Ad ogni modo, spero che qualcuno lì fuori leggerà. E spero che quel qualcuno, leggendo, si diverta. E che, se apprezzerà il risultato, troverà un momento di tempo per qualche parola di recensione ;)
Ora, poiché l'introduzione è stata quantomai lunga, vi lascio con un capitolo introduttivo decisamente breve! Ma tornerò - oh, se tornerò!
Quando la vecchia zia di madonna Laetitia Gray aveva deciso di morire e di lasciare alla nipote la gran parte delle sue sostanze, compresa la casa e con l'eccezione di qualche minuteria, la ragazza era stata lieta dell'occasione che le si era improvvisamente offerta ancor più dell'entità del lascito. La donna aveva vissuto tutta la propria vita a York senza mai muoversene: lassù c'era quel che a Laetitia spettava e - non poté impedirsi di pensare con un sorriso - c'era anche John Thoresby. Erano mesi che non lo vedeva e la prospettiva di incontrarlo le riusciva, nemmeno a dirlo, più che gradita.
« Avete pensato a dove alloggerete, mia cara? »
« Daniel diceva che alla Taverna di York il trattamento era ottimo e la birra ancor migliore e... » Si interruppe, prese respiro. Avrebbe voluto essere addolorata per la morte di Daniel, ma come avrebbe potuto? L'aveva sposato perché così aveva voluto la regina, erano stati sposati a stento quattro mesi, con un matrimonio che neppure era stato consumato per il di lui richiamo alle armi, così improvviso e repentino da avere interrotto la festa di nozze, per partire al seguito di Lancaster - al servizio del quale era morto. Se si escludevano le poche settimane di fidanzamento e le conversazioni su York, da dove entrambi provenivano, con cui le avevano occupate, quasi non l'aveva conosciuto. E proprio non riusciva a sentirne la mancanza.
« Siete una dama di compagnia della regina, non potete alloggiare in una locanda qualunque! Scriverò al lord cancelliere perché vi offra ospitalità. »
« Vostra Grazia... »
« No, Laetitia. Mi obbedirete senza discutere ».