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Autore: FALLEN99    14/09/2013    3 recensioni
Bianca Snow ha 17, i capelli neri come ali di corvo, la pelle bianca come la neve e le labbra scarlatte come il sangue. Quando sua madre muore assassinata, la soluzione che l'arcigna matrigna le propone, è quella di spedirla in un isolato collegio nel sud della Cornovaglia.
Bianca non ne è felice, ma farebbe qualsiasi cosa pur di scappare al dolore che continua a contrassegnare la sua vita.
Quando incrocia gli occhi magnetici di Carter, Bianca capisce che tutto ciò in cui credeva prima non ha più senso.
Fra oscuri presagi, sangue, tradimenti, e una tormentata storia d'amore, Bianca capirà che alle volte, bisogna lottare per ottenere il proprio lieto fine.
*Dal testo*
Il corpo di Carter premeva imponente sul mio, imprigionandomi sensualmente contro il muro alle mie spalle.
Ogni parte del mio corpo era invasa da un desiderio di lui così potente da lasciarmi senza fiato...
La passiona mi scorreva veloce nelle vene.
Le sue dita affusolate erano chiuse come candidi rami su una mela scarlatta, rossa e invitante come il più prelibato dei frutti.
-Mi vuoi, Bianca?
Annuii.
La voce di Carter era una carezza gelida sulla mia pelle.
- Un morso e sarò tuo, Bianca. Per sempre.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
Londra. 3 Mesi Prima.

 
Alyssa avanzò a passo deciso nel giardino innevato, le scarpe col tacco che lasciavano orme nella neve, a testimoniare la sua presenza lì, in quel luogo, l’ultimo che avrebbe visto.
La paura era impressa sul suo volto come una maschera altera, ma la donna si ostinava a non riconoscerla e a non far sì che essa potesse condizionare la sua fuga.
Il suo abito da sera si muoveva regalmente seguendo il movimento delle sue gambe lunghe e toniche, mentre i capelli, neri e setosi, erano una coperta d’ebano sulla sua schiena seminuda. Era una donna bellissima, a partire dalle labbra, scarlatte come gocce di sangue sgorganti da una ferita appena aperta e dalla carnagione, bianca e cadaverica, così candida da confondersi con la neve che copriva il terreno che stava calpestando.
Mossa da un istinto di sopravvivenza Alyssa fletté le gambe e saltò dall’altra parte del cortile, oppressa dalla continua sensazione di essere seguita, che, passo dopo passo, continuava ad aumentare, attanagliandole lo stomaco in una morsa latente.
Velocemente procedé verso il cancello metallico che distava pochi metri da lei, ma ogni passo che faceva  le sembrò essere sempre più lontano, come se, al posto che il simbolo della sua salvezza, esso fosse quello della sua imminente condanna. Espirò, frustrata. La testa le cominciò a girare vorticosamente, mentre un insensato bisogno d’aria la faceva gemere. Quando sentì le ossa pulsare decise di fermarsi. Un brivido gelido le scivolo sulla schiena, facendola sobbalzare.
Alzò lo sguardo al cielo, una pesante coperta d’oscurità lo avvolgeva nelle sue spire, come ad intriderlo con la sua malignità. Quella che dalla sua nascita l’aveva sempre accompagnata, condannandola ad un’esistenza di disprezzo, dalla quale, suo malgrado, non era mai riuscita a scappare.
I raggi opalescenti della luna vibravano sul manto di neve, donandogli sfumature azzurre e perlate, ma Alyssa era troppo impaurita per contemplare tale bellezza. Con il respiro che le usciva dalle labbra sotto forma di nuvolette candide prese a correre verso il cancello, mentre un rumore di passi diverso dai suoi si diffondeva per il cortile, attutito dalla neve.
«Fermati, Alyssa, sai bene che non puoi scappare»
Alyssa si paralizzò al sentire quella voce. Pensava di averla scampata, di essere riuscita a lasciarsela per sempre alle spalle. Ma si sbagliava. Eccome, che si sbagliava.
Serrò la mascella, il corpo scosso da brividi gelidi, come se una lastra di ghiaccio incandescente le avesse perforato il ventre.
La figura dietro di lei, fino a quel momento restata nell’ombra, si fece avanti. Indossava un lungo mantello violaceo, così lungo da disegnare un enorme ovale attorno al suo corpo. Il cappuccio celava un volto segnato da un sorriso scarlatto e agghiacciante, i lunghi capelli color caramello raccolti in una crocchia tirata sino alla base della nuca.
«Sei arrivata al capolinea, Alyssa.» una voce profonda ed inquietante uscì dalla bocca disumana della figura, protendendosi verso la povera Alyssa e penetrandole nelle orecchie sotto forma di un ruggito graffiante.
Alyssa deglutì, intimorita.
«Non otterrai mai ciò che brami, strega, non te le permetterò.» disse con la voce rotta dalla tensione che le stringeva la gola.
La figura sorrise, compiaciuta dall’audacia di quelle parole.
«Credi davvero, Alyssa?» chiese con voce intimidatoria, lo sguardo puntato sulla schiena della rivale come un pugnale.
Con passo cascante ma deciso le si avvicinò, il drappeggio regale della mantella che strusciava sulla neve. Avvicinò le sue labbra all’orecchio di Alyssa.
«Tutto è pronto, niente potrà mai fermarmi, tanto meno tu, sciocca vittima sacrificale. Ho già vinto, molto e molto tempo fa. Tu lo sai bene, cara Alyssa, è ora che lo riconosca.» le sussurrò sulla pelle con voce tetra.
Prima ancora che Alyssa potesse fare qualcosa, la figura le sferrò un calcio poderoso alla schiena, facendola cadere di faccia sulla neve.
Alyssa reagì di conseguenza. Meno di un secondo dopo si rialzò e si portò davanti alla figura, gli occhi iniettati di sangue e le mani pronte a spezzarle le ossa della gola.
«La tua agilità mi stupisce, cara Alyssa, ma non basterà a salvarti.» intimò la figura allungandole un pugno sulla mascella, che Alyssa schivò con prontezza, per poi afferrarle il braccio e torcerglielo dietro la schiena, mentre rantoli dolorosi uscivano dalla bocca della figura.
Alyssa sorrise, compiaciuta del potere che esercitava sulla nemica, ma la sua esultanza durò non più che qualche frammentario attimo. Infatti la figura, con un rapido movimento del braccio libero, sferrò una gomitata nel suo ventre, facendola piegare dal dolore. Poi balzò in aria, leggiadra come una farfalla, e la colpì con un calcio alla mascella talmente potente da scagliarla qualche metro lontano, il volto contro il cancello metallico che tanto aveva bramato.
La figura ammantata, un rivolo di sangue che le colava dalla bocca, avanzò verso il corpo di Alyssa, riverso a terra, il cui sangue imbrattava la neve come fiumi scarlatti che si diramavano velocemente.
«Sei finita, Alyssa.» sussurrò la donna calando un pugno sulla sua schiena. Alyssa gemette, ma un impulso rabbioso la fece balzare in piedi e scagliare la figura contro un albero vicino grazie ad  un calcio rotante che fendette l’aria.
L’impatto fu così devastante che la corteccia dell’abete implose su se stessa in un turbinio di polvere e neve.
Alyssa si gettò sul suo aggressore e le strinse la gola con tutta la rabbia repressa che dal primo istante in cui l’aveva vista aveva provato nei suoi confronti, lasciando che fluisse attraverso il suo corpo, facendoglielo utilizzare come strumento di distruzione, come da quando era nata le avevano insegnato.
«Finalmente, dopo tredici lunghi anni posso farlo!» gridò in preda ad una sensazione di liberazione assoluta che le inebriò le membra, risanandole.
Aumentò la presa sulla gola della donna, che, con occhi impassibili la guardava, come se non provasse alcun dolore.
«Sei davvero sciocca se pensi che mi ucciderai, Alyssa. Io ho molte risorse, sai?» rantolò la donna facendo un cenno d’assenso ad un uomo alto e snello, che si era nascosto fra il fogliame degli alberi fino a quel momento e che, al segnale della sua padrona, fece scattare una freccia d’argento dalla balestra che reggeva in mano. La freccia fendette l’aria e, prima che Alyssa avesse il tempo di accorgersene, le trapassò il cuore in un unico, doloroso e vivido istante.
 L’ultimo istante della vita di Alyssa Snow



Ehilà! =)
Spero che questo prologo vi abbia intrigato, e spero continuerete a leggere questa rivisitazione della classica fiaba di Bianca Neve.
La storia è sepolta nel mio pc da troppo tempo, e spero che le vostre recensioni mi inducano a continuarla, visto che non mi piace lasciare le cose a metà ù.ù
RECENSITE, OGNI COMMENTO, CHE SIA UNA CRITICA O UN COMPLIMENTO, E' BEN ACCETTO
alla prossima
F
 
   
 
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