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Autore: Blue Fruit    15/09/2013    1 recensioni
"...New York! New York!
E' una scommessa d'amore.
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway..."
One Shot ispirata alla canzone "La Nuova Stella di Broadway" Di Cesare Cremonini.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Brody Weston, Finn Hudson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Nuova Stella di Broadway

Ciao a tutti :)
Questa è la mia prima one shot Finchel, ed è stata ispirata dalla canzone La Nuova Stella di Broadway di Cesare Cremonini: https://www.youtube.com/watch?v=Pskd2QUSTrU
Sin dalla prima volta in cui l'ho ascoltata non ho potuto fare a meno di associarla alla nostra Rachel :)

Prima di iniziare a leggere però dovete immaginarvi i personaggi in un modo un po' diverso da quello del telefilm:
Provate ad immaginare la Klaine ancora unita dividere un appartamento nella Grande Mela.
Provate ad immaginare Finn ancora indeciso sul suo futuro mollare tutto e prendere il primo aereo per New York, sicuro di poter contare sull'aiuto di suo fratello. Il ragazzone accetta di fare qualsiasi lavoro, anche l'aiuto-costumista.
Ma soprattutto: Finn non ha ancora dimenticato Rachel, come lei non ha ancora dimenticato lui.
Provate ad immaginare lei e Santana condividere il loro appartamento con Brody, ormai fidanzato di Rachel.
Fatto?
Allora buona lettura :)





“Pronto?”
“Kurt! Finalmente, pensavo che non mi avresti mai risposto. Ho bisogno del tuo aiuto.”
Finn si trovava dietro le quinte di uno dei tanti teatri di New York, pronto ad impegnarsi come non mai per ottenere quel posto di lavoro.
“E’ successo qualcosa di grave?” Kurt si fece più serio.
“No. Ho fatto il colloquio e sembra essere andato tutto bene, ma ora sono nel seminterrato della NYADA, vogliono vedere come ce la caviamo con la pratica. Aiutami, per favore!” La voce di Finn era un misto di panico e preoccupazione.
“Finn, respira. Ora descrivimi con esattezza cosa vogliono che tu faccia.”
“Per assumermi come aiuto-costumista vogliono che io cucia qualcosa.”
“Una qualsiasi?”
“Sì, ma io non so cucire!” Sbraitò Finn, cercando di non farsi sentire da nessuno.
Il ragazzone sentì un rumore di passi provenire dall’altro capo del telefono, seguiti da un suono ovattato.
“Ciao Finn!” Disse una voce lontana dal ricevitore.
“Ehi Blaine, ciao! Potreste entrambi darmi una mano?”
Seguirono una serie di piccoli rumori  di sottofondo, finchè Kurt non tornò a parlare:
“Ok, ora sei in viva voce. Partiamo da qualcosa di semplice, come attaccare un bottone o fare un piccolo orlo. Hai ago e filo?”
Finn rovistò nel grosso scatolone vicino a lui finchè non trovò tutto l’occorrente.
“Presi!”
“Perfetto. Ora, prendi il filo e fallo passare nel piccolo buco dell’ago.”
Si susseguirono diversi istanti di completo silenzio, tanto che Kurt e Blaine pensarono di aver chiuso accidentalmente la chiamata.
“Quale buco?” Chiese alla fine Finn, con un tono di voce a dir poco confuso.
“…”
“Ragazzi?” Chiese il ragazzone.
“Questo significa che non potrò portarti al Central Park oggi, vero amore?” Chiese Blaine a Kurt.
“Finn, posa quell’ago e stai attento a non pungerti. Saremo lì tra qualche minuto.”





“…Lui era un businessman con una idea in testa
  Lei ballerina di jazz…”

“Rachel, cosa stai facendo?” Chiese Brody, vedendo la sua ragazza appoggiata alla finestra e completamente rapita dal libro che reggeva in mano.
“Leggo delle poesie. Favoriscono la concentrazione e l’ispirazione.” Rispose lei, senza alzare gli occhi da quelle parole stampate.
Lui sorrise, versandosi un po’ di caffè.
Controllò il cercapersone per assicurarsi di non aver perso nessuna chiamata importante, poi si avvicinò al grande stereo nero del salotto e lo accese.
Cominciò a frugare tra i tanti dischi presenti in quell’appartamento ormai sovraffollato, sicuro che tra quella pila di generi così  diversi ci fosse anche quello che stava cercando.
Una volta trovato lo posizionò con cura nello stereo, sorridendo tra sé e sé.
Brody si avvicinò a Rachel, porgendole cavallerescamente la mano:
“Mi concederebbe questo ballo?” Chiese, sfoggiando uno dei suoi sorrisi ammiccanti.
Schiacciò il pulsante di accensione del telecomando e il disco cominciò a girare, liberando la musica contenuta al suo interno.
Partì  ‘All That Jazz‘, dal Musical Chicago.
Rachel cominciò a ballare e a cantare, sorridente e spensierata.
Per lei era così naturale, così semplice e così indispensabile lasciarsi andare all’arte che guardarla faceva bene all’anima.
Brody la guardò incantato, pensando che fosse bella come una dea e brillante come una stella.

“…Leggeva William Blake vicino a una finestra,
 Lui beveva caffè.
 Guardando quelle gambe muoversi pensò:
“E’ una stella!”.
 Pensava a Fred Astaire.
 E chi non ha mai visto nascere una Dea
 E chi non ha mai visto nascere una Dea
 Non lo sa, che cos’è la felicità…”






“…Lui: Garofano rosso e parole,
 Una vecchia cabriolet.
 Lei: Vestita come la Rogers, fulmini
 e saette…”

Brody quella sera aveva deciso che non sarebbe andato al lavoro e che non avrebbe risposto al cercapersone.
Nessuna camera d’albergo o di appartamento lussuosa, nessuna donna sconosciuta desiderosa di spassarsela con il ragazzo giovane e affascinante.
Niente.
Aveva progettato l’intera serata una settimana prima,perchè  voleva che fosse perfetta dall’inizio alla fine.
L’aveva sognata e desiderata così tanto che ora non poteva fare a meno di sorridere alla sua immagine riflessa nello specchietto retrovisore di quella bellissima aiuto.
Aveva noleggiato una cabriolet bianca per l’occasione, solo per far sentire lei importante e speciale.
Rachel era una di quelle poche giovani donne che ancora erano capaci di emozionarsi realmente per le attenzioni ricevute da un ragazzo.
Questo, probabilmente, era stato il modo più degno che Brody avesse mai trovato per spendere i suoi soldi.
Appena la vide le porse un buoquet di rose rosse.
Rachel chiuse gli occhi e inspirò, riaprendoli subito per sorridere raggiante.
“Grazie, hanno un profumo buonissimo!”
Quella ragazza era il ritratto della spontaneità e della gioia.  Faceva male guardarla in quei casi, perché Brody sapeva che  non avrebbe mai potuto essere così completamente aperto.
Provava una sana invidia, a dirla a tutta.
Forse era anche per questo che adorava quella ragazza: lei era tutto ciò che lui aveva perso di sè non appena si era trasferito a New York.
Rachel tirò fuori dalla borsetta un garofalo rosso e lo puntò sulla giacca scura ed elegante di Brody.
“Ora siamo pronti per andare a vedere il musical.” Affermò gioiosamente Rachel.



“…Lassù, nel cielo blu, il loro nome:
 Argento fra le stelle…”

Rachel prima di andare a letto guardò le stelle quella notte, in cerca di qualcosa che neanche lei seppe identificare.
Si lasciò andare ai ricordi.
Una volta i suoi papà le avevano detto che quando due persone si amano realmente posso vedere i loro nomi scintillare nel cielo, uno vicino all’altro.
Da bambina quella storia l’aveva affascinata così tanto da provare realmente a cercare il nome dei suoi due papà nel cielo e loro, dopo una sana risata, avevano cercato di tracciare dei collegamenti improbabili tra le stelle per far comparire i loro nomi.
Rachel guardò intensamente quel cielo sopra New York, ma non riuscì a scorgere nulla di chiaro in quella notte scura.
“Ehi piccola, vieni a letto?” La chiamò Brody.
“Sì, dammi un momento.”




“…Lui si svegliò senza lei
  Nudo nella tempesta,
  Là fuori Union Square.
  Entrava luce neon dal vetro della finestra.
  L’odore del caffè…”

Brody la mattina seguente si svegliò presto, ma non abbastanza per trovare Rachel ancora coricata vicino a sé.
Si stiracchiò e rimase a letto ancora per qualche minuto, godendosi quella sensazione di calma e di appagamento con cui si era svegliato.
Una volta in piedi raccolse i vestiti gettati a terra la sera prima e li sistemò.
Si vestì e andò in cucina, trovando il caffè per sé e per Santana già pronto.
La ragazza avrebbe dormito sicuramente fino a tardi, così approfittò della gentilezza di Rachel e versò due tazze solo per sé.
Andò alla finestra e si perse a guardare la strada, notando le insegne al neon dei locali ancora accese.
D’un tratto si ricordò che quel giorno doveva essere sabato, ossia un girono libero da lezioni e da impegni.
Indossò la tuta e decise di andare a correre al Central Park, ma non prima di essere passato per Union Square, dove probabilmente avrebbe trovato Rachel in compagnia di Kurt e Blaine.
Le mandò un sms per darle appuntamento in un bar lì vicino, ma non ottenne risposta.





“…Tu chiamami e ti vestirò
 Come una stella di Broadway…”

Rachel si trovava nel teatro della NYADA, intenta a cantare uno dei suoi pezzi forti.
A brano concluso qualcuno da dietro le quinte cominciò a battere animatamente le mani, colmo di gioia per aver potuto finalmente sentire Rachel cantare di nuovo.
“Finn?!” Chiese sorpresa Rachel.
Non poteva credere ai suoi occhi.
“Ciao.” La salutò lui, sfoderando un suo mezzo sorriso.
“Cosa… Cosa ci fai qui?”
“Mi sono trasferito a New York, avevo bisogno di un lavoro ed eccomi qui a dare una mano con i costumi. Abito con Kurt e Blaine adesso.”
“E cosa stavi aspettando per dirmelo?” Chiese Rachel, d’un tratto arrabbiata.
Avrebbe dovuto essere una delle prime persone  saperlo, non l’ultima e per puro caso.
“Volevo farti una sorpresa.” Si difese lui, sorridendo colpevole.
Rachel non era mai riuscita a resistere a quegli occhi dolci, erano i suoi preferiti.
Finn si avvicinò a passo sicuro, allargò le sue grandi braccia e la strinse forte a sé, lasciandole un dolce bacio tra i capelli castani.
“Mi sei mancata tanto.” Disse a bassa voce il ragazzo.
Rachel fu scossa da un singhiozzo e non rispose, ma si strinse a lui con tutte le sue forze.
“Non mi porta sei ora stai con qualcun altro. Tu per me sarai sempre la mia ragazza.” Aggiunse Finn, parlando con tenerezza.



“Ciao! Dove stata tutto il giorno? Ti ho chiamata un sacco di volte.” Chiese Brody quella sera, appena la vide entrare nell’appartamento.
“Questa mattina ero a scuola a provare, tra un mese mi dovrò esibire. Questo pomeriggio invece ero in giro per la città. Ho incontrato un vecchio amico che non vedevo da tanto tempo.”




“…New York! New York!
E’ una scommessa d’amore.
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway…”

Brody era seduto su una delle tante poltrone vuote, nel teatro della NYADA.
Aveva il viso appoggiato sul palmo della mano mentre guardava estasiato Rachelnmuoversi veloce e sicura sul palco, e cantando l’ennesima canzone di qualche musical.
Il giorno dopo avrebbe dovuto esibirsi, era più di un mese ormai che si stava preparando, trattenendosi a teatro più del dovuto.
Decisamente più del dovuto.
Agli occhi di Brody Rachel era ancora una stella, ora splendente più che mai in quell’abito rosso cucito su misura per lei.
Chiunque l’avesse fatto doveva avere delle mani proprio abili.
A fine esibizione Rachel non cercò Brody con negli occhi la voglia di ricevere un giudizio, ma bensì si girò verso l’entrata laterale di sinistra.
Sorrise e fece un inchino a qualcuno dietro le quinte, sorridendo lusingata e felice.
Tanto felice.
Brody si alzò silenziosamente dalla sua poltrona, mise le mani in tasca ed uscì dal teatro.
Capì di dover semplicemente farsi da parte.
Tutto ciò di cui ora aveva bisogno era un caffè e un paio di scatoloni.
Sarebbe potuto andare a dormire dal suo amico Luke.




“…Lassù, nel cielo blu, il loro nome:
   Argento fra le stelle…”

“Rachel, perché ci siamo arrampicati fin qui?” Chiese Finn con il fiato corto.
“Per poter vedere le stelle.” Rispose lei, puntando il dito verso il cielo.
Finn alzò lo sguardo e rimase senza parole davanti a quella stellata, sembrava infinita.
Milioni di puntini argentanti che brillavano lontani e bellissimi sulle loro teste, illuminando il buio della notte.
“E’ bellissimo.” Riuscì solo a dire.
Finn si sedette vicino a Rachel, prendendola tra le braccia.
“Ora vedo tutto molto più chiaro.” Disse lei.
“Eh?”
“Guarda bene le stelle, Finn.”
“Perché?”
“Perché ci sono i nostri nomi lassù.”

“…New York! New York!
 E’ una scommessa d’amore.
Tu chiamami e ti vestirò
Come una stella di Broadway…”



 

Spero vi sia piaciuta l'idea di usare questa canzone per raccontare una storia Fichel con un accenno di Klaine (scusate, ma proprio non sono riuscita a tenerli fuori quei due xD).
Il Brody che ho presentato è come il frutto delle sensazioni che quello del telefilm mi ha dato, combacia con il vostro o avreste cambiato qualcosa? :)
Grazie a chiunque leggerà questa storia, se qualcosa non vi ha convinti o volete darmi il vostro parere lasciatemi una recensione, mi piacerebbe conoscere il vostro parere :)

Questa è la mia long Klaine, Therapy: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1481493

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Buona domenica :)
   
 
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