Alla
fine sono tornata. Questa storia, seppur corta, mi ha preso un
po’ di tempo dal momento che ho dovuto attendere i sogni
giusti da cui prendere
spunto. Spero vi possa piacere…non aggiungo altro, parla da
se. Dedicata alla
persona che amo e che non mi rendo conto di amare…
Dimmi,
è già buio?
I
colori si confondono, le ombre si accavallano.
Fuori dal tempo è più facile vivere, percorrere
quei binari senza uscirne
fuori. Deragliare è come un battito di ciglia,
spaventosamente veloce e
impercettibile.
Lo
senti
questo tremito?
Il
materasso diventa duro, in un secondo è
corteccia attaccata alle spalle. Legno umido, annuso…odore
di muschio nelle
narici. Punge e solletica le vie respiratorie, come mille piume bianche
nella
trachea. Brividi freddi. Sensazioni feline e profonde dilaniano i
neuroni.
Perché
non
scappi da me?
Avverto
l’acqua scrosciare dalla calotta del
Mondo, mi ricopre con insopportabile lentezza mentre i tremiti, sempre
più
forti, mi scuotono alla base della schiena. La inarco contraendo i
muscoli,
arma di Diana sulla corteccia.
Son
tue
queste mani?
La
sento sul mio corpo la tua pelle, l’assaggio
sulle mie labbra la tua bocca. Pressione d’avidità
a mordere quel muro, denti a
scrostare l’intonaco bianco della
realtà…
O
del
sogno?
Succhi
via la mia linfa rubino, piccolo vampiro
assetato. La succhi con eccitazione crescente dalle mie labbra,
aspirandomi
l’anima dai polmoni, non te ne curi se fa male. Non ti
preoccupa il climax di
dolore che mi flagella con arpioni d’amore velenoso.
Dimmi,
è
miele o fiele?
Il
tuo corpo premuto contro il mio, demone
dolcissimo. Striscia sulle mie pieghe, striscia tra l’erba,
si sposta eppure e
qua sul mio seno, immobile. Nudo. Bagnato. Nudo e bagnato dalle lacrime
delle
nubi.
Oppure
dalle mie?
Latte
sulla tua pelle, estasi sulle mie gambe.
Mi muovo, mi muovo anch’io in questa lotta
all’ultima energia. E ti avvinghio
con decisione nel verde marrone di questo giaciglio improvvisato. Piedi
che
scalciano a cacciarti via e gambe che stringono a tenerti con me.
Lo
capisci
che son pericolosa?
Forse
lo sei tu, o forse lo sono io. Il cuore
palpita, martella, corre, trapana, urla la passione, urla il piacere,
urla la
consapevolezza. Mi cerchi col tuo volto e lo vedo svanire dentro me,
dentro la
mia anima che come un pozzo risucchia quello che prova e che non
potrà mai
essere.
Mai
più
vero?
Il
tuo viso scava dentro me e poi esce e
baciarmi. E poi di nuovo entra, ed esce, ed entra, ed esce…
Mi guardi,
sfondando questa bolla che avevo eretto a proteggerti da me, da quello
che
voglio mio angelo. E piangi.
È
sangue
quello?
Toccami.
Toccami di nuovo e stringimi a te
adesso che è suonato il rintocco dell’ultimo
attimo assieme. Formicolio e
pioggia che scende. Ti sciogli sul mio corpo ed entri dai pori
fondendoti con
me, corteggia che graffia, mi inarco e grido di piacere, e di dolore. E
questo
suono bestiale grida di nostalgia a quello che non avrà
più
Mi
ami?
Non
lo saprò mai…forse qui, ma non là dove
son
costretta a vivere.
Apro gli occhi sulla normalità della mia camera,
le gambe non si muovono, attrigate al lenzuolo azzurro, il sudore
imperla la
mia fronte, il cuore corre. Allungo una mano
nell’oscurità. Il letto è morbido,
il mio corpo asciutto. Tutto sparito e coagulato in un macigno sul
petto. Ho
sognato una piccola vita, che è quella che non
vivrò, ma che mi assuefa a tal
punto da poter dire che l’ho vissuta e adesso, in questa
realtà, sto solo
sognando…