Fanfic su artisti musicali > Take That
Ricorda la storia  |      
Autore: _That Star_    16/09/2013    3 recensioni
Gary sa di essere un totale imbranato nel pattinaggio.
Mark sa che Gary è un totale imbranato nel pattinaggio.
Gary ride perchè a pensarci...non è sto granchè neanche Mark.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gary Barlow, Mark Owen
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

TRUE LOVE

Sometimes I hate every single stupid word you say
Sometimes I wanna slap you in your whole face
There’s no one quite like you
You push all my buttons down
I know life would suck without you

At the same time, I wanna hug you
I wanna wrap my hands around your neck
You’re an asshole but I love you
And you make me so mad I ask myself
Why i’m still here, or where could I go
You’re the only love i’ve ever known
But I hate you
I really hate you, so much
I think it must be

True love.

 

 

“Beh?”

“Eh...che ti devo dire tesoro, sicuramente mi hai stupito, come sempre...”

“Ma ti piace?”

Ecco, questa è una domanda interessante. Osservo meglio i due biglietti, le rifiniture azzurre su ogni angolo, il pupazzo di neve che sorride felice e un paio di pattini, disegnati stile cartoon che mi fissano speranzosi.

Pattinaggio sul ghiaccio.

E adesso che gli dico io? Che ho subito un trauma quando ero bambino e che ricordo ancora le risate di quei ragazzacci mentre ero a culo all'aria, con il naso grondante di sangue? No, sarebbe troppo, anche per lui. E' molto romantico comunque...voglio dire, a parte il fantasma del passato che ci tengo a non augurare a nessuno, il pattinaggio, è un cosa dolce. La coppietta perfetta si terrebbe mano nella mano, scivolerebbe libera sulla lastra ghiacciata e si scambierebbe sguardi sdolcinati. Come faccio io a dirgli che dovrà passare tutto il tempo a star dietro a me? Oppure potrei star fuori a guardarlo. Fa molto padre e figlio, ma piuttosto che niente è meglio...

“E' meglio di no, vero?” dice con voce adorabilmente pietosa mentre sistema i biglietti nella busta. Sospira, facendo finta di essere rassegnato -io lo conosco, è tutta una messa in scena- volge lo sguardo per terra e sospira ancora.

“Senti Markie, mi piacerebbe tantissimo venire a pattinare con te...” provo io prendendogli le mani e accarezzandogliele dolcemente.

“Ma.” mi anticipa lui con la sua vocina irritata. Lo bacerei volentieri, ma non credo sia troppo pertinente. Mi avvicino a lui con la sedia e porto le nostre mani sul mio collo.

“Ma io non so nemmeno pattinare.” ammetto sorridendogli e lui lo fa di rimando. Il ciuffo biondo gli copre un po' l'occhio sinistro, la testa è inclinata ed ora inizia a muovere le mani sulla mia nuca, accarezza gli ultimi ciuffetti, in un modo tanto sensuale che mi compromette la regolare respirazione.

“Okay.” dice in un sussurro che mi fa tremare, si avvicina e mi bacia lentamente, in silenzio, nemmeno un respiro fuori posto, solo un bacio lungo e continuo.

Fatemi rimanere così.

Non chiedo altro.

“Gary.” dice poi interrompendo il bacio, ancora con quella sua calma.

“No,no...” mormoro io, intenzionato a rubargli le labbra per tutto il resto della nostra vita. Mi avvicino a lui, allungo le mani e toccargli i fianchi, ma lui me le prende e le porta al suo cuore.

“Vieni...vieni con me a pattinare, per favore?”

Il suo cuore, sotto le mie dita, pulsa furiosamente e mi sento quasi onorato di questo. Batte...per me. Deglutisco e infilo le mie mani sotto la sua maglietta, le lascio scorrere sulla sua schiena bollente, e cerco di seguire il loro movimento con lo sguardo, fino a quando Mark non mi prende il viso e mi fissa dritto negli occhi. I suoi oceani mi travolgono, mi fanno annaspare a lungo, fino a quando annego silenziosamente ed entro in una sorta di trans, di mondo ovattato.

Sposto lo sguardo da un occhio all'altro, gli sorrido. “Certo amore.”

Piega le labbra in quello che è chiaramente un ghigno malefico e spietato, si tira su di scatto e inizia a sparecchiare la tavola.

“M-Markie?” chiedo io confuso rimanendo imbambolato sulla sedia.

“Metti un maglione pesante, vedrai che farà freddo.”

Apro la bocca per protestare ma subito lui riprende a parlare “Ah e Barlow, le calze, pesanti, sai, quelle di lana o comunque spesse. Sarà bellissimo!”

Io arriccio le labbra ironicamente. Fanculo, me l'ha fatta. E' la sua tecnica, incanta e poi tac, sei già ko. E a me tocca far la principessina sul ghiaccio...

“Maledizione!”

E lo sento ridere con un pazzo.

 

 

 

La mattina fatidica arriva con una velocità talmente repentina che quasi mi spaventa. Sarà stato un altro dei suoi incantesimi...nonostante ciò, io ho su il mio maglione beige con il fiocco di neve stampato in argento, e le calze di lana, come ordinato dallo stregone laggiù, che già trottola leggiadramente fra bambini e non.

Io sono alle prese con questi mattoni d'acciaio, portatori di calli e vesciche, dotati inoltre di una lama ammazza vampiri proprio sotto la suola. Forzo il piede perchè entri, ma ogni tentativo pare inutile.

“Ti muovi?” lo sento urlare dall'altra parte della pista. Io rido nervosamente guardando la bambina accanto a me.

“Eheh...ha fretta!” lei mi guarda inorridita e si sistema meglio l'ultimo pattino. “Se non fosse per questi...” borbotto a denti stretti parlando tra me e me.

“Slacciali.”

“Come?”

“C'è il fermo, non si aprono sennò.” In questo momento vorrei prendere uno di questi cosi e scavare una buca per sotterrarmici e non uscire. Non uscire più. Ringrazio la giovane pattinatrice e finalmente infilo i mattoni. Mi alzo con cautela, cercano di bilanciarmi con le braccia, prontamente in avanti e pian piano alzo la schiena. Decido di raddrizzarla al meglio, ma i piedi tremano e minacciano di farmi fare la fine del piccolo Barlow con il sedere in aria, così rimango semi accucciato e muovo i primi passi.

Il cielo, mi mostra quella che sarà, almeno per le prossime due ore, la mia migliore amica: la staccionata. La abbraccio felice di vederla, poso le mani lungo l'asta di legno e mi tiro fino ad arrivare a Mark.

“Eccomi.” già ho l'affanno, Madonna santa...

“Non sei bello da vedersi eh.” 'sto bastardo.

“E tu non sei piacevole da sentirsi.” ribatto irritato. Deve essersi offeso un po' il mio piccolo. “Pattini bene!”gli dico quasi gridando.

Lui s'illumina, e inizia a sfrecciare di qua e di là attorno a me.

“I was her she was me, we were one we were free...” intona facendo un po' di mosse ridicole.
Gli sorrido mentre si destreggia pattinando all'indietro.

“And if there some-” salta in alto e poi atterra con un inchino. “-body, calling me-” un altro balzo. “On...She is the-”

Inciampa sui suoi passi e cade come un salame, la faccia spiaccicata per terra, le braccia larghe dal suo busto e la punta dei pattini conficcati nella pista.

Inizio a ridere come un ossesso, mi siedo per terra dall'intensità del mio riso mentre lui rimane lì steso. Incastro i pattini nel ghiaccio e avanzo con il sedere fino a posizionarmi di fronte a lui.

“Mark.” non riesco a non ridere. “Tutto...tutto okay?”

Alza il viso e un rigagnolo rosso scende dal suo naso.

“Quanto sei pirla...”

Ride anche lui ora.

Lo tiro al mio petto e lo bacio con foga. Io ho perso la testa per quest'uomo.

 

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Take That / Vai alla pagina dell'autore: _That Star_