Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: ReaRyuugu    17/09/2013    3 recensioni
{Contiene SPOILER per il capitolo 49}
[...] chissà se avrebbe avuto la stessa tempra di Levi, nel trovarsi davanti ad una situazione simile? Sarebbe riuscito a rimanere impassibile di fronte al suo amato conciato in un modo simile? L'avrebbe abbracciato, avrebbe preso le distanze da lui per lasciargli il tempo di abituarsi alla cosa? Avrebbe avuto il coraggio di puntualizzare una cosa così… irrilevante, in quel momento, come la sua impossibilità di stringergli le guance?
EruRi [Irvin Smith x Levi]
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Irvin, Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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{Squeezed Cheeks}

 

 

 

 

"Se non altro adesso non credo che riuscirai di nuovo a strizzarmi le guance come facevi prima."

Levi non sapeva se per caso fosse per prendersi gioco del suo aspetto giovanile, o se in qualche modo lo faceva per ribadire quel certo potere che sicuramente aveva su di lui, ma fin dagli inizi della loro relazione, una delle peggiori abitudini del suo compagno a cui era stato forzato ad abituarsi era quella secondo cui le mani del comandante si premevano sulle sue guance, strizzandogli il viso per fargli sporgere le labbra e accaparrarsi un bacio.

Sorrise appena, Irvin, forse ancora mezzo rintronato dalle sostanze antidolorifiche che gli scombussolavano il cervello, forse davvero divertito dall'osservazione decisamente acida del ragazzo. Già... tra le tante cose che non avrebbe più potuto fare e che ormai era stanco di elencare nella propria testa, infastidire il caporale rientrava tra quelle abitudini quotidiane che forse gli sarebbero mancate di più. Scosse il capo, affondando la testa nel cuscino dietro di sé, osservando il giovane con gli occhi socchiusi mentre questi gli sbucciava una mela. Heh... ce la stava proprio mettendo tutta per non crollare davanti ai suoi occhi.

Davanti ai suoi occhi, sì, perché stando a quello che gli avevano raccontato, le poche volte in cui Levi non si trovava in quella stanza (e, davvero, quel ragazzo passava ore intere a insultarlo per la sua poca attenzione in battaglia e a ricordargli quanto, senza un fottuto braccio, le cose per lui e per la sua presenza all'interno dei Recon Corps si sarebbero complicate) con gli altri era anche più silenzioso e sfuggevole del solito - segno che, di fatto, c'era qualcosa di più importante che occupava i suoi pensieri e che gli impediva di criticare i discutibili risultati di coloro che avrebbero dovuto occuparsi delle pulizie.

Indubbiamente, non lo biasimava.

Anzi, stava dimostrando come al solito la potenza della sua fermezza d'animo, rimasta quasi del tutto imperturbata anche davanti alla mutilazione del proprio compagno. Alzò la mano sana, sfiorandosi le bende, toccando il vuoto lasciato dall'arto che nella sua mente c'era, era ancora lì, ma nella realtà chiaramente era bello che decomposto, disperso chissà dove fuori dalle mura. In molti l'avevano criticato per non mostrare alcun segno di turbamento al ritorno dalle missioni, anche dopo la morte di centinaia di soldati, ma chissà se avrebbe avuto la stessa tempra di Levi, nel trovarsi davanti ad una situazione simile? Sarebbe riuscito a rimanere impassibile di fronte al suo amato conciato in un modo simile? L'avrebbe abbracciato, avrebbe preso le distanze da lui per lasciargli il tempo di abituarsi alla cosa? Avrebbe avuto il coraggio di puntualizzare una cosa così… irrilevante, in quel momento, come la sua impossibilità di stringergli le guance?

Chiuse gli occhi. Non poteva saperlo: se c'era qualcosa che aveva imparato dopo tutti quegli anni di guerra, era che non c'era modo di prevedere in anticipo come si sarebbe sentito davanti ad un determinato evento… meno che tutti davanti ad un possibile infortunio arrecato a Levi, vista l'abitudine a considerarlo praticamente invulnerabile (anche se, doveva ammetterlo, giorni prima non aveva preso troppo bene quella frattura al piede, tenuta per altro segreta fino all'ultimo secondo).

"Apri la bocca."

Aprì di nuovo le palpebre, guardando davanti alla sua faccia, infilzato dalla punta di un coltello, uno spicchio di mela.

"Ho detto la bocca, non gli occhi, deficiente."

"Non ti sembra di esagerare? Guarda che riesco a mangiare, non importa che mi imbocchi."

"Devo farti fare fare la fine di questo spicchio, o apri la cazzo di bocca senza fare storie?"

Irvin sbuffò divertito, abbandonandosi poi in una composta risata. Certo, non stava crollando davanti a lui, ma che si sentisse colpevole per non essere stato lì a proteggerlo era evidente. Motivo per cui si stava comportando come una mamma apprensiva, seppur a modo suo, seppur condendo ogni parola con il suo solito linguaggio colorito e non esattamente formale.

La cosa non lo disturbava, certo, però…

Allungò la mano, soffermandosi qualche attimo vicino al coltello come per afferrarlo, ma la sua attenzione si diresse presto altrove. Arrivò fino al viso di Levi, gli sfiorò la fronte pallida, scese lentamente… fino ad afferrargli il volto tra il pollice e il resto delle dita, tirandolo leggermente verso di sé.

"Credo tu stia iniziando a sottovalutarmi, Levi. Ci sono molte cose che ancora posso fare."

Osservò la sua espressione passare dal sorpreso all'accigliato, ma troppo assorto nel vedere le sue guance già leggermente rosse strette dai propri polpastrelli proprio non fece caso agli occhi del moro che rotearono arresi e subito dopo si chiusero; a breve chiuse anche i propri, premendosi dolcemente contro le sue labbra.

Fu un bacio tenero, casto, ma entrambi sentirono che quella leggerezza era ciò di cui avevano bisogno. Il soldato più forte dalla parte degli umani era ferito e la speranza di una vita fuori dalle mura aveva probabilmente bisogno di una nuova incarnazione, lo sapevano bene, ma in quel momento quei pensieri pesanti dovevano rimanere fuori dalla loro mente se non volevano perdere entrambi il lume della ragione.

Avevano bisogno l'uno del conforto dell'altro, solo di quello.

Si divisero a breve, un ultimo sguardo prima che l'uno distogliesse l'attenzione e l'altro focalizzasse la propria sulla fetta di mela, togliendola dal coltello e accogliendola di buon grado tra le sue labbra.

"Irvin."

"Sì?"

La minuzia con cui Levi stava rimuovendo anche gli ultimi residui di buccia dal frutto era quasi comica, visto che chiaramente lo stava facendo con il solo obiettivo di non dover guardare l'uomo mentre pronunciava la sua prossima frase, che fu per altro talmente diretta che il biondo non poté che sussultare, sorpreso e forse anche un po' imbarazzato.

"Sarà meglio che mi dimostri che puoi fare ancora 'molte cose' anche in sotto le coperte.'"

"… i-indubbiamente."

 

 

 

 

Alzi la mano sinistra chi dopo il capitolo 49 ha sentito qualcosa spezzarsi dentro di sé.

Ad ogni modo, salve a tutti! Sono piuttosto sicura, scavando nella tag EruRi di tumblr, di aver visto una manciata di fanart con Irvin che strizza le guance da rana depressa di Levi per dargli un bacio a tradimento, e ricordo anche che erano le mie preferite.

È una colossale stupidaggine, ma contando che adoro ogni aspetto dell’EruRi, fluff compreso, non ho potuto fare a meno di considerare come la perdita del braccio destro da parte di Irvin avrebbe potuto complicare i piccoli gesti d’affetto tra di loro. Motivo per cui ho deciso di scrivere qualcosina per auto-consolarmi (in realtà ho scritto questa cosina praticamente subito dopo il capitolo, non so perché la sto postando solo ora qui su efp che poi comunque prima l’ho postata sul mio tumblr, nel caso vogliate darvi un’occhiata in inglese), in una specie di augurio per il bel comandante di tornare dentro le mura almeno in vita.

Al solito, grazie a tutti coloro che favoriteranno-recensiranno-leggerannoebbasta~! Ogni recensione è ben accetta e cercherò di rispondere a tutti, se non lo faccio probabilmente sono impegnata nella difesa delle mura – o forse mi sono convinta di avervi risposto quando in realtà non è così - o forse vi ho risposto in separata sede.

A presto!

   
 
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