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Autore: Celaena    17/09/2013    2 recensioni
“George, si sta da favola qui!” Lui non può sentirti.
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Perce stava combattendo con me. Stavamo affrontando due Mangiamorte incappucciati quando vedemmo arrivare Ron, Harry e Hermione. Harry era come sempre un po’ ammaccato, ma sono cose che capitano quando sei il Prescelto. Ron era un degno Weasley che combatteva con foga, guardando ogni tanto Hermione con preoccupazione. Che coppia, quei due! La ragazza non si faceva intimorire, no, pur essendo una sorta di Enciclopedia Totale Del Sapere Umano se la cavava a meraviglia.
Ad uno dei Mangiamorte cadde il cappuccio. Percy indietreggiò nel vedere O’Tusoe. Tuttavia si riprese subito e urlò:” Ah, Ministro! Le ho detto che do le dimissioni?”.
E bravo il mio Prefetto Perfetto!
“hai fatto una battuta, Perce! “ gridai con quanto fiato avevo in gola. I Mangiamorte erano ormai a terra.
Sorrisi a mio fratello, trionfante:” Hai davvero fatto una battuta, Perce….l’ultima che ti avevo sentito fare era…”……………
Non finii mai la frase. Ricordo un’esplosione, dolore e buio.
Quasi meccanicamente cercai la mano tesa di George,il mio gemello, che mi tirava sempre fuori dai guai che combinavamo insieme. Ora era chissà dove a combattere. La vita non ci aveva mai separati, sarebbe stata la morte a farlo?
Mi apparve poi davanti agli occhi l’immagine di Angelina Johnson. Angelina, la bella, dura, simpatica Angelina. Noi due al Ballo del Ceppo e tutti che si scansavano perché ci muovevamo così velocemente da far cadere gli altri.
Pensai a mia madre che rimproverava me e George perché volevamo aprire un negozio a Diagon Alley invece di andare a lavorare al Ministero come babbuini incravattati. Le volevo bene.
Di nuovo vidi George, ferito stavolta, il mio Lobo Solitario……. George che da piccolo rideva nel sonno mentre io mi chiedevo cosa diavolo stesse sognando, George che la notte in cui era stato ferito aveva ripetuto il mio nome centinaia di volte.
Scusa, George, ma è il mio momento.
Vidi Harry, colui per cui, sì, potevo dirlo, stavo morendo. Ho sempre creduto in lui e credo che morire per ciò in cui credi, per chi ami, sia davvero il massimo che si possa chiedere in un momento così.
Scorsi una porta che si apriva, e poi luce, risate.
“George, si sta da favola qui!” Lui non può sentirti.

 

  
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