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Autore: RainPluffa24456    14/09/2013    2 recensioni
Eh già, mi sto cimentando in Percy Jackson! Io AMO questa saga! Mi sono sbafata tutti i libri in due mesi! Quindi, alla fine del Libro Segreto e L'Eroe Perduto, ho pensato fosse di dovere scrivere una fanfic. Pubblicherò a breve una fic su The Lost Hero, ma per ora accontentiamoci di questa.
Dunque, e se quando Annabeth prende quella pugnalata, (da pag 186 dello Scontro Finale in poi) fosse andato in modo diverso? Se Percy le avesse detto cose che voleva essere sicuro sapesse?
Ho fatto cose che voleva essere sicuro d'aver fatto?
Leggete e vedrete!
PERCABETH ALL THE WAY! :D
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Annabeth Chase, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perché non morirò, prima di averti detto che ti amo.


Sono talmente preoccupato che mi manca il respiro. Non riesco a fare entrare aria nei polmoni. Salgo le scale talmente in fretta che penso di cadere minimo cinque volte. Jake Mason mi intercetta subito, ma io lo apostrofo. Voglio sapere dov’è. Voglio che mi dicano come sta. Voglio vederla. Zittisco chiunque cerchi di parlarmi. Le loro voci sono solamente brusii per me, ora. Grazie agli dei, riesco ad arrivare nella terrazza tutto intero.
Annabeth è su uno sdraio. Non ha un aspetto sano. Però per me continua ad essere bellissima anche così. Mi avvicino e le prendo la mano. Lei mi sorride fiaccamente. Silena scambia uno sguardo con me, e quando le faccio un cenno con la testa, lei mi ringrazia tramite contatto visivo, e si allontana. Rimaniamo solo io e Will. Solace la cura, le dà del nettare. Io rimango a guardarla, mi faccio stringere la mano quando le fa male. Poi Will ci assicurà che starà meglio, e si allontana, un po’ barcollante.
Sono scosso. Sposto lo sguardo all’orizzonte, alla Manhattan zitta e buia, perché non ne posso più. “Non ce la faccio, Annabeth. Non ce la faccio.” Dico, abbassando il capo. Appoggio la mia fronte al suo ventre. Sembro disperato. Lei mi accarezza piano i capelli, ogni tanto gioca con qualche mio ciuffo. “Si che ce la fai. Sei il figlio di Poseidone. Uno dei Tre Pezzi Grossi.” Cerca di rassicurarmi lei, e forse per un po’ ci credo. Rialzo la testa, e striscio di lato avvicinandomi un po’ di più a lei. “Sei carino quando sei preoccupato.” Accenno a un sorriso. “Non dovevi farlo.” L’ammonisco, guardandola. “Tu avresti fatto lo stesso per me.” Risponde lei a fatica. “Si, ma io sono invulnerabile. Più o meno.” Ironizzo, e lei accenna a un sorriso. Quel sorriso è la mia ancora di salvezza. Allungo una mano, accarezzandole una guancia. Lei arrossisce. “Non puoi morire. Ok? Non adesso.” Le proibisco, avvicinandomi al suo volto. Non so dove trovo tutto questo coraggio. Forse nella paura di perderla. Lei mi guarda. I nostri nasi si sfiorano. Sembra piccola e indifesa. “Noi staremo insieme. Quando tutto questo sarà finito. Ma tu non devi morire. Promettilo.” Aggiungo, accarezzandole la guancia con l’estremità del pollice. Annabeth mantiene ancora la mano sana nella mia. Sento una stretta e la ricambio. “Non morirò, Percy. Te lo prometto.” Sussurra. “Bene. Perché se ti accadesse qualcosa, io non so che farei.” Rivelo. Lo sussurro a fior di labbra, perché poi la bacio. Spingo la mia bocca contro la sua, e prendo le sue labbra tra le mie. E’ una cosa dolce e più calma, rispetto al primo. Le lascio la mano, e porto la mia accanto all’altra, a tenerle il viso. La sua va dietro il mio collo, e mi attira di più verso di lei. Sento che risponde al bacio. Sorrido contro le sue labbra, e poi continuo a baciarla. Non so per quanto abbiamo continuato a baciarci. Ricordo confusamente che uno dei due piangeva ogni tanto. Ricordo d’aver sentito il sapore salato delle lacrime. Poi, a un certo punto, smettiamo di baciarci, e rimaniamo vicini. Semplicemente abbracciati. Ho la testa posata nell’incavo del suo collo, sento il suo profumo. Lei lo stesso. Mi separo, le mie mani sono ancora una attorno alla sua vita e l’altra sul suo viso. Lei mi guarda stranita. L’alba è sorta. Alzo lo sguardo, tirando su col naso. Jake Mason si affaccia, per dirmi che Grover è tornato. “Arrivo.” Rispondo io schietto, e lui se ne va. “Oggi affronterò Crono. Solo uno dei due uscirà vivo da questa cosa.” Provo a sondare il terreno. “E sarai tu.” Risponde lei, mettendomi una mano sotto al mento per incontrare il mio sguardo. “Si. Ma se così non dovesse essereecco..” Provo a dire. “No, Percy. Non ti voglio ascoltare, va bene?” Risponde a fatica la Chase. “Non me lo dirai adesso come una specie di addio. Me lo dirai quando tutto questo sarà finito, e io ti dirò che per me è lo stesso. Ma non ora!” S’oppone lei. Le lacrime le velano gli occhi. Io sorrido. “Ehi. E va bene. Te lo dirò domani.” Rispondo io, mettendole una ciocca di capelli dietro l’orecchio. “Io ti ho promesso che morirò. Non morirai nemmeno tu. Chiaro?” Si, è abbastanza convincente. Per questo sorrido di nuovo, abbassando lo sguardo. Ma subito lei fa in modo che io lo rialzi. “Non morirò, Annabeth.” Le assicuro. Ma ecco che Jake Mason ritorna all’attacco. Io rispondo male, e Annabeth ride, per quanto le sia permesso dalla ferita. Quindi mi alzo. La mia mano è ancora nella sua. Sto per andare, ma all’ultimo, mi abbasso su di lei. Le poso un bacio sulla fronte, e chiudo gli occhi rimanendo così per un po’. “A dopo, Sapientona.” La saluto, e vedo già Silena rientrare al suo fianco. “A dopo, Testa d’Alghe.” Mi risponde lei, un po’ affaticata.
Sorrido, e raggiungo Jake Mason, mentre i fratelli Stoll cominciano a prendermi in giro per i baci che ovviamente hanno spiato. E’ bello sapere che per quanto le situazioni siano difficili, i tuoi amici ti faranno sempre ridere.
 
  
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