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Autore: x_marilyn    15/09/2013    1 recensioni
Rachel è una classica ragazza adolescente. Ha le sue amiche, la sua musica, la sua vita.
Si possono fare incontri speciali a scuola, e forse Stefan sarà il suo cavaliere in questa lunga vicenda.
Rachel ha solo dei piccoli inconvenienti: si fida, ama e fa viaggi mentali.
Ma non sempre le storie d'amore vanno lisce come l'olio.
*Se avessi mosso poco la testa all’insù ci saremmo baciati, ma decido di restare ferma. Sto tremando, forse per il freddo, per la posizione sconvenevole, forse per il momento imbarazzante.*
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
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CAPITOLO 1
 
È presto, forse anche troppo, ma non riesco ad addormentarmi, forse perché nella mia mente continuano a frullarmi i ricordi con i pensieri, con le idee e le speranze. Si può capire che sono contenta e che ovviamente non riesco a smettere di pensare a quello. Guardo la sveglia. Sono solo le 4.36, mancano cinque ore al mio appuntamento di “studio”. In realtà la storia è lunga, è cominciato dalla settimana scorsa, quando a scuola ho fatto una figura del cavolo, se si può dire così.
Era appena suonata la campanella della lezione di storia, il cellulare mi vibra in tasca come se stesse impazzendo dal messaggio importante che dovevo leggere. Appena guardo le notifiche sul mio squallido cellulare vedo un messaggio da un privato e mi dico: “possibile che qualcuno non sappia cosa fare alle 10.35?!”. Iniziano a venirmi pensieri vaghi su chi potrebbe essere, mentre alzo lo sguardo vedo Stefan Greeze, 15 anni, alto e bello, occhi azzurri e capelli di un castano chiaro, si può riassumere in quattro lettere F-I-G-O e anche tanto.  Magari era lui, mi sorride, imbarazzata gli sorrido anche se esattamente non saprei che fare. Dopo tutte queste fantasie mi ricordo che dovevo ancora leggero. “certo che sei stupida” mi dico, lo so, l’autostima non è il mio massimo.
< da: Privato
Hey, devo parlarti. Troviamoci vicino alla Scaletta. >
Non aveva nemmeno la firma, “Intrigante e misterioso, inizia a piacermi! Wow!” mentre leggo e rileggo quel messaggio sento una voce gracida: - Cortway! Cosa diavolo sta facendo? Vada subito dal preside!- “Oh oh!” penso “sono nei guai!”
Appena entro vedo la testa calva che l’intera scuola soprannomina “Mr. Kappa Pelata” del preside Peless, dallo sguardo scuro ma amichevole, tutti sono terrorizzati perché si narra che sospese un ragazzo perché mandava un bigliettino al vicino di banco, anche se sembra ragionevole perché il bigliettino conteneva una lista di parolacce dirette al cosiddetto Mr. Kappa Pelata che poi gli urlò anche in faccia.
- Rachel Cortway, cos’hai combinato?
-Temo che la prof mi abbia beccato con il cellulare in mano…
-Bene, ora sappiamo che anche se è una cosa non molto grave devi avere una punizione, ti confisco il cellulare o finisci in punizione.
Ero indecisa, a dire il vero preferivo dare il cellulare che prendere la punizione, ma il cellulare mi serviva, mia madre mi avrebbe uccisa e se il misterioso Anonimo voleva scrivermi almeno non avrei rischiato che Mr. Kappa Pelata li leggesse.
- Punizione …
-Ok! Questo vuol dire che oggi dovrai stare in punizione nell’aula 13 dalle 3 alle 4. Ci vediamo oggi pomeriggio.
Imbarazzata me ne vado e come se non ci mancasse mi scontro con quel gran pezzo di figo di Stefan, che tutto preoccupato mi sorride e mi accompagna di nuovo in classe.
-Spero non ti sia successo nulla di grave!
-C-Chi, io?
-Ahahaha beh mi sembra abbastanza logico, sto parlando con te se no con chi?
-Ahahahaha giusto! S-scusami, comunque non è successo nulla, sono solo finita in punizione, anche se mia madre mi ucciderà.
-Mi dispiace un sacco! Spero che ti divertirai quando sarai in quella stanza con ragazzi sempre in punizione!
-Sempre molto convincente! Ahahahaha! Ah ecco, la mia classe!
-Vorrei ricordarti che è anche la mia, solo che sono seduto di due file più avanti di te.
-Ah giusto scusami!
Dopo qualche parola imbarazzata finalmente rientro in classe e un gruppetto, quello IN della classe, ha la ridarola senza neanche che qualcuno facesse loro il solletico all’infinito, anche se adesso devo ammettere che mi ero immaginata la scena ed era abbastanza strana. Purtroppo devo ammettere che Stefan fa parte del gruppetto alla quale appartengono la tre Cheerleader Gillian, Clair ed Elyes, mentre l’ape regina, oltre a essere la ragazza di Stefan, è la più temuta e rispettata in questa scuola basata su una gerarchia sociale, dal nome terribile che tutti appena sentono raggelano: Sandie Tross, bruna, alta, magra come un grissino, conosciuta per i due tatuaggi sulla spalla e fondoschiena che mostra sempre con molta disinvoltura.
A volte vorrei strozzarla con l’elastico dei pantaloncini sotto il sedere che sfoggia a ginnastica per i comportamenti che ha con me e le mie amiche. Le conosco da 4 anni, Karoline e Linsday, Kal e Liz come le chiamo io. Ma questo non c’entra con quello che voglio raccontare.
Passata la giornata vado nell’aula tanto temuta, mi siedo nell’angolino della terza fila e per fortuna il banco accanto a me è vuoto. Sta entrando un viso familiare, un attimo, è Stefan! Gli sorrido, cerca di parlarmi ma immediatamente arriva la “tenera e coccolosa” Sandie. Non saprei cosa fare, o almeno non lo sapeva lui perché cercava di parlarmi, ma la sua ragazza cercava di tenerselo stretto come una ventosa.
Il cellulare continuava a suonare, guardavo i messaggi ed era sempre lo stesso numero
 
 
 
Continuo a non capire chi era al telefono ma l’idea di un figo che vuole parlarmi e che un’arpia lo blocca mi irrita fino al centro delle ossa. Chiedo di andare in bagno anche se in realtà voglio scappare da quella stanza di gente che ritarda in continuazione o che urla come galline nei corridoi. Esco fuori vicino alla scaletta numero 3 della scuola dove di solito si nascondono i nerd o i ragazzi che si fanno gli spinelli anche se raramente li incontro. Mentre penso a come passare la giornata arriva una persona, della quale vedo solo la sagoma, mi sorride, o almeno credo, ha uno splendido sorriso, adesso ho capito chi è… ultimamente si fa più vivo e anche se sembra strano continua a considerarmi, chissà cos’avrò fatto di tanto importante, forse è stato per colpa del messaggio che Kal aveva mandato a tutta la sua rubrica con scritto
 
Per tre giorni di fila abbiamo dovuto mangiare vicino al gruppo dei Nerd Informatici. È stato troppo imbarazzante.
Intanto il ragazzo che conosco anche lui da 4 anni, dalla scuola media, inizia a parlarmi con disinvoltura come se non si preoccupasse che se ci beccavano potevano anche sospenderci.
-ti ho visto preoccupata in classe, qualcosa non va?
-A dire il vero tutto non va, mia madre vorrebbe trasferirsi e mio padre non paga più dopo che hanno divorziato, la mia migliore amica è depressa perché un deficiente si è baciato davanti a lei una cheerleader e come se non bastasse io sono sempre quella nella terra di mezzo, devo sempre subire tutto e non so mai cosa fare… ma perché ti sto dicendo tutto? A te non interessa, scusa è che sono molto imbarazzata e in questi momenti ho la parlantina…
Decido di stare zitta altrimenti avrei fatto una figura del cavolo.
-Non di preoccupare , non mi annoi e se ti sfoghi la parte peggiore passa …
-Hahahaha hai ragione anche se i problemi però rimangono …
-non ti devi preoccupare …
Non riesce a finire la frase che sentiamo la voce in corridoio del preside Peless e decidiamo di nasconderci. Dove? Vicino a una scaletta? La comodità delle scalette è che hanno sempre uno spazietto nel muro che funge da nascondiglio. Il problema è che a malapena ci stiamo allora ci stringiamo forte forte.
Vedo solo ora che gli occhi di Stefan sono di un blu profondo, vorrei restare lì ore a guardarli, mentre i capelli con quel ciuffo ribelle mi ipnotizzano. Continuo a guardare la sua pelle perfetta e il suo naso che sta sfiorando i miei occhi. Se muovevo poco la testa all’insù ci saremmo baciati, ma decido di restare ferma. Sto tremando, forse per il freddo, per la posizione sconvenevole, forse per il momento imbarazzante. Lui se ne accorge e mi sussurra in un orecchio.
-Non ti preoccupare, staremo qui solo per poco, e comunque hai degli occhi stupendi …
Arrossisco imbarazzata e gli dico impacciatamente
-G-grazie sei molto gentile, anche i tuoi sono molto belli…
Finalmente il preside se ne va via e noi possiamo tornare al nostro posticino vicino alla scaletta ma decidiamo di tornare dentro.
Durante il percorso gli chiedo come mai era in punizione
-Ho combinato un disastro in mensa quando ho attaccato all’incontrario il cartellone “eleggi la tua regina del ballo” di Sandie e mi ha urlato contro, quindi spazientito le ho detto di attacarselo da sola e la segretaria ha pensato che la stessi insultando ed eccomi qui…
Non riesco a non ridere, cerco di fermarmi ma scoppio in una risata che non ho mai fatto in vita mia
-non prendermi in giro … è stato moto imbarazzante!
-Sicuro!
Entriamo in classe e finalmente torno al mio posto, vicino all’astuccio trovo un bigliettino critto da qualcuno:
 
“Simpatica” penso “di sicuro è Sandie”, infatti mi giro verso di lei e mi fa un sorrisetto malizioso stringendosi il suo povero Stefan.
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È un nuovo giorno, mercoledì, lo odio, devo sempre stare a mangiare in quella dannata mensa e dopo la sfuriata di mia madre sulla punizione del giorno prima, preferisco salvarmi in questa mensa decrepita.
Oggi si mangia… lasagne, speriamo non siano velenose! Mi siedo al tavolo con Liz e Kal quando vedo arrivare Stefan e lo saluto, lui ricambia il saluto ma deve smettere quando Sandie gli lancia un’occhiataccia. Quando hanno preso il posto al loro tavolo Sandie viene verso di me, ed io, ancora in piedi con le lasagne sul vassoio, cerco di evitarla, ma lei è più veloce e con una mossa mi rovescia addosso le lasagne facendolo sembrare un’incidente. Al diavolo! Tutta la maglietta sporca di lasagne rossicce e tutti che ridono. Che figura! Sandie e il gruppetto di cheerleader se ne vanno via sculettando mentre le mie amiche mi aiutano.
Stefan decide di aiutarmi e mi prende delle salviettine allontanando gli “spettatori”. È troppo dolce e non saprei come ringraziarlo. Corro in bagno a cambiarmi ma ho solo una magliettina leggera da mettere e congelerei, così Stefan mi presta il suo felpone verde con le scritte bianche. Adesso il suo livello di tenerezza da 10 è passato a 1000!
Per ringraziarlo lo abbraccio e gli chiedo come posso aiutarlo in qualche modo:
-Potresti aiutarmi in algebra, non ho la sufficienza e se non la raggiungo i miei non mi fanno tenere il motorino.
Ricordo il suo scooter, una Vespa rossa fiammeggiante, ho sempre voluto farci un giro. Gli rispondo che va bene e segniamo il nostro “appuntamento di studio” alla settimana seguente.




Spazio per me!
Ciao a tutti spero vi piaccia la mia storia.. Mi raccomando di scrivere cosa pensate!!
Aspetto con ansia la vostra opinione!! :)
Baci, Romy :3
  
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