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Autore: afumacdougall    17/09/2013    7 recensioni
Nuova Sterek :)
«Tu lo ami.»
«No. Non lo amo.»
«Menti a te stesso talmente tanto che credi sia vero. Ma lo sai, lo sai che lo ami.»
«Io… no…»
«Smettila. Tu ami Stiles.»
«Mpf…»
Pare quasi che salti ogni ostacolo che trova nel passaggio, e sono davvero tanti, perché tu butti dietro di te bucce di banana e bombe, sperando che Stiles smetta di correre. Ma lo sai, e non hai bisogno di mentire a te stesso, perché è ovvio che Stiles non si fermerà fino a quando non troverà una porta chiusa davanti sé.
E tu fingi che sia il vento, che sia solo colpa di quella casa ormai in rovina, ma la porta la tieni sempre socchiusa.
Spero vi piaccia, bacione, afu :*
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Eccomi di nuovo qua, con una nuova os Sterek. Mi è venuta l'ispirazione guardando un video (questo, ve lo posto, è spettacolare) e ieri sera non riuscivo a smettere di scrivere. Oggi quindi l'ho finito e la pubblico, sperando che vi piaccia :)
Mi permetto di ringraziare in anticipo SuperNova013, Phoenixstein e il mio tesoro di Aniasolary.  E ovviamente la Mia Persona, che  ieri sera si è sorbita i miei scleri, anche se era tardi e dovevamo andare a letto.
 





«Tu lo ami.»

«No. Non lo amo.»

«Menti a te stesso talmente tanto che credi sia vero. Ma lo sai, lo sai che lo ami.»

«Io… no…»

«Smettila. Tu ami Stiles.»

«Mpf…»

 

Hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso che un giorno sei perfino riuscito a crederci.

Credevi davvero di non amare Stiles, di essere passato oltre a quella stupida cotta.

Hai passato così tanto tempo a dirti che no, è completamente impossibile, che i fantasmi sono diventati più di uno, formando uno sciame di cose sbagliate; cose per cui, no, Stiles non può amarmi.

Lo rovinerei. Hai passato ogni momento della giornata a pensare questo. Hai visto tutte le tue cicatrici, e hai pensato che quelle le avevi solo per l’amore che stupidamente hai dato via, che hai vissuto e disperato.

E ora credi che tu non possa più amare. Credi che tu sia una persona che semplicemente non può amare.

Credi che sia il tuo destino. E credi che ti vada bene.

 

 

 

Hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso che un giorno sei perfino riuscito a crederci, ed ad ogni occhiata piegavi la testa in basso.

Guardavi giù, il pavimento, la terra, la strada, pur di non incrociare quegli occhi, pur di non far capire.

Perché avrebbe capito, e lo sai perfettamente. Sai che avrebbe capito tutto in un solo sguardo. Perché lui sì che è intelligente, e anche se continui a mentire a te stesso, e dire che no, non lo ami, la sua intelligenza è la cosa che più ami di lui.

Ami come i suoi occhi si illuminano quando scopre qualcosa di diverso, e pare che riesca a registrare le nuova notizie in un secondo.

Ami come riesca ad arrivare alle soluzioni prima di tutti gli altri, come se il suo cervello lavori il triplo.

Ami la sua intelligenza. Anche se menti a te stesso di non amarlo.

 

E davvero, davvero, hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso che un giorno sei perfino riuscito a farglielo credere.

Perché lo sapevi che lui era intelligenze, e una volta intercettato quello sguardo che di solito neghi, quella volta in cui è più veloce della luce, e  ti guarda, e i tuoi occhi si incatenano ai suoi perché è il tuo corpo a scegliere e il cervello non dà più input.

Vede, e sì, lui vede.

Ma tu neghi, perché come potresti fare altrimenti?

E anche se lui è davanti a te, e dannazione! È davvero davanti a te, e basterebbe avanzare di un passo, appoggiare una mano in quel corpo, in ogni posto tu voglia, visto che ormai è tuo e quasi lo urla. Ma non lo fai, perché hai paura di macchiarlo con quelle tue mani, hai paura di fargli male perché sei potente, e le tue mani lo sono davvero tanto, e non vuoi lividi in quel corpo così candido.

Però non vedi quanto si sta ferendo Stiles, correndo verso di te.

Pare quasi che salti ogni ostacolo che trova nel passaggio, e sono davvero tanti, perché tu butti dietro di te bucce di banana e bombe, sperando che Stiles smetta di correre. Ma lo sai, e non hai bisogno di mentire a te stesso, perché è ovvio che Stiles non si fermerà fino a quando non troverà una porta chiusa davanti sé.

E tu fingi che sia il vento, che sia solo colpa di quella casa ormai in rovina, ma la porta la tieni sempre socchiusa.

 

Peter te lo dice. Te lo dice di smettere di fare così, e sì, è vero che Stiles ormai è entrato in squadra ed è abituato ad allenamenti più duri, però non può correre per sempre.

Si stancherà, e questo lo sai, Derek.

Lo sai che tutto questo finirà. Lo sai che la tua vita non è infinita, anzi.

La tua vita è fatta di minuti contati e secondi rubati. Di respiri mozzati e di corse batticuore.

La tua vita è così corta, e menti a te stesso che tutto questo lo fai per lui, per non fargli vivere quel casino, per non dargli dispiacere.

Ma sai che l’unica ragione sei tu, e soltanto tu.

Perché nella tua paura e nella tua tristezza sei egoista; nella tua rabbia riesci a pensare solo a te, come se il mondo si fermasse a te e tutto il resto fosse solo fiamme e fumo.

Solo che non è così. Il mondo è grande, immenso, e tu non puoi credere di averlo visto tutto.

Devi smettere di pensare di avere ogni risposta, perché se proprio lo vuoi sapere, non ne hai nemmeno una.

Perché i tuoi occhi sono intelligenti, sì, ma non come i suoi.

Perché il tuo cervello è veloce, sì, ma non come il suo.

 E non ha bisogno dei super poteri per capire che il tuo odore è cambiato e sa di morte ancora di più rispetto a quando ti ha conosciuto.

E lui si era ripromesso di salvarti, prendendosi il ruolo di Superman, perché alla fine Batman non gli è mai andato a genio più di tanto e il nero proprio non gli piace.

È buffo come si sia innamorato di te, tutto nero.

Non riesci a trovare risposta, e menti a te stesso, ancora e ancora, dicendoti che è solo una cotta, niente di che.

Ma sai che non è così, vero Derek?

Perché glielo leggi in quegli occhi che lui non nasconde mai, perché è anche più forte di te, e non smetterà mai di fartelo capire, e correre, correre verso di te.

E va bene che quelle braccia incrociate al petto fanno parte del tuo essere, ma sai quanto sarebbe bello aprirle per aspettare un abbraccio?

Però menti a te stesso, perché no, non mi arriverà mai un abbraccio. Nessuno mi abbraccerà.

 

E sei uno sciocco, ancora. Poiché Stiles non è una persona, non è un viso fra la gente, un nome che si può dimenticare o un naso solo carino.

Stiles è tutto ciò che tu credi non possa esistere. È il mondo che non è bruciato in quella notte, è tutto quello che tu potresti avere ma che non hai.

Come se tu fossi un vampiro che può vivere solo di notte, o un uomo dannato da chissà quale maledizione e non può lasciare la casa.

E sai che i vampiri non esistono. Così come le maledizioni.

E ti ci vorrebbe così poco per attraversare quella porta, e smettere di vedere tutto rosso e grigio.

 

 

 

Sembra quasi un paradosso come le cose accadano normalmente.

Stiles ha sempre fatto così, e tu non lo hai mai capito.

Non hai mai capito il modo innaturalmente veloce in cui si butta in ogni problema, in ogni avventura.

Non hai mai capito il suo modo di parlare senza riflettere, quel suo non collegare il cervello alla bocca e nonostante tutto azzeccarle tutte.

E ti sei sempre chiesto cosa sarebbe successo se un giorno Stiles avesse collegato il cervello alla bocca, e ti avrebbe parlato con quelle sue labbra ipnotiche.

Cosa farai non lo sai, mentendo a te stesso che tanto non succederà mai.

 

 

Hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso che hai finito per non pensarci più.

Hai passato così tanto tempo a seppellire quei sentimenti che non li trovi più.

Ed è davvero passato così tempo, le stagioni si sono alternate e tu sei sempre rimasto con quella canottiera anche se morivi dal freddo, visto che alla fine quell’alternativa quasi ti lusingava.

È davvero passato così tanto tempo perché i capelli di Stiles sono ancora più lunghi e le spalle ancora più larghe, e dalla maglietta fine che porta puoi vedere un fisico ben delineato anche senza bisogno della super vista.

E sai che è davvero passato così tanto tempo perché la sua voce è cambiata, e quasi vedi un filtro tra la sua bocca e il suo cervello.

Vorresti solamente correre verso di lui e strapparglielo via, quel filtro. Perché amavi così tanto quel suo sproloquiare, e capita a te e non a lui.

Perché è davvero passato così tanto tempo, e tu hai finito per parlare da solo, allo specchio, pensando a cosa dire e cosa non dire. Preparandoti un discorso che, mentivi a te stesso, avresti detto presto. Perché avevi preso il coraggio, con quei sentimenti un po’ sotterrati, così da non farti più paura come prima, e giuravi a te stesso che un giorno avresti scavalcato quella finestra e gli avresti parlato.

Ma i giorni sono passati, e Stiles ha semplicemente smesso di correre. Ha trovato la porta chiusa ed ha bussato.

E tu te lo sei visto lì, davanti, in tutto quello che Stiles è. E ti ci vorrebbe una giornata intera per elencare e catalogare Stiles. Senza riuscirci, ovviamente.

 

Hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso, che ora che ce l’hai davanti non sai cosa fare.

Vorresti scusarti, avvicinarti, buttarti ai suoi piedi e piangere.

Invece stai fermo, immobile, nella tua solita posa, come se aspettassi solo un fotografo che passando di là ti scattasse una foto.

Il lupo imbronciato, si chiamerebbe così lo scatto.

Ed è Stiles ad avvicinarsi, perché proprio non ce la fa a mentire a se stesso, e non lo ha mai fatto.

Tu stai fermo, ancora. Lui si avvicina, e tu stai fermo. Fermo, fermo, fermo, e Stiles si spaventa, chiedendosi se sei vero o sei solo un cartonato.

Ma ti tocca, e lo sente che sei vero. E tu sciogli le braccia da quella presa ferrea.

Così ti abbraccia, all’improvviso, di slancio.

Mette le braccia sotto le tue, sollevandotele, e se le porta da solo al collo, affondando il suo viso nel tuo petto, come a dire proteggimi.

Solo che, se lo dovessi davvero fare, dovresti allontanarti da lì e scappare lontano.

Ma non trovi la forza, perché quei sentimenti sono tornati vivi più che mai, e non ce la fanno più a sentirsi dire di no.

E semplicemente smetti di mentire a te stesso, e ti dici che sì, avresti protetto Stiles da ogni cosa, da ogni pericolo.

Ti dici che le tue spalle sono larghe e finalmente le puoi usare, che contro il mondo ti ci metteresti pure in mutande pur di non vedere più soffrire Stiles.

E giuri a te stesso di non fargli mai, mai del male, perché già glielo hai fatto, e ti uccideresti se commettessi di  nuovo lo stesso sbaglio.

Perché a volte il coraggio sta in questo. Affrontare quello che non potrai mai vincere.

Amare, semplicemente amare, e darsi un’opportunità.

Il coraggio sta nel ricambiare quell’abbraccio, prenderselo in braccio e portarlo nella stanza da letto, ed amarlo, amarlo fino al giorno dopo e quello dopo ancora.

Il coraggio sta nell’ammettere le tue debolezze e trarne vantaggio. Sta nel mangiare banane e smettere di buttare via le bucce per strada, e tenere la porta aperta perché nella vita la porta aperta per qualcuno si deve tenere, e non tutti sono cattivi e non tutti ti odiano.

E sì, i fantasmi ci saranno sempre, e saranno sempre lì, pronti a farti fare incubi, pronti a farti piangere e annegare nei ricordi.

Ma sono solo fantasmi, e con una manata sfumano via.

 

Hai passato così tanto tempo a mentire a te stesso che ora è arrivata l’ora di smettere. E lo fai, affondando a tua volta il viso nel suo collo come a dire proteggiamoci insieme.

 

 



  
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