Anime & Manga > Ufo Baby
Segui la storia  |       
Autore: pace    13/09/2013    1 recensioni
Kanata. Miyu. No Lou. No Baumiao.
Anche se non c'è il piccolo alieno, non vuol dire che non sia più bello, no? xD
Ma sta a voi decidere, infondo:)
Vorrei davvero sapere cosa ne pensate.
Solo un orgoglioso ragazzo e l'amore di una ragazza.
COME ANDRA' A FINIRE???
E CHISSA' COME SI SVOLGERA' LA COSA!!!
Leggete, no??;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi scuso davvero. Ho fatto davvero ritardo.
Vi dico solo questo. Dovrebbe essere l'ultimo capitolo ma non si sa mai :)
Leggete, solo questo dico ;p
Forse potrei fare un epilogo... non so... u.u xD

 

Orgoglio

Capitolo 24-Qualcosa di magico e di divertente

-Vi presento Miyu, la mia ragazza.
La ragazza si aprì in un grande sorriso imbarazzato. -Piacere.
Una ragazza dai capelli ricci e rossi seduta al loro tavola la fissava con aria cupa senza salutarla, come invece fecero gli altri.
Aya e Nanami si guardarono per un secondo in viso come a volersi dire qualcosa ma subito abbracciarono Miyu, che rimase spaesata da questa esuberanza. La ragazza dai capelli rossi teneva ancora le braccia conserte quando fissò il viso pallido di Kanata, accennò un sorriso e si presentò con il nome di Jin.
Aveva origini inglesi, ma parlava bene l'italiano e il giapponese. Miyu si stupì della sua bravura e si congratulò con lei, mentre il resto dei ragazzi nel tavolo la guardavano ammaliati. Ma Santa no. Santa la guardava. Chi era quella ragazza? Non aveva un'aria famigliare? Non sapeva neppure perchè, ma in quel momento guardò Kanata come per chiedere spiegazione e ritornò sul viso della biondina che venne accerchiata da Hiu e Ghinta e il resto della combriccola.
Purtroppo Nozomu e Christine non erano venuti, in verità non erano più di tanto rimasti attaccati agli amici, non quanto Kanata, Santa, Aya e Nanami. Nozomu era preso dal suo lavoro e Chris era... Chris.
E poi c'era stata un'altra ragazza nel gruppo. Ma poi era morta. Si chiamava Miyu.
Ed era strano che questa ragazza si chiamasse Miyu, avesse il suo colore di capelli e di occhi, stesso viso e lineamenti, atteggiamenti. Ma la ragazza era morta. Santa ne era sicuro.
Abbozzò un sorriso, bevve un po' e si avvicinò alla ragazza, che comunque sia stava con Nobu.
Kiki finì di elogiare la maglia di Miyu per osservare Kanata, l'unico rimasto seduto, con il suo panzerotto al prosciutto e il boccone in bocca. La fissava sbalordito, irritato, arrabbiato, sorpreso, tri
ste, felice, sollevato. Ingoiò il pezzo, prese un sorso di birra, si alzò e si mise di fronte a Miyu, la quale finora non l'aveva notato. Si girò e i loro occhi si incontrarono.
E l'incantesimo ricominciò. L'incantesimo dell'amore e dell'emozione che prese possesso di Kanata. Ricordò i suoi occhi, i suoi capelli, il loro profumo, il suo profumo e le sue labbra. Ricordò la sua sbadataggine, la sua spensieratezza, la sua poco autostima, il suo essere coraggiosa.
Ricordò quella ragazzina di 13 anni che era morta. Ricordò come si era sentito.
Ricordò la morte del padre. Della madre. E quella di se stesso.
La giovane abbozzò un sorriso.
-Lui è Kanata.
Lo presentò Kiki, fissandolo.
Aveva interotto il loro momento ma non l'incantesimo.
Kanata si riscosse, tolse la mano dalla tasca e gliela porse.
Era identica a lei, per la miseria!
Miyu fissò la mano, poi capì. Arrossì e gliela strinse e Kanata non fece neppure in tempo a cogliere quella nota di dolcezza che rabbrividì per il tocco. Per quanto lo sfioramento era arrivato dritto nel suo cuore, non lasciò la sua mano e lei neppure lo fece.
-Ehi! Vuoi lasciare la mano della mia ragazza o no?
Nobu rise, staccando il contatto. Tutti lo seguirono e Kanata li fissò.
Santa se ne accorse. Forse anche lui notava la somiglianza.
Ma infondo la ragazza non li conosceva. Se fosse stata la loro Miyu, li avrebbe riconosciuti, vero?
Kiki si accostò al braccio di Kanata, ma egli non staccò gli occhi di dosso alla biondina.
Neppure quando si furono seduti, neppure quando uscirono per fare una camminata, neppure quando decisero di fare una nottata insieme. Neppure dopo sette anni l'aveva fatto. E non l'avrebbe fatto mai.

Erano passati tre giorni da quando Kanata e gli altri avevano conosciuto Miyu, la ragazza di Nobu, e lui si era sentito cosi. Non ne aveva parlato con nessuno e aveva riposto il tutto nel suo cuore. 
Quella biondina era identica a Miyu. La sua Miyu.
Era stato davvero una cotta importante. Ed era stato male alla sua morte.
Ma gli anni erano passati, precisamente sette, e la sua morte era un brutto ricordo legato ad uno bello e alla pietà per la ragazzina. Si era chiesto cosa fosse successo se non fosse morta, ma poi si diceva che si sarebbero lasciati, perché troppo giovani.
Era stata comunque molto importante nella sua quasi adolescenza. Ma ora c'era Kiki.
Una ragazza dolce, che aveva movenze che alcune volte ricordavano ancora una volta la sua Miyu.
Ma quella ragazza, quella Miyu... era identica. Solo più... più...
-E' cosi bello il cestino che lo stai fissando da mezz'ora più o meno.
Sghignazzò Santa, dandogli una pacca sulla spalla. -Che hai amico, mh?
Il ragazzo scosse la testa. -Nulla, nulla.
Ma Santa ricordò che doveva chiedergli quella cosa. -Ehi! Anche a te Miyu... ehm la ragazza di Nobu, ricorda... Miyu?
Cazzo. Kanata si girò verso il suo amico e tradì la sua reazione spaesata e sorpresa. Si tolse la sigaretta dalla bocca e rimase di sasso in piedi a fissare il suo amico come se questo fosse pazzo.
Ecco, ora mi uccide perché l'ho nominata, pensò Santa.
-Anche tu... anche tu hai avuto questa sensazione?
Chiese Kanata tomoroso. Sanata annuì con energia.
Si fissarono per dieci minuti poi sorrisero. -Tanto non è lei!
Il loro sorriso scomparve, Kanata distolse lo sguardo. Forse il ricordo della sua Miyu era più importante di quanto pensasse.
-Lei è morta. E' impossibile...
Si disse. Santa vedendo il suo amico confuso, annuì avvicinandosi a lui per rassicurarlo. -Si si, è cosi. E' andata, ormai. Il buddhismo crede nella reincarnazione ma non credo che si possa parlare di reicarnazione... insomma non è lei, ecco!
Tentò di fare un ragionamento logico che potesse bastare al suo amico Kanata ma il ragazzo non sembrava ascoltarlo.
La stretta sulla sua spalla rafforzò. -Ehi, Kanata? Ehi? E' morta. Non è lei.
Già, era morta.
Era morta per sempre.
Non poteva illudersi che quella Miyu era la sua Miyu.
Non l'avrebbe permesso al suo cuore e alla sua anima di prendere quel veleno e berlo fino ad innamorarsi del tutto.
Non poteva permetterlo.
Non doveva permetterlo.
Non voleva permetterlo.
Non era lei.
Non poteva, non voleva e non doveva essere lei.
Assentì, con sguardo fiero fissando Santa che sorrideva un po' nervoso.
Si appoggiò sul tavolo e sospirò. -Santa, lei è...
Cosa stava per dire?
Cosa voleva dire?
Si portò la mano tra i capelli. -Niente...

Colazione. Aveva fame.
Kanata si alzò dal letto quella mattina con aria più stanca del solito. Aveva lezione il martedì verso le nove e doveva svegliarsi presto se voleva essere pronto -e sveglio- per quel ora.
Si vestì con calma, si lavò. Poi uscì fuori la stanza che condivideva con l'amico Santa e andò a predere qualcosa da mettere sotto i denti. Il bar di fronte era molto carino, vedeva cose buone ma non aveva tavolini.
Quando vi entrò, sentì puzza di chiuso e si andò a sedere sullo sgabello vicino al bancone in legno. Era un posto davvero molto chiuso. E un po' cupo.
Ci andava spesso per pensare. E poi faceva dei buoni pancake.
-Che ti posso portare?
Alzò lo sguardo e incontrò il viso di una signora, molto paffuto e giocoso.
-Dammi delle ciambelle. Da portare via. E dei pancake da mangiare ora.... e del caffè.
Kiki si sarebbe alzata più tardi e avrebbe trovato le ciambelle sul letto. Il loro rapporto andava bene. Il sesso era fantastico e ci stava bene con quella ragazza.
Non aveva più pensato a Miyu. Dopo la chiaccherata di una settimana fa circa con Santa, non ci aveva più pensato preso da vari problemi.
Il prossimo esame lo aveva a Febbraio, come Kiki. E non era molto pronto. Non stava studiando.
Si sentiva stanco e più andava avanti più aveva voglia di staccarsi dalla routine.
Arricciò le labbra, grattandosi la nuca. Aveva mal di testa!
-Ecco le tue ciambelle e i tuoi pancake con doppio caffè.
-Quan...?
Fece per prendere il portafoglio ma poi la vide. La vide nello specchio che si trovava dietro al bancone. Si girò perplesso come a carcarla, scrutò tutto il locale ma nulla.
-Ehm...? Scusa?
Si voltò di scatto verso la signora con un'aria stravolta. -Mh? Ah si...!
Prese il portafogli, pagò e andò via.
Uscito dal locale scosse la testa. Aveva visto Miyu... la ragazza di Nobu
Impossibile.
Camminò verso il dormitorio e svoltando l'angolo dell'aria B femminile la vide ancora.
Sobbalzò con un gemito strozzato. -Cazzo...
Miyu tremò dallo spavento, fermandosi. -Scusami!
Ma poi si fissarono. E si ricordarono l'uno dell'altra.
-Tu sei...
-Kanata. E tu sei...
Miyu.
-Miyu, si.
Sorrise, ancora scovolta per lo spavento. Poi ridacchiò.
-Meno male che ti sei fermato tu...!! Altrimenti io continuavo a camminare.
Si schiarì la voce e la salutò. Tentò di dire qualcosa, la prima cosa che gli venne in mente.
-Tu studi..?
-No.
Miyu sorrise, scuotendo la testa. -Sto in un'altra università. Tu invece studi qui?
-Esatto, si. Già.
Il ragazzo si portò le mani nelle tasche. -Allora, cosa...?
-Conosco una persona qui e le sono venuta a portare questo.
Disse scuotendo un pacco.
Kanata abboccò un sorrise sghembo che le fece tremare le gambe. -E cosi... non mi lasci finire le frasi, eh?
Rise, strofinando la mano sulle guancie. Lei arrossì, sia per il movimento sia per le parole. -Oh, ehm... è solo.., scusa.
Abbozzò un sorriso di scuse e si congedò. -Beh io vado, eh? Ciao Kanata. Ci vediamo, ok?
Non aspettò una risposta e corse via con il suo vestito blu, fresco e leggero.
Chissà quando l'avrebbe rivista.
Pensò alla sua andatura e come aveva corso fino alla stanza di Kiki.
Le portò i pancake e il caffè. La ragazza lo baciò sulla bocca ma si accorse che lui era distratto.
-Che hai?
-Chi? Io? Nulla. Ho visto quella ragazza, Miyu. La fidanzata di Nobu.
Kiki si aprì un sorriso raggiante, ingozzandosi di pancake e bevendo un po' di caffè. -Ahhh, quella ragazza è talmente simpatica! E pensa che ha avuto un incidente da piccola.
Kanata sobbalzò. -Cos..., quale incidente?
Lei gli rivolse uno sguardo ingenuo. -E' stata investita. Ha perso la memoria da allora. Ma comunque niente di grave... assaggia i pancake che sono buonissimi! Ma dov'è che vai? Sembra sempre che compri le cose in un bar migliore del mio, nonostante ce ne sia uno vicino alle stanze nell'Università. Posso assaggiare anche..........?
Il resto Kanata non ascoltò.
Non sentì nulla ma solo quelle parole.
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
Miyu.
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
La sua Miyu. Biondina, occhi verdi, sorridente, solare, forte e imbranata.
Il suo rimorso.
E ora il destino si stava vendicando facendola piombare dopo sette anni?
"Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora."
Sentì una fitta allo stomaco e al cuore. Pianse.
Kiki lo guardavo spaventata e sorpresa.
Perché piangeva? cosa aveva detto?
Non l'aveva mai visto piangere. Pensava che fosse talmente forte da non piangere mai.
Non le era mai venuto in testa che un ragazzo come Kanata potesse piangere. Eppure quel ragazzo lo stava piangendo. Ferito, come se qualcosa lo turbasse, come se si volesse sfogare e dire qualcosa che non aveva mai detto.
E se si trattava di amore, lei non l'aveva capito.

Quel giorno non andarono alle lezioni.
Kiki abbracciò Kanata che come un bambino si era fatto coccolare. Ma non aveva più pianto.
Lo guardo, interdetta chiedendosi perché avesse pianto in quel modo.
-Io... scusa Kiki.
Lei gli posò una mano sulla guancia sentendo il calore e le lacrime appiccicose. Aveva smesso di versarle.
-Dimmi che cosa hai. Non capisco... stavo parlando di Miyu e tu-si bloccò.
Nei suoi occhi una scintilla, nella sua testa un'intuizione.
-Ti piace quella Miyu?
-NO!
Kanata sobbalzò diventando pallido in viso. -Ma cosa..? Ma no! Che sciocchezze dici, ma vai via!
Rise istericamente, grattandosi il collo.
Infondo non le mentiva. Lei non era Miyu e anche se fosse non provava nulla.
-Io... vado. Vado... non mi aspettare.
Chiuse la porta e corse via.

Posò la tazza e si scusò con gli altri, andando ad aprire la porta.
-Kanata...??
Santa vide l'amico bagnato che con occhi imploranti chiedeva aiuto. -Che cosa...? Che è successo?
Kanata entrò frettolosamente facendo su e giù nella stessa.
-Almeno togliti la giacca; sei tutto bagnato!
Si stava per togliere la giacca ma poi se la rimise. -No, no, no!!
-Kanata?!!
Si passò una mano nei capelli bagnati sentendo il suo nome dall'amico, chiaro segno che si stava spasientendo.
-Sono... Ho pianto. Ho pianto e... Insomma abbiamo mangiato... Le ho portato i pancake. A Kiki! E li abbiamo mangiati. E parlando mi ha detto che era stata investita da piccola in un incidente e... l'ho incontrato prima di andare da Kiki. Ed era... identica. Identica...
Sussurrò, fermando la sua passeggiata di tre mattonelle. Si sedette esausto sul tavolo della cucina.
-Amico, io non.. mi devi aiutare.
Santa lo guardò. Non aveva mai visto lo sguardo perduto del suo fedele amico.
-Allora chi è alla...?
Una figura dai capelli biondi si affacciò alla cucina, con aria scherzosa. Vide Kanata con la sua faccia sconvolta e volle andarsene ma poi si accorse di essere preoccupata e neppure capì che domandò cosa gli era successo.
-Piove... molto fuori.
Rispose quello.
Una visione. Lei era pura visione.
Miyu indossava una gonna jeans e delle calze nere trasperenti con stivali dello stesso colore della maglia fucsia. -Ehi, lo salutò.
Kanata la fissò. Fissò i suoi occhi verdi, il suo viso e il suo sorriso splendido. Gli parve di perdere un battito e balbettò qualcosa di insensato. Santa agitato chiese a Miyu di lasciarli soli.
-Si si, certo. Scusatemi.
Rivolse il suo sorriso più dolce e se ne andò.
-Perché?
-Cosa?
-Perché l'hai fatta andare via?
Santa strabuzzò gli occhi. -Forse perché il mio migliore amico si è presentato fradicio di pioggia, vaneggiando su qualche suo pianto da checca isterica...
-Non è da checca piangere....
Borbottò Kanata passandosi la mano tra i capelli e sbuffando.
Santa arcuò un sopracciglio. -Il mio migliore amico un tempo non la pensava cosi. Siediti.
Si sedettero tutt'e due uno di fronte all'altro. -Parla, amico.
Kanata stette cinque minuti a pensare. Si scervellò a capire quali parole usare per dire quello che doveva dire, si grattò il lato della bocca, si passò le mani tra i capelli, sulla faccia. Si alzò, si sedette ancora senza venir interrotto dall'impazienza di Santa. Sbuffando, trovò le parole.
-Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora.
Santa involontariamente sgranò gli occhi, in cuor suo sapeva.
-Chi? Cioè... che dici?
-Ha avuto un incidente da piccola. E' stata investita. Ha perso la memoria da allora.
Ripetè Kanata con fare deciso, convinto che l'amico con queste parole potesse capire ogni suo pensiero e potesse aiutarlo.
-Ho capito ma chi??!
-Ha avuto un incidente da pic..!!!!
Gesticolò ma fu fermato da Santa che gli prese le braccia e, facendo una faccia da pazzo, disse a denti stretti: -Ho capito. Ma dimmi il soggetto se non ti dispiace.
-Miyu.
Sussurrò subito Kanata. Sussurrò talmente piano come se avesse paura di rompere il mondo. Ed effettivamente capì che aveva appena rotto l'equilibrio. Perché era arrivato a capire, o meglio ad accettare, che quella Miyu era la sua Miyu.
Ed anche se non aveva la certezza matematica, in fondo al cuore in un piccolo spazio sapeva già tutto. Ci credeva fermamente.
Ed anche anche Santa ormai.
Restarono incollati. Occhi-occhi. Viso-viso. Mani-braccia.
-Oh... tu credi che-Kanata lo bloccò, svincolandosi dalla sua stretta.
-No no amico. Lei è Miyu. Non so come o cosa... insomma è lei!
L'amico sospirò. -Puff!! Figurati... cosa conti di fare ora?
Chiese molto rilassato.
-Cosa conto di..? Ma ti ascolti!!? Ti ho appena detto che Miyu è -non si sa come- resuscitata da qualche strano posto e tu mi chiedi 'cosa conti di fare?' Vuoi sapere.. tu vuoi sapere cosa conto di fare?? Che poi che cazzo vuol dire?? E perchè non mi hai invitato a questa serata tra amici??
Santa lo azzittì.- Cosa gridi, imbecille!! Sta' zitto!
Si guardò intornò. -Okay, ora ti devi calmare e devi infilarti qualcosa di pulito. te ne vai nella tua bella casetta e poi ci pensiamo domani a tutta sta storia, okay?
Gli rivolse la parola come se Kanata fosse un pazzo. E forse in quel momento lo era.
Il ragazzo dagli occhi blu si morse il labbro. -Okay.
Si avviarono alla camera di Santa per prendere dei vestiti puliti quando Kanata si girò verso l'amico. -Allora? perché non mi hai invitato?

-Ahahah!! E poi ho detto 'si certo che puoi!
Ancora risate.
-Che dicono?
Chiese Kanata in silenzio a Santa, che restava nascosto a vedere Nobu, Miyu e Aya ridere e chiaccherare allegramente. 
-Non lo so.
Sussurrò. Si sporse per vedere meglio ma Kanata gli si appoggiò sopra e per poco non cadde.
-Shhhhh!!! Fa silenzio e sta' fermo!
Gli intimò Santa, animato, ritornandosi a nascondere senza perdere il controllo.
Kanata restò in piedi davanti alla porta. -Perchè sei nascosto?
Santa stava per rispondere ma si bloccò. Perché stava nascosto?
Si sgranchì la voce e ritornò in posizione eretta. -Beh, niente...
Gonfiò il petto e entrò nella stanza attirando l'attenzione di tutti. 
Aya notò però sull'uscio Kanata. "Probabilmente Santa l'avrà chiamato" si disse.
-Ciao.
Salutò quello alzando una mano, mettendosela in tasca e guardando Santa.
Quest'ultimo fu più impacciato di quano temesse. -Beh p-prego siediti Kanata...
-Cosi bagnato?
-Ah?? Eh giusto...
Lo fissò. E si era bagnato fradicio. -Va' in camera a cambiarti. Prendi dei vestiti se vuoi. O va' a casa. Insomma fa' come ti pare, ecco.
Disse scocciato. E impacciato.
Controllati Santa!, si disse. Chissà perchè si sentiva cosi agitato. Aveva uno strano presentimento.
Intanto Kanata non distoglieva gli occhi da Miyu. Era incantato, era rimasto folgarato dal primo momento in cui aveva visto quella ragazzina immatura dai capelli biondi e dallo sguardo limpido. Solo a guardarli si sarebbe unito a lei per sempre. Nonostante tutto come poteva dimenticarla?
Ma era lei? Era la sua Miyu?
E se non lo era? Che cosa avrebbe fatto la sua anima?
Santa gli prese per un braccio e l'incantesimo finì, almeno in apparenza.
Miyu aveva notato lo sguardo insistente di Kanata e si sentì a disagio. Ma aveva uno strano sensazione familiare. Come se si aspettasse che il battito del suo cuore potesse essere cosi accellerato solo per uno sguardo. Il suo. Conosceva quel ragazzo? Sapeva chi era?
-Sai Miyu... tu mi ricordi una nostra vecchia amica.
Disse Aya, pensandoci su. Le ricordava... Miyu.
A quelle parole Santa ebbe un colpo. -Ti ricorda qualcuno?? Chi??? 
Nanami ebbe un colpo di genio. -Si Miyu. Miyu Kuzuki.
-Oh, anche io mi chiamo cosi.
Santa ebbe un altro colpo. Era sicuro che anche Kanata, quando l'avrebbe saputo, avrebbe avuto un colpo.

Il ragazzo pensava ancora a quei occhi. Lo sguardo era il suo. Era lei.
Ma come?? Possibile che aveva dimenticato tutto? Possibile che non era morta?
Si spogliò con calma nella camera di Santa e decise di farsi un bagno. Si tolse man mano anche i pantaloni.
Ma all'aprire la porta si vide una figura. La figura di una donna.
Della donna.
Di Miyu.
E si vide qualcosa volare in faccia e colpirlo al naso. E sentì un grido di ragazza e un pettine forse di metallo cadere per terra.
Sensazione di deja-vu.

Dio solo sa quanto il destino può essere divertente.
E Miyu e Kanata lo sapevano. Poteva essere cattivo, davvero cattivo.
Ma ci avevano sperato. Loro si amavano. Non sarebbero morti in pace se il destino non li avrebbe aiutati a rivedersi almeno un'altra volta.



 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Ufo Baby / Vai alla pagina dell'autore: pace