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Autore: Shin83    15/09/2013    2 recensioni
[Prompted Seblain!Sunday]
Quando Robbie Anderson Smythe inizia a frequentare l'accademia Dalton e Blaine (ma anche Sebastian) hanno nostalgia dell'adolescenza.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa One Shot partecipa all'iniziativa domeniche a tema organizzate dal gruppo Seblaine Events.

 
In casa Anderson Smythe c’era aria di fibrillazione già da qualche tempo. O meglio, era Blaine ad essere agitato e Sebastian, inutilmente, cercava di tenerlo tranquillo.
I ragazzi, ovviamente, se la ridevano, quando erano proprio loro due quelli che dovevano avere tutte le ragioni del mondo a stare sulle spine.
 
Violet iniziava l’ultimo anno del liceo ed era ad un passo da Harvard, ma la cosa che maggiormente rendeva euforico e al contempo ansioso Blaine era il primo giorno di scuola di Robbie. Non un primo giorno qualsiasi, il suo primo giorno da liceale alla Dalton.
 
***
 
Blaine e Sebastian avevano insistito perché il figlio frequentasse la loro stessa scuola, sapevano che era un ottimo liceo e, in qualche modo, volevano renderla una tradizione di famiglia.
Blaine, soprattutto, ci teneva molto perché era legato alla Dalton, un luogo pieno di ricordi magnifici ed era il posto dove aveva conosciuto l’amore della sua vita.
Robbie, in un primo momento, era parecchio restio a frequentare una scuola esclusivamente maschile. Nonostante la sua giovane età, le ragazze erano tra i suoi principali interessi, assieme al calcio. Fu proprio questo argomento a convincerlo ad iscriversi al liceo frequentato dai padri: c’era una discreta squadra e anche la redazione sportiva del giornalino scolastico faceva parecchia gola al ragazzo.
 
Blaine divenne il ritratto della gioia quando Robbie comunicò la sua decisione.
Il giorno dopo, chiamò la scuola per trascinare marito e figlio per un sopralluogo quanto prima. Riuscì a farsi dare l’appuntamento per il sabato successivo,  così che fossero tutti e tre liberi dal lavoro e dalla scuola.
La visita era alla stregua di Disneyland, per Blaine. Quella mattina lui quasi saltellava per casa per l’euforia, al contrario di marito e figlio che sembravano due zombie, visto che erano stati buttati giù dal letto molto presto.
 
“Blaine, non ti sembra di esagerare? Non è un po’ presto per alzarsi anche di sabato?” Protestò seccamente Sebastian, quando il marito, per svegliarlo, tentò la via dell’arruffianamento con una serie di baci sul collo.
“Ma Sebs, dobbiamo prepararci, mi sono fatto dare l’appuntamento per le nove, così potremo avere tutto il tempo per far vedere l’accademia come si deve a Robbie.”
“Se vai a svegliarlo a quest’ora di sabato mattina, ti manda a quel paese e come minimo preferirà iscriversi ad una scuola di preti.” Disse, stiracchiandosi e strofinandosi gli occhi tra uno sbadiglio e l’altro.
Blaine non ascoltò neanche una parola, perché si precipitò dal figlio per buttarlo giù dal letto.
Inutili furono le lamentele del ragazzo, Blaine aprì le persiane delle finestre per far riempire di luce la stanza.
Robbie bofonchiò qualcosa tra i denti e si trascinò fuori dal suo comodo giaciglio a malincuore.
“Papà, ma è necessario alzarsi a quest’ora per andare alla Dalton?” Chiese il ragazzo, dopo essersi seduto in mezzo al letto.
“Sì, tesoro, abbiamo l’appuntamento alle nove.”
“Alle nove?” Fu la reazione un po’ sconvolta di Robbie.
“Ci sono tante cose da vedere e non vogliamo farlo mica di fretta!” Gli rispose  Blaine avvicinandosi al letto e dandogli una pacca sulla spalla per invitarlo ad alzarsi.
 
Dopo la colazione e la vestizione, i tre si avviarono alla macchina, Robbie e Sebastian ancora evidentemente assonnati, motivo per cui alla guida andò Blaine, che non la smise un attimo di parlare per tutto il tragitto.
Arrivati alla Dalton in perfetto orario, andarono in portineria per farsi rilasciare i lasciapassare “visitatori” e iniziare il tour, Blaine ovviamente si era preso l’incombenza di fare da cicerone.
 
Visitarono le aule, i laboratori, la redazione scolastica, dove Robbie ebbe un guizzo di interesse, la palestra, i campi sportivi, l’auditorium e la sala prove del Glee Club.
Blaine nel raccontare i vari luoghi era pieno di enfasi e ricordava ogni particolare dei suoi anni da liceale, quando arrivò il turno della sala prove, quasi si commosse.
“Quanti bei momenti abbiamo passato io e tuo padre in questa stanza e quanti bei duetti abbiamo condiviso.” Sospirò, Blaine.
“Sì, e quante diatribe per scegliere le canzoni. Fosse stato per tuo padre, avremmo fatto Katy Perry a vita.” Concluse Sebastian con una punta di sarcasmo.
Se Blaine era propenso a dare informazioni su questo o quell’angolo dell’accademia, Sebastian mostrava a Robbie divertito ogni cantuccio o ripostiglio in cui lui e Blaine si erano dati da fare durante la loro adolescenza, con grande divertimento da parte del figlio che non era affatto imbarazzato della cosa, anzi, rideva di gusto, specialmente quando Blaine rimproverava imbarazzato il marito.
 
Tutto sommato, la giornata andò bene e Robbie riuscì ad ottenere come “risarcimento” un pranzo da Taco Bell, dove si abbuffò di burrito con grande disappunto di Blaine.
 
***
 
Il fatidico giorno era arrivato. Blaine non aveva chiuso occhio per l’intera nottata, rigirandosi di continuo nel letto, meritandosi gli improperi più assurdi di Sebastian, che invece aveva tutte le intenzioni di riposare.
Il risultato della nottata fu Blaine costretto a fare colazione con un caffè triplo, scelta disapprovata completamente dal marito, visto che era già esagitato senza l’aiuto della caffeina e Sebastian con due occhiaie degne di nota.
Robbie, invece, era tranquillissimo anche se si sentiva un po’ ridicolo con la sua nuova divisa.
Violet, invece, si faceva grasse risate ad assistere allo spettacolo che le si presentò in cucina appena scese per fare colazione.
 
Sebastian si teneva il viso tra le mani con i gomiti appoggiati al tavolo, Blaine non mollava Robbie dandogli mille raccomandazioni, gli sistemava la cravatta e spolverava la giacca in maniera frenetica.
“Buongiorno.” Salutò divertita la ragazza.
“Luce dei miei occhi.” La salutò Sebastian. “Dimmi che hai bisogno di un passaggio a scuola.”
“No, papà, tranquillo, viene Hayden a prendermi. Sei tutto a disposizione di papino e Robbie.” Sghignazzò sotto i baffi.
Sebastian le lanciò un’occhiataccia di sbieco e disse tra i denti. “Figlia prediletta ingrata.”
Lei lo sentì e non trattenne una grassa risata.
“Su, papà, è questione di qualche minuto e tutto questo sarà finito.”
Lui non rispose e continuò a guardarla male.
Dopo aver bevuto il suo succo, le squillò il telefono. “Hayden e qui, a stasera!” Si alzò di fretta e stampò un bacio ad entrambi i padri e diede un pugno nella schiena al fratello. “Non fare danni, teppista.” E corse fuori dal suo fidanzato.
 
Arrivati davanti alla Dalton, Blaine era lì lì per piangere e, sotto sotto, anche Sebastian era piuttosto commosso ed emozionato di vedere il figlio nella sua antica divisa in procinto di affrontare quattro anni molto importanti della sua vita in uno dei posti che aveva più a cuore, quel posto in cui si era innamorato.
Blaine si era accorto di quella piccola incrinatura nell’espressione di Sebastian, mentre il figlio li salutava e si avviava all’ingresso dell’accademia. D’istinto allungò un braccio e strinse la mano al marito, il quale si girò a guardarlo: “E’ cresciuto anche lui.”
Blaine gli rivolse un sorriso appena accennato. “Eh già.”
“Mi manca questo posto, B. Abbiamo passato dei grandi momenti, qui.” Disse, rivolgendosi di nuovo all’ingresso della scuola.
Blaine non gli rispose, ma gli strinse ancora di più la mano.
 
La Dalton e tutto ciò che gli aveva regalato mancava tantissimo anche a lui. 

 
Prompt: Primo giorno di scuola

Buondì, sarò ipervelocissima perché non dovrei neanche essere qui ma a prepararmi per andare a lavorare.

Niente, è una mega stupidaggine, neanche betata, but whatever! Buona domenica a tutte! 

ps: può considerarsi un seguito di questa storia.
 
  
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