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Autore: mamie    15/09/2013    4 recensioni
Cesare Borgia, Duca Valentino, conquistata la Romagna vi manda come governatore Ramiro da Lorca. Questi, "uomo crudele ed espedito", la "pacifica" in poco tempo attirandosi l'odio di tutta la popolazione, dopodiché Cesare "volle mostrare che se crudeltà alcuna era seguita, non era nata da lui, ma dall' acerba natura del ministro" e lo fa giustiziare sulla pubblica piazza.
Ispirato ad un brano del Principe di Machiavelli.
[Prima classificata al contest Nella mia città di darllenwr]
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Rinascimento
- Questa storia fa parte della serie '... e di altre Storie'
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Nota: prima classificata al contest Nella mia città di darllenwr.  

 
IL PRINCIPE E L’ORCO
 
Chi è là?
Guardia, che vuoi?
C’è qualcuno con te?
Ti ho già detto che il prete non lo voglio, confessati tu se ne hai voglia, tu e quella puttana di tua madre.
Chi sei?
Fatti vedere per Dio! Hai paura di me? Fai bene ad aver paura, io sono l’Orco…
 
 
Cesare…
Che sei venuto a fare, eh? A compiacerti della tua furbizia? O a chiedere perdono?
No, tu non sai neanche che cos’è il rimorso. Degno figlio di tuo padre.
 
L’Orco, mi chiama questa gente. Storpia il mio nome e quello della mia gloriosa Lorca. Per questa feccia litigiosa e impotente sarò sempre l’Orco. Ho messo fine alle loro risse da taverna, ho ripulito questa fogna di città da quelle pantegane che rubavano e devastavano tutto quello su cui riuscivano a mettere i denti, e poi sono io, l’Orco. Sì, vai a farti acclamare da loro. Il Giustiziere, il Liberatore… Ma guardati! Quando la ruota girerà dall’altra parte anche a te sputeranno in faccia, cosa credi? L’onore? Ah, riderei se non mi facesse troppo male la bocca. Questa gente con l’onore ci si pulisce il culo. Te ne accorgerai anche tu, grande duca Valentino. Vedrai. Vedrai come faranno presto a voltarsi dall’altra parte per leccare le nobili terga del prossimo che verrà.
 
Io non ti ho tradito, Cesare. Non ti ho tradito mai.
Non lo so cosa ho detto, quando il ferro mi scavava la carne. Non me lo ricordo.
Ma io, Cesare, io non ti ho mai tradito. Ho fatto quello che dovevo, sempre. Ho fatto quello che mi hai chiesto, sempre. Lo facevo già quando eravamo solo due ragazzini che giocano a fare il soldato.
Quando guardavi le nuvole e ci vedevi corone e regni, io le vedevo con te. E alle feste di paese, dove ti piaceva giocare ai giochi dei villani per dimostrare di essere sempre il più forte, il più bello, il più grande… io ero la tua ombra. Lo sono sempre stato, Cesare. Io ero la tua oscurità, la tua parte malvagia. Ti ero necessario come la notte è necessaria al giorno.
Ora vuoi tagliarmi via come un bubbone infetto dalla tua pelle immacolata. Fai pure. Non ti darò la soddisfazione di chiederti una grazia che non mi daresti. Ma non si può camminare al sole senza l’ombra, duca Valentino. Ricordatelo.
 
Lasciami in pace ora. I carpentieri avranno già montato il palco al centro della piazza. Sarà un bello spettacolo guardarli dall’alto tutti quei bifolchi che tremavano davanti allo sguardo dell’Orco. Sì, sarà un bello spettacolo. Hai sempre avuto talento per il teatro, vero, Cesare? Mi hai preparato qualcosa di speciale? Non preoccuparti, il tuo primo attore non ti farà fare brutte figure…
 
Sarei voluto tornare a Lorca, morire all’ombra dei suoi portici profumati di sole, ma lo sapevo, quando i miei stivali hanno scrollato via tutta la polvere delle sue strade, che non ci sarei più tornato.
Roma, forse, sarebbe stato uno scenario più grandioso per la mia fine, ma tu hai fretta, vero? Non sei mai stato un tipo paziente.
 
Vattene, duca Valentino, ormai è quasi giorno e il boia mi aspetta. Fammi l’onore di guardarmi negli occhi quando mi porteranno là con le catene che strisciano sui sassi della piazza. Questo, almeno, me lo devi.
 
 Il Principe ha sconfitto l’Orco, com’è giusto che succeda nelle favole.
Nessuno deve sapere che l’Orco e il Principe sono la stessa cosa.
 
 
 
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Nota: questa fic trae ispirazione da un passo del Principe di Machiavelli:
 
Preso che ebbe il duca la Romagna, e trovandola essere stata comandata da' signori impotenti, i quali più presto avevano spogliato i loro sudditi che corretti, e dato loro più materia di disunione che di unione, tanto che quella provincia era tutta piena di latrocinj, di brighe, e d' ogni altra ragione d' insolenza, giudicò fusse necessario a volerla ridurre pacifica ed obbediente al braccio regio, darle un buon governo. Però vi prepose messer Ramiro d'Orco, uomo crudele ed espedito, al quale dette pienissima potestà. Costui in breve tempo la ridusse pacifica e unita con grandissima riputazione. […]E perché conosceva le rigorosità passate avergli generato qualche odio, per purgare gli animi di quelli popoli, e guadagnarseli in tutto, volle mostrare che se crudeltà alcuna era seguita, non era nata da lui, ma dall' acerba natura del ministro. E preso sopra questo occasione, lo fece una mattina mettere a Cesena in duo pezzi in su la piazza con un pezzo di legno e un coltello sanguinoso a canto. La ferocità del quale spettacolo fece quelli popoli in un tempo rimanere soddisfatti e stupidi.
 
 
 
  
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