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Autore: ElfaFelpata    14/09/2013    2 recensioni
Nonna Molly entra in cucina in quel momento e ci annuncia “Ragazzi, ricordatevi di prepararvi, tra un’ora si va a salutare Teddy e Victoire. Siate pronti in orario”
Piccoli sprazzi di vita familiare a casa Weasley. Spero sia gradito:)
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Luna Potter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Come sei bella stamattina, Rose” la canzona Hugo alzando gli occhi dalla sua tazza di cereali, attirando l’attenzione di tutti noi che facciamo colazione in silenzio, assonnati.

“Come sei simpatico stamattina, marmocchio” gli risponde la sorella, sbadigliando.

Nonna Molly entra in cucina in quel momento e ci annuncia “Ragazzi, ricordatevi di prepararvi, tra un’ora si va a salutare Teddy e Victoire. Siate pronti in orario” 

“Lils, tu sai dove vanno in viaggio di nozze?”
Sentendo il mio nome, mi giro verso mio fratello “No, Sev. Mi pare di aver sentito che vanno in Francia dai nonni di Vic, ma poi penso vadano in India. Teddy mi parlava della cultura indiana una volta, però non sono sicura”

Io e Ted siamo molto legati, sin da quando ero piccola. Ero sempre stata la sua ‘cuginetta’ e si confidava con me, come io facevo con lui. Ero stata la prima a sapere di lui e Victoire, prima ancora del ‘grande gossip’ di James alla stazione di Kings Cross, il primo anno di Al. 

Ormai erano passati cinque anni da quel giorno. Vic aveva finito Hogwarts e aveva iniziato un corso di Guaritrice, mentre Teddy lavorava già ai ‘Tiri Vispi Weasley’ con zio George e zio Ron. Pochi mesi fa finalmente avevano annunciato a tutta la famiglia del loro matrimonio. Tutti non aspettavano altro.

Alzo lo sguardo su Rose, che non si è ancora seduta per fare colazione. Stranissimo. Ha lo stesso appetito di suo padre e non rinuncia mai ad abbuffarsi. In questo momento invece è lì a toccarsi distrattamente i capelli arruffati e con lo sguardo vacuo.

“Rosie?” la chiama Al.

“Rose?” incita Hugo.

“Stai bene?” chiede preoccupato James.

Tutti abbiamo notato lo strano atteggiamento della piccola Weasley.

Lei si riscuote e mi guarda terrorizzata “Come faccio a pettinarmi?”

“Con una spazzola” risponde Albus, come se fosse la cosa più ovvia del mondo e si guadagna un’occhiata fulminante.

“Ma non vedi? Ho una enorme rosa matta qui!” risponde istericamente lei, indicandosi un punto della testa.

Conosco bene Rose, e in questo momento è in crisi. Quando inizia ad avere la voce così stridula non è un buon segno.

“Hai una rosa matta? Sei proprio matta, Rose” commenta James, ridendo.

Attimo di silenzio e tutti guardiamo mio fratello. Io scoppio a ridere e contagio gli altri.

“Quanto sei scemo” l’apostrofa Albus.
“Che battuta demenziale” commenta Hugo.

“Io direi...che freddura” lo corregge Rose.
“Ho bisogno di un cappotto” continua l’artefice.

“Basta, Jamie” lo prega mia cugina.

“Brrr” do manforte a mio fratello.

“Lily, non ti ci mettere anche tu!” mi supplica Hugo, ridendo.

“Ne so un’altra! La volete sentire?” chiede James.

“No!” rispondono in coro gli altri tre.

“Si!” urlo io. Noi spesso ci divertivamo così, con poco. É una piccola cosa che nessuno, tranne zio George e Fred, apprezzano.

“Ok Luna” è l’unico che mi chiama con il secondo nome, giusto per distinguersi. D’altronde, è quello che faccio io con lui e Albus. 

“Senti questa: Cosa fa un palloncino allegro?”

La domanda rimane in sospeso mentre ci penso. Lui non resiste e risponde “Scoppia dalle risate” 

“AHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHAHAHAHAHH Sto maleeee” rido io.

“Senti questa, senti questa, anche io ne ho una” dico, appena mi riprendo e mi asciugo delle lacrime. 

“Vai, sono pronto”
“Cosa faceva uno sputo sulle scale?”
Vedo che James ci pensa concentrato e lo vedo illuminarsi. 

‘No. Non può aver capito. Non mi faccio rovinare la battuta’  penso allarmata.

“Saliva!” urlo prima che lui possa rispondere.

“Dai, ma c’ero arrivato!” si lamenta lui e inizia a farmi il solletico violentemente.

Io rido come una matta sotto gli sguardi divertiti di Albus, Hugo e Rose che iniziano a chiaccherare tra loro.

“Siete ancora qui? Di sopra a vestirsi!”
La voce di mia madre arriva dall’ingresso della Tana e tutti noi ci dileguiamo nelle nostre stanze.

Io e Rose occupiamo la vecchia di mamma, mentre Hugo, James e Albus quella di zio Ron. Ormai sono le nostre camere prefissate per le vacanze di Natale e Pasqua che trascorriamo alla Tana. Noi ragazzi alloggiamo dai nonni, mentre i nostri genitori ci raggiungono solo la sera e tornano a casa a dormire. Quando non sono dai nonni Delacour anche Dominique e Louis e stanno con noi. Dom dorme nella nostra stanza, se non c’è Roxanne, se no occupano la stanza di zio Percy. Lou nella vecchia di zio George, dove si aggiunge anche Fred.
Occasionalmente si aggiungono a noi le grandi, Molly e Lucy, che fanno compagnia alle cugine nella stanza del padre.

“Ora, ti prego aiutami con questi capelli” mi supplica Rose.

Ridendo, inizio a spazzolarla ed a creare un’acconciatura che trattenga i capelli ribelli. Mi piacciono le pettinature e l’abbigliamento, non so da chi ho preso in questa famiglia di matti. Forse l’unica potrebbe essere zia Fleur, o zia Audrey, ora che ci penso.

Intreccio due piccole ciocche in delle sottili trecce e le avvolgo intorno ad un grande chignon sul retro della testa.

Rose si guarda allo specchio e mi abbraccia, ringraziandomi. Ora non aveva più nessun capello fuori posto.

Sorrido, soddisfatta, ed inizio a prepararmi. Indosso dei jeans neri con dei grossi pois bianchi, delle all star a collo basso chiare e un maglioncino nero. Mi arriccio i miei insignificanti capelli lisci e scendo all’ingresso.

“Ti è esplosa una boccetta di inchiostro bianco su quei pantaloni?”
“Sir, me lo devi dire tutte le volte?” rido io, scuotendo la testa.

“Direi di si, sono stravaganti” mi risponde James, dandomi un bacio in fronte. 

“Perché ti vesti sempre alla Babbana?” mi domanda Hugo.

“Mi piace di più. Le tuniche delle streghe sono tutte uguali e non hai molte cose da abbinarci, a parte il cappello” rispondo, con un’alzata di spalle.

“Siete pronti?” chiede papà entrando e scompigliando i capelli di Albus.

“Si, zio Harry, ma come andiamo?” domanda Rose.
“Scope?” ipotizza James speranzoso.
“Metropolvere?” si illumina Albus, che odia volare.
“Macchine del ministero?” mi informo io. Non mi piace viaggiare in metropolvere, poi sono sempre piena di fuliggine.
“Thestral?” azzarda fantasioso Hugo.

Papà ride guardando mio cugino “Thestral? Davvero? Mi spiace informarvi che, siccome siamo in ritardo, ci Smaterializziamo”

Borbottii, sospiri e lamenti delusi si alzano da tutti noi. É il modo di muoversi più veloce, ma più nauseante.

“Dai non lamentatevi sempre! Fuori che andiamo!”
Così tutti usciamo dalla porta e ci avviciniamo ai nostri genitori. Zio Ron prende per mano Rose e Hugo, mentre James e Al sono aggrappati alla mamma. Io mi avvicino a papà e intreccio le mie dita con le sue, sorridendogli. Iniziamo a vorticare e a vedere mille colori e figure che girano intorno a noi velocemente. Lo stomaco mi si comprime e si aggroviglia. Un senso di nausea mi assale e inizia a girarmi la testa. Chiudo gli occhi e stringo la presa. Dopo due secondi i miei piedi toccano il terreno e io vacillo. Sento una mano dietro la schiena che mi tiene e la voce di papà “Tutto bene Lils?”
“S-Si” rispondo titubante.

“Sicura?” mi chiede preoccupato.

Apro gli occhi e lo vedo. Mi specchio nei suoi bellissimi occhi verdi, che sfortunatamente non ho ereditato, e gli sorrido radiosa “Si. Ho solo mangiato troppo a colazione”

Lui mi sorride di rimando e io mi sento felice. Tutte le volte che si prende cura di me e si preoccupa troppo vorrei abbracciarlo e dirgli di abbassare la guardia, che va tutto bene. Ma so già che mamma lo fa al posto mio e mi rilasso. É sempre teso, sia a causa del suo passato, sia per il suo lavoro.

Guardo il resto della mia famiglia. James sta punzecchiando Albus, come sempre, e mamma li guarda un po’ sconsolata e un po’ divertita.
“Ciao!!”
La voce di Dominique mi coglie di sorpresa. Mi giro verso di lei e l’abbraccio. Non la vedo da quando sono partita per Hogwarts, perché lei ha iniziato un corso per diventare Guaritrice per Animali Magici e Rari che le occupa tantissimo tempo. Poi arriva Louis, mi da due baci sulle guance e corre filato da James. Dietro di loro zio Bill e zia Fleur, che saluta sorridendo, con gli occhi lucidi. É già pronta a commuoversi e vedo che si avvicina a nonna Molly e l’abbraccia. Loro non si vanno molto a genio, ma quando si devono consolare cercano sempre l’una le braccia dell’altra. I rispettivi mariti si guardano complici e un po’ esasperati dalla ‘facile lacrima’ delle mogli.
Mi sento sollevare da dietro da due forti braccia e una voce inconfondibile mi urla nell’orecchio “Buongiorno scricciolo!” 

“Freeed” saluto mio cugino, girandomi e abbracciandolo forte.
“Ehi, lascia un po’ di affetto anche per me, Lils” mi rimprovera Roxanne, che sorride alle spalle del fratello e mi accoglie tra le braccia subito dopo.
Zio George e zia Angelina mi salutano ed iniziano a parlare fitto con papà, raggiunto poi anche da zio Percy e zia Audrey. Mi volto e vedo arrivare Molly e Lucy. Non le vedo da molti mesi ormai. Molly è in giro per il mondo per raccogliere materiale per un suo lavoro che sta facendo come giornalista del Cavillo, mentre Lucy è chiusa all’Accademia di Auror per concludere il suo terzo anno.

Siamo tutti. Manca solo Andromeda, che credo arriverà a momenti, e zio Charlie.
Mi assale un dubbio e mi volto verso gli zii.

“Zio Charlie viene?” chiedo rivolta a nessuno in particolare.

“Non lo sappiamo, Lily. Ha subito un attacco da uno Spinato che stava addestrando ed è stato ricoverato...”
“COSA? Sta bene? Quando è successo? Io perchè non sapevo nulla? L’avete sentito? Ma non c’è nessuno con lui?” interrompo zio George e guardo male mio padre “Perchè non me l’hai detto?” 

Mi sento soffocare, un peso sul petto che mi opprime. Mi succede sempre quando succede qualcosa a qualcuno a cui tengo. 

“Calmati, Giglio. Sto bene”

Questa voce roca mi riempie il cuore, mi giro e vedo zio Charlie venire verso di noi seduto su una carrozzina, spinta dall’uomo con cui convive da un paio d’anni che si guarda intorno un po’ intimorito, come tutte le volte che lo zio lo porta in famiglia, cosa che non capita spesso perchè vivono ancora in Romania.

Mi lancio su di lui e lo abbraccio forte. Sento che si lamenta dal dolore.

“Oh Merlino, scusa!” mi stacco subito, ma lui mi riavvolge tra le sue braccia ridendo. 

“Charlie!”
“Come stai?”
“Com’è successo?”
“Quando sei stato dimesso?”
“Oh caro, mi hai fatto preoccupare tanto”

Lo zio viene sommerso dalla folla di parenti e io mi allontano, lo lascio tra le fauci della nonna che ha già iniziato ad accarezzarlo.

Mi avvicino a mio fratello, che continua imperterrito a confabulare con Louis, e gli dico “Ehi, guarda che è arrivato zio Charlie. Vai a salutarlo”

Lui mi guarda stralunato, come se fossi una creatura leggendaria. Si riscuote e mi risponde “James è un elfo libero!”

Lo guardò sbigottita, e rido, stando al gioco “Non ti ho dato dei vestiti. Sei il mio elfo. Devi fare ciò che dico”

“Ti sbagli! L’anno scorso mi hai regalato una felpa dei Chudley Cannons”
“Si, la mamma voleva uccidermi e zio Ron mi ha adorata” ricordo ad alta voce, aggiungendo poi “Comunque tu sei mio prigioniero da ora”
“Comodo così!! In realtà dovresti esserlo tu, IO non ti ho mai regalato vestiti” sottolinea lui.
“Si, hai ragione. Solo perché non mi fai praticamente mai regali o ti aggreghi ad Albus”

Lui apre la bocca una volta, e la richiude.
“Bene. Vado a salutare lo zio, ma solo perché non lo vedo da mesi. Non perché me l’hai detto tu”
Mentre lui se ne va, io sghignazzo. Lily 1 - James 0. 

“Sei crudele con lui” mi fa notare Louis, dopo aver seguito la scena.

“Crudele?” chiedo stupita “Naaah. Qualcuno deve tenergli testa”

Lui ride “Potrebbe essere la tua nuova professione”

“Sono abbastanza allenata”

“Stanno arrivando, stanno arrivando” sento urlare istericamente nonna Molly.

Tutti ci sistemiamo sotto il grande striscione che recita ‘Buon viaggio. Vi vogliamo bene’. Andromeda, arrivata pochi minuti fa, l’ha affissato su due pali davanti all’aeroporto, dove siamo tutti appostati.

Due figure vengono verso di noi. Un uomo alto, di corporatura minuta con corti capelli verde speranza trascina con una mano una valigia, e con l’altra stringe quella di sua moglie. Le fedi sembrano brillare alla luce del sole. Victoire è sempre meravigliosa. Snella, nonostante non pratichi nessun tipo di sport, con i lunghi capelli biondi, contrassegnati dai tipici riflessi ramati della famiglia Weasley, raccolti in una semplicissima treccia. Gli occhi blu ci guardano radiosi e il suo fascino Veela non smette mai di incantare i ragazzi, nonostante siano cugini. Insomma, è oggettivamente favolosa. Se fossi uomo probabilmente mi innamorerei di lei.

“Vic!!!”
“Teddy!”
“Oh dai qui quella valigia”
“Fatti abbracciare”
“Come sei bella”
“Ti trovo bene”

“Pronto a partire?”

“Dove andate?”

Ecco la famiglia Potter-Weasley-Delacour all’attacco. Io e i miei cugini li lasciamo un po’ soffocare dai nostri genitori e nonni, per poi andare a salvarli quando stanno per cedere alla pressione.

Vedo Ted provare a rispondere a tutte le domande e cercare di dare un suo parere per ogni conversazione, ma ad un certo punto inizia a lanciare delle occhiate di aiuto in giro, indirizzate a chiunque voglia essere la sua ancora. Mi sento chiamata in causa e mi avvicino furtiva a lui. Allaccio la mia mano alla sua, possente e calda.
Lui si gira, mi vede e si fa trascinare appena fuori dalla folla.

“Buongiorno, mia salvatrice” mi sorride.

“Lieta di esserle stata di aiuto, gentiluomo” rispondo con un mezzo inchino “Al suo servizio”
“E io al suo” ricambia lui con un’altra riverenza.

I miei occhi incrociano i suoi nocciola, così simili a quelli che ho visto in una foto sul viso di suo padre. Sono gentili, premurosi, protettivi e divertenti. 

Possono dei semplici occhi trasmettere tutto questo? I suoi si.

“Allora, sposino, pronto per questa avventura?”
“Prontissimo, piccola! Non vedo l’ora di visitare i vecchi templi induisti in India e quelli buddhisti in Tibet”  

“Andate anche in Tibet??”
“Si, l’abbiamo deciso all’ultimo”

“Cavolo, mi stupisco tutte le volte della tua spiritualità”

“Che dovrei trasmettere un po’ a te”

“A me? Non serve”

“Serve a tutti, Lilian Luna” 

“Oh no, ti prego, non incominciare con questo discorso” sbuffo io sonoramente “E non chiamarmi Lilian Luna”

Teddy mi guarda e ride, con la sua bellissima risata innocente.

“D’accordo. Da adesso in poi ti chiamerò... mmm...” riflette “LLPPS!”

“E cioè? Una droga?”

“Sta per: Lilian Luna Piccola Potter Salvatrice”

“Cavolo, hai inventiva” lo prendo in giro “Allora tu sarai.... TRLGSS: Ted Remus Lupin Grande Sposino Spirituale”

“Grande e sposino sono contraddittori”

“...Aggiungiamo Pignolo!”

Teddy si mette a ridere e io lo seguo.
“Sembriamo due bambini” constata.

“Io tecnicamente sono una ragazzina, tu un uomo. Sono giustificata, sono un’adolescente”

“Non prendere queste scuse! A proposito, scusa se non ti ho più scritto nell’ultimo mese, ma sono stato impegnatissimo con il lavoro e Vic. Qualche novità a scuola?”
“Oh si, in realtà si!”
“Cioè?”

“Prometti di non dirlo a nessuno. Lo sappiamo solo io e Sev”
“Certo, prometto. Racconta”

Allora mi siedo sul bordo del marciapiede ed inizio a narrare l’episodio.

 

 

Sto camminando con mio fratello nei sotterranei di Hogwarts. Lo devo riaccompagnare nel dormitorio di Serpeverde perché ha dimenticato il Mantello di papà e senza quello non possiamo andare a Mielandia. Sbuffo. Non mi piace quella parte del castello. Preferisco il mio dormitorio di Tassorosso vicino alle cucine, con tutta la struttura circolare della sala comune e dei dormitori. E poi in qualsiasi momento posso uscire e sgrafignare qualcosa dalle cucine e abbuffarmi. Ok, tecnicamente non potrei, ma lo faccio lo stesso.

“Smettila di sbuffare, ci metto un attimo. Vuoi entrare con me?” mi chiede Albus, quando ormai siamo sulla soglia.

“Non posso entrare nella sala comune di un altra casa” gli ricordo gelida le regole.

“Da quando ti interessa? In quella di Griffondoro ci entri comunque con James”
“É diverso”
“Si? Solo perché sono Serpeverde? Non l’hai ancora accettato?”
“Sei pazzo? Certo che l’ho accettato! Dai, entriamo” mi faccio convincere, per evitare assurde discussioni James Griffondoro-Albus Serpeverde. In fondo, non avevo molta voglia di aspettarlo lì al freddo, da sola.

Entriamo nella sala comune e cammino veloce, per non farmi vedere e farmi prendere in giro da qualche imbecille. Mi fiondo nel suo dormitorio e mi sdraio sul letto mentre lui cerca il mantello.

“Entra, Malfoy”
Delle voci arrivano da fuori e vedo la maniglia abbassarsi. Guardo allarmata Albus e lui, trovato in tempo il mantello, ce lo getta sulle spalle. 

Entrano Malfoy, Avery e Goyle. I tre compagni di dormitorio di Sev, anche se non ha fatto praticamente per nulla amicizia con loro in sei anni. Direi fortunatamente. 

“Ripeti ciò che hai detto” ringhia Dimetri Avery.

“Sempre se ne hai il coraggio” lo asseconda Vincent Goyle.

Malfoy sembra intimorito da quei due. Non posso dargli torto, sono il doppio di lui e attualmente molto arrabbiati. Ma lui non perde la sua espressione arrogante e sicura.

“Ho semplicemente detto che non appoggio le loro idee”
“Come fai a non appoggiarle?” lo aggredisce Goyle.
“Tuo padre è uno di loro. E lo sono anche i nostri”
“Li devi rispettare. Tu li hai messi in ridicolo davanti a tutti i nostri compagni”
Avery si scrocchia le dita lentamente e minacciosamente.

“Non li ho ridicolizzati! Ho solo detto il mio parere! Non credo che le persone nate da un mago ed una Babbana debbano....” iniziò a spiegare Scorpius.

“Mezzosangue” lo corresse Goyle.

“Come volete” risponde esasperato e prosegue “Comunque non devono essere discriminate, sono come noi, come i Nati Babbani. Io rispetto mio padre, ma non rispetto le decisioni che ha preso. Non posso nemmeno dire le mie idee ora?”

“No”

Un pugno arriva in pieno volto a Malfoy e lo fa vacillare. Io estraggo la bacchetta, ma Albus mi blocca. Lo guardo shoccata, ma lui mi fa segno di aspettare un attimo. 

“Vince, sei impazzito??” gli ringhia addosso Scorpius, massaggiandosi la mascella.

“Per te ormai sono Goyle. Non mi rivolgere più la parola” dice, uscendo dalla stanza.

“Ma...” boccheggia Malfoy, che poi si rivolge all’altro ragazzo “Dime, per favore fallo ragionare. Non ha senso che si comporti così..”
“Ha senso si” lo interrompe l’altro.
Si avvicina e gli assesta un pugno nello stomaco, dicendo “Io sono Avery”. Ora è Albus a estrarre anche la sua bacchetta. Non abbiamo il tempo di agire, che la porta si è chiusa.

Nella stanza siamo solo noi due, invisibili, e Malfoy, che invece vorrebbe esserlo. Si rialza a fatica e si massaggia la guancia spigolosa, sconvolto.

“Mi dispiace, Scorpius” sento dire da Albus che, senza che ne io ne Malfoy ci accorgessimo, si è sfilato il mantello e si avvicina a lui. 

“C-Che diavolo...?” esclama sconvolto, spostando lo sguardo da Albus a me, ferma con in mano la bacchetta.

“Eravamo venuti a prendere una cosa e ci siamo trovati in mezzo alla discussione” spiego fingendomi indifferente e rimettendo la bacchetta al suo posto, nella divisa.

“Possiamo fare qualcosa per te?” chiede Albus, interpretando i miei pensieri.

“No. Non ho bisogno dell’aiuto dei Potter”
“Dai, adesso vuoi fare tanto il ‘Malfoy malvagio’. Ti abbiamo visto, ti abbiamo sentito. Non ci devi nessuna giustificazione e non devi portare nessuna maschera” gli risponde a tono mio fratello. Grande.
“Dai, fammi vedere quel livido” dico, avvicinandomi a lui e cercando di sfiorargli la guancia.

Lui si scosta, come se avesse preso una scossa.
Io scrollo le spalle e appello una vecchia crema di zio George per far guarire il segno violaceo. Gliela lancio in mano e lui la prende al volo.

“Bella presa! Dovresti fare i provini per Cercatore” divago, poi mi riprendo e dico “Metti questa due volte al giorno. Anche sulla pancia se hai il livido” inizio ad avviarmi verso la porta.

“Se hai bisogno di qualcosa, sappi che i due Potter sono a tua disposizione” gli rivela Albus, lasciandolo completamente senza parole. Usciamo dal dormitorio e ci rimettiamo in mantello. Arriviamo nella stanza comune e vediamo Avery e Goyle su un divano nero. In contemporanea, io schianto Goyle e lui Avery.
Ci guardiamo, sorridiamo e ci avviamo verso Mielandia.

 

 

 

“Da quel giorno siamo diventati, diciamo, amici di Scorpius” concludo, osservando la reazione di Teddy.

Lui mi guarda sorridendo.

“Perché ridi?” lo attacco brusca, credendo che mi stia prendendo in giro.

“Non sto ridendo, sto SORRIDENDO” precisa “E comunque sono fiero di te. Bisogna mettere da parte i rancori dei nostri genitori. Le persone non sempre sono quello che crediamo, ma possono essere migliori. O peggiori, certo, ma non è il caso di Malfoy a quanto pare”

“No, direi di no. É proprio un bravo ragazzo. Anche simpatico, ora che ci penso. A parte, ovviamente, quando il suo tono diventa gelido e superiore. Quando fa così il ‘Malfoy’ è odioso e si scontra violentemente con i geni Potter”

“Ti piace?” mi chiede a bruciapelo.

“COSA???” mi strozzo con la mia stessa saliva “No. Assolutamente no”
“Giuramelo” ribatte, tranquillissimo.

“Giuro” rispondo, senza nessun problema “Mi sta iniziando a piacere come persona, nient’altro”

“Ottimo, perché se dovesse saperlo Harry potrebbe ucciderti” ride lui.

“Pensa zio Ron e zio George. Peggio ancora” constato io.

Ridiamo forte e una voce soave ci interrompe “Ted, tra poco dobbiamo fare il check-in. Iniziamo a salutare? Ciao Lily” mi sorride Vic, dandomi un bacio sulla guancia.

“Certo” risponde Teddy, alzandosi.

Mi porge la mano, la afferro velocemente e lui mi solleva.

“Ciao Vic!” saluto mia cugina, ricambiando il bacio.

Raggiungiamo zii, cugini e nonni e i due innamorati iniziano a fare il giro dei saluti, tra raccomandazioni e commozioni.

“Dai mamma, sto via solo tre settimane, poi torno e ci vediamo” sento dire da un’esasperata Victoire, mentre zia Fleur le sistema i capelli, con gli occhi lucidi.

Vedo papà abbracciare forte Teddy e dirgli qualcosa nell’orecchio, mentre l’altro ride.

Torno dai miei fratelli, che si punzecchiavano vicino ad Andromeda, che mi sorride.

“...James non puoi trattarmi sempre così”
“Così come, mio caro fratellino?”
“Non sfottermi! Perché continui a punzecchiarmi su Serpeverde?”

“Perché non l’ho ancora accettato, mio grande Salazar”
“Dopo cinque anni non l’hai accettato? Hai qualche problema, Grifone”
“Probabilmente si, ma mai quanto te. Sei finito nella casa peggiore”
“Peggiore per quale motivo? I tuoi sono solo pregiudizi infondati”
“Infondati?? Mi sembra che i Mangiamorte venissero proprio da lì”
“Non tutti! Alcuni erano di altre case...”
“Pochissimi”
“Però c’erano! E poi, dannazione, tu mi conosci, non sono così”
“Vero, ma ci sei finito”
“Per altre qualità!”
“Tipo?”
“L’intelligenza e l’astuzia”
“Cavolo, non la modestia però”
“Quella mi sembra che non ce l’abbia nemmeno tu, super Grifone coraggioso”
“Beh sicuramente meglio di....”

“Basta ragazzi. Avete scartavetrato i Boccini con questa storia. Siete fantastici entrambi, sono due case differenti con le loro qualità. Dovreste essere felici di essere diversi, almeno ci si scambiano le opinioni e i punti di vista. Siamo di tre case diverse. E allora? Ci sono persone buone e cattive ovunque, ma noi ci conosciamo e ci vogliamo bene. Perché dove dormiamo a Hogwarts deve essere un problema?” interrompo la risposta di James.

“Eccola, la nostra Tassa moderatrice” mi sorride Albus.

“Non molto calma, devo dire” constata James.

“Ma che vi zittisce tutte le volte, e ha sempre ragione” rido.

“Cavolo, la modestia non appartiene a nessuno di noi. Perché non abbiamo preso da papà?” chiede divertito Al.

“I geni di mamma sono più forti” risponde ridendo Jamie.

“Ciao!”
“Ciao cara!”
“Divertitevi”

“Mi raccomando, tornate con un nipotino”
“Ronald!” lo richiama zia Hermione.
“Scherzavo! Ragazzi, scherzavo” precisa lo zio rivolto agli sposini.
“Mandate una cartolina!”
“Fatti sentire, Vic”

Varie voci si alzano dalla folla di parenti dietro di noi, ci giriamo ed iniziamo anche noi a salutare Teddy e Vic con la mano, cercando di urlare più forte degli altri.

“Buon viaggio TRLGSSP!” grido in direzione di Ted.

Lui si gira, mi sorride e risponde “Ciao LLPPS”

Rido, mi giro verso Albus che mi guarda con espressione interrogativa, ma io alzo le spalle. Lui capisce che è una cosa tra di noi, e torna ad urlare il suo saluto.

Appena le due sagome varcano la porta scorrevole dell’aeroporto, noi ci giriamo e ci avviamo verso un luogo più isolato per eseguire la Smaterializzazione. Andiamo tutti insieme alla Tana per pranzo.

Arriviamo in un grande prato e io prendo le mani di papà, pronta per l’imminente nausea.

Sento i miei fratelli litigare per l’abbigliamento che ha scelto Albus e sorrido esasperata.
Non cambieranno mai.

  
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