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Autore: kike919    15/09/2013    2 recensioni
"Voleva farmi strisciare, e c'era riuscito. Prima di lui ero una persona completamente diversa. Prima di lui ero una persona. Prima di lui ero."
Genere: Dark, Horror, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Quella dannatissima sera di uno di quei giorni in cui sai già che non ti devi svegliare. Per nessun motivo al mondo fare in modo di esistere in quelle ventiquattr'ore. Avrei dovuto aspettare il giorno dopo. Faceva freddo, ma sapeva trovarmi.
Fuori sembra un patetico globo di neve, di quelli che forse una volta i bambini scambiavano per giocattoli. Figurati se ci cascano ora.
La casa fredda in mezzo al nulla, la solitudine, l'ipad. Musica e dolore non vanno mai d'accordo: si prendono per mano e assumono proporzioni epiche. Imbattibili.
Qualche nota al momento giusto ti porta al suicidio più di mille discorsi.
La mano che trema, ma pigio play. Un'anima corra a salvarmi.
 
 
I will be the one to make you crawl
so I came down to wish you an unhappy birthday
 
-Io sarò quello che ti farà strisciare,
per questo sono sceso ad augurarti un infelice compleanno-
 
Voleva farmi strisciare, e c'era riuscito. Prima di lui ero una persona completamente diversa. Prima di lui ero una persona. Prima di lui ero.
Prima di lui... non ricordavo nemmeno cosa c'era stato prima. E se c'era stato, comunque non aveva importanza.
Ero stata capricciosa, sleale, crudele. Comunque e con chiunque. Poi era bastata quella giacca di pelle, una mano che tocca la mia, per sciogliere quella metastasi di merda che osavo chiamare cuore.
Pochi discorsi fugaci con quella voce ruvida, lo strisciare di un serpente. Veleno a lento rilascio; ce l'ho in qualche parte del corpo e ogni tanto continua a contaminare. Non posso più lavarlo.
Due sguardi e poi scappi via.
 
Forse avevi paura di me.
Invece per te sarei stata perfetta.
 
La mano rossa mi gratta la pelle. La mia mano che gratta una pancia che non è la mia.
E' la mia. Ma io non indosso sangue. Potessi nascondere tutto quel rosso in mezzo alla neve.
Non servirebbe. Lui saprebbe tornare.
Sono sola, ma sola non sarò mai.
Chiudo gli occhi per non vedere.
Tu che cammini in quel lurido tunnel. Che ci fa un angelo all'Inferno?
Cammini, le mani in tasca tradiscono insicurezza. Eri davvero così l'ultima volta?
Ti brillavano i denti, quel sorriso che mi faceva tremare. Esitare, io che non temevo nulla.
E ogni parola era sbagliata. Tu eri perfetto, ma non ti fidavi me.
Cammini in un lurido tunnel. La nostra prima uscita nascosta, quasi nessuno dovesse vedere.
Ti faccio così schifo?
Hai gli occhi grigi che lanciano luce. Scintille che non raccoglierò mai. Lacrime d'angelo caduto.
E quei riccioli scuri, stanno perdendo vigore.
Di tanti frutti, dovevi proprio modere la mela avvelenata.
E poi c'era quella Katrin, ingenua cerbiatta. Ti piaceva eh?!
Ti piaceva, o ti sembrava solo meno imprevedibile di me?!
Il gelo non è quello della neve. Le ossa fanno male, sono forate e ci passa l'aria. O la mia pelle è troppo fragile. Troppo sporca. Mi facevo schifo e speravo lo capissi. Ho paura.
 
I'm coming up on infra-red,
there is no running that can hide you
cause I can see in the dark
 
 
-Sto arrivando con gli infrarossi,
anche se scappi, non riuscirai a nasconderti,
perché io vedo anche al buio-
 
Fuggo per farmi trovare, fuggo dalla mia testa. Vedi al buio e mi troverai. Non voglio neanche correre. Aspetto solo di essere sbranata.
Trovami, macellami, odiami, prendimi.
Ma non guardarmi così; la testa penzoloni sulla mia pancia, gli occhi pieni di niente. La tua gola sporca di sangue. Quel taglio sottile. Katrin era più importante di me. Era più innocente di me.
Sai che ti dico?! Avevo un' anima anch'io.
Perché mi giaci sopra a quattro di spade?
Volevo solo strapparti il cuore, riempire il mio limite. Il vuoto che prima di te non c'era.
Il vuoto che hai creato tu.
Eri l'unico universo in cui mi sentivo al sicuro, e nel contempo morivo.
L'interruttore vicino a letto, alla mia destra. Accendo la luce, la scatola è lì.
Ci ho scritto sopra Placebo. Anche un sonnifero, se ci credi può essere la cura.
Più ti curi, prima guarisci. Prima guarisci, più ti abbandoni.
Una manciata di dolore non può che farmi bene e butto giù. Nel buio mi troverai. Non mi nasconderò.
Nel buio mi troverai. Sei tu quello che scappa.
Sei tu quello che ha scommesso con gli amici di strapparmi il cuore e buttarmi via.
Spengo la luce, tu sei sopra di me. Ti tiro su, verso la mia bocca. Labbra contro labbra.
 
Mi abbandono all'immenso buio senza fine. Tanto con gli infrarossi, mi troverai.
Chiama un'ambulanza, adesso. Buonanotte angelo caduto.
 

Note dell'autrice: La canzone si chiama Infra-Red e come la maggior parte di quelle che cito, è dei Placebo; dall'album Meds. Uno dei cd migliori della band, o forse anche IL migliore. L'apoteosi del dolore, una coltellata nel petto.
Ho iniziato a scrivere e pensavo uscisse fuori una carinissima storia d'amore. Evidentemente m'ispirava più violenza di quanto pensassi. Dopotutto, non è nemmeno colpa mia se la loro musica mi fa perdere il controllo. Ad ogni modo Infra-Red è ipnotica, l'ascolto da ore.
I tempi dei verbi risultano un po' sballati perché passato e presente si alternano. Ricordi che si accavallano a ciò che accade. Spero si capisca e se avete gradito commentate, che mi fa sempre un immenso piacere. 

   
 
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