente, William cadde a terra e il gracchio dei corvi riempì di nuovo la città. Fakir corse fuori di casa come un tornado e si diresse verso quel luogo oscuro nascosto dalla nebbia.
“E’ meglio così…” pensò la giovane Ahiru, “Io sono solo una papera, non dovevo innamorarmi e diventare amica di qualcuno, avrei dovuto compiere soltanto il mio compito, scusate Melany, Sonia, Uzura, Mytho, Rue e…Fakir.” L’acqua l’avvolse completamente e si lasciò cadere verso il fondo.  Riusciva a respirare, avrebbe potuto persino parlare se lo avesse voluto. Ma non c’era niente da dire. Ad un tratto qualcuno afferrò la sua mano, una mano forte e calda. Quando aprì gli occhi il viso di Fakir l’osservava preoccupato. –Stai bene?- la ragazza cercò ancora una volta di strappare quel maledetto ciondolo ma senza risultato. –Fakir, non riesco a toglierlo! Se non porto il frammento il Corvo distruggerà in milioni di pezzi il cuore di Mytho!- lacrime calde gli scivolarono sulla guancia, anche se erano in fondo ad un lago, le lacrime si persero nell’acqua scura come piccole perle di tristezza. Il giovane la guardava triste, non poteva mettersi di piangere, avrebbe reso le cose ancora più difficili per lei. Le prese la mano, -Vuoi ballare con me?- lei si alzò da terra e cominciò a ballare, -Non devi essere così preoccupata.- i loro passi erano ancora più leggeri e aggraziati in quel luogo senza luce, l’acqua non affaticava i loro movimenti ma al contrario sembrava accompagnarli dolcemente, come se volesse ballare con loro. –Io non riesco a proteggere le persone che amo e tu sei una papera. E’ quello che siamo e non possiamo farci nulla, dobbiamo conviverci e sopportarlo come meglio possiamo.- quelle parole servivano a convincere entrambi, perché entrambi non sopportavano il fatto di non poter fare di più per Mytho e gl’altri,  –Hai ragione, ma io…- -Lo so, non vuoi lasciare i tuoi amici, lo capisco però…- trattenne le lacrime con tutto se stesso, si domandò perché dovesse finire così, ma non trovò nessuna risposta soddisfacente. - … è quello che sei…-lui la prese per la schiena e con una gamba allungata la mise in posizione per una spaccata.
-Allora andiamo?- le sorrise dolcemente, -Andiamo.- con le gambe aperte ad angolo piatto e le braccia intorno al collo,  finirono quel ballo che sarebbe l’ultimo. In quel momento il pendente si sciolse da solo. Ahiru lo prese con le mani e guardò felice Fakir.  Guarda ce l’abbiamo fatta!- -Bene, ora dobbiamo tornare indietro.- i due risalirono in superficie, avevano gli abiti bagnati e l’aria fredda li fece tremare, -Vai subito da Mytho, ti starà aspettando ansioso.- -Grazie Fakir, senza di te non ce l’avrei mai fatta. Sono felice di averti conosciuto, addio.- quelle parole avvolsero il cuore del ragazzo come un rovo di cristallo. La ragazza corse via, nascondendo le lacrime che le bagnarono nuovamente il viso pallido e bello.

Ahiru tornò al luogo dove Mytho era stato imprigionato, il Corvo la guardò contento, -Sei tornata, spero che tu abbia l’ultimo frammento.- si trasformò nella Principessa Tutù sotto quei occhi rossi e lucenti come rubini, si mise in punta di piedi e muovendo le mani come se fossero ali, fece crescere sotto di lei dei rami con fiori gialli. Così arrivò alla prigione del principe che la guardava sollevato. –Scusa se ti ho fatto aspettare, principe.-
-Non importa, sapevo che saresti tornata.- la voce gentile e calda del giovane fece sorridere la ragazza, gli tese la mano e lui la prese, liberandosi così da quella gabbia di rami e radici. Lei sciolse in silenzio il ciondolo e lo restituì al principe. I rami creati dalla magia di Tutù svanirono e prima che la ragazza si trasformasse in una papera pronuncio le sue ultime parole, -Addio, principe.- una luce rossiccia l’avvolse e così ritornò alla sua forma originale, con le zampette e il becco arancioni e il manto giallo come il sole. Il principe la guardò sorpreso. –Tutù…- solo allora si rese conto di quello che era successo, quella che aveva davanti era la vera persona che l’aveva aiutato per tutto quel tempo. S’inginocchiò, abbassando il capo come se fosse davanti a una regina, –Grazie.- le parole sincere e dolci del principe continuavano a colpire il cuore della piccola papera, che oramai non avrebbe più potuto fare niente per aiutarlo.
Il giovane e bel principe si mise in posizione, i suoi abiti cambiarono: una corona d’oro gli ornò il capo, una giacca blu con ricami d’oro e pantaloni bianchi come la neve coprirono il copro snello e slanciato, infine un mantello bianco gli avvose le spalle. Poi dal cielo riscoperto di nuvole nere, scesero due cigni luminosi, che si unirono per formare la spada che il principe impugnò e puntò contro il Grande Corvo. –Molto bene, che la partita cominci!- il Corvo lanciò un grido acuto e tutti gli abitanti diventarono guerrieri-corvo pronti a lottare contro il principe per prendergli il cuore che il loro re agognava da tempo. –Non avrai intenzione di lottare con loro? D'altronde loro sono umani tramutati in corvi.- un sorriso soddisfatto si allargò sul viso di quell’orrenda creatura. Mytho si trovò in difficoltà, non poteva combattere contro di loro, ma doveva assolutamente salvare Rue. L’unica cosa che poteva fare era proteggersi con la spada, finché non avesse trovato un’altra soluzione.

Fakir, nel frattempo, era tornato nel suo studio, si sedette al tavolo ricoperto di fogli scritti fittamente, prese una penna e si mise a scrivere con l’intenzione di far aver a quella maledetta storia un lieto fine per tutti.
Mytho cominciò a girare su se stesso, si crearono una marea di petali di ciliegio, che coprirono tutti i corvi presenti, così si alzò in cielo andando contro il suo mortale nemico. Il Corvo contrattaccò, lanciando piume affilate come rasoi che avrebbero ferito a sangue il ragazzo, se non si fosse protetto a colpi di spada, usando la sua agilità e la grazia nel ballo.
Ma i guerrieri-corvi si alzarono in volo e circondarono il povero principe. –Dacci il tuo cuore!- continuavano a ripetere in coro, per poi partire all’attacco: con colpi di becco cercarono di ferirlo e strappargli il cuore pulsante. Il valoroso principe non poté far altro se non proteggersi con la spada il petto. “No, devo salvare Mytho !!” Ahiru cominciò a battere le ali e a starnazzare per attirare l’attenzione dei corvi;  cominciò a risalire quel turbine di petali nel quale continuava a sprofondare. Fakir aveva ripreso parzialmente il controllo della storia, ma se smetteva per un attimo di scrivere o era incerto, la sua mano cominciava a riempire il foglio con parole non sue. Ahiru alla fine riuscì arrivare dal principe e lì cominciò a urlare ancora più forte, –Quack, quack!- i corvi la guardarono in modo cupo e poi la presero con i becchi affilati per le ali, e così cominciarono a lanciarla come un giocattolo, ferendola ad ogni beccata o colpo d’ala che ricevé. La piccola urlava per il dolore mentre il principe guardava quello scempio, senza essere in grado di fare qualcosa. –Quaaaaaack! Quaaaaack!- Fakir non riusciva a scrivere quello che voleva, la storia stava proseguendo senza il suo volere e Ahiru ne stava pagando le conseguenze. –BASTA!- la penna si spezzò e così la storia continuò senza il suo controllo.
Intanto il principe era tornato al suolo, il tornado di petali rosa era sparito ma i corvi continuavano a circondarlo, beccandolo continuamente. Ahiru si alzò da terra, ferita e scombussolata, vide Mytho che ormai non riusciva più a resistere, presto gli avrebbero strappato il cuore se qualcuno non fosse intervenuto. Partì ancora una volta alla carica, i corvi questa volta non ebbero pietà per la povera paperella e con gli artigli delle zampe e i becchi aguzzi la ferirono, procurandole un dolore enorme. –Tutù !- Mytho non sapeva cosa fare, tutto stava andando nel verso sbagliato e le sue forze stavano per esaurirsi. Mise la spada con l’impugnatura al suolo e la punta dritta contro il suo cuore. –Cosa stai facendo?- chiese il Grande Corvo, con voce preoccupata e profonda, -Non ho intenzione di dartela vinta, spezzerò di nuovo il mio cuore e ti imprigionerò ancora una volta!- -Cosa?! Se lo farai anche Rue avrà il mio stesso destino!- -Non importa quanti anni ci vorranno prima che riabbia il mio cuore, quando accadrà sarò in grado di salvarla!- la paperella lo guardava allibita, tutto quello che stava succedendo, sarebbe successo ancora una volta. “No, non puoi! Principe!” come una forsennata cominciò a sbattere le ali e a gridare con la voce roca e dolorante. Il principe premé la spada contro il petto tagliando la stoffa sottile, -Non farlo!!- il giovane si girò verso la papera gialla, Ahiru era riuscita in qualche modo a pronunciare quelle parole per salvare il ragazzo e la giovane Rue. Anche se era piccola e indifesa, piena di tagli e lividi, poteva fare ancora una cosa per i suoi amici. “Farò tutto ciò che è in mio potere per dare a questa storia un lieto fine!”
La piccola papera si alzò in punta di zampe, alzò le ali verso il cielo e poi cominciò a danzare: mise una zampetta arancio davanti a sé e alzò l’altra formando un angolo retto, girò lentamente su se stessa e poi gettò la testa all’indietro incurvando la piccola schiena piumata. I suoi movimenti erano così delicati ed eleganti che sembrava non provasse nessun tipo di dolore. Anche se le sue ali erano sporche di sangue, si muovevano con tale armonia da creare uno spettacolo per gl’occhi. –Tutù?- Mytho si chiese cosa stesse facendo la bestiola, -Ahiru!- Fakir allora capì, doveva scrivere la sua storia, non quella di Mytho, ma quella della ragazza che gli aveva ridato il sorriso. I suoi sentimenti verso di lei gli facevano trovare le parole giuste e così avrebbe potuto scrivere con facilità. I corvi la guardarono curiosi e cominciarono ad avvicinarsi lentamente a quella che una volta era stata una ragazza. La danza di Ahiru era in grado di esprimere i sentimenti che provava, era in grado di leggere nel cuore delle persone e di rendere felici coloro che sono tristi. Il suo potere, anche se svanito, non risiedeva solo nella magia donatole da Drosselmeyer, ma risiedeva nel suo cuore. Un cuore puro e pieno di buoni sentimenti.
–Cosa pensi di fare? Non sei più Princess Tutù, non puoi fare niente per cambiare il vostro destino. Forza miei corvi, ballate con lei! Dimostratele come si balla con passione!- un’aurea nera e oscura coprì i corvi, che cominciarono a danzare intorno alla paperella, la quale non smetteva di ballare, ma purtroppo il cuore dei corvi era stato avvolto dall’oscurità del Corvo e, come poco prima, ballando e colpendola nello stesso momento, intrapresero una danza di dolore e angoscia.
Quando la paperella cadde a terra, Mytho le si avvicinò e la prese tra le braccia orripilato dalla scena a cui i suoi occhi avevano assistito. –Tutù, stai bene?!- la papera annuì debolmente, poi con le ali tremanti gli disse di salvare la principessa. Mytho rimase sorpreso, anche se era quella nelle condizioni peggiori, si preoccupava ancora per gli altri, il principe le annuì e decise di mettere fine a questa storia una volta per tutte.
La posò a terra e si girò verso il Grande Corvo. Creò ancora una volta il turbine di petali che lo sollevò in alto nel cielo ricoperto dalle enormi ali nere del Corvo, –Facciamola finita!- -Fatti avanti!- Fakir, scriveva imperterrito, la mano gli doleva da morire, la ferita continuava a sanguinare e a sporcare i fogli, l’inchiostro era sparso ovunque e il tempo scorreva senza pietà. –Devo salvarli, devo riuscire a salvarli tutti!- così scrisse, lui era in grado di scrivere la storia di quella ragazza dall’animo tanto buono quanto il suo sorriso sincero, “Ahiru, so che puoi farcela!” La paperella si alzò nuovamente sotto gli occhi stupiti di tutti, con il corpo dolorante e pieno di lividi, ricominciò la sua danza, come se non fosse successo niente, pensando solo a salvare i suoi amici.

“Il suo ballo riusciva a purificare il cuore delle persone, la sua grazia e dolcezza nei movimenti ti entravano nel cuore e lo riempivano di una luce calda e intensa. Come un mantello di sogni stellati ti ridava la forza di andare avanti e di sognare ancora e ancora. Come un sole sceso in terra, la piccola papera risplendé di luce d’orata, che sommerse ogni cosa. Era la luce della speranza, che lei non aveva mai perso e che ora aveva riportato i corvi alla loro vera natura…”

Mytho osservò quello che stava accadendo sotto di lui con gl’occhi spalancati, “Quella è…Tutù !” i sentimenti che sentiva intorno a se erano quelli della principessa dal tutù bianco e rosa, che l’avevano aiutato per tutto quel tempo. La speranza sbocciò nel suo cuore come un prato di rose azzurre come il cielo d’estate.
 -Devo salvare Rue, per me, per  Tutù e per Rue stessa. Perché lei è ….la mia principessa!! Rueee!-
La ragazza, stesa a terra e addormentata, sognava il principe azzurro e una vita felice insieme alle persone che amava. “Mytho…” Una lacrima le bagnò il viso bello e pallido, i capelli corvini le cadevano delicatamente sulle spalle. Dopo aver ballato con le altre anime delle persone che quel mostro del Corvo aveva mangiato in passato, si era stesa a terra, ritrovandosi a sognare e ad aspettare giacente tra il Paradiso e il mortale Inferno.  
–Rueeeeeee!!- una tempesta di luce e petali di ciliegio, riempì quel luogo vuoto e buio, ridando speranza ad ogni anima. La ragazza spalancò gli occhi e vide il suo bel principe arrivare ricoperto dalla luce.  –Mytho ?- il giovane, trasportato dal suo amore per la ragazza, riuscì ad entrare in quel luogo dimenticato e triste, gli tese la mano e con un dolce sorriso la salutò. Commossa, gli prese la mano e gli si gettò al petto.
-Avevo paura che non ti avrei mai più rivisto!- -Anch’io, ma ora siamo insieme e nessuno potrà mai separarci.- Stringendola a sé, il ragazzo creò un turbine di petali di rosa e con la spada puntata verso la luce uscì squarciando il petto del Corvo.  –Graaaaaaaa!!!- il mostro nero cadde al suolo, le piume nere girarono intorno al copro morto delle creatura e poi tutto sparì magicamente. La speranza, insieme all’amore dei due giovani, erano riuscite a sconfiggere il male, la lotta eterna tra il Corvo e il principe si era conclusa. Una volta per tutte.
 –Grazie….al…cielo…- la piccola papera si lasciò cadere a terra, completamente distrutta, felice che la sua amica fosse sana e salva. –Ahiru!!- Fakir gettò via la penna, si alzò e corse come un pazzo fino ad arrivare alla piazza della città, gli abitanti giacevano a terra, privi di sensi, ma ritornati alla loro vera forma. Con gl’occhi cercò disperatamente la piccola papera. Poi la vide: lontano da tutti giaceva Ahiru, priva di sensi. Le lacrime uscirono da sole, tanto le aveva trattenute che oramai era inevitabile. Si inginocchiò al suo fianco e la prese delicatamente con le mani completamente sporche d’inchiostro e sangue. Le lacrime bagnarono l’esile corpicino dell’uccello che non dava segni di vita. –Perché? Perché devi sempre essere così altruista  e coraggiosa? Perché?!- strinse forte al petto l’essere piumato, non era giusto, perché doveva finire così?  -Avevi detto che volevi un lieto fine per tutti! Io senza di te non potrò essere felice, perché…perché…io ti amo.- si l’aveva detto, era riuscito a dire quello che provava veramente. Ma a che scopo ormai? La storia aveva avuto il suo finale tragico e non si poteva fare più niente. Lei non meritava di morire, aveva sacrificato tutta se stessa per i suoi amici, non era giusto. Gli angeli in cielo piansero come non mai, bagnando il terreno sotto forma di pioggia.
Mytho e Rue stavano in disparte, guardando la scena stringendosi a vicenda. –Ahiru…quella è Ahiru?- il principe le annuì tristemente, il cuore della ragazza si frantumò ancora una volta: l’unica ragazza che era diventata sua amica, stava priva di sensi e con le sembianze di una paperella. Che fosse questa la fine della povera ragazza ?
Ad un tratto il tempo si fermò, la pioggia non cadde più e il silenzio si diffuse ovunque. Fakir sentì dei passi, qualcuno gli si fermò davanti. Alzò lo sguardo annebbiato dalle lacrime, Drosselmeyer lo guardava con i suoi occhi profondi e gelati.  –Ti sei introdotto nella mia storia ed hai fatto quello che volevi, sei riuscito a rovinare tutto!- il ragazzo ardeva di rabbia, avrebbe voluto pestarlo fino a quando non l’avrebbe ucciso. –Stai zitto! La tua crudeltà a portato solo sofferenza ed Ahiru è….è…- il vecchio non rispose, si girò facendo roteare il suo mantello scarlatto, parlando poi con voce triste. –Non morirà.- -Cosa?- -Farò in modo che non muoia e che torni ad essere per sempre un’ umana, ma per fare ciò c’è bisogno di una cosa…- -Cosa ?! Dimmi cosa e farò di tutto per averla!- lui si girò di nuovo verso di lui, con sguardo serio e deciso. -Un bacio di vero amore.- -Un bacio? –
-Si, l’unica cosa che può sconfiggere la morte è un bacio, ma stai attento, se il bacio che riceve non è corrisposto allora lei morrà per sempre.- Fakir rimase zitto ed immobile, Drosselmeyer fece apparire una porta nella quale sparì, tornando nel suo mondo di solitudine e dolore.
Fakir guardò l’essere piumato, cosa fare? Baciarla e rischiare di ucciderla per sempre? Lui l’amava così tanto, ma lei era innamorata del principe giusto? Allora perché sentiva che era la cosa giusta da fare?
Si avvicinò lentamente al becco della ragazza, con le labbra semi dischiuse, le appoggiò delicatamente e mise tutto l’amore che provava, pregando intensamente che funzionasse. Quando riaprì gl’occhi verdi smeraldo, incontrarono due laghi di stelle, che potevano appartenere solo a una persona. –Ahiru!- la ragazza aveva i capelli color del caramello sciolti che le cadevano sulle spalle in onde schiumose, indossava un abito bianco, con ricami argentei, lungo fino a terra che seguiva le sue curve gentili. -Sono tornata.- il sorriso della ragazza fece esplodere il ragazzo di gioia, la prese a sé e la baciò di nuovo, con un intensità tale da tagliere il fiato ad entrambi. –Ti amo, e se provi ancora a fare una cosa del genere io…- -Non ti preoccupare, non ho intenzione di lasciarti andare mai più.-
Mytho guardò la mora, -Questo si che è un lieto fine.- -Già, finalmente è tutto finito.- si diedero un bacio casto e poi il principe le si inginocchiò tenendole una mano. –Rue, vuoi essere la mia principessa, da ora fino al giorno della nostra morte?- -Assolutamente si.- lo baciò di nuovo, con passione travolgente e amore da favola.
Il cielo si aprì e il sole illuminò tutto con i suoi caldi raggi, iniziò un nuovo giorno dal quale i nostri protagonisti avrebbero potuto agire senza l’interferenza di altri. Avrebbero scritto da sé, la loro storia.

 
  
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