Il
mattino dopo mi svegliai nel mio letto. Come ci sono
arrivata?
“Buongiorno,
piccola.”
Disse un Ian sorridente mentre apriva la porta. “Ti
ho portato la colazione”
a quelle parole il mio stomaco emise un leggero
brontolio.
“O
mio salvatore” gli risposi con tono assonnato
“Come sapevi che
stavo morendo di fame?”
“Ti
conosco fin troppo bene, Lee” disse. Poi continuò serio “Allora,
come ti senti?”
“Bene,
ora. Ma sono ancora un po' confusa per ieri sera”
“Cos'è
successo?”
chiese preoccupato. Così gli raccontai tutto: di
quando ero uscita dalla festa, del ponte, fino ad arrivare al vicolo e
a quello
che vi era accaduto.
Quando
seppe cosa stava per fare l'ubriaco subito si scurì in
volto. “Scusami”
disse “non avrei dovuto lasciarti andare
da sola, eppure...” Erano
forse lacrime quelle? Lo interruppi subito e lo abbracciai
forte.
“No
cucciolo non è colpa tua! È la mia testardaggine.
Avrei dovuto ascoltarti…. Ma
sai che ho la testolina dura” gli sorrisi.
“Vero”
rispose abbozzando un sorriso.
“Bene!
Vedo che sei tornato in te. Ora parla! Cosa mi stai
nascondendo?”
“Lilith”
iniziò chiamandomi con il mio nome intero - brutto
segno - “Forse
è meglio che chiami tuo nonno”
“Oddio,
è così grave?” – domandai
scherzando, ma la sua espressione non mutò
–“ Cosa c'è di così brutto
che
non vuoi dirmi? Ti prego, Ian, devo saperlo.”
“Okay.
Te lo spiegherò in breve, ma poi parlerai con tuo
nonno”
“Va
bene.”
“Lee,
non avrei mai voluto dirtelo in questo modo e soprattutto non avrei mai
voluto
essere io a dover svolgere questo ingrato compito, ma lo devi sapere.
Avremmo
voluto aspettare il tuo ventiduesimo compleanno e lasciarti vivere come
una
ragazza normale, ma a quanto pare i tuoi poteri si stanno
già manifestando.”
“Cosa?!
Che poteri?”
esclamai ancora più confusa
“Ne
hai già avuto prova ieri sera, hai scaraventato in aria
quel... Quell'essere… E
me.”
“Ma
io... Come... Come diavolo ho fatto?”
“Vedi,
Lee… Hai usato la tua energia interiore: eri talmente
spaventata che il tuo
corpo ha reagito istintivamente. Ha usato tutto ciò che
aveva a sua
disposizione per proteggersi. In questo caso ha innescato i tuoi
poteri, anche
se tu eri inconsapevole di tutto ciò. Cosa hai
sentito?”
“Beh,
l'hai già detto tu. Ero spaventata, volevo scappare ma non
avevo la forza. Ho
iniziato a star male, la mia testa pulsava e poi ho sentito come un
flusso di
energia che scorreva in me. E quando le s-sue m-mani m-mi hanno
sf-sfiorato
desideravo solo che le togliesse. Ho urlato con tutta me stessa. Quando
ho
riaperto gli occhi lui non c'era più. Cosa sono? Lui ha
farfugliato qualcosa
sui miei capelli e sugli occhi, ha detto che erano cambiati... Cosa
significa?”
“Lilith,
la domanda giusta non è cosa sei, ma chi sei. Tu sei diversa
da tutti gli
altri, sei una persona davvero speciale. Hai grandi poteri che ti
permetteranno
di assolvere il tuo compito, cioè metter fine alle diatribe
tra i Nascosti e
mantenere l’equilibrio tra il Mondo Magico e quello Mondano.
Sei destinata a
grandi cose, non a caso hai quel nome. In molti ti stanno cercando dato
che,
non avendo ancora compiuto ventidue anni, non avresti potuto succedere
a
Joyceelin, tua madre. Fin tanto che i tuoi poteri erano latenti, tu eri
al
sicuro. Ma, adesso che la tua natura si è manifestata, sei
più 'visibile' e ti troveranno, per questo dobbiamo subito
avvisare tuo
nonno”
“Chi
mi dà la caccia?”
“All'interno
del Mondo Magico ci sono creature che bramano il potere assoluto e la
supremazia del proprio popolo. E tu sei la chiave per ottenere quel
potere. La
tua vita è preziosa, perciò dobbiamo
proteggerti.”
“Oh” dissi
sconvolta “E... E cosa centra il mio
nome?” presi coraggio
“Il
tuo è un nome importante, non hai mai letto le storie su
vampiri e demoni?”
“Sì,
il nonno mi faceva leggere dei libri. Se non sbaglio c'era scritto che
Lilith
era la dea dei vampiri, che li ha creati come Dio fece con gli
uomini...”
“Non
è propriamente vero: Lilith non ha creato i vampiri, ma i
demoni. Secondo la Bibbia
ebraica Lilith è la prima moglie di Adamo,
creata dal fango come il suo compagno. Come Lilith è stata
la prima donna, tu
sei l'ultima Sacerdotessa, la sola che può
governare nel Mondo Magico."
“No,
aspetta un attimo, hai detto Mondo Magico? Stai forse insinuando che
esistono
fate, vampiri, lupi e streghe?”
“Sì.
Da secoli circola una leggenda che i genitori raccontano ai propri
figli prima
di andare a dormire: Quando
le figlie dell’arcangelo scompariranno, le quattro famiglie
lotteranno fra loro per il controllo, portando morte e
distruzione nei due
mondi. Ma la speranza non è persa, perché
verrà il giorno in cui nascerà una
nuova e più forte erede, figlia della luce e della notte,
che porterà
pace e prosperità tra umani e nascosti. Ti ricorda qualcosa?”
concluse.
“Io... Io la conosco! Papà la ripeteva sempre quando mi raccontava la storia del Mondo Magico dicendomi che ero molto speciale.” dissi triste.
“Papà,
papà!! Mi parli
del Mondo Magico?” domandò
una piccola bambina dai capelli rossi. Ero io.
“Certo,
bambina mia. Sulla
Terra ci sono creature celate agli occhi umani, i Nascosti. Questi sono
magici
e vivono divisi in popoli: i figli della notte, i figli della luna, i
figli di
Lilith e il popolo fatato. A mantenere la pace tra i Nascosti
c’è il Concilio, costituito
dalle famiglie originali di ogni popolo, che si occupa di stabilire
regole e
punizioni per chi le infrange; tuttavia le creature più
importanti e sacre sono
le Sacerdotesse. Metà umane e metà angeli, esse
hanno dei poteri particolari
che le mettono in contatto con la natura e ogni nascosto. Infine ci
sono i
Nephilim, o Shadowhunters, che sono come la polizia del Mondo Magico e
proteggono i Mondani dai demoni.”
“Wow!
Mi piacerebbe
essere una Sacerdotessa” risposi
affascinata
“Un
giorno se farai la
brava, potrai diventarlo –
sorrise
accarezzandomi i capelli
– Però devi sapere che di Sacerdotesse ormai ne
è
rimasta una sola”
“Cosa?!
E se dovesse
morire?”
“Beh,
speriamo che non
accada! - disse
lanciando uno sguardo verso la cucina dove mia madre stava preparando
la cena,
poi fece un sospiro e continuò
- Però se un giorno dovesse succedere
devi sapere che esiste una profezia: Quando le figlie dell'arcangelo
scompariranno, le quattro famiglie lotteranno tra loro per il controllo
portando morte e distruzione nei due mondi."
“Papà,
ho paura" dissi
abbracciandolo forte.
Lui mi lasciò un lieve bacio sulla nuca.
"Tranquilla, piccola, non hai ancora sentito il seguito!" a queste parole alzai la testolina fino ad incrociare i suoi occhi amorevoli e lui continuò “ma la speranza non è persa, perché verrà il giorno in cui nascerà una nuova e più forte erede, figlia della luce e della notte, che porterà pace e prosperità tra umani e nascosti."
“Ti
mancano?”
chiese Ian. Annuii. I miei genitori erano morti per
colpa di un ladro quando ero piccola e da allora ho vissuto con i miei
nonni in
Italia.
Un
dubbio mi assalì. “Non é
stato un ladro, vero? Cosa gli é successo
realmente?” chiesi con voce tremante, forzandomi di trattenere
le lacrime che minacciavano di inondare il mio viso.
“Sì, qualcuno dei Nascosti era venuto a
sapere della tua
esistenza. Ti
avevano trovata, ma loro hanno
fatto di tutto per proteggerti e così è stato.
Poi tuo nonno Sam
decise di rifugiarsi
in Italia, per scappare da loro.” Spiegò Ian.
“Ora
capisco perché il nonno era così severo,
non voleva neanche che venissi qui! Ma poi all’improvviso
cambiò idea e
sembrava che non vedesse l’ora di sbarazzarsi di
me…”
“Ti
avevano quasi trovata. Tuo nonno decise allora di farti scappare da
quel paese
e mi incaricò di tenerti d'occhio.” Mi interruppe.
“Quindi
la nostra amicizia...”
“Non
lo pensare nemmeno per scherzo. Lilith, io ti voglio bene! Sei la
sorellina che
non ho mai avuto. E se anche tuo nonno non ci avesse fatti incontrare,
lo
avrebbe fatto il destino. Sono destinato a prendermi cura di te e
proteggerti.
Non permetterò a nessuno di farti del male.”
“Ti
voglio bene”
dissi con le lacrime che ormai scendevano senza sosta
“Lo
so, Lee, lo so…” disse stringendomi a sé “Qualunque
cosa accada sappi che per te ci sarò sempre.
Intesi?”
annuii stringendolo forte.
Restammo
così abbracciati per molto. Io continuai a piangere sfogando
tutta la
frustrazione che avevo accumulato e lui cercò di
tranquillizzarmi intonando
qualche canzone finché la stanchezza prese il sopravvento e
mi addormentai tra
le sue braccia.