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Autore: MissBethCriss    15/09/2013    1 recensioni
---TRATTO DAL CAPITOLO----
C’erano due ragazzi in una contea vicino a Lima che custodivano nei loro cuori un segreto che aveva il potere di uccidere, un segreto oscuro ma che al tempo stesso brillava come mille soli e che questi due amanti proteggevano e custodivano gelosamente. Questi due amanti erano caratterizzati come l’opposto dell’altro: uno risplendeva nella luce della legge, amata e rispettata da tutti, mentre l’altro era obbligato nelle tenebre di una realtà che il mondo non era ancora preparato ad ospitare.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da black_eyes sul gruppo Seblaine Events.

The hunter and the wizard.
 
C’erano due ragazzi in una contea vicino a Lima che custodivano nei loro cuori un segreto che aveva il potere di uccidere, un segreto oscuro ma che al tempo stesso brillava come mille soli e che questi due amanti proteggevano e custodivano gelosamente. Questi due amanti erano caratterizzati come l’opposto dell’altro: uno risplendeva nella luce della legge, amata e rispettata da tutti, mentre l’altro era obbligato nelle tenebre di una realtà che il mondo non era ancora preparato ad ospitare. C’era stato un tempo in cui questi due ragazzi si odiavano, solo puro odio ardeva nei loro cuori, ma quando esso finì per consumarsi del tutto si ritrovarono con un cuore annerito dalla cenere e solo se l’uno curava l’altro si potevano salvare. Ma l’amore venne molti anni dopo, prima dovettero passare per la via dell’amicizia, e successe così gradualmente che il tempo non gli diede modo di accorgersene.
I due si videro per la prima volta nel cortile della scuola, di sfuggita, quando il ragazzo dai capelli corvini si stava esercitando insieme ai sui compagni a tirare si spada muovendosi agilmente mentre l’altro, all’ombra di un grande albero leggeva, un grande tomo che suo padre gli aveva donato tempo fa quando finalmente gli raccontò tutta la storia legata alla loro famiglia, un passato che non molti avrebbero accettato l’esistenza. In quel periodo erano così giovani e così spinti da ideali diversi che molto spesso li portavano a discutere e mai si sarebbero immaginati che in un futuro il ragazzo dagli occhi che ardevano come oro fuso e temuto da tutti avrebbe avuto bisogno del ragazzo magrolino a cui in pochi facevano affidamento, lui gli avrebbe salvato la vita. Questo avvenimento va collegato al periodo in cui essi erano amici, anche se per essere più precisi si dovrebbe dire: al tramonto della loro amicizia, quando nei loro cuori il seme che portava la forza dell’amicizia si stava trasformando in ben altro ma entrambi gli negavano la crescita perché lo oscuravano con la paura. Con la paura di rimanere feriti dalla più potente delle armi: dall’amore.
Questi due ragazzi portavano il nome di Blaine Anderson e Sebastian Smythe.  Il primo portava fiero sul petto un leone dorato, simbolo dei coraggiosi e dei potenti, mentre l’altro aveva impresso sulla sua pelle una stella, simbolo della sua famiglia che ogni primogenito portava alla base del collo sulla schiena, segno che i poteri magici curativi erano stati trasmessi. Si poteva dire senza alcun dubbio che Sebastian era il mago più brillante della casata dei Smythe e che mai perdeva di vista l’equilibrio che doveva regnare nella natura. Sebastian aveva il dono di poter curare, ma i suoi gli vietarono di usare questo potere in pubblico, non potevano rischiare di venire scoperti non erano tempi buoni per chi praticava le arti magiche, erano viste di cattivo occhio perché nessuno riusciva a capacitarsi della loro esistenza e credevano che queste persone si volessero sostituire a Dio e in molti vennero perseguitati e uccisi. Sebastian disubbidì solo una volta ai suoi genitori, usò solo una volta il suo potere di curare perché non poteva permettere a quel cretino di morire, quel cretino che aveva imparato a sopportare e ad amare, perché si sentiva in colpa, lui gli aveva detto di non andare insieme agli altri a cercare questa malvagia famiglia che praticava l’arte del demonio, ma l’aveva lasciato andare perché lui non voleva sentirlo e passò delle ore col pensiero che se lui fosse stato più persuasivo forse ora starebbero intorno al fuoco come sempre al sicuro. Questa fu la svolta che cambiò la loro rotta indirizzandoli verso una strada pericolosamente bella perché una cosa che faceva più clamore di un uomo che praticava la magia era un uomo innamorato di un altro uomo.
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Quel giorno di Settembre Sebastian e Blaine si incontravano alla locanda vicino alla casa del più alto a bere, era stata una settimana molto dura al villaggio e finalmente riuscirono a concedersi un momento di tranquillità. Parlarono della loro settimana: c’era Sebastian che l’aveva passata fra i campi ad aiutare gli altri con il raccolto e invece Blaine diede una mano per sistemare le case che erano state danneggiate da un tremendo temporale, queste catastrofi erano le uniche occasioni in cui tutti aiutavano tutti e anche il ricco si sporcava le mani e metteva da parte la spada.
“Propongo un brindisi.”
Disse Sebastian tutto felice a Blaine mentre col busto si girava verso di lui per poterlo guardare negli occhi e anche il moro alzò il calice e aspettò che l’altro disse per cosa brindassero.
“Propongo un brindisi a noi che siamo riusciti a sopravvivere a questa settimana con neanche una goccia di birra nelle nostre vene.”
Blaine sentendo a cosa brindavano incominciò a ridere e si piegò sul balcone nascondendo il suo viso sotto il suo braccio. Sebastian posizionò la sua mano libero sulla spalla dell’altro invitandolo ad alzare lo sguardo.
“Sono serio, killer. È stata un’impresa.”
Continuò a dire con ancora la sua mano sulla spalla dell’amico che come alzò lo sguardo e la vide là incominciò a fissarla e Sebastian la tolse subito, come se fosse stato scottato e Blaine si passò una mano su quel punto come se fosse rimasto ferito.
“Brindiamo a noi e a-”
Incominciò a dire Blaine per rimediare a quella strana sensazione che si era messa fra di loro e gli sguardi degli altri, ma venne bloccato subito dalla campana che annunciava che qualcuno aveva avvistato delle persone che praticavano la magia e che era iniziata la caccia. Blaine guardò dispiaciuto Sebastian prima di uscire dalla porta della locanda, il suo dovere lo chiamava e l’altro lo guardò scomparire dietro al legno scuro, sospirò dispiaciuto pensando a quando sarebbe arrivato il suo turno di bruciare in mezzo alla piazza.
Ma grazie ad un passa parola fra la gente della locanda il ragazzo dagli occhi smeraldini capì che quella chiamata era solo una riunione, tre rintocchi significava “assemblea” erano cinque se avevo intenzione si incominciare la caccia, ciò significava che domani si sarebbe svolta l’imboscata a quella persona individuata come pericolo, domani avrebbero posto fine alla sua vita.
Quando Sebastian tornò a casa suo padre gli disse chi avevano avvistato, fra un insulto al gruppo dei Cacciatori e alla mentalità ottusa di tutti che li lasciavano fare, gli spiegò che erano dei loro amici e tutto felice gli disse che se quelli pensano che chi morirà domani sarà il loro amico mago loro si sbagliavano e di gran lunga perché era una trappola per i cacciatori.
“Oggi tutti moriranno.”
Disse tutto felice il padre di Sebastian che era stufo di vedere tutti i suoi amici cadere, uno dopo l’altro. Il ragazzo guardò schifato il padre che tanto aveva rispettato e non riusciva a capire come certi avvenimenti riuscirono a trasformarlo in quel mostro che bramava sangue sporcandosi degli stessi crimini del capo dei Cacciatori, e fu per questa ragione che non lo fece restare un minuto in più in casa sua, doveva andare ad avvertire Blaine.
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Sebastian si doveva sbrigare, fra un’ora sarebbe scattato il coprifuoco e non poteva permettersi di finire fra le mani dei Guardiani perché avrebbero notato di come il suo corpo per curarsi dalle ferite marginali trae la forza dalla terra e si sarebbero marginate in un batter di ciglia facendo brillare di una luce smeraldina di suo occhi e l’avrebbero scoperto.
Quando arrivò alla dimora degli Anderson aveva il fiato corto e il cuore batteva all’impazzata e mentre aspettava che lo venissero ad accogliere prese dei bei respiri lunghi per riportare il suo corpo al ritmo naturale. Come immaginava Blaine si trovava nella stanza delle armi intento a lucidare la spada e controllare arco e frecce.
“Ciao.”
Gli disse senza staccare gli occhi dalla spada Blaine e Sebastian non gli rispose si limitò ad andargli di fronte e ad inginocchiarsi bloccandogli le mani e obbligandolo a guadarlo.
“Ho da fare. Lasciami andare.”
Gli disse fra i denti Blaine freddamente.
“No, ora tu mi devi ascoltare e ti devi fidare.”
E Blaine non gli disse nient’altro, ma si bloccò e il suo sguardo si fece più attento.
“La battuta di domani è una trappola, persone del genere mai si farebbero scoprire con dei trucchi da dilettanti.”
“Forse sono solo stolti, vista la razza non mi stupirei.”
Ribatté Blaine.
“Devi fidarti di me.”
“E tu che ne sai?”
“Le voci girano. Io ti prego rimani con me domani.”
Gli disse prendendogli le mani fra le sue e a quel contatto i lineamenti di Blaine si irrigidirono e si allontanò di corsa da lui, la schiena gli incominciò bruciare, si ricordava bene l’ultima volta che il padre li vide guardarsi in modo non consono per due ragazzi, che andava ben oltre all’amicizia. E Blaine sapeva che l’unico modo che aveva per proteggerlo era mantenere più distanza che poteva fra i loro cuori.
“Ho giurato fedeltà all’ordine e tu non sei nessuno per dirmi cosa devo fare, ora vattene.”
Blaine odiava parlare in questo modo all’amico, ma era l’unico modo che conoscesse per allontanarlo da lui, era in pericolo se continuava a stargli vicino e non voleva che il padre lo trattasse nel suo stesso modo. Sebastian ferito rimase fermo guardando dal basso il suo amico sapendo che senza di lui non avrebbe fatto un passo in più.
“Morirai.”
Gli disse in un sussurro, ma che arrivò alle orecchie di Blaine come un’esplosione. Anche Blaine sapeva cosa poteva succedere se qualcosa andava storto, ma se non si univa a lui avrebbe messo in pericolo le persone a cui voleva bene e fino a quando l’unico a ferirsi era lui avrebbe accettato di fare tutto. Ma il moro fece finta di non averlo sentito e si rimise a pulire la spada.
“Ti prego ascoltami.”
“No, Sebastian ascoltami tu: io domani starò al loro fianco e sarò io quello che prenderà per i capelli la strega e che la porterà in piazza. Devo farlo perché se disubbidisco sarò comunque morto e preferisco farlo con dignità che macchiato di vergogna. Ora sei pregato di andartene.”
Sebastian non sapeva che fare perciò si avvicinò a lui e gli prese la spada per poi mettergliela sopra al tavolo sotto lo sguardo stufo del riccio, lo fece alzare e dopo gli prese i polsi e appoggiò la sua testa sulla sua spalla, Blaine non si mosse, e mentalmente incominciò a recitare un incantesimo di protezione e se mai restasse ferito lui lo verrebbe a sapere all’instante e lo avrebbe salvato, quando finì gli lasciò liberi i polsi e Blaine da sopra alla sua spalla si assicurò che la porta fosse chiusa per poi passargli le braccia dietro alla schiena. La parola “morirai” continuava a ronzargli in testa ristagnando nella paura.
“Morirò?”
Disse con un sussurro strozzato.
“No, non lo permetterò.”
E quando sentirono dei passi avvicinarsi lasciarono la presa e Sebastian prese la strada di casa, correndo ancora più di prima, entrando nell’uscio al rintocco delle nove, era in tempo.
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Sebastian rimase in piazza per tutto il pomeriggio tenendo sempre sott’occhio il grande orologio, suo padre gli aveva detto che la trappola sarebbe scoccata alle sei in punto e da lì in poi ogni minuto sarebbe stato quello necessario per andare a salvare Blaine. E attese, attese fino a che i suoi polsi incominciassero a bruciargli e quando successe capì che Blaine era stato ferito, erano le sei e venti e non avrebbe permesso che quell’ora diventasse l’ora in un cui Blaine Anderson morì. Incominciò a correre seguendo la pulsazione sui suoi polsi, più gli facevano male e più Blaine si avvicinava.
Lo trovò in mezzo al bosco con una sua stessa freccia conficcata sulla spalla e più provava a togliersela e più le sue urla aumentavano d’intensità, gli fu subito vicino e quando controllò di non avere nessuno intorno che li potessero vedere lanciò in aria una polvere di erbe che si posizionò in forma circolare introno a loro e che impediva agli altri di vedere le persone all’interno del cerchio. Blaine incominciava a perdere coscienza.
“Devi rimare con me, non posso curare i morti. Blaine mi senti?”
Gli sussurrò nell’orecchio, ma non ricevette alcuna risposta solo un sorriso si dipinse sul suo viso sofferente. Sebastian avvicinò le sue mani alla freccia e il suo viso al suo.
“Scusami.”
Gli disse prima di prendere fra le mani la freccia e tirargliela via, Blaine urlò e poi riperse conoscenza.
“Brutto cretino proprio oggi dovevi usare le frecce avvelenate?”
Disse Sebastian dando un pugno sulla terra. In quel momento odiò anche i maghi amici di suo padre per aver usato l’incantesimo dello specchio che ti rimanda indietro tutto ciò che tu gli tiri. Perché proprio a lui?
Sebastian unì le sue mani sopra alla ferita avvelenata dell’amico e incominciò l’incantesimo che lo aiutasse a bloccare il cammino del veleno nel suo sangue facendoglielo fuoriuscire, gli ci vollero molti minuti prima che lo pulisse completamente.
Sebastian rimase al fianco di Blaine fino a che quest'ultimo non riprendesse conoscenza, aspettando pazientemente che i suoi occhi si riaprissero. Molte volte ebbe paura di venire scoperto perché tanti Cacciatori passarono vicino al loro scudo e ogni volta che li vedeva nascondeva Blaine sotto al suo corpo e quando passava uno stregone metteva al collo dell'amico la collana impregnata della stessa magia dello scudo per nasconderlo agli occhi dei maghi visto che loro sapevano riconoscere gli scudi, ma creare il ciondolo che annullava tutte le percezioni era una tecnica che solo la sua famiglia ne era a conoscenza e nessuno sapeva cosa bisognava vedere. Sebastian quando vedeva Blaine che si agitava in quello stato di incoscienza incominciava ad accarezzargli i ricci e si raffreddava la mano per dargli sollievo sulla fronte calda. Sebastian non seppe quanto tempo dovette aspettare prima che l'altro aprisse gli occhi, sapeva solo che ormai il sole aveva lasciato il suo posto in cielo alla luna e tutto intorno a loro taceva, segno che il massacro era giunto al termine. Solo quando vide quegli occhi che amava finalmente aperti tirò un sospiro di sollievo, gli accarezzò un'altra volta i capelli.
"Bentornato."
Gli disse dolcemente e Blaine questa volta non si scostò al suo tocco.
"Mi hai curato tu?"
"Te l'avevo detto io che non ti avrei fatto morire."
Blaine gli sorrise e gli afferrò la mano.
"Grazie. Ma io... Ma io come faccio ad essere ancora vivo? Mi sono colpito con la mia stessa freccia, me lo ricordo bene ed era avvelenata."
Disse guardandolo confuso e Sebastian in quel momento si bloccò, non sapeva se dirgli la verità o tacere.
"Sono un Curatore. Ora mi porterai dai tuoi?"
Blaine lo guardò e gli strinse ancora più forte la mano scuotendo la testa col sorriso sulle labbra.
"Prima di prendere te devono passare sul mio corpo e sul filo della mia spada e dicono che sono abbastanza bravo. Ma sai io lo sapevo, ho sempre saputo che tu eri diverso. Che eri speciale e sono felice di non essermi sbagliato."
"Io non capisco."
Sebastian era colpito da ciò che Blaine gli stava dicendo, ma aveva paura di illudersi, lui ci stava quando con gli altri parlava di come uccidere un mago o di quale tortura potessero infliggergli prima del rogo, lui c'era e benché sapesse che di lui non doveva preoccuparsi un piccolo velo di paura di instaurò nel suo cuore e con un solo sorriso Blaine aveva il potere di annullare quel terrore.
"Sai ho sempre vissuto in un mondo dove ciò che tu sei è sbagliato, la magia è maligna e i maghi o le streghe sono le incarnazione del diavolo. Anche il mio cuore secondo loro batte per la persone sbagliate, ma io non c'ho mai creduto. Conosco quello sguardo e sì, non pensavo ad una lettera di quello che ho detto riferito a quanto e come odiavo la magia, quello era mio padre, non io. Mi ha fatto pesare ogni nostro incontro, dicendomi come fosse negativo per 'l'immagine della famiglia' e la frusta me la ricordo bene, per quanto riguarda la famiglia quella non so bene dove sia finita ormai. Sono entrato nei Cacciatori solo per proteggerti, per proteggere me, noi. Mi aveva detto che ti avrebbero fatto del male. Lui pensava che era riuscito a cambiarmi, ma non c'è riuscito, avevo te, andavo avanti per te. Ora che ho finalmente gli occhi curati dal tuo collirio vedo tutto meglio e non ho più paura."
Sebastian rimase in silenzio per tutto il tempo perché non ebbe il coraggio di fermare quel fiume di parole in piena che straboccava dalle sue labbra, lasciò che le dita giocassero con le sue disegnando spirali e cerchi con colori immaginari. E ora protetto dal suo scudo e con gli occhi che si perdevano in quelli dell’altro nemmeno lui aveva paura.
Entrambi sapevano che insieme sarebbero riusciti a superare questo buio periodo pieno di pregiudizi e paura, fino a quando uno avrebbe avuto l’altro al suo fianco niente poteva ferirli. Blaine avrebbe protetto il suo Bas anche a costo della sua stessa vita, lui ne valeva la pena.

 

Beta's Corner! 
Eilà, sono la beta di Beth che oggi ha uno spettacolo pericò non può pubblicare e al suo posto ci penso io c: 
Il prompt della sfida era "Magia" e questo è quello che il cervellino maligno della nostra cara amica ha partorito e come sempre ha fatto una meraviglia c: 
Spero che vi sia piaciuta, alla prossima :) 
Love always, 
Beth (Beta :D) 
   
 
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