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Autore: Minori Kuscieda    16/09/2013    3 recensioni
Salve a tutti! L'idea mi è venuta l'altro ieri, in un momento di noia, ed è la prima volta che provo a farla: questa è una raccolta di One-Shot, dove ogni capitolo, essendo una storia a se, contiene una frase di autori famosi e non, da cui prende spunto.
Ogni capitolo sarà dedicato ai vari personaggi, massimo uno o due per capitolo.
Ringrazio syontai e Selenator00 per avermi spinta a scrivere la raccolta.
Leggete e recensite, ciaoo :*
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“E fu da un semplice gesto che nacque una grande amicizia.”
-Alex Pramix
 
Quel giorno Andres era tornato a casa da solo. Di solito faceva un pezzo di strada con Leon, ma quel giorno lui non c’era, e si era dovuto accontentare della compagnia dei suoi pensieri.
Ma quali pensieri?
‘Di solito io non sono uno che pensa!’ Pensò tra se e se grattandosi la testa, mentre infilava la chiave nella serratura.
Entrò in casa, dove c’era solo il silenzio. Avrebbe pranzato con la compagnia della sola televisione al plasma del salotto, perché i genitori erano ad un convegno.
Sulla tavola, vicino ad un piatto, c’era un biglietto.
‘Questo è il tuo pranzo. Torneremo per le cinque. Ti vogliamo bene, mamma e papà.’
Il ragazzo sorrise, poi allontanò la sedia dal tavolo, accese la tv e si sedette per mangiare.
Fece un po’ di zapping con il telecomando, ma poi decise di spegnere la tv: non aveva trovato nulla di interessante da vedere.
Finì di mangiare in silenzio, prese i piatti e le posate e le lavò nel lavandino della cucina.
Poi salì le scale ed entrò in camera sua, deciso a ripassare gli spartiti della canzone del gruppo.
Studiò per un’oretta buona, poi decise di alzarsi e…inciampò nella batteria, finendo a terra.
Cercò di rialzarsi e batté con la testa sotto la scrivania, facendo tremare tutto.
Si mise a sedere sul pavimento, massaggiandosi il punto dove si era fatto male. Già sapeva che sarebbe nato un bernoccolo!
Proprio in quel momento, dalla scrivania, cadde una cornice. Sbuffò e la prese in mano, sperando che non si fosse rotta. La girò per vedere se il vetro si era fatto qualcosa, ma per fortuna era intatto.
Guardò bene i due bambini nella cornice, e sorrise: erano lui e Leon, ai tempi dell’asilo.
Si ricordava anche quando l’avevano scattata.
 
[Flashback]
Era una mattina normalissima all’asilo di Buenos Aires. I bambini erano in giardino a giocare: chi con la sabbia, chi con le costruzioni. Solo uno stava solo, seduto sull’altalena. Aveva un orsetto in mano, probabilmente quello che lui credeva il suo migliore amico.
Andres, il nome del bambino, era sempre stato timido, dal primo anno. Faceva fatica a stringere amicizie con gli altri, e molto spesso preferiva stare da solo.
Gli altri bambini, da parte loro, avevano cercato di coinvolgerlo nei giochi che facevano, ma lui non aveva mai accettato nessun invito, continuando così a stare solo.
Comunque sia, quel giorno, Andres era come sempre seduto sull’altalena, quando un pallone lo colpì, facendogli cadere il pupazzo a terra, sporcandolo di sabbia.
Un bambino più grande di lui, dall’altro lato del campetto, gli chiese se poteva passargli la palla.
Ma Andres non rispose, timido com’era; l’altro bambino, allora, si avvicinò all’altalena e si riprese il pallone, guardando male il moro.
Bambino: Ti avevo chiesto di passarmi la palla, potevi anche farlo!
Andres non rispose.
Bambino: Sei sordo o cosa?
Con un gesto spinse Andres, facendolo cadere dall’altalena.
Bambino: Tu non mi hai passato la palla, e io mi prendo il tuo orsetto.
Detto ciò, prese l’orsetto e fece per allontanarsi.
Andres: N-no…
Bambino: *Si gira* Altrimenti che mi fai? Chiami mamma?
Andres: I-io…
???: Ehi tu, perché non te la prendi con me, invece di prendertela con i bambini più piccoli e insicuri?
Il bullo si girò, trovandosi davanti un bambino con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi.
???: Adesso ridagli l’orsetto e vattene.
Il bambino lanciò in aria l’orsetto e corse via.
Andres guardò quel bambino che lo aveva aiutato prendere il suo orsetto e porgerglielo.
???: Tieni, e tuo.
Andres si rialzò da terra, si pulì dalla sabbia e prese l’orsetto.
Andres: Grazie.
???: Prego. Ah, io sono Leon.
Andres: Io Andres.
Leon: Sono nuovo in questo asilo, posso rimanere con te? Non conosco nessuno. Tu sei il mio primo amico.
Andres annuì, mentre Leon si sedeva sull’altra altalena.
Il moro sorrise, poggiò l’orsacchiotto a terra e si sedette sull’altalena, insieme al suo nuovo amico.
Quello stesso pomeriggio, chiesero alla maestra se potevano farsi una foto e metterlo nell’album della classe.
[Fine Flashback]
 
Andres si alzò da terra, sorrise e rimise la cornice al suo posto.
A distanza di tanti anni, ripensava ancora a come, un piccolo gesto, può unire due persone e conservare per sempre la loro amicizia.

*Angolo autrice*
Alloooora, come primo capitolo non mi convince molto, ma volevo dedicarlo all'amicizia e ad Andres, che non ha molto spazio nella serie.
A me non tanto piace, aspetto ogni critica o commento positivo ;)
Il titolo della raccolta è provvisorio, ma se vi piace così non lo cambio!
Se avete idee più buone, ditemele perchè questo è il primo che mi è venuto ç_ç
Ora vado, momento di siesta. No ehm...volevo dire...devo studiare :'( Mi dimentico sempre che non sono in Messico, e che faccio ancora il terzo superiore!
Ciaooo :* Grazie a chi recensirà e leggerà!
  
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