Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: beuzz94    14/09/2013    1 recensioni
Tre momenti salienti della vita di Harry Potter, ma narrati da un punto di vista un po' diverso dal solito. Lo sfondo è uno solo: il binario magico della stazione di King's Cross.
Questa One shot è un cross-over tra Harry Potter e il telefilm Doctor Who, ed ha partecipato al contest letterario (Primo settembre - Ritorno ad Hogwarts) indetto dal forum del sito 'Harry Potter 8'.
Harry Potter sollevò gli occhi, e finalmente notò i due personaggi di cui era l'oggetto di tanta attenzione: una ragazza bionda che non dimostrava più di vent'anni, e un giovane uomo alto e smilzo, avvolto in un lungo cappotto beige. Lei, non appena si accorse che il suo sguardo era ricambiato, salutò allegramente Harry con la mano, mentre lui gli rivolse un largo sorriso. Harry voltò rapidamente il viso ma i due sulla banchina continuarono a fissarlo finché il treno non iniziò a muoversi e scomparve oltre la curva.
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Mio primissimo scritto sul mondo di Harry Potter, con l'aggiunta di qualche elemento di un'altra opera inglese che adoro, il telefilm Doctor Who. 
Spero vi piaccia; buona lettura!
*
Questa one-shot ha partecipato al contest letterario indetto dal forum del sito 'Harry Potter 8', dal tema Primo Settembre - Ritorno a Hogwarts, classificandosi prima*
 

L'ULTIMO VIAGGIO

L'uomo alto e magro sorrise mentre guardava la sua giovane compagna precipitarsi fuori dall'abitacolo; da quando lei gli aveva comunicato uno dei suoi più grandi desideri, e aveva saputo che in effetti questo era facilmente realizzabile, non era più riuscita a contenere l'entusiasmo, sbuffando e pestando nervosamente i piedi fino al momento dell'arrivo. Per non rischiare che si cacciasse in qualche guaio – cosa che accadeva abbastanza di frequente, da qualche tempo a questa parte – l'uomo si affrettò a seguirla, e a grosse falcate si fece largo tra la folla per raggiungere l'amica. I due si diressero verso l'ingresso dell'affollata stazione di King's Cross, nel cuore della capitale londinese, consci che quella mattina sarebbe stata decisamente diversa dalle altre.

Accelerando il passo, la ragazza giunse in vista del muro di mattoni che separava i due binari contrassegnati dai numeri 9 e 10, giusto in tempo per notare un ragazzino occhialuto dai capelli scuri che scompariva come per magia al di là della solida parete. Lei si girò e rivolse un sorriso eccitato al suo compagno, perdendosi così l'eguale scomparsa di tre personaggi dai capelli di un rosso vivace – una donna, un altro ragazzo e una bambina di circa dieci anni –. La ragazza avanzò veloce, sbucando dalla macchina dei biglietti dietro cui era nascosta, e domandò concitatamente: ''Secondo te anche noi possiamo passare dall'altra parte, anche se siamo dei Babbani?'', fissando con aria avida l'apparentemente innocuo muro di mattoni. L'uomo la superò e tirò fuori dalla tasca interna della propria giacca un curioso aggeggio che puntò con aria decisa verso la parete, per poi rispondere: ''Immagino che per noi oggi la protezione magica farà un'eccezione'', rivolgendo un sorriso sbarazzino alla sua amica, che ricambiò con un ghigno complice. Poi, i due si presero la mano e insieme fecero un passo avanti.

Nonostante la ragazza sapesse bene che cosa la aspettava dall'altra parte del muro, non poté fare a meno di spalancare la bocca, meravigliata. Il maestoso treno rosso sbuffava vapore inondando il binario di un denso fumo bianco, attraverso il quale si distinguevano centinaia di persone tutte raccolte intorno agli sportelli e ai finestrini dell'Hogwarts Express, in larga parte genitori che salutavano i figli e fratelli e sorelle che piangevano, troppo piccoli per intraprendere anche loro quel particolare viaggio. I due intrusi si fecero larga tra ragazzi e adulti e animali vari fino a raggiungere la coda del treno; qui si fermarono, lei trattenendo il fiato, lui fissando con attenzione i personaggi di fronte a loro, le mani affondate nelle tasche. Il ragazzino di prima, che si chiamava Harry, veniva aiutato da un paio di ragazzi più grandi, due gemelli, a caricare il suo pesante baule sul treno. Lo videro scostarsi i capelli dalla fronte sudata, mostrando così la nota cicatrice a forma di saetta, e i due fratelli impietrire e allontanarsi verso la signora di prima, presumibilmente la loro madre, che li chiamava a gran voce. ''E così Harry Potter esiste davvero'' mormorò la ragazza, osservando affascinata il portellone entro il quale il suddetto era appena scomparso, ''e Ron, Hermione, i Weasley, Silente... tutti loro esistono davvero! Ma com'è possibile?'' domandò, rivolta al compagno.

Pazientemente, lui le spiegò come spesso sui vari pianeti possano crearsi alcune zone parallele, delle curvature nello spazio e nel tempo che sono però inaccessibili alle persone comuni: come la magia creava questi piccoli mondi paralleli, allo stesso modo solo le persone dotate di sangue magico possono accedervi; ''...credo che dovrai limitarti a salutare il tuo eroe da qui'' concluse, rivolgendo un piccolo sorriso alla compagna. Soffocando una smorfia di disappunto, la ragazza avanzò ulteriormente lungo il binario ma cercando di non farsi troppo notare dalla famigliola dai capelli rossi che parlottava ancora lì accanto. Lei giunse all'altezza del finestrino oltre il quale si scorgeva la sagoma del ragazzino dai capelli neri, che osservava pensosamente la banchina sotto di lui. Come se sentisse di essere fissato intensamente, Harry Potter sollevò gli occhi, e finalmente notò i due personaggi di cui era l'oggetto di tanta attenzione: una ragazza bionda che non dimostrava più di vent'anni, e un giovane uomo alto e smilzo, avvolto in un lungo cappotto beige. Lei, non appena si accorse che il suo sguardo era ricambiato, salutò allegramente Harry con la mano, mentre lui gli rivolse un largo sorriso. Harry voltò rapidamente il viso ma i due sulla banchina continuarono a fissarlo finché il treno non iniziò a muoversi e scomparve oltre la curva.


 

***

Nonostante fossero passati più di trent'anni, lo scenario della piattaforma 9 e 3⁄4 non aveva subito particolari cambiamenti: c'erano i piccoli primini dall'aria impaurita, i ragazzi più grandi, già vestiti di tutto punto con la divisa scolastica, i giocatori di Quidditch con le scope in mano che scoppiavano in fragorose risate di tanto in tanto; nell'aria il concerto dei versi di animali fra i più disparati.

Harry Potter era pensieroso, mentre faceva correre lo sguardo su e giù lungo la banchina. Gli provocava sempre una grande emozione recarsi in questo luogo così speciale per lui, nonostante da tempo provasse una leggera tristezza, dovuta alla consapevolezza che non sarebbe mai più potuto ritornare a Hogwarts per quella via. E non riusciva mai a capire come mai si sentisse tanto abbattuto: aveva una grande e amorevole famiglia, un appagante lavoro, una vita completa, insomma. Ma puntualmente, ogni anno la vista del binario 9 e 3⁄4 gli provocava quel nodo allo stomaco, e oggi sarebbe stato anche peggio. Cercando di nascondere i propri sentimenti - anche se era più che sicuro che sua moglie Ginny non si sarebbe lasciata ingannare tanto facilmente – rivolse un grande sorriso alla figlia Lily: quello sarebbe stato per lei l'ultimo anno alla scuola di magia, ed era decisamente elettrizzata (progettava già da anni un'ambizioso training come Medimago); non vedeva l'ora di eguagliare le carriere brillanti dei fratelli e degli zii.

Harry abbracciò forte la figlia, stampandole poi un bacio sulla fronte. ''Buon anno, Lily. E mi raccomando, concentrati sui tuoi studi, e non dare troppa corda ai ragazzi!'', aggiunse, il viso corrucciato. Lei alzò gli occhi al cielo ed esclamò un 'si' esasperato, per poi girarsi ad abbracciare la madre; finiti i saluti, corse via e raggiunse un gruppetto di amiche, con cui salì infine sul treno. Harry la guardava allontanarsi, consapevole che sarebbe passato molto tempo dalla prossima visita al binario magico di King's Cross, e probabilmente non sarebbe stato vivo per raccontarlo. Quasi non sentì la poderosa pacca sulle spalle di Ron, né il sospiro tremulo di Hermione – anche loro avevano accompagnato per l'ultima volta al binario il loro secondogenito, Hugo.

''Non vi sentite un po' strani, al pensiero che non dovremmo mai più tornare quaggiù?'' chiese Harry rivolgendosi ai suoi amici. Ron sembrava alquanto perplesso, come se non capisse che cosa potesse esserci di emozionante nel rivedere il mezzo che ti aveva trasportato a scuola durante l'adolescenza, ma Hermione sembrava aver capito che cosa intendesse dire Harry. D'altra parte, pensò quest'ultimo aggiustandosi gli occhiali, lui non aveva mai raccontato in quale luogo particolare si era ritrovato nel limbo, quando la Maledizione Kedavra di Voldemort aveva ucciso l'Horcrux dentro di lui.

Il treno stava ormai partendo. Harry salutò con la mano Lily, seguendola con lo sguardo fino a che il treno svanì oltre la curva. Poi, soffocando un sospiro e afferrando la mano di Ginny, si voltò per ritornare nella zona babbana della stazione, giusto in tempo per notare due personaggi, un uomo e una giovane donna dall'aria piuttosto familiare – 'ma dove diavolo li avrò visti?' – dirigersi a larghi passi oltre la barriera.


 

***

Il primo settembre di quell'anno pioveva. Il rumore della pioggia era l'unica compagnia dell'anziano uomo abbandonato tra le coperte di un letto dell'ospedale di Plymouth. Harry Potter guardava tristemente le gocce che si rincorrevano scorrendo sul vetro della finestra, e nel mentre rifletteva. Aveva aspettato quella data con trepidazione: come spesso succede durante la vecchiaia, e sono ormai poche le occasioni di avvenimenti entusiasmanti, tali giornate costituiscono un pensiero fisso e il raggiungimento di esse fornisce un tiepido senso di trionfo, come un atleta quando raggiunge un traguardo da tempo ambito.

Le 11 meno venti minuti. Harry gettò di sottecchi un'occhiata all'orologio, prima di sospirare pesantemente e di essere sopraffatto da un accesso di tosse. Ormai sapeva che gli rimaneva ben poco tempo da vivere, ma di questo non era affatto preoccupato – avrebbe raggiunto la sua amata Ginny, tanto per cominciare, e i suoi figli avevano tutti una propria famiglia e una vita serena. Ma effettivamente non poteva non confessare che gli rimaneva un ultimo desiderio, anche se era consapevole che sarebbe stato alquanto difficile da realizzare, se non impossibile. 'Buffo', pensò; avrebbe giurato che, dopo una vita come la sua, niente sarebbe stato più impossibile. Ma forse queste erano solo le farneticazioni di un vecchio.

Immerso nei propri pensieri, non si accorse dei suoi visitatori finché non sentì una mano tiepida posarsi sulla sua, rugosa e indolenzita. Harry sobbalzò e si girò lentamente, a causa di una dolorosa fitta ai polmoni; riconobbe immediatamente le due persone di fronte a lui, nonostante fossero passati molti anni dall'ultima volta che li aveva visti. Rivolse un piccolo sorriso all'uomo, ancora avvolto in quel lungo cappotto beige e il cui viso era rimasto del tutto immutato. ''Siete venuti ancora'', mormorò. ''Desiderate dunque vedermi morire?''. La ragazza sembrò turbata da queste parole, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa, lui intervenne: ''In realtà speravamo di vederti un'ultima volta... e di aiutarti in qualche modo, se è possibile''. Harry girò la testa verso la finestra; ''Non potete aiutarmi a guarire'' sbottò. ''Non intendevo questo'' si affrettò ad aggiungere il visitatore. '' Ascolta...''.

Harry dovette ammettere di essere rimasto piuttosto colpito da quello che quell'uomo, finalmente, gli rivelò. Non comprese fino in fondo tutto ciò che il Dottore, come infine si era presentato, disse ma sentì abbastanza da capire come anche al capolinea dell'esistenza ci sia sempre qualcosa di nuovo da scoprire. Capì inoltre che forse il suo ultimo desiderio poteva ancora essere realizzato, e si affrettò a rivelarglielo, poiché ''... non so se riuscirò a vedere il prossimo anno'' concluse affaticato. Vide il Dottore e Rose, la sua compagna, scambiarsi un sorriso complice, e il suo cuore si alleggerì. ''Dobbiamo fare in fretta, però'', incitò il Signore del Tempo.

Harry si accorse a malapena dei due viaggiatori che lo facevano alzare e lo sostenevano fino a un'uscita sul retro, accanto alla quale era situata un'obsoleta cabina blu della polizia – che Harry poteva giurare di non aver mai visto lì in vita sua. A stento notò le smisurate dimensioni della cabina, 'cioè, la nave spaziale', corresse mentalmente, e gli scossoni dovuti al viaggio. In pochi secondi erano arrivati, e l'anziano mago, uscendo dalla navicella, riconobbe immediatamente il luogo che aveva di fronte. Sempre sorretto dai due amici, Harry percorse la strada, varcò l'ingresso e si diresse con passo sicuro, benché zoppicante, verso la barriera che separava i binari 9 e 10.

L'Hogwarts Express era sempre lì, immutato nonostante tutti quegli anni, così come la banchina e le persone che vi si affollavano. Harry non poté fare a meno, soprattutto, di rimanere colpito dai rumori, in primo luogo le risate eccitate degli studenti, pronti a fare ritorno a un nuovo anno a Hogwarts. Rose lasciò il braccio di Harry e corse via, salvo poi ritornare poco tempo dopo. ''Credo che ci sia un posto per lei, a bordo'' disse, rivolgendosi con un gran sorriso all'anziano mago. Quest'ultimo chinò il capo in segno di gratitudine e si diresse lentamente verso la parte anteriore del treno, dove il macchinista lo aspettava per aiutarlo a salire. Una volta preso posto nello scompartimento a lui riservato, si voltò verso il finestrino per salutare un'ultima volta il Dottore e la sua compagna, che come parecchi anni prima, lo fissavano intensamente, emozionati.

Durante tutto il viaggio, Harry continuò a guardare fuori dal finestrino. I campi, le pianure brulle e le macchie di alberi che il treno incontrava sul suo cammino erano pressoché identiche a come lui le ricordava, in quel suo primissimo viaggio su quel treno, tanto che molte volte gli parve di essere ritornato, con la mente e con il corpo, a quella favolosa esperienza – ma questa volta nessun Ron e nessuna Hermione sarebbero giunti a interrompere le sue meditazioni. Sentì però di averli ritrovati una volta giunto al binario di Hogsmeade e si percepì come rinato dopo aver alzato lo sguardo sul castello, pronto ancora, dopo tanti anni, ad accoglierlo in seguito a un'altra dura e faticosa estate.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: beuzz94