{Squeezed Cheeks}
"Se non altro adesso
non credo che riuscirai di nuovo a strizzarmi le guance come facevi
prima."
Levi non sapeva se per caso
fosse per prendersi gioco del suo aspetto giovanile, o se in qualche modo lo
faceva per ribadire quel certo potere che sicuramente
aveva su di lui, ma fin dagli inizi della loro relazione, una delle peggiori
abitudini del suo compagno a cui era stato forzato ad abituarsi era quella
secondo cui le mani del comandante si premevano sulle sue guance, strizzandogli
il viso per fargli sporgere le labbra e accaparrarsi un bacio.
Sorrise appena, Irvin,
forse ancora mezzo rintronato dalle sostanze antidolorifiche che gli
scombussolavano il cervello, forse davvero divertito dall'osservazione decisamente acida del ragazzo. Già... tra le tante cose che
non avrebbe più potuto fare e che ormai era stanco di elencare nella propria
testa, infastidire il caporale rientrava tra quelle abitudini quotidiane che
forse gli sarebbero mancate di più. Scosse il capo, affondando la testa nel cuscino
dietro di sé, osservando il giovane con gli occhi socchiusi mentre questi gli sbucciava una mela. Heh... ce la
stava proprio mettendo tutta per non crollare davanti ai suoi occhi.
Davanti ai suoi occhi, sì,
perché stando a quello che gli avevano raccontato, le poche volte in cui Levi
non si trovava in quella stanza (e, davvero, quel ragazzo passava ore intere a
insultarlo per la sua poca attenzione in battaglia e a ricordargli quanto,
senza un fottuto braccio, le cose per lui e per la sua presenza all'interno dei
Recon Corps si sarebbero
complicate) con gli altri era anche più silenzioso e sfuggevole del solito -
segno che, di fatto, c'era qualcosa di più importante che occupava
i suoi pensieri e che gli impediva di criticare i discutibili risultati di
coloro che avrebbero dovuto occuparsi delle pulizie.
Indubbiamente, non lo
biasimava.
Anzi, stava dimostrando
come al solito la potenza della sua fermezza d'animo,
rimasta quasi del tutto imperturbata anche davanti alla mutilazione del proprio
compagno. Alzò la mano sana, sfiorandosi le bende, toccando il vuoto lasciato
dall'arto che nella sua mente c'era, era ancora lì, ma nella realtà chiaramente
era bello che decomposto, disperso chissà dove fuori dalle mura. In molti
l'avevano criticato per non mostrare alcun segno di turbamento al ritorno dalle
missioni, anche dopo la morte di centinaia di soldati, ma chissà se avrebbe
avuto la stessa tempra di Levi, nel trovarsi davanti ad una situazione simile?
Sarebbe riuscito a rimanere impassibile di fronte al suo amato conciato in un
modo simile? L'avrebbe abbracciato, avrebbe preso le distanze da lui per
lasciargli il tempo di abituarsi alla cosa? Avrebbe avuto il coraggio di
puntualizzare una cosa così… irrilevante, in quel momento, come la sua
impossibilità di stringergli le guance?
Chiuse gli occhi. Non
poteva saperlo: se c'era qualcosa che aveva imparato dopo tutti quegli anni di
guerra, era che non c'era modo di prevedere in anticipo come si sarebbe sentito
davanti ad un determinato evento… meno che tutti davanti ad
un possibile infortunio arrecato a Levi, vista l'abitudine a considerarlo
praticamente invulnerabile (anche se, doveva ammetterlo, giorni prima non aveva
preso troppo bene quella frattura al piede, tenuta per altro segreta fino
all'ultimo secondo).
"Apri la bocca."
Aprì di nuovo le palpebre,
guardando davanti alla sua faccia, infilzato dalla punta di un coltello, uno
spicchio di mela.
"Ho detto la bocca,
non gli occhi, deficiente."
"Non ti sembra di
esagerare? Guarda che riesco a mangiare, non importa che mi imbocchi."
"Devo farti fare fare la fine di questo
spicchio, o apri la cazzo di bocca senza fare storie?"
Irvin sbuffò divertito,
abbandonandosi poi in una composta risata. Certo, non stava crollando davanti a
lui, ma che si sentisse colpevole per non essere stato lì a proteggerlo era
evidente. Motivo per cui si stava comportando come una mamma apprensiva, seppur
a modo suo, seppur condendo ogni parola con il suo
solito linguaggio colorito e non esattamente formale.
La cosa non lo disturbava,
certo, però…
Allungò la mano,
soffermandosi qualche attimo vicino al coltello come per afferrarlo, ma la sua
attenzione si diresse presto altrove. Arrivò fino al viso di Levi, gli sfiorò
la fronte pallida, scese lentamente… fino ad afferrargli il volto tra il
pollice e il resto delle dita, tirandolo leggermente verso di sé.
"Credo
tu stia iniziando a sottovalutarmi, Levi. Ci sono molte cose
che ancora posso fare."
Osservò la sua espressione
passare dal sorpreso all'accigliato, ma troppo assorto nel vedere le sue guance
già leggermente rosse strette dai propri polpastrelli proprio non fece caso
agli occhi del moro che rotearono arresi e subito dopo si chiusero; a breve
chiuse anche i propri, premendosi dolcemente contro le sue labbra.
Fu un bacio tenero, casto,
ma entrambi sentirono che quella leggerezza era ciò di cui avevano bisogno. Il
soldato più forte dalla parte degli umani era ferito e la speranza di una vita
fuori dalle mura aveva probabilmente bisogno di una nuova incarnazione, lo
sapevano bene, ma in quel momento quei pensieri pesanti dovevano rimanere fuori
dalla loro mente se non volevano perdere entrambi il lume della ragione.
Avevano bisogno l'uno del
conforto dell'altro, solo di quello.
Si divisero a breve, un
ultimo sguardo prima che l'uno distogliesse l'attenzione e l'altro focalizzasse
la propria sulla fetta di mela, togliendola dal coltello e accogliendola di
buon grado tra le sue labbra.
"Irvin."
"Sì?"
La minuzia con cui Levi
stava rimuovendo anche gli ultimi residui di buccia dal frutto era quasi
comica, visto che chiaramente lo stava facendo con il
solo obiettivo di non dover guardare l'uomo mentre pronunciava la sua prossima
frase, che fu per altro talmente diretta che il biondo non poté che sussultare,
sorpreso e forse anche un po' imbarazzato.
"Sarà meglio che mi
dimostri che puoi fare ancora 'molte cose' anche in sotto le coperte.'"
"…
i-indubbiamente."
Alzi la mano sinistra chi dopo il capitolo 49 ha sentito qualcosa spezzarsi dentro di sé.
Ad ogni modo, salve a tutti! Sono piuttosto sicura,
scavando nella tag EruRi di
tumblr, di aver visto una manciata
di fanart con Irvin che strizza le guance da
rana depressa di Levi per dargli un bacio a tradimento, e ricordo anche che
erano le mie preferite.
È una colossale stupidaggine, ma contando che adoro ogni
aspetto dell’EruRi, fluff compreso, non ho potuto
fare a meno di considerare come la perdita del braccio destro da parte di Irvin
avrebbe potuto complicare i piccoli gesti d’affetto tra di loro. Motivo per cui
ho deciso di scrivere qualcosina per auto-consolarmi (in realtà ho scritto questa cosina
praticamente subito dopo il capitolo, non so perché la sto postando solo ora
qui su efp che poi comunque prima l’ho postata sul mio
tumblr, nel caso vogliate darvi un’occhiata in
inglese), in una
specie di augurio per il bel comandante di tornare dentro le mura almeno in vita.
Al solito, grazie a tutti coloro
che favoriteranno-recensiranno-leggerannoebbasta~!
Ogni recensione è ben accetta e cercherò di rispondere a tutti, se non lo faccio
probabilmente sono impegnata nella difesa delle mura – o forse mi sono
convinta di avervi risposto quando in realtà non è così - o forse vi ho risposto in separata sede.
A presto!