Only sixty seconds

                                                                                                                                                Our time is running out
                                                                                                                                                                           and our time is running out
                                                                                                                                                                                   you can’t push it underground
                                                                                                                                                                                          we can’t stop it screaming out…
                                                                                                                                                                                                                                   -Muse-

Un minuto.
Sessanta secondi.
Un battito di ciglia per alcuni, un’eternità per altri.

Ventiquattro piattaforme di lucido metallo sbucano rapide dal suolo, vomitate dalle profondità della terra, disponendo in un semicerchio perfetto ventiquattro tributi.

È tempo di iniziare i giochi, di oltrepassare il labile confine tra innocenza e peccato, di trasformarsi in vittime e carnefici.

Il timer scatta sonoro, annunciando l’inizio della fine.

Solo un minuto separa i tributi dalla vita e dalla morte, e nessuno sa chi cadrà da una parte o dall’altra del coltello quando il tempo arriverà alla fine.

Solo sessanta secondi, lenti come granelli di sabbia in una clessidra.

Solo sessanta secondi, rapidi come la morte che falcia le sue vittime.

Non si può fuggire, non si può urlare, non si può nemmeno sotterrare il tempo.

Sarebbe inutile.

E così il timer continua a scorrere, il tempo a fluire, la morte ad avvicinarsi.

Sul led fluorescente brilla fugace l’ultimo lento secondo, prima di spegnersi in un tenue bagliore verdognolo, e poi ventiquattro giovani ragazzi muoiono.

Ventiquattro giovani ragazzi si spengono come labili stelle cadenti. Svaniscono come eterei arcobaleni colorati. Si dissolvono come gocce di fresca rugiada.

Al loro posto nascono ventiquattro assassini ed è solo questo che il tempo lascia dietro la sua scia.

Spoglie di giovani innocenti, sangue di vittime e urla di carnefici è tutto ciò che resta dei giovani di Panem.

Un minuto.
Sessanta secondi.
Un battito di ciglia per alcuni, un’eternità per altri.

NOTE:
Premetto che questa è la mia primissima flashfic su questo fandom!
È da poco che ho scoperto questa trilogia e me ne sono innamorata, e così, dopo aver visto almeno una decina di volte il film ed aver finito il primo libro, ho deciso di scrivere una riflessione su quel minuto che i tributi devono attendere prima di dare inizio ai giochi, complice anche la canzone dei Muse che ho messo come intro.
Spero possa piacervi! :)

un bacio, Giraffetta

Il Forno ⌠Hunger Games EFPfanfic⌡