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Autore: Stregatta    21/03/2008    5 recensioni
Quanto può essere sconvolgente, in una mattinata di lavoro come tante altre, scoprire qualcosa di clamoroso su due persone che ormai credevi non avessero più segreti per te?
Bè, Chris sta per provarlo sulla propria pelle.
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Christopher Wolstenholme
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I hopipopjny y Disclaimer ( e altro ) : come ben sapete tutti, i componenti dei Muse non mi appartengono, non scrivo a scopo di lucro, e la vicenda che vi apprestate a leggere non rispecchia proprio per niente la realtà dei fatti.

Detto ciò… Oh, Gesù, ma tu guarda cosa sono andata a scrivere XD!! Tanto per cominciare il BellDom era un pairing che non toccavo da secoli, e poi… Vi dirò la verità, questa fic è solo un elogio all’unico membro dotato di un cervello funzionante a pieni ( o quasi ) regimi della  band, ossia Chris, l’uomo che non si può fare a meno di amare in quanto incarnazione di tutto ciò che esiste al mondo di orsacchiottoso e paposo <3 !
Insomma, si tratta di un fluffettino leggero, perché ogni tanto un po’ di panna montata fa bene *annuisce saggiamente*

Uh, e oggi, 21 marzo, è il mio compleanno ( sì, l’ “altro” era anche questo XD! ) *trombette e fuochi d’artificio*

Enjoy ^_^!
                           


                                

I hope you understand





-Mio Dio.-
In un lampo Kelly, intenta ad asciugare le pentole china sul lavello della cucina, si voltò verso di me, e mi guardò.
Osservai il suo volto solitamente placido ed imperturbabile trasformarsi sotto la spinta di una certa dose di confusa curiosità.
Bè, dopo un “saluto” del genere, anch’io avrei avuto un’espressione simile dipinta sulla faccia.
Poggiando lo strofinaccio umido sul ripiano del lavabo, mia moglie mi si avvicinò cautamente, sussurrando : - Chris, che ci fai qui ? Non dovevi essere allo studio discografico?-
Non risposi. Ero come cristallizzato sulla soglia della porta della nostra cucina, mentre Kelly mi accarezzava una guancia, il suo bel viso sempre più dominato dall’ansia e dalla preoccupazione.
- Amore, ma cos’è successo?- mi domandò dolcemente, cercando di scuotermi dal mio torpore che doveva risultarle pressochè inspiegabile.
Mi sforzai di parlare, mugugnando un attonito : - Matt… E Dom…-, senza purtroppo riuscire a trovare dei vocaboli adeguati al proseguimento del discorso.
Vidi i grandi occhi castani di Kelly spalancarsi gradualmente, farsi ancora più evidenti sul suo volto pallido, mentre sillabava con voce strozzata : - E’… E’ successo qualcosa ai ragazzi, Chris…? –
Mentre cercavo di spiccicare un tentativo di spiegazione valida per il mio essere completamente sconvolto e quasi incapace di parlare, sentii la mano tiepida e gentile di mia moglie stringersi sul mio polso e guidarmi nel nostro salotto per farmi accomodare fra i cuscini del divano.
Vi affondai con un certo godimento, lasciandomi andare completamente contro lo schienale imbottito e reclinando la testa all’indietro in modo tale che l’unica visione che potesse riempire il mio campo visivo fosse il candore del soffitto screziato da venature di luce solare che trapelavano dalle finestre.
Mentre Kelly tornava in cucina per prendermi qualcosa di forte da bere, approfittai di quel breve lasso di tempo per recuperare quel tanto di lucidità che bastava per renderla partecipe di ciò che era successo quella mattina allo studio.
Per renderla partecipe di ciò che quei due avevano combinato.


Quella mattina ero arrivato al lavoro con un po’ di ritardo rispetto all’orario consueto.
Ok, ad essere precisi non era la prima volta che succedeva, da quando stavamo ultimando le sessioni di registrazione del nuovo album, ma che diamine, per una volta che Matt aveva deciso di “accontentarsi” di uno studio discografico presente sul territorio britannico e per giunta vicino a casa mia, il fatto che ciò mi spingesse a rubare cinque minuti di tempo ai Muse per dedicarli a coccolare i miei bambini prima che andassero a scuola non mi sembrava un crimine imperdonabile!
Comunque, anche quel giorno avevo deciso di prendermela un po’ comoda, tanto che persino quel ritardatario cronico di Dominic era già arrivato.
Quando avevo notato la sua Porsche argentata posteggiata di fronte all’edificio  che ospitava la sala d’incisione avevo persino riso, al pensiero di essere stato battuto sul tempo da uno dei tiratardi più incalliti che avessi mai conosciuto… Come avevo riso nell’incontrare nell’atrio i tecnici del suono con due  bicchieri di fumante caffè espresso in mano che chiacchieravano amabilmente fra loro.
- Ehi, ragazzi ! Che c’è, oggi si fa sciopero? – li avevo salutati allegramente, e loro avevano replicato con aria indifferente e un po’ perplessa : - No, in realtà sono stati Dominic e Matthew a dirci di andare a prenderci qualcosa, mentre loro discutevano su qualcosa che non ci hanno specificato…-
Avevo inarcato un sopracciglio, sorpreso.
Per Matt la musica veniva prima di ogni possibile “qualcosa” da discutere… Mi sembrava quantomeno insolito che sottraesse dei preziosi minuti al lavoro per chiacchierare con Dom quando avrebbe potuto invece impiegarli nel limare e cesellare con cura ogni dettaglio delle canzoni, come era  tipico del suo modo di fare.
Anche se in effetti da un po’ di tempo entrambi si comportavano stranamente, come se fossero tropo occupati a nascondere qualcosa per comportarsi alla solita maniera di sempre.
Ero comunque decisamente curioso di scoprire a cosa fosse dovuta questa novità, perciò mi accinsi ad entrare  nella saletta insonorizzata, dove si trovavano i miei due amici.
Scivolai senza far rumore nella zona riservata agli addetti alle apparecchiature di registrazione, spiando Dom e Matt, che sembravano troppo assorti nella loro – piuttosto animata, devo dire – conversazione per accorgersi della mia presenza al di là del vetro insonorizzato.
Né io avevo intenzione di palesarmi, a dirla tutta.
Non mi ci era voluto molto per capire che quello che all’inizio mi era parso solo uno scambio di opinioni un po’ acceso era degenerato in un battibecco furibondo.
Tentai di leggere il loro labiale per afferrare almeno il senso generale di ciò che si stavano dicendo, ma i loro movimenti erano troppo scattosi e concitati per interpretarli in maniera adeguata.
In particolar modo era Matt ad essere nervoso ed esagitato.
Il suo volto era paonazzo e leggermente sudato verso le tempie e la sommità della fronte, i suoi occhi erano spalancati, l’azzurro di essi reso quasi più vivido dalla furia che traspariva dallo sguardo e le sue grandi mani erano impegnate a gesticolare freneticamente di fronte al volto di Dom, quasi fosse una sorta di rituale per impaurirlo e scoraggiare eventuali repliche al suo sfogo.
D’altro canto Dom invece appariva deciso a bloccare quella goffa pretesa di supremazia nei suoi confronti : era riuscito ad afferrarlo per i polsi, e lo fissava come un incantatore di serpenti potrebbe fissare un cobra negli occhi.
Matt pian piano sembrò acquietarsi, e divenire finalmente più propenso ad ascoltare le ragioni di Dominic.
Non riuscivo a capirci nulla, ma non potevo smettere di assistere a quella scena enigmatica e inaspettata.
Immaginavo a malapena la voce tranquilla e ferma di Dominic ammansire il suo avversario, con esiti peraltro quasi istantanei : Matt adesso era più docile, la sua vena aveva smesso di pulsare selvaggiamente lungo il suo collo e aveva smesso di dibattersi affinché Dom lo lasciasse andare.
Mi chiesi se fosse il caso di entrare in quel momento, sorprendendoli in un frangente che mi dava la netta sensazione di essere molto… Privato, molto intimo.
Ricevetti la risposta al mio interrogativo qualche secondo più tardi.
Precisamente quando Dom si chinò di qualche centimetro in avanti, con fare esitante, e Matt si mosse per incontrare la sua bocca in un minuscolo, timido bacio.

- Santo cielo… Loro due si sono baciati?!
Sollevai finalmente la testa dal bordo del divano sul quale era rimasta comodamente poggiata per tutto il tempo in cui avevo raffazzonato un resoconto delle vicende di quella mattinata, e annuii pesantemente, confermando il pensiero di Kelly.
Si portò una mano alla bocca, mentre mi guardava attonita e stupefatta.
Poi scosse il capo, sospirando : - Dio mio, e chi se lo aspettava…-
Sorrisi sarcasticamente, esclamando : - Bè, di certo non io.-
Preso da un improvviso scatto di energia, balzai in piedi, cominciando ad errare per il salotto, incapace di restare fermo in un punto, mentre continuavo rabbiosamente : -… e in tutto questo tempo non mi sono accorto di nulla… Nulla, capisci? Certo, da qualche mese Matt sembra diverso, come se fosse… Appannato, opaco. Ma credevo che fosse solo dovuto alla rottura con Gaia… Dannazione, erano ad un passo dall’altare, in pratica! E ora scopro che…-
- Chris…- mi interruppe pacatamente Kelly.
-… non hai scoperto un bel niente, amore. Li hai visti baciarsi, ma non sai se è stata la debolezza di quel dato momento, se veramente hanno una relazione e non hanno voluto confidartelo… -
C’era un contrasto assolutamente stridente fra quel suo contegno razionale e sereno e l’emotività che le avevo sguinzagliato contro. Fu proprio ciò a farmi recuperare un briciolo di senso della realtà per decidere il da farsi.
- Devo tornare allo studio. – sillabai con cautela, come a cercare approvazione da parte di mia moglie, e Kelly lo capì al volo, sorridendomi ed alzandosi in piedi dal divano per abbracciarmi, infilando le dita fra i le ciocche di capelli della mia nuca.
- Esatto. Vai allo studio, e parla con loro. Sono tuoi amici, e non si rifiuteranno certo di darti una spiegazione riguardo questa storia.-
La strinsi più forte tra le mie braccia, sorridendo con il viso nascosto nella coltre vaporosa dei suoi soffici capelli.
Sapeva di casa, sapeva di famiglia, sapeva di tutto ciò di cui non potevo fare a meno.
- Grazie. – mormorai, prima di liberarla con riluttanza e lasciarla tornare alle sue faccende domestiche, mentre intanto mi accingevo ad uscire di casa per salire in macchina ed andare ad affrontare i miei due compagni.




Matt sembrava incapace di fermare i suoi occhi su un qualsiasi punto della saletta d’incisione, ed accavallava e scavallava le gambe in sequenze dal ritmo sempre più serrato.
Oh, era nervoso, mortalmente nervoso… Ma francamente non riusciva a smuovere in me alcun sentimento di pietà.
Certo, io avrei dovuto aver compassione di lui, eh ?
Ma di me, del fatto che stessi uscendo di senno nel tentativo di capire cosa diavolo stesse succedendo possibile non importasse a nessuno ?
Dom invece era flemmatico come al solito, nel lisciarsi lentamente una ciocca di capelli e sistemarsi più comodamente contro lo schienale del piccolo divano che appariva a malapena in grado di ospitarli, e sì che entrambi sono dannatamente magri.
Incrociai le braccia sul petto, sovrastandoli e dedicando loro uno dei miei sguardi più taglienti – eh, già, persino io sono in grado di essere tagliente, in determinate circostanze. E lo avrei dimostrato ad entrambi, quel giorno.
Attesi per qualche istante, dando loro tempo per eventuali spiegazioni spontanee… Che non arrivarono.
Allora mi schiarii la voce, e cominciai a dire, con il tono più fermo e meno disponibile nel fornire scappatoie che avessi mai usato nei loro confronti : - Ragazzi, io non voglio strapparvi le parole di bocca con le tenaglie, ma non ho nemmeno intenzione di continuare a sopportare a lungo questa situazione. Sono giorni – anzi, mesi, a dirla tutta - che vi comportate in maniera strana, e poco fa… - sentii tutta la superficie del mio viso pizzicare, resa più sensibile da un’ondata di calore dovuta all’imbarazzo per ciò che stavo per pronunciare, ma proseguii, imperterrito : - … poco fa vi ho visti mentre vi baciavate. Voglio dire, avrò diritto a qualche chiarimento, no ? –
L’unica risposta che ricevetti fu un sospiro nervoso da parte di Matt – sembrava che da qualche minuto gli risultasse impossibile respirare in maniera meno rumorosa e forsennata.
Aveva artigliato i suoi pantaloni all’altezza del ginocchio, premendo i polpastrelli con forza contro la gamba, tanto che la sua pelle era sbiancata sotto quello sforzo.
Eppure non riusciva a nascondere il tremito delle sue dita, e per un secondo mi sentii male per lui, prima di volgere la mia attenzione su Dom, che continuava a mantenere la calma in modo assolutamente impeccabile, come se non si stesse parlando di lui, di loro, di noi.
O come se ormai fosse rassegnato al peggio, o addirittura fosse sollevato dal fatto che finalmente avessi scoperto tutto… Anche se proprio non riuscivo a venire a capo di cosa diamine fosse,  quello stramaledetto “tutto”.
- C’è ben poco da chiarire, mi sembra…- affermò con tranquillità il mio amico, mentre gettava un’occhiata di sbieco alla figurina tremante che sostava al suo fianco, silenziosa ed inerte – proprio lui, che nelle interviste e nella vita di tutti i giorni appariva letteralmente ribollire di argomenti, di rivelazioni che spiaccicava gli uni contro gli altri con quel suo modo assurdamente rapido di parlare che mandava in crisi chiunque non lo conoscesse approfonditamente.
Ecco, avrei solo voluto sapere dove era andato a finire quel Matt, dove si era nascosto e cosa aveva combinato per lasciare da tre mesi a questa parte così tanto spazio a quella sua copia sbiadita e pensierosa.
- … cosa ?? I miei due compagni di band che conosco da una vita si sono baciati davanti ai miei occhi ! Non so quale concetto tu abbia di “poco”, Dom, ma di sicuro non è lo stesso che ho io! – sbottai, rabbiosamente.
Mi prendeva in giro, per caso??
- Chris, non intendevo questo… - mi spiegò pazientemente Dom, curvandosi in avanti per posare gli avambracci sulle ginocchia. – Solo che quando due persone si baciano, di solito c’è un solo motivo dietro ciò…-
Vidi Matt sobbalzare, e cambiare di nuovo posizione, come se un ago molto affilato lo avesse punto proprio in quell’istante.
Ignorando quella reazione improvvisa, scossi il capo, mormorando confuso : - Certo, di solito sì… Ma con voi due è sempre così complicato, Cristo ! –
Voltai le spalle ai miei due amici, sbuffando per sfogare almeno in parte la mia frustrazione.
- Voi due… Voi due mi avete escluso dalle vostre vite. Io di voi non so più nulla, e vi rifiutate anche di ammetterlo. –
- Chris! – esclamò Dom, e anche essendo di schiena sapevo perfettamente che faccia avesse in quell’istante.
Non si scomponeva mai, il vecchio Howard, tranne quando si metteva in dubbio la sua trasparenza di sentimenti nei confronti delle persone a cui teneva di più.
Sorrisi mio malgrado, al pensiero.
Tornai a guardarli, e il mio sorriso già era scomparso.
- Chris un corno, Howard. Se veramente vi fosse importato qualcosa di me non avreste giocato a nascondino per tutto questo tempo, ma mi avreste fatto partecipe di… Di questa cosa. – sibilai, sentendo di nuovo un accesso di rabbia impadronirsi di me senza che potessi trattenerlo… Come se avessi voluto, fra l’altro.
Finalmente Matt aprì bocca per parlare, ma di certo non disse qualcosa che mi aspettassi sentire uscire da lui .
Mormorò piano : - Ho bisogno di una sigaretta.-
Dominic spalancò gli occhi a quelle parole, stupito sicuramente come lo ero io di fronte a quella richiesta.
- Matt…- replicò sottovoce, come se la cosa fosse stata un segreto di stato. - … non avevi smesso?-
- Dominic, per favore…- bisbigliò convulsamente Matthew, allungando poi il braccio verso il pacchetto di sigarette di Dominic che giaceva sul tavolino accanto al divano, afferrandolo con dita sempre scosse da un tremito inarrestabile.
Riuscì appena ad infilarne una fra le labbra, quando Dom lo bloccò, levandogli l’accendino di mano con dolcezza : rise fievolmente della smorfia contrariata comparsa sul volto di Matt, giustificando il suo gesto con un : - Nervoso come sei potrebbe sfuggirti di mano e ti daresti fuoco da solo…-
Fece scattare la fiammella davanti al suo naso, e gli accese la sigaretta con cura.
Vi fu un lungo intervallo silenzioso… Cioè, perlomeno a me quel silenzio parve durare un secolo, mentre Dom fissava il vuoto con aria trasognata e Matt fumava con evidente trasporto, riassaporando un tipo di sapore che probabilmente credeva di aver dimenticato.
Non sapevo più dove guardare, conscio dell’imbarazzo sul quale stavamo galleggiando.
Era un sentimento al quale mi ero abituato, nelle ultime settimane, ma stavolta avrei dovuto sforzarmi di superarlo, di non lasciar correre gli eventi senza almeno tentare di comprenderne le dinamiche e le motivazioni.
- Non ce lo aspettavamo, Chris. –
Sussultai. Era stato Matt a parlare.
Aspettai pazientemente che lasciasse andare la seconda boccata di fumo, per proseguire  sommessamente : - Erano passati pochi giorni da quando io e Gaia avevamo rotto, e mi sentivo davvero uno schifo. Ci avevo creduto tantissimo in quella storia, lo sai,  per poi trovarmi con un pugno di mosche in mano. Non avevo voglia di confidarmi nessuno, credevo che sarebbe stato inutile… Voglio dire, quando si soffre si è comunque da soli, no ? – sorrise amaramente, scrollando inavvertitamente un po’ di cenere in terra e sui pantaloni.
Spolverandosi distrattamente, continuò : - Ma, vedi, alla fine… Bè, sì, avevo bisogno di un po’ di conforto, e non mi andava di chiedere sempre e solo a te… Tu hai una famiglia, e per quanto Kelly possa volermi bene non sarebbe stata felicissima di avere come ospite fisso un rompipalle in grado solo di piangersi addosso…-
Mi mossi subito per negare l’ultima affermazione, ma non feci in tempo a replicare che Matt mi bloccò : - Allora, bè, mi sono rivolto a Dom. E abbiamo passato molto tempo assieme… Mhm, più del solito, insomma. Siamo andati in giro, abbiamo cenato sia fuori che a casa mia e casa sua… Mi ha tirato un po’ su di  morale.-
Pigiò il mozzicone della sua sigaretta ormai consumata contro il cristallo del posacenere sul tavolino, e le sue mani sembravano meno instabili di prima.
- Una sera, però, non mi andava di uscire. Così lui ha deciso di venire a trovarmi con un film ed una pizza, come un perfetto adolescente degli anni ’90…- rise, di una risata fragile e secca come una scheggia di vetro.
- … un film d’azione alla Rambo, tutto scene truculente e mitragliate… Una palla mostruosa.
Così abbiamo cominciato a chiacchierare e… Non lo so come, te lo giuro, Chris, però… Ci siamo trovati lì e… Oh, non lo so, io mi sentivo così… Bene, come non mi capitava da tanto, ormai…-
Dom si intromise, suggerendo discretamente. : - Quello che Matt sta cercando di dire è che ci siamo dati un bacio. Una cosa leggera, delicata. Voglio dire, non ci siamo persi in un baratro di folgorante passione erotica, ecco.-
Dominic sogghignò, aggiungendo : - Non era di certo programmato da principio… Ma non ci è nemmeno tanto dispiaciuto. E’ stato… Naturale, spontaneo.-
Matthew riprese la parola, schiarendosi la gola delicatamente.
- Da allora è cambiato tutto, perché non poteva essere altrimenti. Non potevamo ignorare ciò che ci aveva spinto a quel gesto, e credimi, abbiamo passato tante di quelle ore a discuterne che a pensarci mi viene il mal di testa. Tuttora non ci capiamo nulla di quello che proviamo l’uno verso l’altro…-
-… e ne abbiamo anche un po’ paura. – Dom terminò per lui il discorso, sospirando e passandosi una mano fra i capelli.
- Non sapevamo – e non sappiamo – quale potrebbe essere la reazione dei nostri amici, dei nostri parenti, dei nostri fans ad una rivelazione del genere… Anche perché, oggettivamente, non sapremmo che cosa rivelare loro. Non siamo amanti, ma non siamo neppure solo amici.-
Non sapevo davvero cosa rispondere.
Cioè, a dire il vero avevo tante cose da chiedere loro e mi sembrava che rimbalzassero tutte  a velocità inenarrabile  nella mia testa, come palline in un flipper impazzito… E non riuscivo ad acciuffarne neppure mezza.
- Capisci adesso perché non te lo abbiamo confessato, Chris ? – mi domandò Matt, ed in quel momento mi sembrò davvero la creatura più fragile ed indifesa che potesse esistere, con quella voce ridotta ad un misero, timido pigolio e quegli occhi azzurri spalancati come a voler divorare il resto dei suoi lineamenti.
-… come potevamo spiegarti qualcosa che non è chiaro neanche a noi ? –
Continuavo a tacere, ad esaminarli con muta coscienziosità, come se fossero degli estranei dei quali stessi cercando di indovinare i loro caratteri : se li avessi visti solo quel giorno per la prima volta, stretti su quello scomodo sofa, così piccoli anche nei loro trent’anni appena inaugurati, mi sarei detto che apparivano innanzitutto confusi e spaventati a morte. Da loro stessi, da ciò che li legava…
… e dal mio giudizio, pensai d’un tratto, e quella conclusione sfrecciò nella mia mente come un proiettile, quasi fermando gli ingranaggi del mio cervello.
Avevano paura di me, di come avrei potuto giudicarli se avessi saputo.
Insomma, i miei migliori amici erano convinti che non sarei stato capace di accettarli per quello che erano… Cioè, qualunque “cosa” fossero.
- Voi… Credevate che non avrei … Ragazzi…- balbettai, stringendomi l’attaccatura del naso, come facevo sempre per trattenere delle lacrime poco discrete e consone – sì, sono uno con le lacrime in tasca… e allora??
Fra le fessure delle mie dita vidi che entrambi si erano finalmente alzati dal divano, il quale li aveva sonoramente ringraziati con il migliore dei propri cigolii, e avvertii il calore di una mano gentile posarsi sulla mia schiena, in pochi, brevi colpetti affettuosi .
Credo fosse Matt, a giudicare dal fatto che quello era il modo che privilegiava per consolare chiunque in qualunque circostanza.
- Dai, adesso non è il caso di prenderla così… - mi rassicurò Dominic, ed io feci del mio meglio per ricacciare indietro le mie fottutissime lacrime e ringhiare un  : - Io non la sto prendendo in nessun modo, chiaro ? E’ solo che… Ah, vaffanculo ! Che bisogno c’era di tutti questi misteri ? –
Mi abbracciarono entrambi – sono due piccoli idioti schifosamente melensi – e Matt rise, la sua solita risata che le fans giudicano “adorabile!!!” ed invece è solo incredibilmente stupida, come poche altre cose al mondo sono in grado di essere : - Hai ragione, e ti chiedo… Ti chiediamo scusa. Non lo faremo più, ok ? –
Non lo faremo più ?! Dio Cristo, la loro puerilità non aveva davvero limiti!
Ero fermo, immobile, stretto nell’abbraccio dei miei compagni, e cominciavo gradualmente a sentirmi in grado di poter parlare senza fare sfoggio di un falsetto più stridulo ed acuto di quello di Matt.
Ma non avevo molto da aggiungere a ciò che stavano già esprimendo loro, con il calore silenzioso di quel gesto adolescenziale, impulsivo, dolcissimo.
Mi stavano comunicando qualcosa di importante, qualcosa che poco prima la mia delusione acre e bollente mi aveva spinto a negare con sicurezza abbattuta e voglia di ferirli, almeno un po’.
- Passata ? – domandò Dom qualche minuto più tardi con un tono persino più infantile di quello che aveva adottato Matt poco prima.
Ridacchiai, chinando il capo e rispondendo : - Direi di sì. –
Sorrisero entrambi, sollevati e soddisfatti dalla mia replica, e si slacciarono dall’abbraccio con il quale mi avevano teneramente intrappolato tra loro.
D’altronde, non sono mai stato uno capace di tenere il muso… Tantomeno a loro due.
Non era “passata”, ma di sicuro mi sentivo molto meglio.
Perchè ero persuaso del fatto che qualunque cosa ci avesse riservato il futuro, l’avremmo potuta affrontare tutti e tre assieme.
Perché noi tre gli ostacoli ce li mangiamo.
- Ok…- sospirai, dopo un breve attimo di silenzio. -… direi di cominciare a fare qualcosa, visto che abbiamo già perso parecchio tempo! –  e mi avvicinai al basso per imbracciarlo con un unico, rapido gesto.




   
 
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