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Autore: shesunbroken    13/09/2013    5 recensioni
The Game.
Dove: New Orleans, residenza del signor Timberlake.
Quando: una sera d'estate, più precisamente in agosto, anni '20.
Partecipanti: Caroline Rose Redgrove, Justin Randall Timberlake.
Regole: non esistono regole.
Che il gioco abbia inizio.
Genere: Mistero, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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«Dai, andiamo...» la sua voce dannatamente sensuale rischia di farmi cedere, di mostrarmi debole nei confronti del suo fascino, ma la musica mi riporta alla realtà.

«Andiamo a ballare!» ripeto divertita guardando e riguardando la sua espressione decisamente delusa. Lo trascino tra i vestiti con le frange ricoperte di paillette ed i completi eleganti, tra le bocche rouge di chi si sa divertire e gli occhi furbi di chi sa osservare la propria preda. E noi di quelle categorie siamo il re e la regina: non importa se la donna dagli ordinati capelli color della pece lavora al Mulin Rouge, come non importa se quell'elegante uomo ha preso lezioni di ballo: noi due sappiamo nettamente distinguerci tra la folla, pur non essendo dei professionisti. Tutti ci scrutano, ci osservano, ci studiano, esattamente come facciamo noi due da più o meno un mese. Finalmente oggi sono riuscita a rimanere incantata per la prima volta dalla sua voce perfetta e melodiosa che mi ha appena invitato ad appartarci, finalmente i suoi occhi blu e profondi li posso ammirare da più vicino. Vedo molte donne invidiarmi e altrettanti uomini guardare con gelosia il mio compagno...inutile dire che siamo le prede preferite di entrambi i sessi, ma anche le più difficili. Sventolo le mie piume di fronte ai suoi occhi mentre gioco con le mie labbra rigorosamente colorate di rosso, ma lo vedo impassibile, perfino sotto il mio leggero sfiorare le sue mani. Non posso continuare a fingere di voler ballare con lui, non adesso che ho capito che il suo interesse nei miei confronti è ossessione allo stato puro. Ma voglio giocare, voglio vedere la sua espressione cambiare, voglio che mi mostri che il suo desiderio supera nettamente la voglia di divertirsi in pista. Mi faccio spazio dapprima sul suo petto, per rimanerci qualche secondo, giusto il tempo di fargli credere che le mie labbra si poseranno sulle sue...poi, muovendo esageratamente il mio busto, sfuggo da lui, entrando nel bel mezzo della pista e rivolgendogli un caldo sorriso. Lui mi guarda divertito, sembra accettare l'invito quando divide la folla in due per raggiungermi, ma afferra la mia mano e mi trascina dove nessuno sa.

«Non si gioca sporco mio caro signor Timberlake...» lo sgrido fingendo un'aria innocente.

Lui non risponde, si limita a guardarmi e a sorridere, sapendo di causare brividi lungo tutta la mia spina dorsale. Mi accendo una sigaretta per spostare la tensione e mentre inspiro rumorosamente mi avvicino a lui. E' appoggiato elegantemente alla ringhiera del balcone in marmo bianco...non che solo in quella posa assuma un portamento elegante: ha classe, tanto che se ne vendesse la metà gliene rimarrebbe comunque a sufficienza per fare stragi tra le sue povere vittime dai vestiti volgari per fare colpo e gli occhi spalancati per ammirarlo. Forse dovrei sentirmi onorata perché tra tutti quei seni scoperti e corpi vogliosi ha scelto apparentemente la donna meno interessata? No, penso che il fortunato qui sia lui...insomma, Caroline Rose Redgrove, nessuna donna raggiunge la mia fama e nessun uomo il mio livello. Non che Justin Randall Timberlake sia da meno. In poche parole siamo destinati, e questo l'avevo capito fin dall'inizio.

Quando la distanza tra i nostri corpi è quasi pari a zero, soffio leggermente sulla sua nuca il fumo appena inspirato, dando al suo raffinato profumo un tocco di trasgressione. Lui rimane impassibile, e basta questo per creare nel mio corpo un groviglio di emozioni contrastanti tra di loro e quasi oscure al mio organismo. Mi avvicino ancora di più, e alzandomi sulle punte gli bacio il lobo dell'orecchio, sporcandoglielo leggermente di rosso. Non sento nient'altro se non il battito del mio cuore accelerare ad ogni secondo che passa. Quando finalmente le mie orecchie si liberano da quel ritmo sfrenato e si accorgono dei respiri più affannati del solito del signor Timberlake.

Ce la sto facendo.

Penso che nessuno dei due sappia esattamente come andrà a finire questa notte, né tanto meno conosca a pieno le proprie intenzioni dopo queste provocazioni.

Continuiamo entrambi a restare immobili, nella stessa posizione, eppure nulla di tutto questo è imbarazzante. Lui si volta di scatto, facendo quasi toccare le nostre labbra...una sensazione di caldo mi pervade il viso e sono quasi sicura che le mie guance si siano colorate di un imbarazzante color porpora. Mi guarda negli occhi quanto basta per capire che sono completamente cotta di lui e mi porta su un piccolo divano in velluto rosso incorniciato da fantasie floreali dorate e posto dietro un tavolino di vetro con tanto di champagne e bicchieri già pieni. Possibile che non mi sia resa conto della presenza di un cameriere? Vedo Justin ridere divertito, e penso che forse ha il potere di leggermi nella mente. Mi porge il bicchiere pieno sorridendomi, e dopo averlo preso facciamo un piccolo brindisi.

«Molto ben organizzata la festa...» commento noncurante.

Vedendolo nuovamente sorridere senza dire nemmeno una parola si fa spazio in me una briciola di nervosismo...sembra che non sia interessato minimamente a me, anche se nella mia testa so che prova il contrario. Ma gli piace, gli piace provocarmi, proprio come piace a me provocare lui. Decido di iniziare a giocare le mie carte e di mettere in gioco tutto il fascino che molte donne mi invidiano.

«..ma non c'è nemmeno un angolo della villa in cui si possa stare da soli e tranquilli.» sospiro bevendo un sorso.

Lo vedo accogliere la sfida perché finalmente risponde alle mie provocazioni sfoggiando uno dei suoi sorrisi più belli «Nessuno conosce la villa quanto chi la abita, per cui fidatevi di me se vi dico che c'è tutto lo spazio e la serenità che desiderate.»

Le sue parole mi turbano, mi lasciano piacevolmente e completamente sorpresa, ma non lo mostro «Mi state dicendo che questa è un'altra delle vostre abitazioni?»

La ricchezza di quest'uomo è talmente smisurata che non si sa nemmeno quante azioni, case, ville e parchi possiede, eppure la sua fama è uguagliabile perfettamente alla sua ricchezza tanto che tutti credono di conoscere ogni singola cosa di lui. Ma ci sbagliamo tutti.

Annuisce. «Ne volete una dimostrazione?» mi porge la mano lasciando il bicchiere ormai vuoto sul tavolino ed io lo seguo. Camminiamo lentamente seguendo un corridoio decorato da specchi sul soffitto e carta da parati visibilmente costosa, fino a scendere una gradinata e ad arrivare ad un'enorme porta di vetro che dà su un padiglione contornato da un giardino curato.

«Rispecchia le vostre aspettative ed il vostro volere, adesso, la mia umile dimora?» lui è visibilmente divertito e soddisfatto, mentre io sorpresa e senza parole. Mentre mi guardo intorno, la mia mano viene catturata dalla sua, automaticamente anche i miei occhi vengono incatenati dai suoi, e sfiora il dorso con le labbra, facendomi rabbrividire. Inspiro nuovamente la sigaretta non sapendo quale reazione mostrargli.

«Datemi del tu.» commento.

«Dopo un mese e due giorni che ti osservo direi che è anche lecito, Caroline Rose.» fa una pausa, periodo in cui lo osservo sbalordita «come vuoi che ti chiami? Caroline o Rose? ..io li trovo entrambi incantevoli e adatti ad una tale bellezza.»

«D-decidete voi signor Timberlake, in molti usano solo Caroline...» l'imbarazzo prende il sopravvento di fronte alla sua voce spavalda.

«Io non sono quei molti, Rose. Chiamami Justin.» si avvicina sussurrando nel mio orecchio destro, mentre con le mani mi cinge i fianchi. Io rimango immobile, sopraffatta dal suo coraggio, dalla sua classe, dalla sua bellezza, apparendo una donna senza carattere. Non so se sentirmi onorata per il conteggio dei giorni, per avermi dimostrato di conoscere entrambi i miei nomi, o per avermi definita bellezza. O forse sono semplicemente e comprensibilmente imbarazzata per la situazione. Ormai penso che la temperatura della mia pelle sia facilmente paragonabile a quella del fuoco. Dopo aver ispirato dell'altro fumo, proseguo «va bene, Justin.» Questa volta la mia voce appare diversa, risuona più fuggitiva, più intensa. Intanto i nostri occhi rimangono fissi, senza mai interrompere il contatto visivo, come se non volessimo perdere nemmeno una sfumatura delle iridi dell'altro...ed io in lui ne colgo molte di sfumature. Non solo nei suoi oceani blu, ma anche nella sua voce, nei suoi movimenti, nel suo modo di porsi: non fa altro che sorprendermi piacevolmente ad ogni suo repiro.

Ed ecco che, quando meno me lo aspetto, lui ruba una boccata di fumo dalla mia sigaretta e, avvicinandosi lentamente, lo risoffia sulle mie labbra che intanto si aprono pian piano ogni volta che i centimetri tra di noi diminuiscono, finché non sento un piacevole sapore di fumo nella mia bocca, accompagnato a delle morbide labbra esperte. Andando contro ogni mia aspettativa si separa dopo qualche secondo di assaporamento. La delusione è talmente visibile sul mio viso che le sue labbra si aprono in un sorriso furbo.

«Ti odio.» sussurro giocherellando con il suo papillon.

Le sue labbra si riavvicinano, del tutto inconsapevoli di non trovarmi più lì, davanti a loro. Il mio busto fugge dalle sua presa e le mie gambe veloci si spostano dalla parte opposta del tronco. Sento, dopo qualche secondo, una risata ormai familiare.

«Hai capito il mio gioco, Rose, complimenti!»

Non udendo una risposta da parte mia, continua «Ed è per questo che per sta sera finisce qui.»

Faccio capolino immediatamente dall'albero, sperando che le mie orecchie abbiano sentito male.

«Proprio così. Mi hai sopraffatto, Rose, come nessuna, e adesso devi darmi il tempo di organizzare nuove tattiche.»

La sua è una mente contorta. Cosa vuole?

«Potrebbe andare avanti all'infinito questo gioco...» commento.

«In tal caso si farebbe ancora più interessante ed il nostro destino potrebbe cambiare.»

Non comprendo le sue parole, ma sento che sa di cosa sta parlando, sento che ha le intenzioni chiare, a contrario mio. Cosa sono io per lui? Un gioco? O mi sta preparando alla sua vita, mi sta facendo entrare piano piano nel suo mondo? Ed è proprio per questo che nessuno conosce il signor Timberlake...perfino io, che sono ad un passo da lui, che lo sto sentendo parlare, che l'ho visto aprirsi a me, lo trovo ancora un mistero.

«D'accordo Justin...ma alla prossima festa non avrai gioco facile. Dovrai trovarmi.»


_______

Eccomi qui, con questa nuova oneshot.
Devo dire che è la prima votla che mi cimento in questo contesto e come esperimento mi è piaciuto parecchio.
Premettendo che non c'era la sezione "Justin Timberlake" (non ci potevo credere!) e che quindi l'ho dovuta mettere in un contensto originale, che ci sto lavorando da più o meno un mese e che è praticamente la brutta copia de Il Grande Gatsby...come trovate "The game"? 
Io sono in uno stato di fibrillazione perché non vedevo l'ora di pubblicarla dal momento che mi sono impegnata come non mai e che credo che sia forse la mia migliore oneshot...sono davvero tanto orgogliosa di me questa volta!
Per favore, commentate, recensite, ditemi qualunque cosa ma datemi un segno di vita!
Grazie mille a tutti,
un bacio,
Noemi.

   
 
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