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Autore: BreesonKeller    15/09/2013    6 recensioni
Lei. Lei che nella sua vita è sempre stata coperta e nascosta dal suo destino. In fondo a quella caverna buia, che era diventata il suo cuore, solo il sorriso la illuminava. Ora la sua strada sarà tutta illuminata dalle scintille negl'occhi della gente che la vedrà rinata.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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When it's all over. 
Era il momento. Lì, adesso. 

Finalmente Lara era stata invitata ad una festa di 18 anni. Era qualcosa che aveva sempre sognato, stare con i grandi e sentirsi accettata per quello che veramente era ed è diventata nel corso degli anni, con ferite rimarginate o spesso ancora aperte che le hanno insegnato molto. 
Eppure non era da molto che frequentava quella scuola. Essendo poi lei di carattere parecchio estroversa, le fu semplice farsi amici i " liceali". 
Forse quella era l'unica caratteristica di cui poteva veramente vantarsi, per il resto: 

E' tutto da buttare...

diceva. 

Ma adesso era il momento di farsi valere per davvero, fino a quel momento Lara era sempre stata la cicciona, l'obesa, l'esclusa, l'amica.
Ne aveva abbastanza di tutti quei soprannomi, ne aveva abbastanza d tutti quelli che continuavano a dirle come doveva essere, quando e come fare per esserlo. 
Nella sua vita oramai Lara non esisteva più, esistevano gli altri e non se stessa. 
 

E adesso basta 

Così iniziò tutto: con un basta. Una semplice presa d posizione in una vita che ormai non aveva più senso di marcia. 
Aveva deciso con i suoi genitori di scavare più in fondo. Non ce la faceva più. La sua mente, il suo fisico, la sua sanità se ne stava andando a puttane, completamente. 
Via per sempre. 
Nulla di preservato, tutto completamente perso in ogni lacrima versata per qualche cretino, per qualche puttana passata di lì per giudicare, mentre faceva ritardo all'appuntamento con il solito palestrato, idiota che si portava dietro. 
Aveva incontrato il chilurgo che le parlò di un'operazione provvisoria di 3 mesi che l'avrebbe fatta dimagrire quei  30 kg in più. 

Così la fine dell'estate era arrivata e l'inizio del cambiamento era già avviato, giusto in tempo per la festa di gennaio. 
Appena ricevette l'invio, tutta la vita le passò davanti come un film, come se la vecchia Lara stessa svanendo lentamente insieme ai suoi ricordi, rimpiazzati dagli occhi dei suo genitori. Pieni di speranza, pieni di gioia nel vederla veramente serena. 
La dieta, lo studio, il tapis roulant, gli amici. 
Tutto si stava incastrando alla perfezione, come se quella fosse la sua vera natura: prendersi cura di se stessa. 
Non ci volle molto ad arrivare a gennaio con 26 kg persi e una buona dose di fiducia in se stessa, adesso era ora di andare a scegliere il vestito per l'occasione, entrare in quel negozio che fino a quel momento aveva visto solo attraverso il finestrino della macchina.
Più bello di come se lo immaginava e pieno di colori e vestiti che adesso facevano veramente al caso suo. 
Forse per abitudine, iniziò a scegliere i vestiti per taglia e non per gusto. 

Mh... di che taglia è ? Sarà piccolo per me. 

Questo non faceva altro che chiedersi. 
Piano piano si rese conto che quei vestiti le stavano bene, che non serviva arrivare alla taglia più grande disponibile in negozio. 
Da una parte, Lara si sentiva un po' stupida a sentirsi realizzata per un vestito. Quel vestito che fino a tre mesi fa l'avrebbe fatta piangere dalla vergogna. 
Lo scelse e strisciò la carta, la festa ci sarebbe stata domani e doveva essere al massimo. Quel giorno quindi, di seguito, parrucchiera, negozio di accessori e corsa a casa per cambiarsi e andare alla festa senza neanche guardarsi allo specchio. 
Mentre era in macchina e guardava il finestrino, si rese conto di quanto era bello in cielo di sera, di quanto, abituata a guardare per terra e pensare a se stessa, fosse stata stupida a non notare tutto quel meraviglioso mondo che la circondava. 

Meraviglioso.

Aveva lasciato tutti i complessi tra le luci delle stelle e tra i contorni sfocati della luna piena. 

Ci siamo, Lara. Vai avanti. 

Il locale da lontano brillava di luce propria: tappeto rosso per terra e gente che continuava ad arrivare: elegante, sicura, pronta a divertirsi.
Rimase un attimo in macchina prima di scendere. 
Un respiro, e si fissava nello specchietto gli occhi che le erano diventati marroni chiaro, ricordavano la luna piena, vista poco prima. 
Due respiri e già la piccola ragazzina insicura che era in lei stava cercando di uscire fuori. 
Tre respiri, un sorriso, via!  

Ferma un secondo davanti al tappeto, fissava la porta.
Nessuno intorno a lei, solo il tempo e il suo cervello che stava partendo prima della gamba. 
Passo deciso e mento alto, così affrontò quel tappeto rosso che accompagnava i suoi passi ticchettanti. Leggera ed elegante, come mai era stata e mai si era sentita.
Si ferma davanti al buttafuori di cui le sfuggiva lo sguardo a causa degli occhiali da sole.  
Gli consegna l'invito e lui la lascia passare: 

Prego. 

Disse il buttafuori con aria solenne. 
Lara lo guardò, quasi emozionata:

Grazie... 

Disse a testa bassa, poi lo guardò e sfoggiò il suo sorriso migliore. 
Una porta la divideva dalla festa, dal suo debutto nei panni della nuova Lara, che si aspettava di essere ignorata come al solito.
Da lì dietro si vedevano solo luci e la musica, in lontananza, era ovattata. 

Spinse in avanti la porta, come una solita scena dei film, la chiuse, si girò, spostò i capelli e guardò la gente. 
La porta fece rumore mentre si chiuse e tutti si girarono a guardarla:

Testa alta, respira, sorridi.
Sei fantastica


 Pensava tra se e se. 
Ora non c'era più il tappeto a moderarle i passi, ora rimbombavano per tutta la grande stanza anche con la musica,  l'eco di quelle scarpe  le invadette le orecchie come fosse il tempo da seguire. 
Piano la gente ritorna a ballare con la stessa foga, ma colpiti da quella luce che era entrata, quella persona che era sempre esistita dentro di Lara, che non era mai uscita fuori. Così adesso respirava gli sguardi a pieni polmoni. 

Giù in fondo, seduto al tavolo vicino al palco, lui. 
Una stretta allo stomaco e tutte le cene della sua vita che sembrava volessero tornare sopra... Farfalle, lombrichi, serpenti, rondini, gabbiani, uno zoo intero dentro il suo stomaco, che si dimenavano alla vista di quel magnifico sorriso che scambiava con gli altri compagni di classe. 

Guido.

Saliva tutte le mattine sul treno dopo di lei e si sedeva dietro. Delle volte salutava, passando lì davanti, altre no.
Al ritorno dalla scuola sedevano vicini e parlavano di musica. lei molto interessata ad ogni genere, lui fissato con la classica, il discorso andava avanti regolare per tutta l'ora e mezza di viaggio, con macchie di sorrisi e sguardi che riempivano l'aria
come delle macchie su una tela bianca. 
Alla fine si lasciavano con un "ciao" e un sorriso sulla faccia di entrambi, ma nulla di più. 

Così restò per poco a guardarlo e poi la sua attenzione si spostò sulla festeggiata che dietro il tavolino di lui la chiamò:

Lara! Ma da quanto sei arrivata? Pensavo non arrivassi più! Allora ti piace come ho sistemato tutto?

Guardava Sara con gli occhi un po' persi, un po' confusa dalle domande, un po' abbagliata dal sorriso di Guido e senza ricordare la domanda:

Si, Sara... 

Lara riuscì a distrarsi e provare seguire il diluvio di domande di Sara, che stava cadendo sulla sua testa:

Hei, ma sei sicura di stare bene? Sei bellissima. Stupendo questo vestito! Dove l'hai preso? Ti piace il mio? L'ho fatto fare dalla sarta, è unico sai? Tra poco faccio portare la torta. Sei curiosa di sapere come sarà? Sicuramente non ti stupirà. 

Seguire Sara era stato inutile, non ci stava capendo di nuovo nulla e improvvisò: 

Comunque si, mi piace tantissimo la musica! 

Che poi il parere sulla musica era l'unica cosa che non le aveva chiesto. 

All'improvviso vide con la coda dell'occhio le ombre dei ragazzi seduti al tavolo di Guido che si muovevano verso di loro, Lara gira di scatto la testa ma non trovò Guido da nessuna parte. 
Si guardò intorno e cercò:

Ma cosa guardi?

L'ennesima domanda di Sara adesso era stata recepita. Forse neanche lei sapeva cosa stava cercando.
All'improvviso sente qualcuno dietro di lei. Una mano le tocca la spalla, un brivido le attraversa la schiena e una voce profonda le pervade il timpano: 
 

Cercavi me?

Era Guido 
Aveva il sorriso più bello che Lara avesse mai visto e ricambiò. 
Socchiuse le labbra e accennò qualcosa che assomigliava a una smorfia, un angolo delle labbra alzato, una mano nella tasca dei pantaloni e l'altra penzoloni, non faceva che guardarla negli occhi. 
 

Non ti cercavo, no. 

Lara sussurrò appena un po' ma lui la sentì, perché pose attenzione anche sulle sue labbra, che seppur sottili erano di un rosso corallo naturale spettacolare. Fece per parlare e poi rise, sospirò, abbassò gli occhi e continuò a guardarla:

Ah no? Bhe allora me ne vado? 

NO! 

Disse Lara con gli occhi che non erano altro se non per lui: 

Rimani, mi piace questa canzone, balliamo? 

Neanche ci credeva. Gli aveva chiesto di rimanere e lui era rimasto. Le aveva accordato il ballo e adesso sentiva il suo respiro nell'orecchio. Era meglio di qualsiasi sonata, qualsiasi allegro, sostenuto, andante che aveva mai sentito. 
Era una stagione nuova di Vivaldi. 
Le braccia di lui intorno al suo bacino sembravano bruciarle la pelle. Bollenti, eppure sembravano essersi posate lì come due farfalle, 
le mani di lei quasi vicino al collo che giocavano con i suoi capelli. 
Stavolta niente musica, seppur ne fossero circondati. Lui le faceva i complimenti e lei ingraziava cercando di negare, qualche battutina e:

E' tutto perfetto. 

Iniziava a pensare Lara. 

Usciamo? 

Disse lui quasi a bassa voce sempre vicino al suo orecchio, le prese la mano ed uscirono dalla porta d'emergenza rosso fuoco dietro il palco, lentamente, guardandosi negli occhi e ridendo, avendo la sensazione che nessun'altro esistesse in quella stanza,
tranne loro due. 

Ti piace la musica che fanno? 

Lara poggiando la schiena al muro, lo disse con la solita curiosità:

Mah... devo dirti di si. Ma quello che mi piace stasera sei tu

Lo sguardo di Lara passò dall'asfalto grigio ad marrone scuro dell'iride di Guido, che sembrava del tutto sicuro. 
Un respiro di stupore, poi le sopracciglia aggrottate, un momento di silenzio: 

Perché ora?  Perché... solo ora?

Lo sguardo di Guido si spense, la testa bassa e la delusione che si scorgeva nei suoi occhi, poi Lara continua:

Questa, io, c'ero anche prima. Perché non ero bellissima anche prima, perché non mi guardavi così anche prima? Quando ci fissavamo nel treno, tu non eri così... "ammiccante". 

Io ti ho sempre guardata così. Ma tu eri troppo cieca per capire che mi piacevi. Sapevi solo negare tutti i complimenti che ti facevo, pensando che ti stessi prendendo in giro. Eri troppo egoista per capire che dentro quegli occhi ci stavo vivendo, dalla prima volta che ti ho vista, le emozioni migliori che abbia mai sentito. 

Guido si girò di spalle e guardò in alto, poi si portò la mano nei capelli per metterli in ordine e si tirò su gli occhiali: 

Però, dì qualcos...

lo interruppe Lara: 

E perché non ti sei fatto avanti prima? 

chiese lei un po' confusa... 

Ci credi, se ti dico che non so il perché? 

Pochi secondi a guardarsi negli occhi e poi.. 

Si... Ci credo. Neanche io so perché non te l'ho detto prima. Però sai.. la mattina mi passavi davanti senza neanche salutarmi, quando parlavamo in carrozza non c'era nessuno e pensavo lo facessi solo per noia. 

Eri sempre così occupata a leggere che non volevo... disturbarti. E poi ti parlerei anche se la carrozza fosse piena, mi piace parlare con te. 

A Lara scattò qualcosa, un emozione più forte degli animali che gli fracassavano lo stomaco, veniva da più sopra, 
Un colpo al cuore, gli sguardi che si attraevano come calamite e poi un bacio, lungo. Sembrava quasi volessero rubarsi un po' di respiri, sembravano trasmettersi ogni pezzo di vita tramite quel bacio. Arrivarono fin sopra le stelle, toccarono la luna con le loro labbra e l'unica cosa che li alimentava erano i battiti del cuore.
Frenetici, in una danza che sarebbe durata tutta la notte. 

 

(Just) When it's all over. 


 

 


 

  
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