L'auto rosa sfrecciava
leggera
sulla via centrale della città, Annie stava passeggiando sul
marciapiede,
guardando gli stand dei negozi, con l'iPod nelle orecchie, vestita di
nero, il
colore che da sempre preferiva a qualunque altro. Di colpo si
bloccò:
quell'auto le ricordava qualcosa, dal finestrino apparve un braccio, in
mano
una sigaretta, lui era lì, seduto al volante con i suoi
occhiali marroni e quel
sorriso inconfondibile, di fianco a lui stava una ragazza,
probabilmente la sua
nuova. Era bionda, solare e molto più bella di lei,
evidentemente. Annie
incrociò lo sguardo di John, ma lui sembrava così
interessato all'altra che in
quello stesso istante si girò e la baciò, quasi
come a sfidare Annie.
Il cuore di Annie batteva
all'impazzata, non sapeva più se fosse sulla terra o nello
spazio, provava una
rabbia dentro incontrollabile, qualcosa che, se non fosse stato per la
sua
timidezza, l'avrebbe fatta urlare a squarciagola contro quel traditore.
L'auto era ormai sparita, ma
Annie era ancora lì, bloccata come un pesce lesso, con lo
sguardo fisso nello
stesso punto, la gente camminava, faceva spese, correva a destra e a
sinistra
per non perdere tempo, telefonava, la urtava, perché stava
bloccando la
circolazione. Annie rimase per un buon quarto d'ora in quella
posizione, si
dimenticò anche il motivo per cui era uscita, dove stesse
andando, le lacrime
cominciarono a scenderle dal viso, ininterrottamente, fredde,
agghiaccianti,
spente.
John la aveva trovata,
conquistata, baciata, usata per una settimana intera e poi l'aveva
semplicemente buttata via, perché aveva altre ragazze a cui
badare, insomma
Annie era stata solamente un passatempo per lui. Lei non lo vedeva da
qualche
mese ormai, ci aveva fatto l'abitudine, non l'aveva più
rivisto da quando lui
l'aveva scaricata così, senza motivo; lo vide là,
quel giorno, sull'auto rosa
con la ragazza più bella del paese. Lo vide e non seppe
più cosa fare, avrebbe
voluto massacrarlo di botte, perché così non si
tratta una ragazza, eppure
rimase lì, immobile, con le lacrime agli occhi, ancora
innamorata di quei
gesti, di quelle parole di cui lui l'aveva riempita incessantemente in
quella
settimana incantevole della sua vita, l'unico momento della sua vita in
cui lei
credette veramente che potesse andare per il verso giusto, l'unica
volta...
Rimase lì, con le
lacrime agli
occhi; un tuono, i nuvoloni neri, goccia dopo goccia
cominciò a piovere e
quella pioggia si mescolava con le sue lacrime, lacrime amare, lacrime
di
rabbia. Un gocciolone le cadde in testa, si riprese, si
passò una mano sul
viso, asciugò le lacrime e ricominciò a
camminare, ascoltando la musica, che
era la sola che avrebbe potuto capirla, la sola che avrebbe potuto
aiutarla a
superare i momenti di difficoltà, i momenti più
tristi, più noiosi, più
apatici.
Annie viveva in un mondo fatto di ipocrisia e di falsità.