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Autore: tagliarsi_con_gli_origami    15/09/2013    8 recensioni
4.00 AM, 14 settembre. Il telefono di Louis squilla nel silenzio del suo appartamento.
Nick Grimshaw con uno smile lo informa che Harry è ubriaco e un taxi sta arrivando a prenderlo.
Non si è mai troppo lontani, in fondo, per trovarsi.
“Balla con me...” un sussurro appena contro le labbra. Sorride “pestami i piedi, lussami una spalla e prendimi a gomitate nelle costole Tomlinson. So che lo vuoi...” la vodka nel suo fiato, il fumo impregnato nel cotone della maglietta, la consistenza dei jeans che mi sfrega contro la pelle.
Un brivido.
“Ma balla con me”
Riesco solo ad annuire, forse, non lo so, non so nemmeno se sto respirando.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla Modest Mangement,
che non riesce a scoraggiare i Larry Stylinson
nemmeno con la censura.

 




Ballare scalzi sul
parquet senza
nemmeno una canzone.




“Even lost in the darkness, 
my heart will find you.” 
(Kami Garcia, Beautiful Creatures)
 


La tappezzeria del taxi diventa improvvisamente ipnotica, se ci penso.
Se ci penso il traffico quasi mi rassicura, le luci, i clacson, i lampeggianti e i colori acquosi delle frecce nella nebbia.
Se ci penso l'auto rallenta strusciando sulla linea di mezzeria, e un po' questa cosa del doversi fermare fa quasi schifo.
“E' laggiù” il tassista non ha ancora fatto commenti, non mi ha chiesto un autografo per chissà quale figlia, una foto per la nipotina di cinque anni, o soldi, per dimenticare Louis Tomlinson nel suo taxi alle due di notte nell'unico poso di Londra dove non dovrebbe assolutamente mettere piede.
I flash che lampeggiano sembrano un fastidioso tic all'occhio. Sorridere di rimando, sempre, anche nell'abitacolo scuro chiazzato di luci arancioni e adesivi scollati di un taxi dalla tappezzeria a quadretti. 
È un flash, e si deve sorridere. Punto.

Look who's digging their own grave
That is what they all say
You'll drink yourself to death

La portiera si apre con un cigolio stanco. 
La faccia da cazzo di Nick ha sempre la stessa sfumatura di risatina isterica sul fondo delle iridi. Spinge dentro Harry, sempre la solita maglietta, un paio di jeans a caso, l'odore di pulito che si appiccica addosso, e rigetta tutti gli altri, alcool, sigarette nel retro del locale, profumo di donna, di Grimshaw, di lacca per capelli e amido per i vestiti. Di tartine e di fotografie un po' sgranate scattate col cellulare.
Non sembra così ubriaco.
“Oops” storce la bocca in una risata un po' roca e un po' squillante, che rimbalza dappertutto e mi sbatte contro. Fa sempre quella smorfia quando sa di essere stato beccato.
Gemma ha le braccia incrociate nella sua giacca pesante di jeans imbottita di lana. Le sta grande, larga sulle spalle, le maniche arrotolata sui polsi piccoli. Come a me.
Nick sembra pratico di tutte queste cazzate. Si lascia cadere sul sedile, accavalla le gambe, digita qualche smile imbecille agli amici su twitter, e comunica l'indirizzo al tassista con un mezzo sorriso.
Harry non si è mosso, resta fisso con lo sguardo sulla strada perso in un dondolio lieve e un po' autistico che m'innervosisce, una strana pace innaturale e qualche sbadiglio smozzicato e rumoroso.
Chilometri di silenzio nel buio spoglio che si rischiara di tanto in tanto. Un lampione, la luce di un portico, stanze ancora illuminate alle quattro di mattina. 
Qualcuno che rientra assonnato, barcolla nell'ingresso di casa mentre calcia via le scarpe. Un saluto sussurrato nell'orecchio di qualcun altro, raggomitolato in lenzuola stropicciate e il telecomando di una tv accesa in equilibrio sul cuscino.
Polaroid di nottate familiari riposte con cura distratta in un cassetto sepolto sotto chilometri di terra bagnata.
Il taxi rallenta, si ferma. Spegne le luci.
“Splendori, io scendo qui” Harry ridacchia e biascica qualcosa di stupido, tanto che il mio gomito mira pericolosamente alle sue costole. Ma alla fine rinuncio, come rinuncio a tutto, ultimamente.
So solo che avevo mezza birra aperta sul comodino, pessimo cibo da fast food in sacchetti di plastica unti, e repliche di X Factor memorizzate da Eleanor. per un mese di commiserazione continuativa e patetica.

Look who makes their own bed
Lies right down within it
And what will you have left?

E invece mi sbattono in un taxi tappezzato di figurine del baseball sbiadite, che puzza di tacos, vaniglia rancida e deodorante spray per bagni, assieme a Nick Grimshaw e la sua espressione divertita da cazzone, e Harry che si è ripreso appena da un digiuno venticinque ore per lo Yom Kippur ingurgitando cocktail fosforescenti ad una sfilata di moda in un magazzino.
“Dwayn, amico mio, è sempre bello vederti” allunga una bella banconota nuova da cento sterline al tassista con il codino, e sventola le dita lunghe sempre serrate attorno alla mascherina orribilmente dorata del suo smartphone in un saluto sghembo “riportali a casa interi, mi raccomando...” sorride, sghignazza, ammicca, non si capisce molto bene.
Harry non parla, lasciandosi cadere contro il sedile ad occhi chiusi.
Io resto zitto a macinare un silenzio offeso e indispettito. E siamo arrivati anche qui, nel buio caldo di un abitacolo deserto, a guardare testardamente dalla parte opposta. 
Ma ha chiamato me.
Gemma. Suo fratello barcollante sul parquet dalle assi scure e simmetriche di Nick Grimshaw, ubriaco e stanco, e solo, cieco dai flash, sordo dalle urla, insensibile alla macchina che quasi lo ha investito. Tachicardici respiri sul marciapiede, e carezza distratte al mondo che lo fa inciampare.
Me.
Mi avvicino quel tanto che basta per strusciare contro la piega assurda dei suoi capelli dietro il collo. Ricci familiari, l'odore, la consistenza, la macinata esperienza di decine di altre volte, altre parole lasciate andare, nascosti dalle ombre, e rituali rodati di mosse sincronizzate e risate.
Non avrei dovuto farlo. Lo so. Perché adesso il suo odore è tutto quello a cui riesco a pensare, e quanto è strano sentirlo, adesso, dopo giorni infiniti, così vicino da poterlo toccare e imbottigliare, stringere fino a seppellirlo sotto la pelle, e sniffarlo come un drogato all'ultimo stadio. Un odore da conservare senza guardarlo, fingendo che non sia lì, fra il mio polso, il mio petto e la bocca dello stomaco, e scavare, scavare, scavare fino a trovarlo di nuovo, in una delle millesettecento notti in cui avrò bisogno di riaverlo indietro, e non sarà lì.
Respirare diventa difficile, e parlare è difficile.
Esistere è difficile ultimamente.

Out on the front doorstep
Drinking from a paper cup
You won't remember this

“Harry, sta' a sentire. Abbiamo tipo dieci secondi e mezzo per arrivare dalla macchina alla porta di casa. Devi camminare decentemente, non cadere, e soprattutto, Harry Styles brutta testa di cazzo, non ti fermare. Ok?” da qualche parte nel fiato alla vodka e gli occhi semichiusi c'è un sorriso. Forse annuisce. So solo che stringe la mia giacca scura, forte, all'altezza del polso, dove quella scritta un po' sbiadita sbuca da sotto la manica.
I can't change.
Stringe e basta, tutto quello che trova.
E io a malapena respiro.

Living beyond your years
Acting out all their fears
You feel it in your chest

Mi volto all'ultimo secondo, prima che i suoi anelli di metallo sbattano contro la portiera, verso il tassista. Non parlo, lui non parla, annuisce, fischietta una canzone a basso volume che crepita dalle casse dell'autoradio mangiacassette, e sorride. Poco, come se starnutisse, senza un incisivo e con la barba disomogenea su guance e collo, ma è un sorriso per cui essere grati, silenzioso e sveglio, di uno che andrà a letto stanotte, forse bacerà sua moglie, forse accenderà la tv per spararsi tre ore di spot pubblicitari a ripetizione sui tosaerba elettrici, forse leggerà Moby Dick di traverso su un divano dalle molle arrugginite, ma se ne fregherà di noi, di me e di Harry a barcollare sul vialetto di una casa di cui mi manca anche il lavandino che gocciolava.
E' un sorriso prezioso, prezioso come inspirare libertà senza sassi e solitudine senza lampi.
Respirare senza grattare via i silenzi, e poterlo toccare senza che la mia mano attorno al suo fianco mi sbatta contro da ogni angolazione.
Un sorriso così prezioso che mi fa male anche parlare.
“Buonanotte” ho gracchiato appena un saluto malfermo mentre Harry riusciva ad impugnare la maniglia e trascinarsi fuori.
Solo un metro sul vialetto, e lui si blocca, un passo indietro, incerto.
E non riesco davvero a scacciare l'insana abitudine di precipitarmi. Ovunque, appena barcolla, trema, sfugge e sta per crollare. E nemmeno le mie dita, e la mia spalla, e le gambe che fanno forza sul selciato per tutti e due hanno mai dimenticato come si tiene in piedi quel barcollante squilibrato di Harry Styles. E nemmeno la sua spina dorsale, che si appoggia al mio sterno, e il suo avambraccio sulla mia spalla, e il polso contro la guancia, il cinturino d'acciaio dell'orologio che mi preme freddo contro lo zigomo. Nemmeno il suo tono di voce gorgogliante nell'orecchio
“Non lasciarmi cadere...” 
Come se fossi solo lontanamente mai stato in grado anche solo di pensarci vagamente.

Your hands protect the flames
From the wild winds around you

Il taxi riparte lentamente, lampeggiando un saluto silenzioso, e svolta l'angolo. 
Non so come, ma riusciamo anche a trascinarci fino alla porta d'ingresso, io miracolosamente riesco anche a trovare la chiave sul fondo della tasca della giacca, e a farla roteare due volte nella toppa, con Harry appoggiato addosso che ride come un cretino nel mio orecchio destro, la televisione che non ho spento che manda lampi e risate registrate contro il vetro della finestra chiusa, e lo zerbino patetico dalla trama confusa.
Richiudere la porta con l'ultimo accenno di disagiata determinazione della nottata, i vestiti stropicciati e storti addosso, i capelli spettinati e gli occhi pesti di sonno.
Harry più che camminare barcolla fino allo stereo, fa scorrere l'indice sulla pila di cd ammonticchiati a caso con le custodie aperte, e sbuffa
“Se stavi ascoltando di nuovo Cheryl Cole in loop mi suicido” calcia via gli stivali macchiati dall'erba bagnata del giardino,  getta il cellulare sul divano, che affonda fra i cuscini mentre trema e lampeggia di notifiche di twitter.
Io riesco solo a rimanere nel corridoio, le chiavi in mano, la giacca calata fino al gomito, le scarpe puntualmente sporcate di qualsiasi cosa pur di non vederle così bianche, a guardarlo. Quel modo che ha di prendere tutto, di occupare tutto, di colonizzare tutto, anche ciondolando ubriaco in una casa che conosce poco e ama ancora meno.
Il disagio di vedere Eleanor ovunque, nei cd, nei dvd che ogni tanto si prende la briga di riordinare, nelle tovagliette della colazione, le tazze, cose stupide che ha lasciato qui per non doversi portare sempre dietro, lo spazzolino e le salviette struccanti. Cose piccole, e sono dappertutto.
Ma Harry, in un secondo e mezzo di passi strascicati sul parquet del pavimento, ha raso al suolo ogni altra cosa, rimanendo solo nella stanza. L'unica cosa che riesco a guardare, che percepisco muoversi. L'unico odore.
Resta in piedi solo lui, alla fine, con i miei occhi incollati addosso che fanno quasi male da non riuscire a battere le palpebre.

Icarus is flying too close to the sun
Icarus's life, it has only just begun
It's just begun

Allunga una mano verso di me, sempre ridendo, ridacchiando e sbuffando, un passo davanti all'altro, incrociati e disagiati, un po' saltando, un po' ballando, un po' barcollando.
“Siamo o no i peggiori ballerini di una boyband della sfigatissima storia delle sfigatissime boyband?” 
Così pessimi che non sopravviveremmo in un locale gay nemmeno mezzo secondo.
È così patetico che questo pensiero mi faccia ridere, adesso.
Ma mi è sempre piaciuto ballare con lui. Perché siamo scoordinati e disordinati, e io non so mai dove lui vuole andare, perché non aspetta, non ascolta, non si lascia guidare. 
Ma non dobbiamo andare da nessuna parte, alla fine, solo muoverci, sbattere l'uno contro l'altro finché l'attrito non diventa familiarità, e la frizione una carezza.

Standing on the cliff face
Highest foe you'll ever grace
It scares me half to death

E la sua mano è sempre troppo grande e troppo calda, lui, con la sua maglietta a maniche corte pescata a caso nell'armadio per andare ad una fottuta sfilata di moda, i suoi jeans strappati e le sue scarpe improbabili. Lui, che è capace di andare in giro con le toppe alle ginocchia e il cellulare in mano perché ha le tasche bucate. 
E il suo odore, che è prima di tutto tattile, una spinta dritta contro lo sterno, sempre uguale, sempre mescolato ad altri ricordi e altri momenti. Sushi, pentole bruciate, fumo, borotalco, vodka, sudore e erba tagliata. Spiaggia, salsedine e asfalto. 
Un bus stipato di persone, bottigliette d'acqua vuote e amplificatori nuovi.
E la trama dei suoi vestiti che mi si imprime addosso come se sporgesse.
Io alla fine sono solo uno stupido cretino che respirerebbe il suo odore al posto dell'aria. Anche quando il suo anello d'acciaio mi si conficca nella spina dorsale, e il suo braccio sinistro mi sfrega contro le spalle.

Look out to the future
But it tells you nothing
So take another breath

“Nick Grimshaw uh?” 
Possiamo raccontarci favole sul tempo e lo spazio, sulla vita che dobbiamo mandare avanti, e tutte le cazzate che inventiamo perché questa lontananza abbia vagamente senso, ma io resto sempre quello che gli scansava di dosso anche Niall, per paura che il suo odore rimanesse impregnato alla pelle di qualcun altro, e che un giorno, svegliandosi, si sarebbe accordo che sono solo un ragazzino troppo basso e con la voce stridula. 
E Nick Grimshaw lo sbatterei di faccia su una griglia da barbecue incandescente, quindi...
La sua risata mi fa vibrare la tempia fino nel centro esatto del cervello.
Ci muoviamo sempre piano, la musica troppo bassa che non abbiamo ascoltato per mezzo secondo, lui scalzo sul parquet, le mie scarpe da ginnastica sporche di terra e asfalto che strisciano caute contro le sue dita nude.
Restare fermi ed andare a tempo con il mondo, comunque. Non quello fuori, che muove i battiti che dobbiamo rispettare, ma qualcosa che viene da dentro, e segue strane melodie contorte e incandescenti che precipitano dalla gola all'esofago.

Your hands protect the flames
From the wild winds around you

“Nick Grimshaw...cosa? C'erano cinquanta supermodelle mezze nude stasera, e tu mi chiedi di Nick? Nick?” ride ancora, facendo scivolare quella sua mano enorme piena di anelli alla base della mia schiena. 
Fottuto Harry Styles e fottute anche le sue mani.
“Non sei andato a sbronzarti con nessuna modella, mi pare” 
Louis, stai veramente facendo una patetica scenata di gelosia da cretino, in mezzo al salotto di casa tua, ballando senza nemmeno sentire quale canzone, con l'unica persona al mondo che riesce a guardarti come se non gliene fregasse niente nemmeno della fine del mondo dei Maya, del disboscamento dell'Amazzonia e lo scioglimento dei ghiacci perenni?
Davvero?
Si allontana da quella comoda posizione assurda, incassata contro il mio orecchio, e mi fissa. In quel modo alla Harry Styles che ormai conosce tutto il mondo. Serio e vecchio, incredibilmente e terribilmente vecchio.
E non dice nulla. Solo, mi guarda, un po' brillo, le palpebre socchiuse, le labbra screpolate e quella serietà ferita che non riesco più a rimettere insieme.

Icarus is flying too close to the sun
Icarus's life, it has only just begun

Afferra la mia mano lungo il fianco, allontanandosi, avvicinandosi in una goffa giravolta. È troppo alto e troppo scoordinato, ma riesce a roteare fino a me, a due centimetri scarsi dal mio naso,  e posare un bacio leggero e umido, da San Bernardo più che da pop star sexy all'apice del successo, sul mio labbro superiore.
È sempre un bambino troppo vecchio che non riesce a lasciar cadere a terra il peso di quello che il mondo pensa e dice.
E avrà sempre il pollice pronto ad aggiornare twitter per sapere chi, Harry Styles, è oggi per quella gente.
Per questo io sono qui. Per questo Eleanor, per questo le foto in HD al supermercato e i tweet corrosivi sulla Larry Stylinson. Per questo i silenzi e la lontananza.
Perché lui non può farlo. 
Devo farlo io.

This is how it feels to take a fall
Icarus is flying towards an early grave

Mi sembra così stupido, adesso, preoccuparmi di Nick Grimshaw e dei suoi jeans strappati sulle chiappe.
Chiunque può avere il suo odore, può afferrarlo e tenerselo. 
Chiunque può inventarsi di essersi scopato Harry Styles. La prima con la faccia tosta giusta e intenti vagamente suicidi. Chiunque.
E io non posso nemmeno muovere le labbra in silenzio per dirgli tutto quello che vorrei.
Ti amo.
Resta.
Andiamocene.
Mi manchi.
Torna.
Ti amo.
Ti amo.
Ti amo.
Qualcosa deve essere scivolato sulla mia faccia, perché Harry mi guarda con il collo inclinato, e non sorride, e non mi prende in giro, e non gioca con le mie stupide gelosie. 
Legge.
E quando mi bacia di nuovo non è più un San Bernardo goffo e impacciato, non è ubriaco, non è un pessimo ballerino vestito alla cieca.
Non è Harry Styles degli One Direction.

You put up your defenses when you leave
You leave because you're certain
Of who you want to be

E' solo lui. Il suo odore attorno a me, i suoi ricci stupidi contro la mia fronte, le sue mani piene di anelli contro la schiena, il collo, le scapole, le anche.
Tutto quello che non possiamo più dire, mimare, cantare, sussurrare, io lo sento.
Non come se lo stesse dicendo, ma come se lo sapessi.
Come se fosse da qualche parte, al centro del mio sterno, e sopravvivesse al resto.
Tenace e testardo, troppo testardo.
“Balla con me...” un sussurro appena contro le labbra. Sorride “pestami i piedi, lussami una spalla e prendimi a gomitate nelle costole Tomlinson. So che lo vuoi...” la vodka nel suo fiato, il fumo impregnato nel cotone della maglietta, la consistenza dei jeans che mi sfrega contro la pelle. 
Un brivido.
“Ma balla con me”
Riesco solo ad annuire, forse, non lo so, non so nemmeno se sto respirando.
Ma voglio restare così, adesso, domani, chissenefrega, a dondolare contro di lui sul parquet asimmetrico che ha bisogno di una lavata.

You're putting up your armor when you leave
You leave because you're certain
Of who you want to be...

Il suo cellulare vibra, il mio suona nella tasca posteriore dei jeans, ma non me ne frega niente.
Milioni di sue foto scorrono sulle bacheche dei social network di mezzo mondo, mosse, storte, rubate, tremolanti e sfocate, ma non me ne frega niente.
Domani un tiepido tweet annuncerà al mondo che sono vivo, dopotutto, anche se non mi faccio sentire da giorni, e lui lo ignorerà, vedendolo scorrere sulla pagina come una goccia di pioggia sui vetri, ma non me ne frega niente nemmeno di questo.
Perché sono vivo adesso, cazzo.

Icarus is flying too close to the sun
Icarus's life, it has only just begun

E io lo so che abbiamo chiesto troppo a tutto questo. Lo so.
Siamo andati nel mondo senza difese, parlando troppo, cantando troppo e amando troppo. Abbiamo lasciato che tutti ci vedessero, che sentissero, che provassero.
Ci siamo guardati come se fosse l'ultima volta, ogni volta, e abbiamo stretto, e ci siamo aggrappati, e abbiamo preteso che il mondo vedesse che sapevamo amare davvero anche così, solo insieme, anche nel fuoco incrociato di flash e telecamere.
Lui cadeva e io lo sollevavo, lui piangeva e io potevo solo guardarlo da lontano, sperando di vederlo tornare; lui era meraviglioso, sempre, con quel suo modo di stregare tutti solo sorridendo, in uno stadio invaso di fans urlanti. 
“Perché sei venuto?” un passo, un respiro a mezza bocca.
Di tutte le risposte che avevo, non me ne è rimasta nessuna.
Perché lui è troppo vero, e si spezza, ogni sacrosanta volta, cade a pezzi.
E non posso essere più lì, per lui, sempre.
Posso solo spingerlo lontano dal sole e lasciarmi bruciare.
Perché io riesco ancora ad afferrare ogni singolo, fottuto raggio di sole e spingerlo via prima che vada a fondo.
Devo farlo.
Per Harry.
Per me.
Perché siamo stupidi, e ingenui, e giovani e troppo vecchi, ma ci crediamo ancora, noi, ragazzini disarmati, che questo ballo scoordinato e goffo, prima o poi, qualcuno potrà vederlo.
“Io ti troverò sempre...”

This is how it feels to take a fall
Icarus is flying towards an early grave...
(Icarus, Bastille)








Note: ciao a tutt*, sono tornatoXD Vi avevo promesso una OS fluff, ma alla fine non ho resistito e ho prodotto altre tragedieXD Non è vero, un po' fluff è, dai, un po' sì^^
Doveva essere lunga la metà e molto più allegra, ma quando si tratta di Larry, ultimamente, è un continuo tormentoXD
Spero di essere riuscito a trovare una dimensione nel caos, ma non ne sono sicuroXD
Lasciatemi precisare che io non ho niente contro Nick Grimshaw...è un cazzaro burlone, e quasi lo apprezzo. Mi dispiace per l'odio contro di lui, perchè alla fine è un buon amico per Harry, e onestamente io posso anche capire che se lo voglia fare...if you know what i mean...
Credo che alla fine dei fatti anche lui sia Larry, e gli piaccia stuzzicare Lou con battute e cose così, perchè vuole bene a Harry e vorrebbe che fosse felice, e Lou ogni tanto è un po' una spina nel cu...ore, se mi capite ahahahah
Detto ciò niente, spero davvero che questa cosa vi piaccia e che vogliate farmi sapere che ve ne pare^^ Anche se non vi piace, ovviamenteXD
Io consiglio caldamente l'ascolto della canzone durante la lettura, perchè o Bastille rendono tutto migliore, specialmente le ff scritte di getto in una domenica pomeriggio con mille altre cose da fare :)


 
   
 
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