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Autore: Sophie 88    13/09/2013    2 recensioni
Inghilterra.
Venerdì 13. Il giorno piu sfortunao dell'anno.
A casa solo Chibi!America. Un incontro con la regina. Un piccolo meeting.
Cosa succederà??
Sarà questo il giorno piu sfortunato di Arthur o forse no?
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arthur si alzò presto quella mattina e come al solito scese a fare colazione prima di svegliare il piccolo Alfred. Prima però sarebbe passato per il bagno a darsi una sciacquata e si sarebbe vestito con la sua solita divisa verde e gli stivali neri perfettamente lucidati.
Passò una buona mezz'ora prima di finire tutta quella cerimonia quotidiana, fino al giungere al punto cult: il suo amato 'breakfast tea'.
Lo beveva sempre quando il sole era appena sorto e nell'aria solo l'odore della pioggia londinese della sera appena trascorsa e il canto degli uccellini rendevano l'atmosfera estremamente rilassante, a detta dell'inglese ( secondo me gli uccellini sono tanto pucciosi, ma di prima mattina danno un fastidio tremendo. Ma ognuno ha i suoi gusti....).
Scese le scale e...
"Alfred?!? Sei già sveglio?!?"
"Good morning, Engwand!" Rispose lui con la sua voce bianca. Poi Arthur se ne rese conto.
"Scendi immediatamente da quella sedia!! Idiot!!" Difatti il piccolo americano stava allungando la sua manina verso la credenza stando in un equilibrio mooooolto precario in piedi sulla sedia.
"Ma non ci arrivo!!"
"Idiot! Call me when you need a help!!" Rispose l'inglese prendendolo da sotto le braccia e sollevandolo di peso per farlo scendere dalla sedia.
"But I'm a hero!!" Disse una volta poggiato a terra e messo il broncio.
"Yes, but you are still so young!!" E una volta messa a posto la sedia sotto al tavolo, si avvicinò alla credenza dove prima stava Alfred.
Ne rimase shoccato.
"Where is my tea!! Where is my faboulos tea!! Oh God!!" La credenza non conteneva più le scatole contenenti la sua amata bevanda e al suo posto c'erano tre pacchi neri, compatti. In poche parole: caffè.
"What the hell is that?!?!?” Urlò lui in preda ad una crisi di panico. Si può togliere tutto ad un 'British Gentlemen', ma non il suo the. Senza di quello il gentleman perde tutta la sua eleganza e la sua raffinatezza che lo caratterizza da tutti gli altri. E Arthur era gentleman fino al midollo!!
"Alfred! It's a your joke?!?" Non rispose nessuno.
"ALFRED!!!!! Where are you?!?!?!?!?" Ora era veramente arrabbiato e gliene avrebbe dette quattro, se non otto, al ragazzo! Ma non riusciva a trovarlo.
Lo doveva ammettere: quel bambino era davvero bravo a giocare a nascondino. Anche quando giocavano nel giardino nel retro della villa alla fine vinceva sempre il più piccolo.
 
"Shit!" Ormai l'arrabbiatura si era smorzata a causa della fatica nel fare tutte le rampe si scale su e giù e avanti e indietro per tutti i corridoi. Alla fine tornò in cucina.
"Ah, God dammit! Then, I will drink coffee. Fa schifo, ma finché rimane fra queste quattro mura..." E così iniziò a preparare la bevanda. Poi arrivò l'americano.
"Alfred!?! Dove diamine eri andato?!?" Adesso di sicuro gliene avrebbe dette un paio.
"Al bagno!" Rispose con tono ovvio.
"Eh? What? You...." Rimase senza parole.
"Dove credi che sia andato, Iggy? Fuori ci sono ancora le nuvole cattive!!"
Il viso del piccolo si fece improvvisamente triste. Era una settimana che pioveva e Alfred non era decisamente il tipo che riusciva a stare fermo troppo a lungo.
"Vedrai che domani ci sarà il sole..." Disse il maggiore poco convinto. E di fatto se ne accorse.
"Lo avevi detto anche ieri...." Poi, come se si fosse ricordato di qualcosa, sul suo viso paffuto tornò il suo grande sorriso.
"Quando è pronta la colazione??"
"Due minuti. Abbi pazienza!"
E difatti poco dopo la colazione fu servita in tavola.
"Engwand?"
"Dimmi Al"
"What are you drinking?? It isn't tea!"
"Oh, this! Well...." Guardò la tazza con dentro quel catrame nero e insapore. Ma perché glielo aveva chiesto? Sembrava che volesse girare ancora di più il coltello nella piaga.
"It's coffee..." Disse alla fine con tono afflitto.
"Mh.....ha un buon odore! Dovresti berlo più spesso, secondo me è buono!"
Eh no! Poteva tollerare qualche piccola critica sul suo cibo, ma poteva sentir dire che il caffè è migliore del suo the!!!
"Alfred! Ti posso assicurare che questa acqua sporca fa schifo e non sa di niente!! Il thè è decisamente molto più raffinato e profumato di questa cosa nera!!"
"Mah.... Se lo dici tu Engwand.....Però un giorno lo voglio assaggiare. Sono stufo della tua brodaglia! Non che non sia buona, ma il caffè ha un odore più buono e dopo un po' il thè non sa di nulla!"
Arthur era sconcertato più che mai.
Brodaglia!! Il suo thè, ha avuto il coraggio di chiamarlo brodaglia!! E oltretutto aveva detto che non sapeva di nulla!! Che il caffè era più buono!! Voleva assaggiarlo!!
In due parole: Alfred aveva detto un'eresia!!
"Al, dammit brat!!" Il biondo, conoscendo bene il vecchio lato corsaro nascosto nel maggiore, prese una fetta di pane tostato, mise un angolino in bocca e iniziò a correre. E oltretutto sapeva, a sue spese, che quando sulle tempie dell'inglese si vedeva una piccola vena pulsare e lui ti prendeva.....erano cavoli amari.
Lui era piccolo, ma non per questo debole! Si era allenato per diventare un eroe!!
Passarono per la lussuosa hall, salirono e corsero nelle camere su e giù per i letti (tanto poi toccava ad Arthur risistemarli XD), passarono ancora per la cucina dove volò qualche avanzo di colazione e infine Arthur si ritrovò nel salotto. Era sudato tanto che delle goccioline si aggrappavano alle punte dei capelli spettinati e, una volta cadute, gli bagnavano tutto il viso. Era sfinito. Non era più in forma come una volta, ma non per questo era vecchio, sia chiaro, ma aveva la sua lunga storia alle spalle rispetto all'America!!
Guardò l'ora.
7:36 a.m.
Poi vide il giorno segnato in rosso nel calendario lì vicino.
Friday 13.
Quel giorno doveva incontrare la regina per consegnarLe il resoconto mensile degli affari della nazione e poi, nel pomeriggio, avrebbe avuto un meeting. Ma c'era una cosa che lo preoccupava: Venerdì 13. Il giorno più sfortunato per antonomasia in Inghilterra. E lui credeva fermamente nelle leggende/credenze popolari.
Un brutto presentimento lo avvolse.
Già il caffè a colazione (che non aveva finito a causa di America, ma non che ne fosse tanto dispiaciuto) e la giornata si presentava lunga e pesante.
Poi cercò di vedere Al per cercare di tenerlo sott'occhio ed evitare che facesse danni.
"Alfred? Where are you?"
"In my bedroom!" Rispose una flebile voce dal piano di sopra.
"What are you doing?"
"I'm drawing!"
"Ok. I'm going to the study-room. If you need, I'm here!"
"No, don't worry Engwand! I'm a hero!"
E detto ciò Arthur si diresse verso il luogo appena citato.
"Strano che Al abbia deciso di starsene calmo oggi....'' Ma non ci diede subito molto peso a quel pensiero.
Andò nel suo classico studio tutto arredato con i mobili in puro legno in stile rococò dove l'aria sapeva di thè e vecchie pagine di libri. In quella piccola stanza Arthur trovava il suo piccolo angolo di pace, un momento per staccare la spina e dedicarsi alla lettura e al lavoro, che altrimenti sarebbero stati impossibili con Alfred fra i piedi. Inoltre lì erano racchiusi secoli di storia del suo paese.
Dal suo piccolo arco quando era ancora una piccola nazione sconosciuta, alla foto di famiglia insieme al fratellone Scozia e i fratelli d'Irlanda durante la loro unificazione. Dal vecchio baule che conteneva la sua sciabola e la sua divisa da pirata ( a cui era affezionatissimo) alla foto insieme alla regina Elisabetta II durante la sua incoronazione.
E a proposito della regina, fra un paio d'ora la doveva incontrare con il resoconto economico del paese.
Passò la prima ora a sistemare un po' la sua scrivania e i documenti abbandonati nei mobili lì attorno. Poi sentì qualcuno bussare.
"Toc. Toc. Toc.'' I battiti erano molto energici e veloci.
"Yes?"
"Iggy, can I?"
"Oh, Al. Yes, one moment" lasciò giù quello che stava facendo e andò verso il tavolino al centro della stanza convinto di trovare i documenti da far visionare al suo superiore. Ma lì non c'era nulla.
"Ah, già! Che sbadato! Li avevo lasciati salotto!" E così uscì dalla stanza.
Ad aspettarlo direttamente sulla soglia un Alfred tutto eccitato con un blocco di disegni in mano.
"Look Engwand! Look!"
L'inglese prese i fogli e iniziò a fare passare i disegni.
La bandiera dell'Inghilterra. La bandiera dell'America. Loro due che giocavano al parco. Un hamburger gigante con delle piccole alette ai fianchi (la fantasia dei bambini è infinita....). Poi l'ultimo disegno gli scivolò dalla mano. Cadde a terra a testa in giù e appena Arthur vide che sul retro del foglio c'erano stampate tabelle e numeri, per poco non svenne.
"Iggy? Is all okay??" Chiese il piccolo visibilmente preoccupato per il brusco cambio di umore del maggiore.
"Al"
"Y-Yes?" Chiese un po' titubante.
"Where did you find this paper?"
"Ah" rispose lui più sollevato dal fatto che evidentemente l'altro non voleva dirgli che i suoi disegni erano brutti.
"Li ho trovati in giro quando mi sono nascosto in sala perché tu ti eri arrabbiato a colazione e così ho pensato che per farmi perdonare ti avrei potuto fare dei disegni" disse, facendo alla fine il sorriso più grande che poteva uscirgli su quella piccola faccina.
E Arthur non seppe resistergli.
Aveva pasticciato i suoi fogli da consegnare alla regina ( e ora lui doveva ristampare tutto),  ma lo aveva fatto in buona fede, non gli sembrava il caso di togliergli quel bel sorriso.
"Ah, they are beautiful!" Disse scompigliandogli i capelli con la mano.
"Allora mentre tu sarai via te ne farò altri, ok?"
"Va bene, Al! Tutti quelli che vuoi!" Rispose lui con un sorriso, anche se non era proprio dei più sinceri.
Così rientrò nello studio, ristampò i documenti e prese le chiavi per chiudere lo studio, ma qualcosa lo bloccò.
Alla soglia della porta c'era il famigerato disegno che prima stava facendo quasi svenire la nazione. Lo prese e lo guardò.
Sullo sfondo metà bandiera inglese e metà americana. Sopra una scritta un po' pasticciata: I love you, big brother!!
L'inglese quasi non si commosse! Davvero non riusciva ad arrabbiarsi seriamente con quel bambino. Gli stava troppo a cuore per poterlo far soffrire.
Mancava solo mezz'ora. Solitamente arrivava in anticipo, questa volta sarebbe arrivato puntuale (non gli passava nemmeno nell'anticamera del cervello di arrivare in ritardo) siccome prima avrebbe fatto una piccola doccia dopo la corsa e il nascondino avuto con Alfred.
E poco dopo, presi i documenti nuovi e messo al sicuro tra l'album dei ricordi il disegno, si diresse verso Buckingam Palace.
 
Tornò a casa per l'ora di pranzo e a parte qualche bisticcio per la tele (telegiornale internazionale o Superman) il pranzo fu servito in un clima di semi-calma. Si,
perché alla fine aveva vinto l'americano che ogni due per tre metteva un piede sul tavolo e faceva la posa di Superman.
"I'm a hero!!"
"Alfred! Tira giù subito quel piede dal tavolo!!"
"Yes! Defeat the dark!"
"Alfred!!!!!!" Quest'ultimo, ignorando le urla del compagno, prese un altra patatina dal piatto e, anche a bocca piena, continuava a elogiare il suo eroe imitandolo.
Finito l'episodio finalmente Arthur poté ritirare i piatti e abbassare il volume della tv.
"Che c'è? Perché hai abbassato?"
"Adesso c'è la pubblicità! E tu ora mia ascolti molto attentamente!"
Ci fu la solita solfa sul fatto di non aprire casa a nessuno altrimenti lo avrebbero invaso (qui i ladri d'appartamento sono un problema serio perché rischiano di invadenti territori nazionali) e scocciature varie, a detta del giovane.
"Ora, vedi di stare calmo e rimani qui a vedere il film! Oggi il meeting sarà qui in Inghilterra a Buckingam Palace insieme al mio superiore, quindi sarò a casa presto! Tu vedi di non creare casini, ok?"
"Roger!"
Arthur alzò di un poco il volume della tele (prima era quasi al massimo) e lasciò che l'americano si divertisse con il suo idolo. Non sarebbe successo niente.
 
Al meeting tutto finì al più presto, anche se i nervi dell'inglese erano al limite!
Essendo difronte a sua Maestà, non si poteva certo permettere di picchiare Francis così come avveniva in ogni meeting e sembrava che l'altro, dal canto suo, si divertisse a punzecchiarlo sempre di più!!
Tornò a casa in un batter d'occhio. A casa c'era America, ma la compagnia era sicuramente migliore di quella francese (almeno i sorrisi dell'americano erano sinceri, quelli della rana vinofila erano solo ghigni di perversione totale).
Aprì porta di casa che dava sulla hall.
 
Do what you want, 'cause a pirate is free,
YOU ARE A PIRATE!
 
Yar har, fiddle di dee,
Being a pirate is alright to be,
Do what you want ‘cause a pirate is free,
YOU ARE A PIRATE!!

 
"What the hell is that?!?!?"
America era sugli ultimo gradini della scala d'ingresso con addosso una cintura rossa fatta con una vecchia pezza, in testa un cappello da pirata, sull'occhio sinistro una benda nera e in mano una sciabola...la SUA sciabola, per la precisione!
Dopo un meeting così stressante non seppe resistere.
"ALFRED!!!!!"
Il ragazzo lo guardò preoccupato. Gli occhi smeraldo si facevano sempre più piccoli, profondi, quasi potessero leggere i tuoi pensieri e Alfred si ritrovò in una stato di panico totale. Tutto il suoi eroismo lo vedeva cadere come un castello di carte davanti a quel colosso che si avvicinava di più e con lui la sensazione di paura e indifesa aumentava. Alla fine gli fu praticamente sopra quando vide la sua ombra coprirlo, quasi  sembrasse inghiottirlo in quella oscurità, e Arthur gli afferò un braccio, alzandolo alcuni centimetri da terra.
Faceva male, cavoli!
Alfred lasciò cadere l'arma e qualche lacrima iniziò a solcargli il volto.
"Dove hai trovato questa roba?!?" La voce era profonda, rude, riusciva a scuotere persino il cuore, che accelerò improvvisamente i battiti nel suo piccolo petto.
"Nel-nel- t-tu-t"
"WHERE?!?"
"Neltuostudio" disse tutto d'un fiato ormai in preda alle lacrime ed al panico più totale.
Dove era finito il suo Engwand???
"Perché ci sei entrato?!?" Il tono di voce non cambiava.
"En-Engwand...." Poi scoppiò in un pianto liberatorio. Non era da eroi, ma lui doveva ancora crescere e oltretutto quella persona davanti a lui non era Iggy!!
 
"Engwand! Look!"
Un disegno.
America e Inghilterra insieme.
"Thank you, big brother"

 
La nazione lasciò il piccolo che corse subito a rifugiarsi in camera e lui si mise una mano sugli occhi.
Che cazzo aveva fatto?!?
Pianse.
Solo per poco, ma faceva dannatamente male!
Venerdì 13. Il giorno più sfortunato dell'anno.
Era pure riuscito a perdere l'affetto del suo fratellino e non c'era niente di peggio.
 
La cena trascorse nel silenzio più totale.
E fu in quei momento che Arthur si rese conto che il sorriso del piccolo gli mancava. Era l'unica cosa che riusciva a rendere felice pure lui.
"Non vuoi vedere la tv?" Tentò.
Il piccolo lo guardò con occhi un po' tremolanti.
"No" secco.
No! Arthur non voleva prenderlo così! Non poteva! Non Doveva!!
L'americano non aveva toccato cibo e lui, dopo a aver finito, prima di uscire dalla stanza...
"Alfred?" L'altro si girò.
"I'm sorry" disse lui con gli occhi lucidi.
Non sapeva cosa fare. E fece la cosa più stupida.
"I'm going to bed. Good night!"
Stava fuggendo!
 
Si cambiò e si mise sotto le coperte.
Passarono 10 minuti.
Poi due manine gli avvolsero il bacino.
"Alfred?"
''Prima avevi gli occhi lucidi, forse piangevi, così ho pensato che ti servisse un eroe al tuo fianco"
"Già, mi serve proprio un eroe..." E finalmente tutti e due, nell'inconscio dell'altro, sorrisero.
 
Friday 13
Il giorno più sfortunato o fortunato dell'anno??
 
ANGOLINO AUTRICE:
 
E dopo due giorni ancora qui!!!
Non illudetevi che io scriva sempre con questo ritmo!! Ci mancherebbe altro!
Ma non ho saputo resistere!!!
Ieri mi è venuto in mente il fatto che in Inghilterra e in Germania venerdì 13 viene considerato giorno sfortunato (il nostro venerdì 17) e dato che Inghilterra ha il carattere perfetto per queste cose (ed è anche uno dei miei personaggi preferiti) mi sono sbattuta di lavoro (dato che è appena iniziata la scuola e non ho molti compiti) ed eccola qua!!
Era partita come una storia completamente comica, poi però sono andata un po' sul sentimentale (anche troppo per la mia idea iniziale) e quindi è uscito questa ff un po' strana.
Non mi aspetto un granché da questa storia, lo scritta in ritagli di momenti liberi di oggi (e difatti sono alle 23:00 a pubblicarla) quindi l'ho fatto solo perché mi piace, nulla di più!
 
Colgo l'occasione per ringraziare Sakura Honda per il sostegno avuto con la precedente fic e per questo la ringrazio ancora un sacco!! :)
 
Per il resto....
Sweet dreams
 
Sophie 88
 
 
 
  
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