La giovane tigre lo guardò stralunata: chi era quel guerriero che le stava di fronte?
Quegli occhi d’oro, brucianti d’odio puro e nero, il pelo d’argento macchiato di sangue scarlatto.
Chi era quel guerriero?
Chi era quel mostro?
Perché era lì?
«Ti…» la chiamò flebilmente, avvicinandosi.
Terrorizzata, la cucciola fece un passo indietro.
Cosa voleva da lei?
Chi era quell’assassino?
Il cuore le galoppava nel petto, le faceva male tanta era la furia.
«Ti, non aver paura…» le disse, avvicinandosi ancora.
Deglutì nervosamente, tremante, terrorizzata come non mai nella sua vita.
Tai…
Dov’era Tai?
Perché Tai non era lì?
Perché non veniva a salvare la valle?
Perché non veniva ad uccidere quel mostro?
«Ti, vieni…vieni dal tuo fratellone…».
No!
Scosse la testa indietreggiando ancora.
Lui non era il suo fratellone!
Lui non era il suo Tai, il suo amato Tai!
Era una menzogna! Una bugia!
Il suo fratellone non avrebbe mai fatto del male agli abitanti della valle.
Lui era forte, era buono, il suo Tai.
Lui era il suo eroe, gli voleva bene, lo stimava…
Lui…non le avrebbe mai fatto del male.
«Perché?...»
Calde lacrime le bagnarono le guance.
Scendevano copiose, come la pioggia attorno a loro.
Tutto il mondo piangeva.
Guardò quegli occhi familiari, riconoscendovi solo odio e follia.
«Perché, Tai?»