AMORE
Sanae Nakazawa stava seduta sotto un albero ad osservare il suo
capitano che
tirava il pallone in porta con furia.
Sembrava quasi arrabbiato. Ma perchè avrebbe dovuto esserlo?
In fondo aveva
appena vinto il torneo nazionale anche se pareggiando con
La ragazza si fece coraggio e si avvicinò a lui intimorita.
-Tsubasa, va tutto bene?- chiese.
Il ragazzo si voltò e la trucidò con uno sguardo
che le spezzò il cuore. Si
accorse di lei subito dopo e cercò di rimediare all'errore
rilassandosi
completamente e rispondendo -Sto benissimo, non preoccuparti Sanae!-
La ragazza sospirò sollevata prima di accorgersi che il
volto del ragazzo si
era contratto nuovamente dalla furia.
-Tsubasa, sei sicuro di stare bene?- chiese ancora, avvicinandosi a lui
ed
asciugandoli il sudore.
Lo vide sorridere -Certo mia piccola Anego!- disse e subito dopo
arrossì
sentendo quello che aveva detto.
Anche Sanae si tinse di rosso, poi cercando di calmarsi
pensò *Non farti strane
idee, se no poi ti illudi e rimani come una scema a soffrire! Sai
benissimo che
lui è innamorato solo del suo pallone!*
I pensieri del ragazzo erano invece di opinione diversa *Non posso
dirle che mi
sono innamorato di lei dal momento che tra breve dovrò
cambiare continente! Dio
solo sa quanto l'amo. La metterei in valigia con me se non fosse per il
fatto
che abbiamo solamente 15 anni. Non posso chiederle di aspettarmi
perchè la
farebbe soffrire, ed io mi sento un idiota per essermene
accorto solo
adesso dell'amore che provo verso di lei. E' incredibile sono stato
cieco,
vedevo solo il mio pallone ed adesso sto per perderla per il mio sogno.*
Come se avesse ascoltato i pensieri di Tsubasa, la ragazza gli disse
-Mi
raccomando, fatti valere in Sud-America, tutti dovranno sapere chi
è il grande
Tsubasa Ozora!-
-Te lo prometto Sanae! Mi mancherai tanto lo sai?-
Pugnalata al cuore, sapeva benissimo che lo diceva per una sua
carissima amica
e non ad una a cui si era innamorato.
-Mi mancherai anche tu!- la ragazza si avvicinò al volto del
numero 10 e gli
stampò un bacetto innocente sulla guancia.
Il ragazzo non aspettandoselo la strinse di più a
se, tanto ormai sapeva
benissimo che non ce l'avrebbe fatta a resistere senza dirle
ciò che provava.
-Sanae...- esordì con voce tremula.
-Sì?- chiese, ancora abbracciata al suo adorato capitano.
-...sono uno stupido!-
-No, non è vero!- lo rimproverò la ragazza.
-Lasciami finire per favore. Sono uno stupido. So che non ho il diritto
di
dirti di essermi follemente, pazzamente innamorato di te, ma
è così. E' per
questo, che sono uno stupido, l'ho capito dal momento in cui ho
scoperto che ti
avrei lasciato, ed è per questo che sono uno stupido.-
Sentiva il cuore della ragazza aumentare i battiti.
-Mi sono accorto del fatto che era grazie a te se vincevo le partite.
Tu che
facevi il tifo per me, che non hai mai dubitato delle mie
potenzialità, tu che
mi hai curato quando mi sono ferito alla gamba. Sei stata sempre
presente per
me e ti chiedo scusa, perchè nonostante vorrei avere una
relazione con te non
posso perchè ti farei solo soffrire, ed io impazzirei dal
dolore se sapessi che
stai male a causa mia. E' per questo che sono frustrato.
Perchè ti amo però
devo andarmene. Scusami Sanae, per il dolore che ti ho causato e
sicuramente
che ti causerò una volta in Brasile, ma credimi se ti
dicessi che non esiterei
a portarti con me se solo fossimo più grandi!-
Gli occhi della ragazza erano pieni di lacrime, era felice ma anche
triste,
sapeva che una relazione a distanza non avrebbe funzionato e che
l'avrebbe
costretta a notti intere passate a piangere, ma decise che voleva
rischiare.
-Tsubasa, voglio rischiare! So che soffrirei per la tua lontananza ma
so anche
che senza di te non sarei in grado di vivere. Ti amo Tsubasa e sono
certa che
riuscirò ad aspettarti, anche se tornerai fra vent'anni.-
Il ragazzo era commosso dalle parole della sua menager, si
avvicinò a lei e le
diede un piccolo bacio sulle labbra. -Spero che manterrai la tua
parola!-
disse.
*****
Era il giorno della partenza e Tsubasa stava aspettando il pullman che
lo
avrebbe condotto all'aeroporto.
-Tsuby!-
Si voltò di scatto -Sanae!- sussurrò. -Non
eravamo d’accordo che non saresti
venuta? Ci farà soffrire entrambi, lo sai vero?-
-Lo so, ma non potevo lasciarti andare senza averti dato il mio regalo!-
Gli porse un piccolo pacchettino che il ragazzo scartò in
fretta. All'interno
c'era un bellissimo portachiavi a forma di pallone e che Sanae aveva
firmato.
-Grazie è meraviglioso! Voglio che tu abbia il mio pallone,
niente mi
renderebbe più felice che sapere che il mio migliore amico e
la mia ragazza
passassero un po' di tempo insieme.-
Sanae sorrise.- Mi prenderò cura del tuo amico pallone come
se fossi tu.-
Il pullman arrivò.
-Arrivederci Tsubasa!-
-A presto Sanae!-
Dopo un lunghissimo bacio, Tsubasa salì sul pullman...
Continua...