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Autore: Edoatar    14/09/2013    1 recensioni
FF crossover su Hunger Games e Percy Jackson.
Ho riscritto diversi momenti della saga di Suzanne Collins e inserito personaggi della serie di Rick Riordan.
Che dire, due miti che si incontrano!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Finnick Odair, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non siamo morti!



Capitolo 1: Mostri nelle fogne



POV Percy:


Bleah! Che sudiciume. E che puzza. Se questi sono i sotterranei della città più ricca di Panem non voglio immaginare quelli dei distretti poveri.

So che cosa vi starete chiedendo. Che ci fa Percy Jackson sottoterra? E' forse alla caccia di qualche mostro talpa? Sta cercando un tesoro sepolto? Si è perso?

No, nulla di ciò. Vi spiegherei volentieri tutto dal principio, ma è davvero una lunga storia.

Quindi, dove eravamo rimasti? Ah, sì..... Fasci di tubature sembrano percorrere la galleria all'infinito. Topi sguazzano nell'acqua sporca e si sbranano tra di loro. Sentieri identici a quello dove mi trovo sfociano in altri assai bui condotti. Questo posto mi ricorda terribilmente il Labirinto.

Quando Chirone mi assegnò quest'impresa non avrei mai immaginato di ritrovarmi in una fogna. Da come mi era stata descritta Capitol City mi aspettavo qualcosa di meglio. E cosa peggiore di tutte, sono senza compagnia.

Ho fatto il testardo al campo, rifiutando l'aiuto di Annabeth e Grover, ma è meglio così. Qui è in corso una rivoluzione. Una guerra su scala nazionale. Non dico che non saprebbero cavarsela, ma non voglio correre rischi.

Mi è stato annunciato che se Capitol City trionferà nuovamente sui distretti un'era di conflitti e povertà ci aspetta. Quindi ora devo trovare e proteggere una, come si chiamava? Maiala Indagatrice? Imitatrice? Bé, qualcosa del genere; alias Katniss Everdeen.

Non riesco a proseguire oltre. Sono giorni che cammino e ho bisogno di fare una sosta.



POV Katniss:


Poco prima delle sette, io e Pollux cominciamo a muoverci in mezzo agli altri, scuotendoli. Ci sono i soliti sbadigli e sospiri che accompagnano il risveglio. Ma le mie orecchie colgono qualcos'altro. Una specie di sibilo.

Forse è solo vapore che esce da una tubatura, o il lontano spostamento d'aria prodotto da uno dei treni.

Zittisco il gruppo per decifrarlo meglio. Sì, c'è un sibilo, ma non è un suono prolungato. Somiglia di più a un susseguirsi di molteplici espirazioni che formano parole. Un'unica parola. Un nome. Ripetuto all'infinito.

Katniss.



POV Finnick:


La pausa è finita. Devono aver trovato il corpo di Boggs, ma quando si sono accorti che i nostri non c'erano Snow deve essere andato su tutte le furie.

Si sente ancora quel verso raggelante provenire da un condotto alle nostre spalle.

Peeta sta cercando di convincere Katniss a scappare, ma noi non la lasceremo. Ho giurato di proteggerla. Di proteggere il simbolo della ribellione.

Qualunque cosa ci stia dando la caccia, si sta avvicinando. Cedo uno dei miei due fucili a Castor e Katniss sostituisce il caricatore a salve di quello di Peeta con uno vero e lo consegna a Pollux.

Ci mettiamo a correre. Il tridente comincia a pesare sulla schiena.

Improvvisamente iniziano a susseguirsi spaventose urla che rimbalzano sulle pareti dei tunnel.

-”Senza-voce.” Dice Peeta, “Li hanno trovati.”

-”Lasciate che me li tiri dietro. E' me che vogliono.” Afferma Katniss.

-”Escluso. Non ti abbandoneremo.” Controbatte la Jackson.

-”Stiamo perdendo tempo!” Urlo.

Come per confermare, il sibilo degli ibridi si fa ancora più vicino. Adesso quel verso proviene da sotto e dietro di noi.

Riprendiamo la fuga e dopo aver svoltato un angolo sono in procinto di intravedere il baccello che scopre il Tritacarne, quando vedo Messalla venire sollevato verso l'alto a testa in giù da un fascio di luce dorata.

Gale scaglia due freccie contro la luce, ma si spezzano al contatto.

Afferro il braccio di Katniss, che non si è ancora accorta di quello che sta accadendo. Lentamente, la carne di Messalla comincia a sciogliersi dal suo corpo.

-”Non possiamo aiutarlo! Non possiamo!” Urla Peeta, correndo nel tunnel.

Lo seguiamo per pochi metri, perché ci ritroviamo sotto il fuoco dei Pacificatori venuti dalla galleria che abbiamo appena superato.

Spariamo contro quelle giubbe bianche, fino a vederle tinte di rosso. Altri Pacificatori giungono dalle spalle di quelli che stiamo affrontando. Ma non stanno correndo verso di noi.

Lentamente, scorgo diversi particolari. Hanno la pelle bianca e sporca di sangue, una lunga coda serpentina e la testa da rettile. E stanno decapitando i Pacificatori uno a uno. Quelli non sono esseri umani.

E' veramente ora di scappare.



POV Percy:


Il sibilo è sempre più vicino. Mi infilo il cappello degli Yankees di Annabeth in testa appena in tempo. Degli esseri che non ho mai visto prima mi passano di fianco sfrecciando velocissimi. Uno mi si blocca molto vicino, fermandosi ad annusare l'aria. Deve avere un olfatto molto fine perché anche senza riuscire a vedermi ruota la testa nella mia direzione. Accidenti se è brutto. Sembra essere l'animale da compagnia di una dracena. Quel coso sibila nuovamente e ricomincia a correre a quattro zampe lungo la fogna.

Poco fa ho sentito delle voci provenire dal condotto successivo. Credo di essere sulle tracce di Katniss. Ma ora anche questi mostri lo sono. Devo muovermi.

Arrivo ad un incrocio di vari tunnel e quello che vedo per poco non mi fa ritornare su l'ambrosia mangiata poche ore fa. Sopra la mia testa c'è un uomo. O almeno era un uomo. Rimangono solo le ossa e qualche brandello dei suoi vestiti penzolare dal soffitto. Decido di passare oltre, tenendomi cautamente alla larga dal fascio di luce dorata che lo intrappola.

Odo degli schiocchi di fucili e vedo diversi uomini in uniformi bianche sparare contro un gruppo di altre persone. Queste ultime rispondono al fuoco e, tra di esse, scorgo un riflesso. Un piccolo bagliore luccicante proveniente dalla piccola spilla fissata al giubbotto di una ragazza. Ha i capelli scuri legati in una treccia. Impugna un arco e sta decimando gli uomini con le divise bianche. Katniss.

Ad un tratto i soldati vengono attaccati e letteralmente decapitati dalle lucertole giganti che ho visto prima. Il gruppo di Katniss se la da a gambe e io decido di tentare. Corro in mezzo a quella carneficina cercando di stare lontano dai mostri.

Ah, la bellezza di essere invisibili.

Quando giungo nel tunnel dove stavano scappando i Ribelli ho veramente poco tempo per capire la situazione.

Oltre un profondo buco con la base coperta di lame rotanti ci sono due donne e un uomo che combattono contro i mostri. Quando scatto per intervenire non c'è più niente da fare. I tre soldati vengono sopraffatti.

Con le scarpe alate di Ermes oltrepasso la voragine e ricomincio a cercare Katniss.

Dei, fate che non sia troppo tardi.



POV Finnick:


Siamo arrivati alla fine del tunnel. Da qui si prosegue con delle scale a pioli fino in superficie.

-”Salite.” Dico.

Gale afferra Katniss e la fa arrampicare su per la scala. Peeta e Cressida la seguono.

Io resto a sparare agli ibridi con Castor.

-”Vai!” Ordino a Gale. Lui esegue.

Scarico gli ultimi proiettili contro una delle lucertole e impugno il tridente. Ne faccio fuori mezza dozzina prima di vedere Castor trascinato via da uno di quei mostri.

-”No!” Scaglio il tridente e trafiggo alla testa l'ibrido che l'aveva attaccato. Ma Castor non si rialza.

Mi inginocchio al suo fianco e vedo le profonde ferite sul collo.

Lui mi guarda e poi sorride; con il sangue che gli macchia i denti.

-”Vinceremo.” Sussurra con un fil di voce. Poi non parla più. Gli chiudo gli occhi.

Almeno un'altra ventina di ibridi sta arrivando dal ponte che collega il condotto fognario al quartiere esterno di Capitol City.

Ne uccido tre. Quattro. Cinque. Fino a quando non sento un dolore alla spalla sinistra e capisco che una delle creature mi ha artigliato e bloccato.

Mi volto e osservo l'ibrido scoprire le fauci.

Tutto d'un tratto rivedo la mia vita passarmi davanti. L'albero della nave di mio padre. Il paracadute che mi ha portato il tridente nell'arena. Il nuovo tridente di Beetee. Mags che sorride dopo averle confessato il mio amore per una ragazza. Io e quella ragazza seduti sulla spiaggia, mentre le onde si infrangono sugli scogli. Quella ragazza che indossa un abito da sposa. Quella ragazza, che è diventata mia moglie.

Ti prego Katniss, prenditi cura di Annie.” E' il mio ultimo pensiero.

Trattengo il respiro e chiudo gli occhi.

SQREAK!

Il rumore è forte e veloce.

Sono morto? E' stato rapido. Non ha fatto male.

Eppure sento ancora pulsare la ferita sulla spalla. Inspiro e sento la puzza delle fogne. Riapro gli occhi e quasi cado a terra per quello che vedo.

L'ibrido è ancora fermo nella posizione assunta per azzannarmi. C'è solo una piccola differenza. La lama scintillante di una spada gli esce dalla bocca.

Non riesco a dire nulla. Lentamente, la spada viene estratta e dietro al mostro spunta un ragazzo. Ha i capelli scuri e gli occhi color del mare, come i miei. Indossa una semplice maglietta di cotone arancione e i pantaloni sono fatti di un tessuto che non ho mai visto prima.

Non ho il tempo di pensare a cosa dire perché veniamo attaccati da altri quattro ibridi. Ne elimino facilmente due infilzandoli col tridente e intravedo il ragazzo sbarazzarsi degli altri con altrettanta facilità.

Ne stanno arrivando un'altra decina. Sono gli ultimi, ma dubito di riuscire ad eliminarli. Si stanno avvicinando velocemente.

Poi, senza preavviso, l'Olo di Katniss cade dall'alto e finisce sul pavimento.

Katniss deve aver detto “Tic Tac” per tre volte, perché nel giro di pochi secondi l'Olo esplode. L'onda d'urto mi sbatte a terra.

E stavolta sono morto? Neanche per sogno. Anzi, non ho nemmeno un graffio.

Alzo la testa e vedo il ragazzo con uno scudo di bronzo alzato. Oltre il ponte, gli ibridi sono stati fatti a pezzi. Lui da un colpetto allo scudo e quello si ritrae fino a diventare un vecchio orologio da polso. Si guarda in giro alla ricerca di altri mostri. Ma sono tutti morti.

Sono a dir poco stupefatto. So che di questo giovane mi posso fidare.

Mi porge la mano e io l'afferro, issandomi in piedi.

-”Bé, amico. Dal semplice fatto che mi hai appena salvato la vita ti offrirei volentieri una zolletta di zucchero. Ma al momento sono a corto di dolciumi.” Confesso dispiaciuto.

Lui mi guarda con un'aria leggermente imbarazzata. Non posso fare a meno di valutare la nostra somiglianza.

-”Finnick, sono qui per aiutarvi.” Dice.

-”Sai il mio nome. Non ho mai visto uno vestito come te. Non hai il trucco, i capelli e gli abiti vistosi degli abitanti di Capitol City, ma non sei nemmeno sporco e trasandato come uno di noi. Da dove vieni?” Domando.

-”Se te lo dico non mi credi.”

-”Forse. Ma ultimamente ho visto diverse cose che non avrei mai creduto possibili.”

-”Allora, diciamo che è un luogo abitato da persone speciali.” Risponde.

-”Ok, è già qualcosa. E tu chi sei?”

-”Mi chiamo Percy. Sono tuo fratello.”

  
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