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Autore: Jiulia Duchannes    15/09/2013    4 recensioni
Le lost sono mostri? No persone. Ragazze e ragazzi condannati a una vita di umiliazioni solo per le loro origini.
Perchè avviene tutto questo? Non ne ho idea
In un mondo diviso tra due sette, dopo anni di spargimenti di sangue, il vincitore verrà proclamato dal popolo. Chi ucciderà più lost e nel miglior modo vincerà la supremazia.
Isabelle odia la sua vita, odia la setta dei fendom e quella degli olaff. Isabelle ama solo la sua amica Demetra e suo fratello Atticus che non vede da anni. Isabelle non sa che, forse, quella normale cosa chiamata comunemente amore entrerà nella sua vita e sconvolgerà l'esistenza di molte persone.
Isabelle non crede nel destino ma la sua amica Demetra si ed è convinta che il fato aveva fotto incontrare tutti coloro che avrebbero condotto la rivolta, la battaglia per un mondo migliore.
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Aprii gli occhi per svegliarmi, per rientrare a far parte di quello squallido posto chiamato mondo,  per incrociare lo sguardo di rimprovero di lei e quello dolcemente beffardo di lui, per sentirmi dire che l’incubo che avevamo vissuto era finito.

Volete sapere come sono arrivata a questo? Volete sapere chi è lei? E lui?
Seguite la mia storia. La triste, dolce, intensa e appassionante storia di una ragazza e di un mondo in cui, forse, c’era speranza, speranza e amore che fino ad allora erano rimasti celati nelle viscere della terra.
 
Mi svegliai quella mattina scossa dalla mia amica Demetra che mi fissava con gli occhioni nocciola sgranati. Lo sguardo misto tra la preoccupazione, la disperazione e la consapevolezza che il giorno era arrivato, che saremmo morte, catturate e poi uccise brutalmente. Se non subito nel giro di pochi giorni, se non per  la lama di un coltello per i morsi della fame, della sete e della stanchezza. Saremmo morte, lo sapevamo sin da l’inizio. Perchè è così che siamo cresciute ed è per questo che siamo nate, per morire, solo non credevamo in questo modo.
 
Siamo Lost, perdute, il nostro difetto e solo questo. Siamo  inferiori secondo alcuni, pericolose secondo altri. Siamo mostri, abomini dell’umanità che devono essere uccisi.
 
Mi alzai dal piccolo materasso che pretendeva di essere chiamato letto.
-E’ stato bello- Disse improvvisamente la mia compagna di cella
-Non moriremo Demetra- Stavo mentendo, lo sapevamo entrambe, me per un momento era bello credere alla bugie. Immaginare di uscire da quella che è stata la nostra casa e vivere come una diciassettenne normale.
-No Isabelle..Fa più male così, abbiamo avuto speranza per  anni e per anni siamo rimaste deluse, voglio solo che finisca. Che mi vengano a prendere, mi liberino e che la caccia abbia inizio.-
 
Già. La caccia, per chi non lo sapesse, era la nostra condanna a morte.
Le Lost, solo le ragazze, venivano allevate in strutture di sicurezza appartenenti alla setta dei Fendom, all’età di diciassette anni venivamo liberate.
Due migliori agenti della setta dei Fendom e due di quella nemica degli Olaff ci davano la caccia, usavano ogni tipo di stratagemma, era il popolo a decidere chi avrebbe vinto.
Vinto cosa? La supremazia, da anni Olaff e Fendom hanno versato sangue per questo ambito premio, poi la geniale idea del capo dei Frandom segnò l’inizio della fine.
Venimmo prelevate dalle nostre baracche, divise dai nostri parenti.
Le donne oltre i trenta anni uccise, gli uomini e i bambini mandati nei campi di lavoro degli Olaff, anche mio fratello Atticus fu portato via, noi bambine e ragazzine invece nei centri di addestramento dove imparavamo a combattere e scappare, .
 
Gli Olaff e i Fendom avevano il compito di catturarci, una volta liberate, nei modi più assurdi. Tenuti costantemente sotto controllo dalle microspie, il popolo doveva votare alla fine il vincitore basandosi su la spettacolarità delle morti. Molte Lost venivano imbrogliate,  gli facevano credere di essere state salvate, altre venivano torturate. Come poteva quell’orrore piacere alla gente?
 
Mi risedei lentamente sul materasso seguita a ruota da Demetra. La mia compagna di stanza  per me era una sorella. Eravamo diverse, nettamente diverse, ma forse era grazie a ciò che andavamo d’accordo, una completava l’altra.
Io apparentemente dura e altamente menefreghista , lei dolce e sensibile. Io diffidente e aggressiva, lei ingenua e incapace di far del male.
 
Mi intrecciai una ciocca dei suoi marroncini al dito come facevo sempre. Amavo i suoi capelli, marroni-biondi così liminosi rispetto ai miei neri e spenti. Amavo i suoi occhi nocciola grandi e espressivi, li volevo, perché i miei grigi erano così vuoti e inespressivi che se li avessi sostituiti con dei bottoni nessuno di sarebbe accorto delle differenza.
 
-Perché dobbiamo morire..cosa abbiamo fatto?- Domandai dopo svariati minuti di silenzio, un silenzio che non  apparteneva ne a me ne a Dem ,   eravamo  sempre pronte a parlare, lo facevamo per distrarci anche quando ci dovevano frustare per un errore commesso facevamo finta di niente finchè non ci venivano a prendere, solo in quel momento ci rendevamo conto di cosa ci avrebbero fatto e del dolore che avremmo provato.
-Non lo so Isabelle. Se lo sapessi potrei capire tutto questo odio nei nostri confronti, ma così non ti saprei dire perché ci vogliono morte-
Silenzio, di nuovo silenzio, i passi della guardia si avvicinavano sempre di più.
Il cuore batteva all’impazzata, nella mia mente immaginavo la morte, la mia morte, quella di Dem, oppure una fuga insieme. In pochi secondi mi scorreva davanti agli occhi tutta la mia vita. Ma questo non succede prima di morire? C’era poi tanta differenza, infondo stavamo per morire. No, mi stavo abbattendo stavo andando nel panico.
Fissai la mia amica che si torturava le mani.
-Demetra- Pronunciai il suo nome con estrema lentezza, sillaba per sillaba, senza un motivo preciso.
-Isabelle- Le lacrime cominciarono a formarsi nei suoi occhi.

Le misi una mano sulla spalla,non doveva mostrarsi debole e impaurita.

-Cerca di sopravvivere- La abbracciai forte e lei ricambiò la stretta sussurrando qualche cosa di incomprensibile.
 Ci staccammo solo quando la guardia entrò nella nostra cella senza nemmeno prendersi la briga di bussare.
In un altro momento io e Dem lo avremmo preso in giro, lo avremmo rimproverato accusandolo di essere un villano maleducato.  Ma la maleducazione era l’ultimo dei nostri problemi.

ISABELLE è interpretata da  isabelle fuhrman

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DEMETRA è interpretata da emmy rossum 

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Angolo autrice
Ciao, è la mia prima storia originale e sono un po' emozionata.. comunque mi farebbe piacere ricevere delle racenzioni anche negative.
Grazie e baci
  
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