Silenzio.
Poteva sentire solamente il suo cuore martellargli le tempie.
Il fiato corto, si sentiva bruciare dal terrore.
“Cos’è successo?”
Lo sguardo di lui annegava in piscina, era quasi immobile, ma stavolta era davvero sorpreso.
“Qualcuno ha cambiato idea. La domanda è: chi.”
 
Il taxi quella sera era gelido, la notte scurissima. Aveva visto il diavolo in persona, in giacca e cravatta.
Elegante,  astuto, subdolo, orrendo demone.
Sherlock era accanto a lui, il suo gomito sul poggia mano, le sue mani giunte vicino al viso,  John ci si era già abituato, a vederlo scomparire.
E’ come se fosse solo,  quando lui si chiude nel suo palazzo mentale, e non ne esce finché non trova la chiave.
Ma forse quella sera, non è l’aria ad essere fredda, ma  lui stesso.
Il gelo gli è entrato nelle vene.
 
E’ in un campo minato, deve saltare e correre per evitare le bombe, un’onda anomala lo insegue.
Sherlock è alla fine del campo arido, gli da le spalle stando a braccia conserte, sta guardando una parete con delle foto, collegate da un intricato filo rosso. E non si è accorto dell’onda.  LUI non se n’è accorto. Assurdo.
“Sherlock!! Sherlock!! Dannazione!”
Nessuna risposta.
Corre John, come non ha mai fatto. Sembra che la distanza che li divide aumenti ad ogni passo che lui si sforza con tutto se stesso a fare, ma deve stare attento a quelle cazzo di bombe e l’acqua è inesorabile, sta inghiottendo il Big Ben, ora Baker Street.
“Maledizione, se solo potessi sapere dove sono le mine! Sherlock rispondimi!!”
Un filo spinato molto basso però sembra aver capito la situazione, e, malvagio come chi l’ha progettato, lascia che i piedi di John inciampino, e lui cade.
“Merda, merda! Dove sei, bastardo! Esci fuori, ti faccio vedere io!”
In lontananza, oltre Sherlock, una figura nera, indistinguibile, nonostante il vuoto del campo.
Ma riconosce solo una cravatta blu.
 
“Cristo….”
Le goccioline di sudore gli imperlano la fronte e il collo, ha avvinghiato a se la coperta.
Un sogno. Un incubo.
“Bastardo, è entrato anche nel mio cervello.”
Fortunatamente le note stridenti di quel violino benedetto riecheggiano dal soggiorno, lui era lì.










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NOTE:
Ciao ragazzi! ^^ Questa è la primissima storia che scrivo, spero di migliorare nel frattempo! Commentate tanto per favore!! :D
Siate buoni! ^_*